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LIBERIAMO LE NOSTRE VITE "LIBERI TUTTI - LIBERI SUBITO"
Publie le venerdì 2 giugno 2006 par Open-Publishing1 commento
E’ da tre mesi che il carcere ha inghiottito 25 compagni/e per essersi opposti alla sfilata fascista dell’11 marzo.
Tenerli in carcere con ogni mezzo è il ridondante motivetto a cui vorrebbero abituarci.
Lo stesso dispositivo giuridico utilizzato per rigettare ogni richiesta di scarcerazione è assai più che inusuale e gli imputati, più che rispondere di fatti specifici, vengono ritenuti colpevoli e pericolosi per il semplice fatto di aver tentato di partecipare al presidio/conferenza stampa che doveva tenersi alle ore 12:00 in Porta Venezia, luogo da cui tre ore dopo sarebbe partito il corteo della formazione nazifascista Fiamma Tricolore legittimata da quella destra populista e reazionaria istituzionale che si dice democratica.
A questo ritornello, più volte utilizzato in campagna elettorale,riteniamo doveroso rispondere aprendo una battaglia di libertà.
In questi anni l’Italia, ed in particolare Milano, è divenuta laboratorio politico per la destra istituzionale ed estrema, a colpi di attacchi alle libertà individuali e collettive.
Aggressioni ed agguati ad immigrati, omosessuali, compagni/e, centri sociali o semplici persone considerate diverse, hanno costellato questi ultimi anni, tra cui spiccano episodi gravissimi come l’omicidio di Dax e gli accoltellamenti fuori dal C.S. Conchetta.
Tutto ciò rappresenta, però, solo l’articolazione militante di ciò che la destra istituzionale continua a propinare.
E’ frutto di questa logica la pesantezza repressiva con cui si affronta qualunque dissenso collettivo ed individuale, da Genova alle mille pesantissime accuse mosse nei confronti di qualunque conflitto, fino al proiettile in testa sparato ad un ragazzo di 20 anni dalla squadra antigraffiti della Polizia Locale di Como.
C’è d’aver paura, urlano gli spacciatori di sicurezze, mentre costellano le città di telecamere e pistoleros vari.
Se non avete casa è colpa degli immigrati a cui assegnano gli alloggi popolari, urlano i banchieri, che guadagnano sui mutui, e gli immobiliaristi, che affittano monolocali a 700 euro al mese.
Nessuna regolarizzazione per gli immigrati, urlano quelli che li ricattano affittandogli un buco a centinaia di euro al mese e li fanno lavorare pagandoli pochi euro.
Chiudere i Centri Sociali e sgomberare le case occupate, votano al consiglio comunale di Milano.
Punire chi si droga, urlano i magnati dello spaccio ed i loro amici,per aumentare il prezzo della merce.
L’aborto è un omicidio, gridano quelli che plaudono i bombardamenti delle città irachene.
Nessun diritto per gli omosessuali, urlano i difensori della famiglia,mentre rimpiangono i bei tempi dell’inquisizione.
Quante altre mistificazioni liberticide amplificate massmediaticamente si potrebbero citare e quante di queste sono divenute norma e legge?
In gioco ci sono le nostre vite e non solo quelle dei nostri 25 compagni/e rinchiusi in carcere, ma quelle di tutti/e, che ogni giorno devono fare i conti con i mille soprusi quotidiani, asfissiate dal dilagare di leggi e mentalità che soffocano le nostre esistenze.
Ecco perché riteniamo urgente aprire una battaglia di libertà, ecco perché invitiamo realtà e singoli ad aderire e partecipare al corteo nazionale che si terrà sabato 17 giugno a Milano.
Un corteo che vorremmo, molteplice, comunicativo e partecipato, per:
– Chiedere l’immediata liberazione di tutti e 25 gli antifascisti/e in
carcere;
– Contrastare la diffusione di culture xenofobe, razziste, fasciste,sessiste, Omofobiche e securitarie;
– Opporsi a qualunque sgombero di spazi occupati;
– Rivendicare la libertà di scelta contro qualunque imposizione etica
(dai pacs, alla criminale legge sulla droga, all’attacco all’aborto, ecc.);
– Difendere gli spazi di agibilità politica ed il diritto a manifestare;
– Opporsi alla dinamica di guerra, spesso celata sotto il nome di pacificazione, con cui si vorrebbe governare ogni angolo del pianeta.
