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LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA CONFIDUSTRIA
Publie le martedì 30 maggio 2006 par Open-Publishingdi Carmelo R. Viola
Egregio Signor Montezemolo,
l’ho vista recentemente al Suo podio perorare la causa dei “poveri industriali”, Suoi colleghi, e quindi la propria, nell’atteggiamento quasi serafico ed ispirato del missionario nell’esercizio della propria funzione al servizio di domineddio. Mi ha quasi commosso. E poi si dice che non c’è più brava gente...
La civiltà sta vivendo una crisi di ritorno alla barbarie e, in questo frangente, gli industriali giocano certamente un ruolo decisivo nel senso più negativo della parola. Ma sì, di crimini sono stati commessi in nome del socialismo come forse molti di più in nome di Dio e, in specie di Cristo (Un esempio: quanti milioni di morti massacrati e torturati costò la cristianizzazione forzata della Russia?). Ma questo non vuol dire che i princìpi coincidano con i fatti, altrimenti non ci sarebbero ancora persone che credono nel Vangelo. Quanto al socialismo è scientificamente provato che esso è la soluzione unica della perenne ostilità di uomini contro uomini anche se ovviamente esso non rappresenta la perfezione, nulla essendo perfetto nell’eterno panta rei del divenire biologico e, nel nostro caso, biosociale. Vuol dire semplicemente che il socialismo è l’unica alternativa alla precoce e inevitabile estinzione della nostra specie per saturazione di conflittualità e di implosione biosociale. E il socialismo non è niente di cervellotico: è l’organizzazione sociale del lavoro e l’equa distribuzione dei suoi prodotti con una moneta passiva che consenta di dare di che vivere a tutti i nati per il solo fatto di essere nati! E’ l’applicazione puntuale dell’economia che contiene in sé il concetto di giustizia distributiva. L’unica tecnologia compatibile sostenibile è quella biologica.
Dei crimini del capitalismo è superfluo parlare perché esso è un crimine per sé stesso. Basti pensare al “legale” arricchimento sul lavoro altrui! Si deve appunto ad esso, con la ipocrita complicità del clero romano (specie con il papa, che ha santificato Pio IX, ghigliottinatore di patrioti mazziniani !) se si è fatto credere al fallimento del socialismo - più precisamente alla sua irrealizzabilità - e per conseguenza al capitalismo come unica economia capace di una civiltà superiore. Strano, quel capitalismo, nato come crimine dallo sfruttamento a morte di donne e bambini costretti a lavorare come bestie 12-14 e più ore al giorno, sarebbe il salvatore del mondo! Si spiega quindi, signor Montezemolo, il Suo serafico atteggiamento da missionario!
Per semplificare. È davvero paradossale che, al XX secolo, la società, per sussistere e crescere, abbia bisogno dell’esistenza di un pugno di uomini di affari - quali appunto i grandi imprenditori - e che il benessere del paese dipenda dai vostri successi! Lo vada a raccontare, come si diceva in Sicilia, a Peppe Nappa, signor Montezemolo. Ciascuno di voi è interessato a comprare il lavoro al minor costo possibile e a rivenderne i prodotti al maggior prezzo possibile. Dite di “dare lavoro” ma, nella realtà, lo comprate, e vi fate un vanto di creare posti di lavoro quando si tratta di un effetto secondario-strumentale di cui fareste ben volentieri a meno (come provate quando, per salvare le vostre ricchezze, non vi perorate di mettere sul lastrico quanti dipendenti risultino esuberanti) da quei predatori e padreterni che siete, impegnati a costruirvi entità abitative principesche e strumenti di diporto vietati alla gente che sfruttate. Siete impegnati a far consumare un prodotto qualsiasi, l’auto per esempio, e in ciò non conoscete limite. Le città asfissiano e languano sotto la coltre delle auto ma la vostra pubblicità è martellante. Diseducate sistematicamente le nuove generazioni inducendole ad un consumo irrazionale e autolesivo. E poi parlate di risparmio: altro filone che sfruttate con la rete bancaria e monetocratica.
I parametri di un sistema patologico vi dànno ragione: più producete, più si alza il ridicolo PIL, più si parla di ripresa (ne sento parlare da quando sono nato) e di sviluppo (del contesto cònsono alla vostra patologia): infatti, nello stesso tempo aumentano l’inquinamento e le malattie ad esso collegate. La povertà, la disoccupazione, le disuguaglianze abissali e il disagio esistenziale dei più che vi tirate dietro - e a cui date l’importanza dei dettaglia marginali - provocano la delinquenza per fame o per vizio, la criminalità “da emulazione”: la voglia di fare i padreterni come voi dal momento che tale condizione è considerata perfino un merito! Alimentate la cosiddetta mafia, che del capitalismo è la dimensione sommersa, armata, paralegale.
La smetta, pertanto, di indossare l’abito del missionario e di implorare di conservare la vergognosa legge Biagi sul mercato del lavoro che riduce a merce perfino il diritto alla vita. Certo a voi fanno comodo prestatori d’opera “usa e getta” ma questo non significa che quella legge valga più d un soldo falso. Gli uomini di affari, insigniti del titolo nobilitante di “industriali” - motori del progresso e della civiltà! - e talora anche di quello presidenziale di cavaliere (sic!) - stanno vivendo una stagione felice grazie ad una masnada di ex socialisti e comunisti, che hanno venduta l’anima al diavolo sotto l’effetto soporifero, obnubilante e corruttivo del neoliberismo, la versione di ritorno alla foresta del capitalismo. Siamo appunto nel bel mezzo di una giungla antropomorfa dove si continua a chiamare economia ciò che è solo PREDO-nomia, dal significato trasparente: Al centro di tale giungla sta l’”impresa affaristica di stampo neoliberista finalizzata ai profitti parassitari” (v., per es., quella postale o quella ferroviaria). L’industria deve essere gestita dal pubblico potere perché il benessere di una collettività non può dipendere dai buoni affari di un pugno di parassiti in abito missionario, capaci magari di qualche “carità pelosa” per il Terzo Mondo, che, in ogni caso, non è quello costituito dai 45 milioni di senza assistenza sanitaria, che vivono nel cuore degli Usa, la più grande criminocrazia imperialistica del mondo, naturale prodotto internazionale del capitalismo.
Auguro a Lei e ai Suoi degni rappresentati di imparare a conoscere cosa significhi rompersi le ossa in un lavoro duro per un pezzo di pane quotidiano: è il modo migliore per imparare ad essere uomini e a ridere sulla finzione grottesca del missionario sociale nel contesto di una natura anch’essa al limite della sopportazione e che sempre più ci dà le avvisaglie di una non improbabile catastrofe ecologica Ci pensi, signor Montezemolo!