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LIDIA MENAPACE: PRIMO MESSAGGIO "ERGA OMNES

Publie le domenica 16 aprile 2006 par Open-Publishing
2 commenti

di Lidia Menapace

Chi e come ringraziare? rispondo direttamente ai moltissimi messaggi che mi
arrivano e che testimoniano una grande cerchia di donne (e uomini)
affettuose partecipi attente, una vera speranza per la politica e la vita.
Ma vorrei anche dire qualcosa di "programmatico", in modo da cominciare
subito a cercar di dare un accento, un segno, una nota diversa alla mia
presenza nelle istituzioni. Davvero insperata con questo successo.

Le Donne del Forum di Rifondazione Comunista sono quelle che questa volta
hanno fatto una tenace difficile lotta per farmi candidare - altre volte una
pressione con molte firme, ospitata da "Avvenimenti", ebbe risposta negativa
dai Ds e settemila firme raccolte per iniziativa del Comitato 8 marzo di
Perugia per farmi senatrice a vita non ebbero effetto su Ciampi. Sembra che
l’elettorato sia stato di diversa opinione.

Gia’ il Forum aveva ottenuto che Rifondazione Comunista mettesse in lista
molte donne (il 40% dei candidati, piu’ di qualsiasi altro partito) e in
posizione da poter essere elette. Nelle analisi del voto il contributo
dell’elettorato femminile non e’ pero’ ancora stato valutato ed e’ la prima
arrabbiatura di questa per me felice circostanza. Le elettrici erano le piu’
astensioniste: siamo riuscite a intercettare il loro rientro? e "i" giovani
quanto sono anche "le" giovani? e verso quali partiti o liste si sono
indirizzati/e? le differenze di percentuale tra Camera e Senato possono
essere lette anche dal punto di vista di genere? ecco un argomento che non
e’ apparso nelle infinite discussioni sulle vincite e sulle perdite.

A me era stato destinato il posto di capolista al Senato in un collegio,
quello del Friuli Venezia Giulia, poco sicuro; in seguito, dopo il caso
Ferrando, tra alcuni nomi indicati per la sostituzione, di nuovo Donne del
Forum avanzavano la proposta del mio nel collegio dell’Abruzzo, che era
anche piu’ sicuro. Ho accettato anche la seconda candidatura come capolista
e ho fatto la campagna elettorale senza risparmio di lavoro, trovando in
ambedue le regioni una accoglienza molto calorosa e coinvolgente, una
ospitalita’ commovente e generosa. Forse una procedura diffusa di primarie
consentirebbe all’elettorato di aiutare i partiti a non fare troppi errori
nella scelta di chi candidare.

I dibattiti e le varie iniziative mi hanno consentito di svolgere una
campagna molto puntata sui contenuti, sottraendomi cosi’ alla stupidita’ di
rispondere a Berlusconi (il che mi pareva sbagliato: comunque potevo
permettermelo essendo fuori del circuito mediatico, che ha escluso del tutto
le donne). La risposta e l’attenzione di chi veniva ad ascoltarmi sono state
molto promettenti e di nuovo hanno segnato una fame di politica che fa ben
sperare, se naturalmente la politica e’ - come deve essere - affrontamento
di problemi, espressione di passioni, azione tra gli umani per costruire una
abitabile sede di vita, una citta’ giusta: non ho mancato di sottolineare
ogni volta che una citta’ giusta non puo’ essere fatta solo per una meta’
(scarsa) degli umani, e che fino a quando nel nostro paese "naturalmente",
senza forzature, spontaneamente, nella rappresentanza non saranno presenti
ambedue i generi in modo equilibrato non si potra’ parlare di democrazia,
dato che noi donne siamo addirittura la maggioranza della popolazione e
nessuno vorra’ negare che - anche con un po’ piu’ di rosa nel parlamento
uscito or ora - siamo ancora abbondantemente sottorappresentate non solo per
numero, ma politicamente culturalmente ecc. ecc. Questo vale anche - tra gli
uomini - per immigrati, disoccupati, lavoratori ecc. Mettere l’accento e
l’attenzione sulla piu’ grande tra le esclusioni attira l’attenzione su
tutte le esclusioni.

Ho sottolineato la pericolosita’ del governo Berlusconi e del berlusconismo,
tra applausi scroscianti: insomma davvero tutto molto interessante ricco
appassionante.

I risultati per quanto mi riguarda sono stati molto positivi.