Invitiamo, inoltre, realtà e singoli, ad organizzare per sabato 10 giugno, iniziative di comunicazione nelle varie città e nel proprio territorio, ognuno come meglio crede, come avvenuto il 20 maggio in alcune zone di Milano ed Hinterland, in preparazione del corteo del 17 giugno.
Per preparare il corteo e le varie iniziative viene convocata un assemblea nazionale, da tenersi sabato 3 giugno a Milano alle ore 15:00 (entro domani sera verrà comunicato e confermato il luogo).
L’Assemblea cittadina per preparare le iniziative viene riconvocata per mercoledì 31 maggio alle ore 21:30 al CS Torchiera.
Adesioni aggiornate: C.S Vittoria (Milano); C.O.A.Transiti28 (Milano);
Cascina Autogestita Torchiera (Milano); GRUINK; ASSO- Assemblea
Studenti Statale Occupata (Milano); ORSO (Milano); SOS Fornace (Rho) ;
C.S Eterotopia (S.Giuliano Milanese-MI); CSA Baraonda (Segrate-MI), CS
Paci Paciana (Bergamo); Associazione Olinda (Milano); K.A.S.A. -
kollettivo Autonomo Spazio autogestito(Milano); C.A.M. - Collettivo
Autogestito Modenese; CS Corto Circuito (Roma); CS Paguro (Parma);
Tanalab (Aversa-CE); CS Godzilla (Livorno); Bergamo Antifa; Collettivo
Gummo(Lambrate); Giovani Comunisti - Milano; Collettivo scienze
politiche- Laboratorio Fuo.co. (pd); CS Il Molino (Lugano); Network
Antagonista Siciliano; CSOA ExKarcere (Palermo); CS Magazzino 47 (BS);
Giovani Comunisti - Bergamo; Telefono Viola (Milano); Ambulatorio
Medico Popolare (Milano); Studenti Autorganizzati (Como); Palestra
Popolare(Milano); Giovani Comunisti ; Confederazione Cobas;
DoveVadoEvado; Conflitti Fuori Dal Comune (Milano);
Per informazioni e adesioni: liberetutti@inventati.org
Messaggi
1. > LIBERIAMO LE NOSTRE VITE "LIBERI TUTTI - LIBERI SUBITO", 2 giugno 2006, 19:05
L’Avamposto degli Incompatibili
www.controappunto.org
Riceviamo e inoltriamo:
PARTECIPIAMO IN MASSA ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 17 GIUGNO A MILANO PER LA LIBERAZIONE DEI COMPAGNI E DELLE COMPAGNE ARRESTAT* L’11 MARZO A MILANO E ANCORA OGGI IN CARCERE
Quel giorno circa 400 compagne e compagni di varie realtà di Milano e
del nord-Italia sono scesi in piazza per impedire la marcia dei
fascisti della “Fiamma Tricolore” e per riprendere la lotta al
fascismo
che si estende sotto l’influenza della guerra, che aumenta le
sue
incursioni in tutto il paese contro le sedi del movimento
antagonista,
che accoltella i compagni come è accaduto, ad esempio, a
Milano, Torino
e a Verona.
La questura, autorizzando in quella data l’
adunata
fascista, sapeva benissimo di fare una provocazione al
movimento
antagonista milanese e non soltanto, visto che proprio in
quel periodo
erano già in programma le “giornate per Dax”, ossia
iniziative per
tenere viva la memoria del compagno ucciso a coltellate
dai fascisti il
16 marzo 2003.
Il piccolo ma ben determinato corteo
antifascista dopo
alcuni tentativi di raggiungere il luogo prefissato,
ogni volta
respinto dalle preponderanti forze di polizia e dei
carabinieri,
decideva di tenere la strada, riuscendovi per circa un’
ora. Ad ogni
carica il corteo rispondeva elevando barricate con auto
di grossa
cilindrata, materiale edile e stradale ecc e incendiando la
sede di AN
di corso Buenos Aires. Polizia e carabinieri, preso atto
dell’inedita
determinazione delle compagne e dei compagni, chiamavano
ulteriori
mezzi e uomini di rinforzo con cui aggredirli a tenaglia e
frontalmente.
