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La Catena di San Libero 14 febbraio 2006 n. 320
Publie le lunedì 13 febbraio 2006 par Open-Publishingdi Riccardo Orioles
Caro Marco, quelli come noi quando parlano hanno molte più
responsabilità degli altri. Noi - tu ed io, e forse altri cento
colleghi in tutt’Italia - siamo quelli che fanno i giornalisti sul
serio, pagando il nostro mestiere di persona. E la gente lo sa.
Perciò, spesso e volentieri, a noi ci crede. (E’ vero che
personalmente non ci guadagnamo niente: ma questo non vuol dire).
Perciò, quando ci danno un altro calcio nei denti - per esempio un
tribunale che dice: "Sì, hanno fatto bene a licenziarti perché hai
scritto cose pacifiste: la legge ora dice che c’è libertà di
licenziare" - noi non possiamo metterci a bestemmiare come sarebbe
nostro sacrosanto diritto, ma dobbiamo impassibilmente sorridere, con
quelli dei nostri denti che ci sono rimasti in bocca, e dire con
nonchalance: "Va bene, ma io credo tuttavia nella democrazia e nella
ggiustizia". O qualcosa del genere. Porcoqua e porcolà non va bene.
Magari ci sono dei minorenni che ci ascoltano, e potrebbero credere
che in fondo tutta questa democrazia non è poi così democratica.
Oppure che "sono tutti uguali": il re e Mussolini, Berlusconi e
D’Alema, Ciancio e il centrosinistra di Catania.
Invece, tecnicamente, tutti uguali non sono. Ci sono differenze
piccole, che spesso si dimenticano loro stessi, ma che sono una loro
debolezza: nel senso che, dividendoli gli uni dagli altri, a volte
abbiamo qualche possibilità di salvare la pelle. Così, quando c’è da
appendere Mussolini, cerchiamo di non pensare quant’era mussoliniano
il re. Se c’è da cacciare Berlusconi cacciamolo e non ci facciamo
distrarre dalle berlusconate di D’Alema. E se c’è da fare i
giornalisti - dunque, qui e ora, contro il monopolio di Ciancio -
questo ci porta via già tanto di quel tempo che ce ne rimane ben poco
per scrivere qualcosa (adesso) anche su ciò che ha combinato la brava
gente del centrosinistra a Catania. Giusto? Giusto.
Non credo che ci sia bisogno di dirci altre cose fra noi. Io cerco di
dirle sorridendo per "noblesse oblige" (nostro collettivo, non mio
individuale) ma il rancore è grande, rancore pensando a te e a come
vivi in questo momento, pensando a Fabio che non può scrivere una riga
da nove anni, pensando a Paolo, a Cettina, a Rosalba, a Piero, a
Leonella... A tutti i miei amici giovani, che ho visto crescere e
imparare il mestiere a uno a uno, a cui hanno impedito di fare il
giornalista semplicemente perché erano onesti e antimafiosi. Ma su
questo, come disse Gasparazzo (un compagno di Bronte), ci torneremo
quando sarà il momento., a tempo e luogo.
Adesso dobbiamo semplicemente restare noi stessi, senza arrenderci e
senza gridare, senza far confusione fra fascismo e democrazia
(fascismo è quello che fanno a noi; democrazia, siamo noi) e anche, se
ce la facciamo, ironizzando un po’ sulle ridicolaggini dei gerarchi
(siano essi in cravatta "democratica" o in camicia nera) che ancor
prima di essere stronzi e feroci sono goffi e grevi. Andiamo avanti,
tu a scrivere le cose che hai sempre scritto e noi a sostenerti. Non
siamo neanche tanto pochi (guarda l’elenco di quelli che hanno firmato
il nostro appello: non è solo un pezzo di carta) e nemmeno tanto
isolati, se fra noi c’è gente come Beppe Giulietti, Salvo Raiti,
Elettra Deiana, Giulietto Chiesa e Rita Borsellino. E qui mi fermo e
conto fino a dieci prima di andare avanti.
