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LETTERA APERTA AL MOVIMENTO DEI MOVIMENTI: da "pezzi di moltitudine"

Publie le lunedì 17 ottobre 2005 par Open-Publishing
2 commenti

La triste epopea senza volto

Lettera aperta al movimento dei movimenti

Abbiamo atteso invano fino ad oggi, giorno delle primarie del
centrosinistra, una voce, magari flebile, magari isolata che indicasse
nella vicenda dei "senza volto" qualcosa che ci riguarda tutti.

Qualcuno o qualcosa, all’interno del movimento, che si interrogasse o si
esprimesse su un passamontagna arcobaleno candidato presidente del
consiglio.

Abbiamo partecipato alle occupazioni delle Università e dei centri sociali
negli anni ’90. Abbiamo lavorato pazientemente in quelle associazioni che
hanno contribuito a costruire l’humus culturale di Seattle. Eravamo nelle
strade di Genova, di Ginevra, di Praga e nelle assemblee dei movimenti
sociali a Porto Alegre, a Parigi, a Londra. Abbiamo manifestato ed agito
concretamente contro le barbarie delle guerre in Serbia, Afghanistan, Iraq.

Siamo piccoli pezzi di quella moltitudine che, costruendo Genova, è
arrivata ben più lontano: far irrompere, sulla scena, un nuovo attore
sociale e politico che, dal confronto delle differenze, ha tratto una forza
inaspettata. Un movimento che voleva esser capace, in nome di un comune
progetto di trasformazione sociale, di fare proprie e rivendicare azioni e
modalità profondamente diverse tra loro. Una prassi fondata sulla
responsabilità collettiva.

Che ne è oggi di tutto questo? Forse siamo noi che ci siamo svegliati dal
letargo, in una autunnale mattina di sole, a causa del brusio di una
"collettiva esercitazione democratica". Forse immersi in un sonno profondo
abbiamo mancato le riflessioni sul significato delle primarie per il
movimento. O forse le riflessioni non ci sono mai state e ci stordisce
l’assordante silenzio di fronte alla partecipazione schizofrenica alle
primarie dell’Unione, dell’uomo senza volto e gentile signora. Anche
riuscendo a mettere da parte il desiderio di scavare una buca e seppellirsi
vivi di fronte ai siparietti televisivi e di piazza dell’espediente
disobbediente, resta il dato oggettivo: quel copricapo, quei colori, quel
linguaggio sono patrimonio collettivo, fanno parte della nostra storia
comune, e sono simboli che in qualche modo ci identificano all’esterno. La
candidatura Panzino detta Senza Volto non è quindi una questione "privata"
di una componente politica, ma ci riguarda tutti. E tutti dovremmo
interrogarci ed esprimerci su quanto questa avventura burlesca possa
aiutare il movimento a ritrovare nuova linfa e a ricercare una nuova
collocazione.

Non aiutano di certo tre vuote parole d’ordine ripetute meccanicamente e
all’infinito. Non aiutano i prestanome, come non aiutano i balletti "
attraversiamo le primarie ma non stiamo con l’Unione. Svergogniamo,
smascheriamo un sistema che non riconosciamo. Votate per noi ma i partiti
sono morti con il 900". Probabilmente ciò di cui avremmo bisogno è una
riflessione ampia e condivisa in grado di superare le ambiguità della
rappresentanza. Il movimento vuole mantenere il suo carattere antagonista e
(passateci il termine un po’ retrò) extraparlamentare? O vuole dotarsi di
una rappresentanza? E in tal caso, attraverso l’alleanza con i partiti
della sinistra radicale, o tramite un nuovo soggetto politico?

Se si riuscirà a riaprire spazi di dialogo e confronto ed a rispondere
insieme ad alcune di queste domande, se si ricomincerà a ragionare in
maniera collettiva e non particolaristica, se si imparerà a non cedere al
fascino del mainstream mediatico per esserne puntualmente stritolati,
allora forse riusciremo a non disperdere il patrimonio di esperienze,
valori, sperimentazione che abbiamo fin qui costruito e a trovare nuove
strade da percorrere.

Pezzi di moltitudine

Messaggi

  • La verita’, cara Doriana, e’ che a forza di parlare un po’ a vanvera di "moltitudini", non abbiamo saputo prevedere una moltitudine vera, i 4 milioni di ieri, gli stessi della battaglia sull’art.18 e delle manifestazioni no-war del 2003, che si e’ messa in moto veramente.

    E che ha utilizzato una scadenza molto discutibile, alla quale fino a qualche settimana fa non credeva nessuno, per dimostrare che "non ne puo’ piu’ ".

