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LA VITA DEGLI ALTRI

Publie le sabato 14 aprile 2007 par Open-Publishing
1 commento

Regia: Florian Henckel Von Donnersmarck
Soggetto e sceneggiatura: Florian Henckel Von Donnersmarck
Direttore della fotografia: Hagen Bogdanski
Montaggio: Patricia Rommel
Interpreti principali: Martina Gedeck, Ulrich Muhe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme, Hans-Uwe Bauer, Herbert Knaup
Musica originale: Gabriel Yared, Stéphane Moucha
Produzione: Wiedermann & Berg Production, Creado Film
Origine: Ger, 2006
Durata: 137’

Centomila agenti, duecentomila informatori questa era la Stasi, l’organo per la sicurezza e lo spionaggio, nella DDR di Honecker che s’infilava nell’altrui vita e ai più deboli espropriava l’anima spingendoli alla delazione o al suicidio. Sul dramma vissuto da milioni di tedeschi est Henckel imposta un film dal sapore buonista che ha avuto ampio successo in Germania forse per quella tendenza all’immediata rimozione del male che il popolo tedesco ha introiettato sin dagli orrori del nazismo. Infatti il film rivela quel che tutti conoscevano e delle vite molestate dall’intrusione degli spioni di regime, ingaggiati o volontari, sono piene letteratura e settima arte. Certo repetita iuvant ma leggere le pagine di Kundera o ripercorrere le inquadrature di Truffaut in Fahrenheit 451 fa tutt’altro effetto e solleva lo spirito. Questo lavoro scorre piatto e lento, sedimentando su un sapere scontato.

Quel che ci rivela è la presenza di qualche uomo di buona volontà anche nella società del male. E’ l’agente HGW venti/sette cui, a Muro caduto la vittima spiata lo scrittore di teatro Georg Dryman, dedicherà un libro. L’agente della Stasi Wiesler è un uomo solo, piuttosto introverso, l’elemento ideale per ricoprire il ruolo di osservatore, uditore e rivelatore dell’esistenza di “elementi sospetti”. Lo spiato è lo scrittore Dryman, bello, famoso e politicamente ortodosso, votato com’è all’osservanza di regime. Almeno apparentemente. Il viscido ministro della cultura Hempf lo fa mettere sotto controllo per alcune amicizie libertarie, ma il vero intento è incastrarlo per carpirgli la compagna, la bella attrice Christa Maria. E riuscirà ad averla perché la donna, pur talentuosa, non ha autostima, è fragile e vittima degli psicofarmaci e nel timore che il potere possa ostacolarle la carriera giunge a tradire Georg, prima di morire drammaticamente.

A salvare Dryman dalla condanna per attività antistatale è proprio l’agente ascoltatore Wiesler, che nel leggere i libri di Brecht sottrattigli durante le perquisizioni e ascoltando le sublimi note della “Suonata dell’uomo buono” entra gradualmente in contraddizione col suo compito non rivelando al superiore Grubitz tutto ciò che vede e sente. Arriva addirittura a coprire Dryman nel sospetto d’essere l’autore d’un saggio comparso sull’occidentale “Der Spiegel” che narra del gran numero di suicidi verificatisi oltre cortina, principalmente fra gli artisti. Anche lo scrittore vive momenti di sconforto, soprattutto quando vede la compagna Christa Maria tradirlo col becero ministro. Ma il ciclo storico va avanti tantoché - nonostante oppressori e vittime dell’orgia di potere creata sembrano in balìa degli eventi e incapaci di fuggire da propria dannazione se non con la morte - arriva la salvifica caduta del Muro.

Nella Berlino ormai unificata e occidentalizzata si ritroveranno sia HGW venti/sette, già punito dalla Stasi per insubordinazione, e ora mesto postino fra i casermoni sempre grigi di Karl Marx Strasse. Sia chi ha goduto della bellezza di Christa Maria: il sempre brillante e famoso Dryaman e il mai morto ministro Hempf, pronto a riciclarsi come avevano fatto nel secondo dopoguerra vari gerarchi nazisti. Non ci dice Henckel Von se gli uomini buoni da lui santificati possono riscattare un male che si perpetua, visto che il Grande Fratello arriva anche nelle nostre case. E non solo come sciocco gioco televisivo.

Enrico Campofreda, 14 aprile 2007

Messaggi

  • la vie des autres é la storia che si ripete non e solo un constato ed una messa a fuoco ,ma solleva diverse domande,mettendo l’individuo qualunque al centro della storia,qual’é la sua responsabilità di fronte ad una scelta di cui ne misura la gravità,
    in questo caso la libertà di espressione ,e come malgrado i rischi che tale scelta implica : agire, per cambiare,questo é l’inizio della resistenza.
    Pone un’altra domanda qual’é il ruolo dell’arte.
    l’intemporalita di questa riflessione reside nel trattare l’individuo da adulto mettendolo di fronte alle proprie responsabilita in qualsiasi società e momento storico
    eugenia