* * *
L’appello della società civile a sostegno di Marco Benanti - di un
giornalista cacciato dal suo lavoro giornalistico e poi impedito
persino di fare lo scaricatore perché ha scritto a favore dei
pacifisti - è stato raccolto da molti esponenti politici - abbiamo
fatto i nomi di alcuni - del centrosinistra. Non c’è nulla di strano,
naturalmente. Sono di sinistra, dunque sono per la libertà di stampa
e dunque si sono schierati. Mancano tuttavia dall’elenco i nomi dei
quattro esponenti democratici più importanti di Catania, cioè
esattamente della zona in cui la libertà di stampa - nella persona di
Benanti - è stata in questo caso attaccata. Ne faccio i nomi,
rigorosamente in ordine alfabetico:
– Bianco Enzo;
– Fava Claudio;
– Finocchiaro Anna;
– Laudani Adriana.
Di questi, alcuni sono miei amici ed altri no. Alcuni sono persone le
cui idee io condivido, e altri sono avversari con cui non ho proprio
nulla da spartire. Però tutt’e quattro sono esponenti politici di
primissimo piano, e tutt’e quattro dichiarano:
– di essere di centrosinistra;
– di aborrire i metodi e il modo di pensare di Berlusconi;
– di essere, a differenza di quest’ultimo, favorevoli ai valori della
Costituzione italiana, che prevede la libertà di stampa senza
restrizioni.
Hanno infine in comune un’altra cosa.:
– in tempi e circostanze diverse, ciascuno di loro è stato sottoposto
a critica da parte di Benanti. In teoria, questa circostanza sarebbe
ininfluente visto che, come essi stessi dichiarano, la libertà di
stampa che essi auspicano vale anche per i diversamente pensanti da
loro.
* * *
Nessuno di loro quattro ha preso pubblicamente posizione sul caso
Benanti. Due di loro hanno delle testate internet (Il Dito e
Itacanews) che dichiarano di voler fare informazione, eppure nessuno
dei due siti ha mai informato i lettori dell’esistenza stessa di un
caso Benanti.
Io, a questo punto, mi sono fatto la mia idea: la censura dei quattro
onorevoli catanesi dipende dal fatto che, non tollerando essi le
critiche, non si dispiacciono affatto se queste critiche vengono
materialmente impedite. Questa, però, è solo la mia opinione e non
pretendo d’imporla acriticamente a nessuno. Se Bianco, Fava,
Finocchiaro o Laudani vorranno esprimere la loro, questo modestissimo
spazio è, senza censure, a loro disposizione. Non pretendiamo di avere
il monopolio di alcuna verità. Ma non ci piace neanche che lo
pretendano loro.
* * *
Infine. E’ tempo d’elezioni, e questo tipo di polemiche interferisce,
volerlo o no, con la campagna elettorale. Io personalmente sono
schierato: voto per il centrosinistra, qualunque sia l’atteggiamento
dei suoi notabili, perché prima di tutto debbo cacciare Berlusconi.
Credo che la maggior parte dei lettori la pensi più o meno così.
Vorremmo tuttavia sapere, umilmente sapere, se possiamo votare per
Bianco, Fava, Finocchiaro e Laudani perché essi sono politicamente
superiori (per esempio, nel rispetto della libertà di stampa) a
Berlusconi o semplicemente perché, in confronto a lui, sono il meno
peggio, qualcosa che si vota "turandosi il naso"
Certo: agli effetti pratici, è la stessa cosa. Il voto ve lo diamo lo
stesso, se è questo che v’interessa solamente. Ma per noi non sarebbe
più la stessa cosa.
Info (Comitato a sostegno del giornalista-operaio Marco Benanti):
dostimolo@tiscali.it
Ilaria e il corvo. E no, non furono uccisi per caso, come non per caso
sparirono cassette e appunti. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin non erano
"in vacanza in Somalia", come dice Carlo Taormina. Erano lì a fare
un’inchiesta - su cooperazione, traffico d’armi e di rifiuti tossici -
seria e documentata. Hanno avuto una doppia sfortuna: quella di essere
stati prima prede di un commando feroce barbarico, e poi di essersi
imbattuti in Taormina, delegato da una democrazia malata a indagare
sul perché e sul come della loro morte: che doveva cercare giustizia,
e li ha giustiziati di nuovo. Provate a guardare "Ilaria Alpi - Il più
crudele dei giorni", il film sulla storia di Ilaria. Nei cinema è
stato pochissimo, e in tv anche meno. [marco ciriello]
Bookmark: www.articolo21.info
Ma guarda che tocca fare a un povero disgraziato, alla mia età: erano
diversi anni che non toccavo erba, e ora per colpa di Fini mi tocca
farmi ’sta canna per protestare contro la mafia (che lui aiuta con la
legge antiragazzini come l’ha aiutata censurando Borsellino) e contro
il fascismo al governo, che manda in galera (privata) i ragazzini.