Non si puo’ stare nemmeno un giorno tranquille, perche’ appena finite le
elezioni, in tv si sono visti solo uomini a commentare i risultati, a fare
analisi, prospettive, progetti come se noi donne elette non potessimo avere
niente da dire: ho subito protestato e mi riprometto di chiedere una par
condicio di genere nell’accesso ai media, se vogliamo, tra cinque anni,
avere un bel gruppo di donne preparate a parlare in tv, e anche piu’ uomini
invece dei soliti mezzibusti che troviamo a pranzo e a cena nei tg, e poi da
Vespa, a Ballaro’, a Matrix, sempre quelli, sempre loro, che se
registrassero un programma e poi lo girassero in tutte le reti
risparmierebbero tempo e fatica e denaro e noi tempo e noia. Sono certa che
se le voci le facce le teste le pance fossero diverse e piu’ numerose, il
tutto sarebbe piu’ interessante.

Mi riprometto di inviare via e-mail ogni due settimane un racconto di quello
che succede al Senato perche’ credo che invece di "curare il collegio"
bisogna attivare strumenti per rendere possibile la famosa "democrazia
partecipata" che abbiamo scritto nel programma di voler fare. Se dovessi
occuparmi - a titolo di esempio - di riconversione di fabbriche d’armi per
avviare una economia di pace, chi fa parte delle associazioni pacifiste e
antimilitariste sara’ interessato/a a che scriviamo una legge, una
interrogazione, costruiamo una manifestazione, insomma facciamo una o piu’
azioni politiche coordinate: cio’ dara’ forza alle scelte politiche e ci
consentira’ di pesare anche oltre le nostre materiali presenze.

Mi interessa molto cercar di mutare le forme e il linguaggio della politica
perche’ una certa rigidita’ delle espressioni non solo rende meno
comunicativo cio’ che diciamo, ma influisce sulle nostre sinapsi cerebrali.
Avere avviato anni fa una campagna per il disinquinamento del linguaggio
politico dal simbolico militare, giova: se invece che di strategie tattiche
schieramenti parlassimo - come si usa nel femminismo - di buone pratiche e
di relazioni piu’ o meno conflittuali, ci sentiremmo meno gradi sul berretto
e ci faremmo capire da tutti/e; le umane attivita’ sono molte, e usare solo
il linguaggio della guerra fa si’ che la politica si rappresenti come una
attivita’ che si prolunga nella guerra (la guerra e’ la politica continuata
con altri mezzi, come sosteneva von Clausewitz) invece che volta a costruire
attraverso la gestione nonviolenta dei conflitti una terra abitabile e
ospitale. Mi domando perche’ piu’ nessun politico e’ in grado di
incominciare un documento cosi’: "un fantasma si aggira per l’Europa ecc.":
i nostri linguaggi sono prevedibili, il nostro vocabolario trito e ritrito.
Abbasso il politichese! parliamo come mangiamo, cioe’ come ci ha insegnato
quella che ci ha nutrito e insegnato a parlare, l’alma mater.

A risentirci.


RIFLESSIONE. LIDIA MENAPACE: PRIMO MESSAGGIO "ERGA OMNES"

[Ringraziamo Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace at aliceposta.it) per
questo intervento da lei stessa denominato - con lo humour che ce la rende
ancora piu’ amabile - "da Lidia il primo messaggio ’erga omnes’": primo
messaggio, dopo l’elezione al Senato della Repubblica, rivolto a ringraziare
quante e quanti l’hanno sostenuta, a promuovere una prima comune
riflessione, a proporre forme di collaborazione.

Lidia Menapace e’ nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e’ poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e’ tra le voci piu’ alte e significative della cultura delle
donne, dei movimenti della societa’ civile, della nonviolenza in cammino.

Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e’ stata eletta senatrice. La
maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e’ dispersa
in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi
libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968;

L’ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un
movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La
Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della
differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con
Chiara Ingrao), Ne’ indifesa ne’ in divisa, Sinistra indipendente, Roma
1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?,

Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste’, Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto
Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004]

Messaggi

  • sono contenta del risultato ottenuto e sono molto fiera di lei.

    • Cancellate i messaggi che non vi piacciono??BEENE...ingiurie,minacce,diffamazioni ecc.non hanno alcun credito di giustizia e questo e’ vero,ma e’ altrettanto vero che la stessa cosa non deve essere fatta ai cittadini che ogni giorno lavorano sodo, con dedizione e passione affinche’ questo sgangherato paese aquisti quantomeno dignita’.Sig.ra Menapace,LASCI STARE LE FRECCE TRICOLORI!!!,ne guadagnera’ in dignita’,Lei che e’ una persona anziana e quindi di esperienza dia esempio di EQUILIBRIO! glielo chiede uno che ptrebbe essere suo nipote.DISTINTI SALUTI.------p.s. PASSATEGLIELO QUESTO MESSAGGIO ALLA SI.GRA SENATRICE.