A questi attacchi sempre più massicci e concentrati, il
corteo, anche per sue carenze organizzative, non poteva più resistere
e
ha quindi cercato di ritirarsi. In tale contesto e, soprattutto,
nei
rastrellamenti delle ore successive sono stati compiuti 45
arresti; 25
compagn* si trovano tuttora in galera.
Per quel che ci
riguarda, l’
unità che ci lega ai/alle compagn* arrestat* va ben oltre
la giornata
dell’11 marzo. Condividiamo con loro la lotta al fascismo
inteso come
stato che aggredisce e saccheggia interi paesi, come le
guerre
imperialiste nei Balcani, in Afghanistan e in Irak mettono
ampiamente
in mostra.
Con loro abbiamo lottato e continueremo a
lottare contro le
leggi discriminatorie Turco-Napolitano e Bossi-Fini
che criminalizzano
il solo fatto di essere immigrato, che riducono a
questua la richiesta
di un posto di lavoro, che dietro il nome
ipocrita di “Centri di
Permanenza Temporanea” (CPT), nascondono il
tentativo di creare un vero
e proprio sistema di discriminazione
sociale però con riflessi sull’
intero proletariato. Infatti i CPT,
come tutti gli altri arnesi
legislativi e polizieschi, mirano a
sottomettere il proletariato
immigrato per imporgli condizioni di
sfruttamento a dir poco bestiali:
salari infimi, totale mancanza di
condizioni di sicurezza sui luoghi di
lavoro, livelli sanitari e
assistenziali ormai solo immaginari. Questa
situazione inevitabilmente
abbassa i livelli salariali e in generale
distrugge i diritti
conquistati nei rapporti di lavoro e nel sociale
per l’intero
proletariato.
L’obiettivo dei padroni è sempre il solito:
accrescere
il profitto e imporre il proprio potere annullando quello di
chi
lavora.
Tutto ciò si manifesta altrettanto chiaramente nei
cosiddetti
“contratti di lavoro atipici” farraginosi,
individualizzanti,
devastanti sotto ogni punto di vista. E’ così perché
essi si fondano
sul presupposto della divisione, delle relazioni
spezzettate, isolate,
che ingrassano i padroni. Queste relazioni di
sfruttamento sono
diventate leggi dello stato, per tutte loro parla la
legge-Biagi.
Non è un caso che i collettivi operai di diverse parti
del paese
abbiano riconosciuto le ragioni della mobilitazione
antifascista-
anticapitalista dell’11 marzo ed espresso piena
solidarietà verso
le/gli compagn* arrestat*, fino a mobilitarsi nelle
loro situazioni.
Questi collettivi tutti i giorni agiscono per
allargare il fronte
della lotta alla precarietà, alla discriminazione
nei rapporti di
lavoro. Per noi queste posizioni costituiscono un
importante punto di
partenza per costruire, sin da subito, momenti di
lotta unitari sul
terreno del lavoro e del carcere.
Il senso che noi
diamo alla
giornata di mobilitazione del 17 giugno è dunque il
seguente:
agire
uniti contro ogni forma di carcere per rafforzare la
lotta contro lo
sfruttamento e la schiavizzazione, due aspetti da noi
considerati
inseparabili.
Del resto la repressione, di cui il
carcere è
strumento principe, è necessaria allo stato per imporre
condizioni di
vita sempre più insostenibili ed arginare ogni forma di
opposizione
colpendo non solo chi apertamente si oppone a questo stato
di cose
(agli arresti compiuti l’11 marzo a Milano bisogna infatti
continuamente aggiungerne altri come ad esempio quelli avvenuti a
Lecce, Bergamo, Torino, Milano, Nuoro, Pisa, Versilia, solo per citare
i più recenti) ma anche chi vive quotidianamente una realtà di
sfruttamento, militarizzazione del territorio, razzismo. Pensiamo ad
esempio ai lavoratori licenziati dell’Atesia e della FIAT di
Pomigliano (ora riassunti), ai tanti lavoratori precettati e
sanzionati
in virtù della legge antisciopero, alla repressione delle
lotte anti-
Tav e alle migliaia di poliziotti che hanno occupato la Val
Susa.