Vorrei sapere solo se ’sta legge l’ha fatta gratis - in questo caso è
scemo - o se se l’è fatta pagare dagli amici di Dell’Utri.
Caso D’Ambrosio. Ah, ma tu sei inquisito per associazione mafiosa?
Vabbe’, candidato. Hai preso qualche milione da Fiorani? Dai, mica
stiamo a sottilizzare. Frode fiscale, fatture false, truffa,
concussione? Evvia, siamo uomini di mondo: roba più, roba meno... EHI!
Ma questo faceva... faceva il giudice! Il giudice, hai capito? Uno che
manda in galera i ladri! Peggio dell’autovelox, peggio dei
carrabinieri! Dove andremo a finire, signora mia.
Perché non facciamo nascere un "partito dei pirati", che si sciolga da
solo dopo aver riformato il diritto d’autore e lo scambio di cultura
in rete? Questa proposta è stata lanciata qualche settimana fa proprio
da questa rubrica, e una reazione dal basso c’è stata: molte persone
sembra che non aspettino altro. A sorpresa, anche i partiti "veri"
hanno risposto all’appello. La "Rosa nel Pugno", la formazione che ha
recentemente riunito sotto una stessa casa pannelliani irriducibili e
socialisti pentiti, ha strizzato l’occhio ai pirati tramite Marco
Perduca, già Segretario della Lega Internazionale Antiproibizionista e
fondatore del "Comitato di Coordinamento dei Radicali per la
Rivoluzione Liberale e gli Stati Uniti d’Europa". Secondo Perduca
"varie voci nella rete denunciano la mancanza di chiarezza da parte
del programma dell’Unione in merito a varie questioni telematiche, a
partire dal peer to peer per finire alle cosiddette proprietà
intellettuali. Proponiamo a Gubitosa e a tutti i membri della
filibusta telematica - nonché a tutti i naufraghi delle varie
caravelle politiche - un incontro al fine di definire modi e tempi
dell’arrembaggio telematico nonviolento in vista delle prossime
elezioni". Sul primo punto si può essere anche d’accordo: non dobbiamo
aspettarci dall’Unione la legalizzazione del peer-to-peer, dal momento
che una delle più recenti e deleterie riforme del diritto d’autore, la
legge 248 del 2000, è fiorita all’ombra dell’Ulivo per mandare in
galera anche chi non guadagna denaro vendendo software pirata ma ne fa
solo copie singole ad uso privato e senza lucro. Ho più dubbi, invece,
sul risultato di un ipotetico incontro tra me e Perduca. Io sono
abituato a dire le cose pane al pane senza troppi tatticismi, e quindi
potrebbe essere imbarazzante dire fuori dai denti "cari radicali,
perché non ci aiutate davvero a raccogliere le firme necessarie per
fondare il partito dei pirati? Non vi chiediamo un successo pari a
quello del 1994, quando Forza Italia probabilmente non sarebbe mai
nata senza le firme raccolte dai radicali in vari collegi elettorali,
ma almeno aiutateci a ottenere la visibilità che avete dato al Partito
dell’Amore di Cicciolina". [carlo gubitosa]
Ansa. Nuova sede della Massoneria del Grande Oriente d’Italia a
Catania. Ad inaugurarla, il Gran Maestro Gustavo Raffi. Situata in un
palazzo d’epoca in via Madden 153, la sede si sviluppa su 200 mq:
ospita due Templi per i lavori di Loggia, una Biblioteca con
importanti opere di carattere massonico e di cultura generale e la
"Sala dei Labari" che sarà destinata a conferenze, dibattiti e
incontri aperti al pubblico. Tra i progetti anche la realizzazione di
un Museo storico, con cimeli che testimonino l’impegno della
Massoneria catanese nella storia della città e della Regione. "Con la
nuova sede di Catania - ha detto Raffi - il Grande Oriente d’Italia si
pone l’obiettivo di essere ancora più vicino alla vita culturale e
sociale della città"
Dibbattito. Addirittura sulla giustizia, venerdì 17 a Catania.
