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LA RIVINCITA

Publie le martedì 1 marzo 2005 par Open-Publishing

La rivincita.
E’ ripreso silenziosamente in Senato il progetto per stravolgere definitivamente la Costituzione. Nata nel 1948 come progetto unione delle forze democratiche e di sinistra contro il fascismo, la nostra Costituzione dovrebbe venire definitivamente affossata da una nuova carta Costituzionale, questa volta realizzata dalle forze di estrema destra: Berlusconi, AN e Lega. Ma, siamo certi, non mancherà l’appoggio consenziente del centro e anche di qualche spezzone della sinistra che ha sempre avute velleità antidemocratiche.
Berlusconi ha detto che l’attuale Costituzione è ‘sovietica’, il che dice chiaramente in che giudizio tenga la democrazia, e vuol fare una Costituzione a sua immagine e somiglianza. Nel suo progetto (che poi resta sempre il piano Gelli di presa dello stato con un di più di mercato), lo stato da nazionale diventa federale, ovviamente i servizi sono privatizzati, i beni comuni messi sul mercato e venduti alle multinazionali di turno, non ci sarà più un sistema parlamentare ma un sistema presidenziale forte, con cui il presidente della repubblica prende i massimi poteri, come ha attualmente Bush negli Stati uniti se non peggio. Sarebbe pienamente sovvertito l’attuale articolo 138 con cui adesso «la sovranità appartiene al popolo» che da nessuno può esserne espropriato. Ovviamente tutta la sovranità dovrebbe andare a Berlusconi, e, invece di aversi equilibrio tra gli organi istituzionali, parlamento, governo, magistratura, presidente del consiglio e regioni, avremmo una abnorme concentrazione di poteri su una persona sola, praticamente un principato. Oggi è il popolo che elegge i suoi rappresentanti e il parlamento nomina poi il presidente del consiglio e può togliergli la sua fiducia, domani potrebbe essere il presidente del consiglio che nomina o licenzia i parlamentari, rendendo impossibili le crisi di governo e la propria caduta. I parlamentari non conteranno nulla, i ministri saranno puramente servi del presidente, nominabili e licenziabili peggio di adesso. Contro questo progetto abbiamo purtroppo da parte dell’opposizione molte oscurità: l’ex governo Prodi non manifestò abbastanza difese del testo costituzionale mettendosi su una pericolosa linea di ‘riformismo’, la bicamerale di D’Alema addirittura propositi simili a questi di Berlusconi. Già col maggioritario il popolo è stato esautorato del suo potere di delega perché la maggioranza gode di un potere molto superiore ai voti realmente presi, se passasse il colpo di stato strisciante di questa riforma della Costituzione, l’opposizione in parlamento avrebbe una funzione praticamente zero. Da un regime democratico si passerebbe a un regime assoluto. Dieci anni fa Gianfranco Miglio aveva detto brutalmente: “La Costituzione non è un accordo tra tutti sulle regole del gioco ma è un patto che i vincitori impongono ai vinti». In questi drammatici avvicendarsi di poteri, quello che noi vediamo è che, comunque vada, avremo un regresso o grave o gravissimo della democrazia del nostro paese. La soppressione della democrazia parlamentare prelude alla soppressione della democrazia. Kelsen diceva: “la democrazia è un regime senza capi». Noi avremmo un capo senza democrazia.
(da un articolo di Luigi Ferrajoli)

vivianavivarelli@fuoriradio.com