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LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO
Publie le mercoledì 4 novembre 2009 par Open-Publishing8 commenti
I Palazzi dell’Oligarchia e l’intera batteria massmediatica del Paese si sono scatenati in una furibonda contestazione della sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche. Il Giornale del Presidente del Consiglio si è spinto fino alla trivialità di ingiuriare come ubriaconi i giudici di Strasburgo ed una vera e propria vandea sovrastata da alte grida si è creata dopo l’allineamento del capo della opposizione parlamentare alle critiche del governo italiano e degli esponenti del clericalismo oscurantista come Buttiglione. Bersani si è assunta la responsabilità di avallare un attacco ad una delle più delicate ed importanti istituzioni giuridiche dell’Europa, non tenendo conto dell’aiuto che avrebbe arrecato alla destra italiana nella sua campagna contro i diritti garantiti ancora oggi assai di più dalla Unione Europea che dalla legislazione italiana sempre più xenofoba, razzista e discriminatrice. L’allineamento di quasi tutta la stampa e di tutta la televisione italiana al linciaggio della Corte con centinaia di articoli infarciti di falsità e retorica patriottarda ed identitaria deve fare riflettere sulla libertà di informazione rivendicata ipocritamente da una recente manifestazione di "mantenuti" del Governo che spende sette miliardi di euro l’anno proprio per avere una stampa di regime.
La sentenza di Strasburgo non c’entra niente con la laicità e la paventata deriva "laicista" dell’Europa.
C’entra molto, moltissimo con la tutela dei diritti della persona a cui non può essere imposta un simbolo religioso in cui non si riconosce o perchè di altra fede o perchè ateo. La sentenza è perfettamente coerente con il Diritto italiano che in una recente sentenza della Cassazione favorevole al giudice Luigi Tosti ha affermato lo stesso principio peraltro rispettoso dell’art.8 della Costituzione che testualmente dice: "tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge". Soltanto se una legge italiana modificasse la Costituzione tornando a fare della religione cattolica la sola è unica religione di Stato sarebbe illegittima la sentenza di Strasburgo. Ma lo stesso Vaticano, nel 1984, ha riconosciuto essere la religione cattolica soltanto una delle confessioni religiose che lo Stato ammette nel suo ordinamento.
In quanto al Crocifisso simbolo della identità nazionale bisogna osservare che soltanto dal 1922 con leggi volute dal fascismo per recuperare il consenso della Chiesa e dare un fondamento "spirituale" ad un regime violento e totalitario è stato introdotto nelle scuole e poi negli uffici pubblici per diventare infine espressione della religione di Stato con i patti lateranensi del 1929. Fino ad allora lo Stato nato dal Risorgimento aveva affidato l’identità italiana agli ideali che Cavour,Mazzini,Garibaldi avevano posto a base dell’unificazione del Paese.
Nella storia millenaria d’Italia il Crocifisso non sempre ha avuto un ruolo positivo e benefico. Migliaia di disgraziati come Giordano Bruno e le vittime della Inquisizione sono state torturati e bruciati vivi con l’assistenza di un monaco o di un prete muniti di un Crocifisso che veniva mostrato ai condannati invitati alla conversione ed al pentimento per non parlare dell’uso che se ne è fatto nelle conquiste coloniali e nell’aggressione crociate ai popoli dell’Islam. Dalla dichiarazione di Costantino che fece del cristianesimo instrumentum regni fino al tardissimo settecento il Crocifisso è stato usato per sopprimere i "miscredenti". Ricordo per tutti il martirio di Ipazia, grande filosofa e matematica alessandrina, torturata, scorticata viva e poi squartata da ferocissimi monaci. Negli Usa il KKK pianta enormi croci brucianti nei luoghi dove massacrano i neri o i "diversi.
Certamente il cristianesimo nel corso della sua storia ha sviluppato anche valori positivi specialmente di solidarietà.
Per questi i cattolici che sono davvero cristiani e non vogliono fare violenza agli altri non condividono l’esposizione del crocifisso nei pubblici uffici e non avallano la deriva sanfedista imposta da Benedetto XVI e dalla Chiesa di Ruini e Bagnasco. Ma, si troveranno in difficoltà come tutti i laici italiani dal momento che i Palazzi della politica ribadiscono il diritto al monopolio cattolico mentre l’italia diventa multietnica.
La sentenza civilissima di Strasburgo in Italia ha sortito l’effetto paradossale di allargare il fronte identitario, fondamentalista, razzista. La sentenza sarà disattesa. Berlusconi non dichiara forse che se i giudici lo dovessero condannare resterà al suo posto al governo? Perchè dunque il Crocifisso non dovrebbe continuare ad essere esposto nelle scuole e negli uffici pubblici? I giudici italiani sono rossi. Quelli europei ubriaconi. La legge la fanno gli elettori scegliendo i loro governanti. Da oggi questo modo di pensare si estende al PD che dichiara non di "buon senso" la decisione dei giudici europei.
Pietro Ancona
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Messaggi
1. LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO, 4 novembre 2009, 15:57, di e = mc2
Tutti insieme, appassionatamente.
Sento rumore di fascine che vengono accatastate e rimpiango la Libertà mai goduta.
2. LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO, 4 novembre 2009, 22:48, di Nando
CARO PIETRO ANCHE STAVOLTA HAI FATTO UNA SINTESI GIUSTA SIA L’IPOCRISIA DELLA STAMPA DI REGIME, SIA CHE TUTTE LE RELIGIONI DEVONO ESSERE UGUALI ALLA LEGGE!!INFINE LA CHIESA HA SEMPRE DATO ALLA DESTRA MILIONI DI VOTI E MI FA PENA BERSANI & C. CHE QUESTO NON SE LO RICORDANO.
3. LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO, 4 novembre 2009, 23:35
fondiamo il comitato per il cornetto rosso nelle aule italiane!
4. LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO, 5 novembre 2009, 08:31
La Corte Costituzionale ha sentenziato che il crocefisso deve sparire dalle scuole, la Corte Europea altrettanto ed ancora fanno orecchie da mercante e fanno finta di non capire! Ma quanti voti controlla la chiesa? E quanti deputati devono i loro scranni ai preti?Michele
5. LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO, 5 novembre 2009, 08:33
Dimenticavo, comunque chiunque di noi può fare causa allo stato italiano e guadagnarsi 5000 euro come ha fatto la cittadina italiana/finlandese che ha fatto causa allo stato.Forse se lo facesse un milione di cittadini insieme lo stato sarebbe costretto a toglierlo!Michele
6. LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO, 15 novembre 2009, 18:07, di Lilliri
caro Pietro,
per caso ho letto la tua lettera circa la "Vandea italiana dopo la sentenza di Strasburgo". Mi sorprende come tu possa accostare i fatti della Vandea alla reazione italiana a detta sentenza . Un pò di rispetto per i martiri di quello che è considerato il primo genocidio della storia moderna, avrebbe suggerito di non fare questo parallelo. Visto però che hai fatto questo accostamento inconsiderato, ti consiglio di studiarti la storia delgi avvenimenti in Vandea poichè ne hai un’idea alquanto distorta. Wikipedia ti potrà aiutare.
con affetto . Lilliri
1. LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO, 15 novembre 2009, 18:26
Ecco qua un altro esempio di "revisionismo storico" ....
A parte che Wikipedia non è propriamente la Bibbia, che anzi vi scrivono fior di fascisti ... non ho un dubbio al mondo sul fatto che i contadini della Vandea avessero le loro buone ragioni materiali per incazzarsi ...
Non ho mai creduto, nemmeno quando ciò è avvenuto e avviene in paesi cosiddetti "socialisti", che le masse operino solo su "comando a bacchetta" di qualche "potere forte", esterno o interno che sia ... al fondo c’è sempre un malcontento reale e motivato .... questo al di là delle strumentalizzazioni ....
E questo, a mio giudizio, vale per tutto .... per i palestinesi e per i contadini messicani così come pure per i tibetani o per i manifestanti iraniani che si battono contro il governo degli ayatollah ....
Ma da questo a rivalutare politicamente "la Vandea" ce ne vuole ... ste cose lasciamole dire alla Pivetti, ai ciellini, ai "fascisti del terzo millennio" di Casa Pound ....
Altrimenti manca poco che si arriverà alla rivalutazione storica delle varie case reali o del potere temporale della chiesa ....
K.
2. LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO, 15 novembre 2009, 19:08, di viviana
Copio la sentenza:
"Nel parere della Corte, « il simbolo del crocifisso ha una pluralità di significati tra cui il senso religioso è predominante. Il denunciante sostiene che il simbolo è un affronto alle sue convinzioni e viola il diritto dei suoi figli che non professano la religione cattolica. Le convinzioni di questi ragazzi hanno raggiunto un livello di serietà e di coerenza sufficientemente coerente tanto che la presenza obbligatoria del crocifisso potrebbe essere ragionevolmente intesa come in conflitto con le loro convinzioni.
L’interessato vede nell’esibizione del crocifisso il segno che lo Stato è dalla parte della religione cattolica. Questo significato è ufficialmente accettato nella Chiesa cattolica, che attribuisce al crocifisso un messaggio fondamentale. Pertanto, la preoccupazione del richiedente non è arbitraria.
La presenza del crocifisso può essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso..ciò che può essere incoraggiante per alcuni studenti di una religione può essere emotivamente inquietante per gli studenti di altre religioni o di coloro che non professano alcuna religione. Questo rischio è particolarmente presente tra gli studenti appartenenti a minoranze religiose.
La libertà negativa non è limitata alla mancanza di servizi religiosi o di istruzione religiosa. Essa copre le pratiche dei simboli che esprimono, in particolare, o, in generale, una credenza, una religione o ateismo. Questo diritto negativo merita una protezione speciale…
La Corte non vede come l’esposizione nelle aule delle scuole pubbliche, di un simbolo che è ragionevole associare con il cattolicesimo (la religione di maggioranza in Italia) potrebbe servire al pluralismo educativo che è essenziale per la conservazione di una "società democratica", come concepito dalla Convenzione, pluralismo che è stato riconosciuto dalla Corte costituzionale italiana nel diritto interno.
La Corte ritiene che l’esposizione obbligatoria di un simbolo di una confessione nell’esercizio della funzione pubblica per quanto riguarda situazioni specifiche, sotto il controllo del governo, in particolare nelle aule, limita il diritto dei genitori educare i loro figli secondo le loro convinzioni e il diritto degli alunni di credere o di non credere.
La Corte ritiene che ciò costituisca una violazione di questi diritti, perché le restrizioni sono incompatibili con il dovere dello Stato di rispettare la neutralità nell’esercizio del servizio pubblico, in particolare nel campo dell’istruzione »
L’intera sentenza è qui
http://www3.varesenews.it/italia/articolo.php?id=155793
viviana.