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LEGGERE E’ PERICOLOSO. PIUTTOSTO ARRUOLATI!

Publie le venerdì 17 giugno 2005 par Open-Publishing

La Camera USA alza un freno alla Legge del Patriot Act pretesa da Bush che vuole oggi imporre controlli anche sulle biblioteche per indagini al terrorismo.

Bush intende schedare i cittadini secondo le loro abitudini di lettura e minaccia il veto a qualsiasi misura che indebolisca il suo ordine.
I deputati hanno risposto: “Noi siamo contro il terrorismo, ma quando facciamo una legge dobbiamo ben capire a cosa serve”.
Insomma: se un americano prende in lettura a una biblioteca ’Il capitale di Marx’, dovrebbe diventare, per cio’ stesso, un sospetto?
Bush vuole introdurre un sant’Uffizio americano con elenchi di letture proibite?

Dimmi chi leggi e ti diro’ che terrorista sei.

Dal canto suo l’UE vuole che le biblioteche pubbliche siano a pagamento. E In Italia e’ stato fatto papa uno che esce direttamente dal Sant’Uffizio. Avete presente l’Indice dei libri proibiti? E la Moratti ha cominciato a imporre pesanti deviazioni ai testi scolastici, mentre la stampa e’ ormai sotto controllo politico.

Non c’e’ che dire: la cultura e’ in buone mani.

Alla fine si salveranno solo gli analfabeti. O quelli come Bondi, Schifani e Pera.

Dunque negli Stati uniti si puo’ tranquillamente andare in un drugstore e acquistare un bazooka e nessuno dice niente, ma se si prende in rpestito in biblioteca ‘Le lettere filosofiche’ di Voltaire, si puo’ essere condannati a Guantanamo. Nessun progresso dal 1732 quando quel libro fu condannato al rogo.

Le biblioteche, agli occhi di una persona di bassa intelligenza e minima cultura come Bush, devono essere trattate come porti sicuri di terroristi e spie.

Ve lo immaginate il terrorista di Al Qaeda che dice “Ci vediamo in biblioteca, sotto la lettera K, come Rapporto Kinsey? O sotto la B di Bakunin?

Si vuole un nuovo maccartismo?

Si potrebbe leggere il predicatore neocon Billy Graham o Patrick J. Buchanan ma non Naomi Klein o Noam Chomski o peggio ancora Rushdie.
Nel 1958 uno scrittore di fantascienza, Ray Bradbury, racconto’ nel romanzo ’Fahrenheit 451’ di un tetro paese dove era vietato leggere e dove i possessori di libri venivano fulminati dalla polizia che li bruciava insieme alle loro pericolose opere cartacee. Bradbury tratteggiava una societa’ del futuro disumanizzata, iper tecnologica e totalitaria, in cui la felicita’ era condensata nel cibo sintetico, negli acquisti condizionati e nella televisione, in cui il se’ era svuotato da sentimenti umani e alienato dalla verita’.

L’autore esaltava l’originalità di ogni uomo, il suo diritto a essere unicamente se stesso, mentre la strategia del ’politicamente corretto’ dei grandi poteri intende ancor oggi omologare le menti umane in una pappa collettiva per il profitto del mercato e l’agevolazione del potere.

Scriveva Brecht, riparato in America: "Qui tutto e’ venditore o consumatore, si vende, per cosi’ dire, il piscio al pisciatoio". E dall’America la destra maccartista lo costrinse a fuggire, quella stessa destra che ora torna a imperversare, dai cappucci del Ku Klux Clan ai funesti cappucci dei torturati di Abu Ghraib, dalle sette fasciste alla chiese dei ’cristianisti’ neocon.

E in un certo paese dell’Europa centrale i nazisti hanno fatto realmente roghi di libri proibiti, costringendo alla fuga persone come Einstein, Brecht o Freud.

Oggi si apre uno scenario dove anche i testi (o le persone) che consultiamo su internet (non e’ forse internet la piu’ grande biblioteca del mondo?) potrebbero rischiare il rogo e noi con loro?

E se leggere puo’ diventare cosi’ pericoloso, figuriamoci scrivere!

Ma davvero questa e’ la fulgida democrazia dalle magnifiche sorti e progressive ?

Davvero questo e’ il modello a cui si devono ispirare gli stati democratici, l’Europa, la Chiesa cattolica, i governi, i partiti?

http://www.washingtonpost.com/wp-dy...

Es tanto, tanta
tumba, tanto martirio, tanto
galope de bestias en las estrellas!
Nada, ni la victoria
borrara’ el agujero terrible de la sangre:
nada ni el mar, ni el paso
de arena y tiempo, ni el geranio ardendo
sobre la sepultura.

Pablo Neruda, Tierras ofendidas