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LETTERA AL MOVIMENTO SENZA SE E SENZA MA

Publie le giovedì 11 novembre 2004 par Open-Publishing
3 commenti

di Nella Ginatempo

Cerco di placare la mia rabbia e il mio dolore di fronte alla guerra infinita in Iraq, facendo ricorso al ragionamento.

Dove siamo ora noi ? E’ questo che dobbiamo chiederci. Dalle immagini sfolgoranti del 15 febbraio 2003 per le strade di Roma, all’immagine insostenibile del papa che accoglie in visita Allawi, il boia di Baghdad, poche ore prima del massacro annunciato di Falluja, poco prima di tornare a casa per imporre la legge marziale e dichiarare guerra al suo stesso popolo. Un silenzio assordante, fatto di impotenza e disorientamento ha avvolto questo ultimo evento, come avvolge il mattatoio iracheno e l’agire indisturbato degli squadroni della morte a stelle e strisce.

Che cosa è successo tra questi due momenti, tra Roma del 15 febbraio e Falluja-Halloween di oggi ?

Il buon senso mi fa dire che, quando un movimento, sia pure imponente e di massa, non raggiunge i suoi obiettivi, si stanca, cade nell’impotenza e torna a casa. Ma perché non abbiamo raggiunto gli obiettivi, cosa è mancato ? Credo che un elemento-chiave sia la mancanza di una opposizione politica in Italia al governo di guerra: una opposizione vera, forte e omogenea, che potesse fare da sponda alla richiesta univoca del movimento "NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA".

Una opposizione che avrebbe dovuto suscitare e sostenere il grande consenso pacifista che aveva nel paese e insorgere nei momenti cruciali. Insorgere quando è stata scatenata la guerra il 20 marzo del 2003, bloccando il Parlamento, chiamando allo sciopero generale, chiamando migliaia di persone ad azioni dirette di massa a oltranza, come dieci volte Scanzano, per scongiurare l’invio di truppe italiane, per abbattere il governo di guerra. Le truppe sono partite, nessuna rivolta di massa, nessuna rivolta in Parlamento, nessun effetto Zapatero, nessun rovesciamento del governo. Anzi, balletti indecorosi su ritiro si, ritiro no, astensione, tre righine per carità, si forse con l’Onu, resistenza mai.

Il movimento è stato lasciato solo. La minoranza dell’opposizione non si è dissociata dalla maggioranza dell’opposizione per cominciare un percorso più radicale, si è acquietata su petizioni di principio. Il movimento si è indebolito e diviso, il Comitato Fermiamo la Guerra ha cominciato a disquisire se le lotte del trainstopping erano violente o no, se il popolo iracheno faceva bene a resistere, con le armi o senza, se era giusto cacciare o no Fassino, anche se non voleva ritirare le truppe. Nel frattempo il popolo della pace gradatamente riduceva la sua partecipazione, ogni manifestazione sempre di meno, basta con le marce in piazza, tanto a che serve. Poi sono cominciati i bombardamenti mediatici sulla lotta al terrorismo, mentre di fatto la guerra lo faceva crescere, come la benzina sul fuoco. Oggi siamo allo sterminio programmato del popolo sunnita ribelle, che si aggiunge naturalmente allo scempio dei corpi della popolazione disarmata, il cosiddetto effetto collaterale, frutto principale invece del terrorismo di stato.

Qualcuno a sinistra giudicava Allawi una porta per la democrazia in Iraq. Invece è solo la porta dell’inferno, un macellaio servile, insieme ai macellai di Negroponte, oggi come mai liberi di agire per sterminare gli oppositori e imporre elezioni farsa, sotto dittatura militare, con le urne appese a montagne di cadaveri.

Sono rivoltata e straziata. Il popolo della pace è tornato a casa: disperato ? Rassegnato? Impotente? Disorientato? E c’è una strada che porta fuori dal pantano ? Dal pantano italiano, intendo.

Gramsci diceva che la verità è rivoluzionaria. Forse allora bisognerebbe fare uno sforzo di verità e ristabilire l’abc della politica.

Provo a fare affermazioni di verità.

 L’aggressione militare all’Iraq e la conseguente occupazione militare da parte degli angloamericani e dei loro alleati, compresa l’Italia, è contro la legge internazionale e la morale dei popoli.

 Il governo Allawi è illegittimo, mai eletto dal popolo e nominato dagli occupanti illegali, con cui collabora per sterminare gli oppositori e assoggettare la popolazione.

 Accogliere Allawi in visita in Italia, in Europa e in Vaticano( senza una parola contro del movimento pacifista), è stato un atto di ingiustizia internazionale.

 L’imposizione della legge marziale in Iraq e il via libera al massacro di Falluja da parte del governo Allawii costituiscono un atto di guerra civile.

 Ciò che si sta compiendo a Falluja da parte degli eserciti occupanti e delle forze speciali irachene è un crimine contro l’umanità, di cui si fanno complici gli alleati delle forze occupanti- come l’Italia- e gli alleati politici di Allawi che ancora tengono questo governo fantoccio.

 La conferenza di pace e le elezioni di gennaio sono una beffa internazionale ed una espropriazione di sovranità al popolo iracheno.

 Nessun processo di pacificazione sarà possibile fino a quando non si ristabiliscono le condizioni della legalità internazionale con la fine della occupazione militare, la destituzione del governo Allawi, il risarcimento dei danni da parte degli aggressori, la smilitarizzazione del paese.

 Il popolo iracheno ha diritto di difendersi e di resistere e noi non abbiamo il diritto, anche se amiamo la nonviolenza e ripudiamo il terrorismo, di confondere la resistenza col terrorismo, di criminalizzarla e indebolirla.