Pensiamo anche ai proletari sia immigrati che italiani di Via
Padova a
Milano che subiscono ogni giorno violenze dagli speculatori
edilizi e
dalle forze dell’ordine; ricordiamo l’ultimo episodio del
ragazzo
marocchino ucciso in via Cavezzali da zelanti vigilantes
armati, o
ancora il ragazzo ucciso a Ferrara durante un fermo di
polizia o il
ragazzo gravemente ferito con un colpo d’arma da fuoco a
Como da una
squadra speciale anti-graffiti. Questi, come molti altri,
sono tutti
episodi legati tra loro perché manifestazioni di una
società sempre
più “terrorizzata” e rispondente ai canoni di
militarizzazione
richiesti dallo stato di guerra permanente, una
società in cui è
considerato più violento chi brucia quattro macchine
per ostacolare le
cariche della Polizia di chi quotidianamente reprime
e uccide, per
strada come nei luoghi di lavoro, di chi sfratta le
famiglie e sgombera
le case occupate, di chi devasta le montagne della
Val Susa
fregandosene dei suoi abitanti, di chi bombarda e tortura in
medioriente per difendere la propria fetta di mercato globale…
Da
questo punto vista, ossia in materia di politiche antiproletarie,
l’attuale governo di centro-sinistra non è da meno del precedente. A
sostegno di ciò basti ricordare: che la legge Bossi-Fini è filiazione
diretta della Turco-Napolitano, la quale ha vincolato il permesso di
soggiorno al contratto di lavoro e ha introdotto anche in Italia la
detenzione amministrativa mediante i CPT; che la legge Biagi discende
dal famigerato pacchetto Treu che ha legalizzato il caporalato
introducendo il lavoro in affitto; che la guerra nei Balcani, con
tanto
di uranio impoverito, è stata condotta sotto il governo D’Alema.
Questi
pochi ma significativi esempi per mostrare come le alternanze
di
governo abbiano garantito in questi ultimi decenni la continuità
degli
interessi padronali e imperialisti, rafforzando pratiche
clientelari e
mafiose e innalzando il livello repressivo e di
militarizzazione nei
territori. Non si tratta quindi di poli
alternativi ma complementari.
Per tutti questi motivi noi vediamo la
giornata del 17 giugno non
soltanto come diretta alla liberazione
dei/delle compagn* arrestat* l’
11 marzo a Milano, ma indirizzata
altresì a portare avanti la lotta
contro ogni forma di carcere (dalla
carcerazione preventiva, al regime
detentivo previsto dall’articolo 41
bis, alle misure cautelari, ai
CPT…) a fianco di tutti i compagni e le
compagne colpiti dalla
repressione, a fianco dei famigliari, dei
collettivi operai, degli
immigrati, degli studenti, con cui costruire
percorsi di liberazione
reali e di critica radicale al carcere e alla
società carceraria
passando attraverso la costruzione di significativi
momenti di rottura
dell’isolamento che il carcere impone.
L’
ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA
CHIUDERE I CPT E LE SEZIONI DEL 41BIS
PER
L’UNITÀ NELLA LOTTA, QUI,
FRA I PROLETARI DI TUTTI I PAESI
CON LA
RESISTENZA DEI POPOLI CHE
COMBATTONO L’IMPERIALISMO
VENERDÌ 2 GIUGNO
– ore 16
presidio/volantinaggio in via Padova angolo via Arquà – Milano
GIOVEDÌ
8, MARTEDÌ 13 GIUGNO – ore 15
presidio sotto il tribunale di
Bergamo a
sostegno dei compagn* processati
per la manifestazione
anticarceraria
del 12 novembre 2005
SABATO 10 GIUGNO – ore 18
presidio sotto il
carcere di Bollate – Milano
SABATO 17 GIUGNO – ORE
15
Manifestazione
nazionale a Milano
Concentramento P.za Duomo
LIBERI TUTTI, LIBERE
TUTTE SUBITO
RILANCIARE LA SOLIDARIETÀ DI CLASSE
il presente appello è
stato redatto dai compagni e dalle compagne che
hanno contribuito a
costruire l’assemblea del 7 maggio presso l’aula
magna dell’istituto
"Tenca" di Milano promossa dal collettivo OLGa
per
adesioni:
olga2005@autistici.org