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Ezio Mauro a Che tempo che fa
Più chiaro di così il direttore di Repubblica Ezio Mauro a ‘Che tempo che fa’ non poteva essere. Bravissimo!
(cercalo)
Mauro ha detto: Ci sono state già 4 stesure della legge bavaglio ma ancora è inapplicabile. Con questa legge si tenta di vietare anche di riassumere le inchieste e i processi. Questa non è una legge sulle intercettazioni, è una legge sulla libertà, la libertà di indagare sui reati (gli americani ci riconoscono che le intercettazioni in Italia sono state utilissime) e sulla libertà di sapere. Si intende privare i cittadini del diritto costituzionale e democratico di essere informati, Non si può essere consapevoli se non si conosce la verità. Se per 4 o 6 anni i giornali non possono dire nulla su una inchiesta ciò significa tenere i cittadini all’oscuro. Con questa legge i giornali non possono dire più nulla di quanto accade e non lo possono sapere i cittadini.
Ci sono 3 diritti che rischiano di entrare in contrasto: il diritto di privacy, il diritto delle forze dell’ordine di colpire i delinquenti e il diritto dei cittadini di sapere quel che accade.
Se il decreto passa può accadere questo: e parti interessate durante l’inchiesta possono lasciar trapelare subdolamente all’esterno fatti che li riguardano, e in base a questa legge il magistrato sarebbe incolpato di aver fatto uscire notizie e sarebbe iscritto nella lista degli indagati mentre l’indagato avrebbe il diritto di rifiutare quel giudice, e si interromperebbe così l’indagine e il processo. I processi non si potrebbero più celebrare. Si capisce dove con questo si andrebbe a finire, Non si potrebbero più fare processi.
(In particolare non si potrebbero più fare le inchieste e i processi che si sono aperti adesso, non solo sulla corruzione di parti dello Stato, ma sulla direzione che parti dello Stato attuale ebbero nel 92-93 sulle stragi di mafia che tentarono di destabilizzare il paese per favorire un colpo di Stato. Queste stragi si aprirono di colpo con obiettivi molto strani per la mafia, che non si era mai occupata di istituti culturali come i Georgofili e si chiusero di colpo quando un nuovo partito entrò in campo. Non entrano affatto negli interessi dei capitali mafiosi, ma entrano in un tentativo politico e golpista di destabilizzare il paese, e oggi quel tentativo comincia a emergere dalle confessioni di 20 pentiti e dalle dichiarazioni del procuratore antimafia Grasso).
In base a questa legge bavaglio, se c’è una fuga di notizie, l’imputato può fare una denuncia, il magistrato viene iscritto nella lista degli indagati e non può più fare la sua indagine. L’indagine si interrompe. (Questo è lo scopo: interrompere le indagini in corso). Se questa legge fosse già applicata, oggi si chiuderebbero di colpo le inchieste sul G8 di Genova.
I cittadini hanno il diritto di sapere ciò che riguarda le inchieste sul mondo del potere.
Ma si vuole far conoscere la verità o si vuole nasconderla?
La soluzione è che i magistrati e i giornalisti decidano cosa ha a che fare col processo e cosa no e si distrugga il resto, così la privacy non sarà toccata. Ma i giornali hanno un diritto-dovere di far conoscere le notizie. E i cittadini hanno il diritto di sapere cosa accade.
E come mai questa legge arriva proprio ora che vengono a galla fatti pesantissimi contro il governo e il sottogoverno sia in relazione a gravi fatti di corruzione che in relazione alle stragi di mafia del 92-93
(Mauro ha scritto un editoriale pesantissimo sul rischio di un regime).
Dice Mauro: Non uso volentieri questa parola ma troppe cose vanno insieme. Un conflitto di interessi per cui il capo del più grande partito ha tre reti private e controlla tre reti pubbliche e controlla i giornali, come non avviene in nessun paese civile e B ha nelle mani il delicatissimo mercato del consenso, manipola la pubblica opinione. dunque non c’è parità tra i soggetti politici. E ci aggiungiamo leggi speciali per cui i cittadini non sono più tutti uguali davanti alla legge e si creano delle sperequazioni insostenibili, e ora questo bavaglio…si rompe il circuito democratico siamo allo STRUSCIO DELLO STATO, per cui gradatamente siamo in un regime. E ogni volta si va più in là.