Ci sarebbero poi molti altri corollari, tra cui il fatto che l’Iraq è pieno di mercenari al seguito degli eserciti occupanti e delle imprese coloniali che hanno invaso il paese, che la legge italiana proibisce l’arruolamento mercenario, così come proibisce la guerra. I mercenari italiani in Iraq erano mercenari, come una rosa è una rosa, è una rosa, è una rosa. E come la guerra è la guerra, è la guerra, è la guerra.

Oggi, di fronte a migliaia di corpi fatti a pezzi dei civili inermi e dei resistenti a oltranza, noi, movimento italiano contro la guerra senza se e senza ma, rischiamo l’estinzione, se non riprendiamo parola e lotte, se non ricostituiamo luoghi di riaggregazione e speranze, se non ripartiamo dalla verità.

Allora, dove siamo noi ora ?

Vogliamo ricominciare a discutere, almeno in rete ??

Sento il bisogno di nuove parole.

Messaggi

  • Ciao Nella

    è tempo che volevo riscriverti. Neppure io sono venuta a Roma perchè basta
    con le marce in piazza e perchè è un periodo in cui non ho compagne con cui
    condividere la partecipazione.

    ma sostengo le donne in nero, pratico un ferreo boicottaggio e invito a
    farlo, cerco di evitare che i miei bambini diventino polli da allevamento,
    perchè la guerra è la guerra è la guerra come rose is a rose is a rose

    Non sono rassegnata, ma un po’ disorientata sì

    Cosa fare? ho sempre pensato che una diffusa obiezione fiscale alle spese
    militari
    possa essere utile a ribilanciare le leggi finanziare; intanto, che si
    esprimano
    i nostri potenziali rappresentanti politici sulle proposte di sbilanciamoci;
    creiamo reti di azione europea per smilitarizzare l’europa, per difendersi
    dalle politiche degli Stati Uniti
    e per intervenire più drasticamente non solo sulla guerra in Iraq ma anche
    sull’occupazione della Palestina.

    E poi marcare stretto, confrontarsi con i
    nostri potenziali esponenti politici
    per assicurarci prima di votarli quanto realizzeranno delle aspettative del
    movimento contro
    la guerra.

    ... se dici "vogliamo tornare a discuterne, almeno in rete" mi preoccupi un
    po’...

    ma d’altronde, non si discute neppure molto qui ... a L’Aquila

    buon lavoro

    anna rita

    ...ah, dimenticavo:

    Gertrude Stein ha scritto ... C’è troppa parificazione adesso e non c’è
    dubbio che i padri sono deprimenti. Oggi tutti sono padri, c’è il padre
    Mussolini e il padre Hitler e il padre Roosevelt e il padre Stalin e il
    padre Lewis e il padre Blum e il padre Franco che incomincia adesso e ce n’è
    sempre tanti altri pronti ad esserlo.

    I padri sono deprimenti. L’Inghilterra
    è il solo paese che non ne ha e così sono più allegri lì che negli altri
    posti. ... Come dico i padri sono deprimenti qualunque padre che sia un
    padre e ora vi sono troppi padri esistenti.

    I periodi della storia mondiale che sono sempre stati i più cupi sono quelli
    nei quali i padri tramavano tutto e facevano tutto.

  • Cara Nella, questa guerra dell’Irak è figlia anzi è un
    tutt’uno con la spietata ristrutturazione
    capitalistica in atto che vede ad esempio come
    rovescio della stessa medaglia, il dilagare del lavoro
    precario, nero, della riduzione del livello di vita
    dei lavoratori in Italia, sanità, istruzione, ...

    un bombardamento analogo a quello di Falluja i cui
    effetti letali, meno visibili, ma altrettando
    micidiali mordono nella vita quotidiana: la risposta
    efficace contro le multinazionali che occupano e
    bombardano l’Irak è quella di combattere qui contro il
    precariato, i salari bassi, la democrazia ridotta ad
    una ridicola caricatura, per riavere la sanità
    gratuita ed efficiente: e su questo allora chiamare la
    sedicente sinistra a confrontarsi e lottare: lasciamo
    la banda dei Ruttelli, Brodi, Bassino, D’Anemia a
    competere con Berlusconi a fare il neoliberista più
    bravo ed unifichiamo i movimenti sui temi urgenti
    della vita ed uniti con quelli della guerra che sono
    esattamente gli stessi.

    Lorenzo

  • DOV’E’ IL MOVIMENTO PER LA PACE?

    ce lo chiediamo , se lo chiedeva nella gillatempo in un post di bastaguerra
    ecc,,,

    intanto stanno radendo a zero falluja.

    gli americani dicono che i terroristi sono fuggiti via,,,,

    che la resistenza che hanno trovato è di un pugno di uomini,,,,

    sara’ vero o
    come per le armi chimiche questo è l’ennesima tragica bufala e scusa
    americana per un massacro in nome di una vittoria sul campo che non era
    ancora avvenuta??

    quanti civili stanno morendo, sono stati annientati?

    ricordate l’ospedale civile di falluja bombardato e distrutto seppellendo
    medici e malati?

    e il bambino iraqeno di 9 anni morto dissanguato per non aver avuto
    possibilita’ di soccorso?????

    non vedo indignazione ,,, ma fatalismo ’’bush è stato rieletto’’...

    le scuse degli americani sono sempre quelle .. dal tempo dello sterminio
    delle tribu’ indiane da parte dei coloni, oggi pero’ con in piu’ il silenzio
    dell’europa e la collaborazione dell’italia e dell’inghilterra.

    nadia