Partecipano: Vincenzo Trantino (ex avvocato di Santapaola), Giuseppe
Gennaro (caso Catania), Enzo Bianco (80 manifestanti all’spedale a
Napoli), Roberto Centaro (commissione "antimafia" di Berlusconi) e
alcuni ignari. (Frattanto, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, il
Procuratore generale non trova di meglio che attaccare i magistrati
che hanno fatto antimafia, come Scidà. It’s Catania, baby).
A piedi. Dodici auto blindate, destinate alle scorte dei giudici, sono
ferme da mesi nel garage della caserma Lungaro a Palermo perché non ci
sono soldi per ripararle.
Casini. Dimesso d’autorità dalla direzione nazionale del partito il
responsabile dell’Udc di Trapani Massimo Grillo. Aveva pubblicamente
posto una "questione morale" nei confronti di Salvatore Cuffaro e dei
numerosissimi altri esponenti locali inquisiti: secondo lui il partito
non avrebbe dovuto ricandidarli. Le dichiarazioni di Grillo hanno
ovviamente creato un casino fra gli Udc di Palermo e Trapani. Ma per
loro fortuna a Roma c’è Casini.
Problemi. Sempre più seri quelli della campagna elettorale di Rita
Borsellino: per fare il programma ha organizzato un mucchio di
"cantieri" in cui chi vuole può andare a fare proposte concrete, con
cifre e dati. Si sono mobilitati tanti cittadini comuni, e tante e
tante proposte sono arrivate (di solito davvero serie e concrete) che
i poveri militanti dell’antimafia ora non sanno più a che santo
rivolgersi per riuscire a utilizzarle tutte. Altro che chiacchiere di
politici e discussioni sul niente: qua la gente parla della propria
vita reale, e questo non è tanto facile da tenere dentro un secchio.
Ma è bello quando la democrazia trabocca.
Abbronzature "Quel signore abbronzato" pagato da Fiorani per salvare
Fazio - Roberto "Manolesta" Caldiroli - in realtà non è abbronzato
affatto, e neanche, come si potrebbe credere, rosso dalla vergogna per
i soldi che s’è cuccato: ha la faccia dello stesso bronzo del culo.
"Salvate i bimbi ebrei" titola Repubblica sulle "rivelazioni" secondo
cui papa Pio XI, alla vigilia delle leggi raziali, scrisse una lettera
al re a favore dei bambini ebrei. In realtà il papa chiese - peraltro
riservatamente e a bassa voce - solo di intervenire a favore dei figli
di ebrei *convertiti al cattolicesimo*. Il che fa una bella
differenza.
Olympia. Dice che gli hanno messo il copyright alle olimpiadi, per cui
il povero bar Olimpia - che aveva pure i cinque cerchi sulla vetrina -
s’è beccato una multa. Poi, vabbé: venticinque fra re-megamanager e
regine, il principino che porta la fiaccola, il ministro che minaccia
"il primo che fischia, a Bolzaneto!", gli sponsor che sponsorizzano,
Pavarotti e il resto. I poveri torinesi, orfani dei re sabaudi e
dell’Avvocato, che cercano una regalità alternativa, purchessia. E
l’orrenda moglie di Bush - che cazzo c’entra con le olimpiadi? - al
posto della regina Margherita. Spero che la gara più importante la
vinca qualche atleta nero, islamico, drogato e possibilmente frocio.
Così quando gli devono dare la medaglia Berlusca s’allontana stizzito
dallo stadio come dovette fare il povero vecchio Adolf quando,
all’olimpiade sua, vinse quella specie di noglobal di Jessie Owens.
Gaza. A distanza di mesi, tra i calcinacci delle case che i
palestinesi non hanno comprato e che gli israeliani hanno distrutto,
crescono erbacce. S’è detto, ci faremo case popolari, ora forse un
aereoporto, intanto la miseria palestinese ora è anche lì, dove prima
c’erano case che avrebbero potuto essere utilizzate e invece sono
state distrutte. Anche per questo motivo ha vinto Hamas. Nessuno lo
dice, ma una delle cause della miseria palestinese è la corruzione
proprio di quelle forze con cui l’Occidente e Israele vogliono
parlare. È l’Occidente a doversi domandare perché abbia vinto Hamas, a
fare i conti con il proprio sistema di finanziamento, promozione e
corruzione dell’autorità palestinese, invece di fingersi stupito se ad
un certo punto le elezioni le vincono i terroristi. [tito gandini]
America. Un altro dissidente cinese, che aveva parlato male del
governo in una mail, è stato arrestato grazie a una soffiata dei
dirigenti di Yahoo, che hanno fornito alla polizia tutte le
informazioni per individuare e arrestare Liu Xiaobo. Lui s’è beccato
otto anni, e Yahoo continua a fare i miliardi grazie alle persone
civili che ancora hanno a che fare con lei.