    Conosciamo fin troppo bene la intrinseca debolezza degli apparati di partito del centrosinistra ( Rifondazione compresa ) per capire che e’ successo qualcosa che con questi apparati c’entra ben poco.

    Certo le ultime puttanate governative ( finanziaria, legge elettorale, prossima devolution ecc. ) hanno enfatizzato oltremodo la cosa.

    Ma l’esasperazione c’era gia’ ed era fortissima e travalica un po’ tutti, dallo stesso Prodi fino a noi movimentisti piu’ o meno "radicali" .

    Conta poco adesso prendersela coi Disobbedienti e con la loro iniziativa mediatica del "senza volto". Che oltretutto sembrerebbe avere preso, mano mano che i dati veri escono fuori, piu’ volti di Pecoraro Scanio, di Di Pietro e di Scalfarotto.

    LA SOTTOVALUTAZIONE DELLA COSA E’ DI TUTTI NOI, COMPRESO BERTINOTTI.

    Che ha preso il 14% di quattro milioni, cioe’ un mare di piu’ del 20% dei settecentomila massimo che si prevedevano, ma che oggettivamente da questa scadenza finisce per uscire un po’ sconfitto.

    I Disobbedienti, pur con qualche significativa differenza al loro interno ( i romani e in generale quelli del Sud piu’ legati alle lotte sociali ed in generale meno settari, i milanesi e i nordestini assai piu’ spocchiosi ed autoreferenziali ) sono stati una componente importantissima del movimento.

    E la loro linea "simbolica" e "mediatica", che spesso ha fatto incazzare anche me, ha pero’ largamente contribuito ad evitare "spirali" pericolose che dopo Genova avrebbero potuto facilmente esplodere.

    Questo anche se hanno fatto errori tattici gravi, dalle "spese politiche" a questa storia del "senza volto", di fatto danneggiando l’ intero movimento.

    E’ anche vero pero’ che, come nella vicenda di Nunzio D’Erme, quando invece si sono mossi bene hanno preso mazzate dall’ apparato di Rifondazione.

    Le responsabilita’ sono quindi piu’ larghe, ci riguardano tutti

    E il fatto che nessuno di noi - anche se alla fine abbiamo votato, in vario modo, pressoche’ tutti, io per Bertinotti - avesse previsto la straordinaria "moltitudine" di ieri DIMOSTRA UNA SPECIE DI ABBAGLIO COLLETTIVO, sicuramente molto ideologico e politicista, probabilmente un tantino anche snobistico.

    Prendiamone atto e andiamo avanti, senza cercare al nostro interno improbabili capri espiatori.

    La "ggente" ( a proposito pure Funari ha votato e per Bertinotti ) vuole liberarsi di Berlusconi, tutto il resto e’ disposta a rimandarlo a un momento successivo.

    Noi "vecchi lupi di mare" della politica piu’ o meno antagonista sappiamo che le cose sono piu’ complicate.

    Ma dobbiamo pure sapere che senza quella "moltitudine" vera e non virtuale non andremo da nessuna parte.

    Keoma

    • Caro Keoma, saprai che ho "riportato" la lettera aperta al movimento dei movimenti. Non sono in quel "pezzo di moltitudini".Sono nella realtà come tutti, come te, incerta poi decisa, poi delusa, poi tenace, poi ammalata, proprio da sabato e dire che volevo essere a tutti i costi a Roma contro la Bolkestein, poi con una paura fottuta che quì in questo paese della Tuscia bellofintoaddormentato, non si andasse a votare e allora presto dico ai miei figli portatemi a votare, così come sto con il fiatone, imbottita di cortisone dal pronto soccorso il giorno prima, ansimante consegno 1 euro, sta tessera e vai con Bertinotti....Poi scopro stamattina che a Viterbo e provincia Prodi 65,1% Bertinotti 17,3% Capito? Abbiamo avuto paura...
      Le telefonate di ieri: Doria’ dove si vota?il telefono verde è occupato, internet impallato, dove si vota?...E dai ai quasi diciottenni vai che ce la fai, e agli amici migranti non avevo detto niente perchè loro la voce ce l’hanno da poco, le donne che erano rientrate, quelle senza volto, quelle murate a fare le badanti, i romeni appaltati. Prometto, spero: voi con noi domani.
      Noi, caro Keoma, dobbiamo mettercela tutta contro questo Muro, abbiamo poco tempo, ad ognuno il suo pezzetto.
      Senza se senza ma, vogliamo prenderci tutto quello che ci hanno tolto: il possibile e l’impossibile che è solo il sogno e l’utopia che non rinnegheremo mai.
      Doriana