Un servizio pubblico deve rispondere a un interesse pubblico, cioè all’interesse dei cittadini. Ma qui abbiamo servizi che rispondono ormai solo a interessi privati e contro lo Stato.
Il procuratore antimafia Grasso ha lanciato accuse terribili. Veltroni ha parlato di pezzi di antistato. Ciampi ha rivelato momenti terribili 18 anni fa (attentati a Falcone e Borsellino. Bombe del 92-93, pezzi di Stato hanno agito insieme alla mafia, per cui: basta chiamarle stragi di mafia!), anni terribili in cui siamo stati sul punto di un colpo di stato. Lo dice Grasso. Lo dice Ciampi chiaramente: “Quella notte ho temuto che fosse inscenato un colpo di stato”. Ma come? C’è stato un periodo di stragi di mafia e veniamo a sapere che erano comandate da pezzi di antistato!?! Lo dicono 20 pentiti. Ciampi racconta un episodio gravissimo della notte di quel 27 luglio in cui si precipitò a parlare con Scalfaro, e per un breve tempo tutte le linee caddero (bombe di Milano e a Roma), Ciampi cerca di sapere cosa accade ma cade la linea. Palazzo Chigi, la sede del potere esecutivo del paese, è isolato. Ciampi convoca alle tre di notte il Consiglio supremo di Difesa. Alle 4 sveglia il presidente della repubblica Scalfaro “quella notte ho temuto che qualcuno stesse inscenando un colpo di Stato”. In queste stragi c’erano dentro pezzi di antistato. E’ gravissimo! Com’è possibile che di questo non si parli in Parlamento? E che il Governo non abbia il dovere di spiegare cosa successe? Cosa ci fu nel fondo oscuro della Repubblica.
Si è banalizzato Spatuzza, sarà pure un delinquente ma quello che ha detto ha avuto riscontri oggettivi! La manipolazione mediatica sbreccia le notizie, le annulla, il cittadino finisce col non sapere e col non capire, la manipolazione mediatica destruttura la realtà. Cosi i cittadini non sanno nulla di tutto questo.
Ci deve essere una assunzione di responsabilità! Su tutto questo si tenta ora di mettere un bavaglio, Si tenta di applicare il bavaglio alle indagini in corso, ai processi in corso, per chiudere tutto. Si voleva attraverso queste bombe aprire la strada a un nuovo partito politico, un aggregato politico-imprenditoriale- dice Grasso- che sarebbe entrato in campo poco dopo. Quanto è stato detto deve essere spiegato.!Non si può tenere in paese a bagno maria di fronte a queste accuse gravissime.
(Il male principale. chiede Fazio, non è tanta assuefazione e indifferenza da parte degli italiani? Come se queste cose riguardassero un altro Stato?)
Mauro: Quando ci si raccorda coi cittadini e si cerca il loro consenso mettendo lo Stato da parte, quando lo Stato è importante per comandarlo ma non per rappresentarlo, allora le conseguenze sono queste, è il populismo. Quando la politica si trasforma in evento e in evento quasi puramente mediatico alla ricerca breve del consenso, e si trasforma il consenso in sondaggio, il capo di un governo si trasforma il leader, e il cittadino è ridotto ormai al rango di spettatore e non gli si chiede un’analisi critica, motivata e informata ma solo una vibrazione di consenso, dopodiché fatti i fatti tuoi e alla vicenda pubblica penso io con la tua delega, allora le conseguenze poi sono queste e non ci si può poi lamentare.
Il ministro Scaloja non si è dimesso per l’azione della magistratura ma per l’opinione pubblica. Non è nemmeno stato interrogato dai magistrati ma si è dovuto dimettere per la reazione dell’opinione pubblica. Questa legge sarà modificata solo per la spinta dell’opinione pubblica, perché è anticostituzionale ed è irragionevole. Non tutto è possibile nemmeno nell’Italia del 2010.
trascritto da masadaweb.org
Masada 1146. Lo struscio dello stato