Spot. 18 febbraio, tutti a Reggio Calabria. Pochi mesi fa nasceva a
Reggio Calabria la "Rete Liberi studenti contro tutte le mafie". Dopo
tante assemblee nelle scuole e nei quartieri, gli studenti di Reggio
hanno lanciato un appello, un grido di rabbia e di speranza, indicendo
per il 18 Febbraio una manifestazione nazionale per il rilancio della
socialità nel mezzogiorno, per una società più giusta, contro lo
strapotere violento e delle mafie che oggi come ieri sono la
principale piaga del nostro paese. Appuntamento il 18 febbraio,
Piazzale della Stazione Centrale a Reggio Calabria. Per creare dal
basso una società libera dalle mafie, una società tra eguali, una
società giusta.
Info: sulatesta@unionedeglistudenti.it
Spot. "Mafia e antimafia nell’Italia di Berlusconi": su Terrelibere il
testo integrale della relazione di minoranza della Commissione
parlamentare antimafia. L’evoluzione della criminalità organizzata in
Italia; responsabilità, connivenze e omissioni della classe politica
di governo. La delegittimazione di istituzioni e movimenti antimafia.
Come le mafie autoctone e straniere stanno occupando l’intero
territorio nazionale.
Bookmark: www.terrelibere.it/counter.php?riga=214
Spot. Adesso Arcoiris Tv è visibile anche coi decoder Sky. Resta in
uso anche la vecchia frequenza (non-Sky) su: Hotbird 1 - 13° est,
FREQUENZA: 11534, FEQ: 3/4, POLARIZZAZIONE: Verticale, SYMBOL RATE:
27.500, Nome Canale: Arcoiris Tv
Come sintonizzarsi: www.arcoiris.tv/come_vederci_sky/come_vedeci_da_sky.html
Spam.
Date: Sat, 4 Feb 2006 18:11:51 +0100
From: Mr. Silvio Berlusconi
Subject: HELLO
Goodday.
My name is Mr. Silvio Berlusconi, Italian Prime Minister who is
currently facing a probe over alleged fraud at broadcaster mediaset. I
have an urgent and confidential business proposal for you. I am being
accused for a possible fraud trial, which involves millions of euros,
and if fund guilty will lead to possible frozen of my personal
account, my family wealth in offshore and other establishment.
See the web link for more details:
http://www.heraldsun.news.com.au/common/story_page/0,5478,17056740%255E1702,00.html
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country.
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Hendry. Email: barr.tomhendry@yahoo.co.uk
Thanks For Your co-operation and kind support!
Sincerely!
Mrs. Balicia Mafioso
Secretary.
Rita Guma, www.osservatoriosullalegalita.org, wrote:
< Crocifissi. Ritengo che lo Stato laico non debba esporre in luoghi
pubblici alcun simbolo religioso, ma oggi non c’è una legge precisa
che lo chiarisca e va ricordato che non si può giustificare un’azione
dimostrativa con l’obiezione di coscienza o con la presunta
incostituzionalità, poichè, in estrema sintesi: 1- i giudizi sulla
illegittimità costituzionale dati da cittadini, giudici o studiosi non
hanno efficacia legale e sono solo opinioni; 2- l’obiezione di
coscienza è legittimata a livello internazionale e auspicata in caso
di ordini e leggi che violino precise norme del diritto internazionale
come divieto di genocidio, omicidi, torture etc; 3- per i codici il
rapporto di lavoro vincola il lavoratore ad alcune prestazioni ed i
comportamenti insolventi implicano profili penali, civili ed in alcuni
contesti disciplinari. In caso ci si ritenga lesi in un diritto dallo
Stato si può invece chiedere giustizia presso le sedi competenti,
anche sovranazionali. Nello specifico caso, l’Italia ha sottoscritto
anche la Convenzione europea per i diritti dell’uomo, che la impegna
al rispetto della "libertà di pensiero, di coscienza e di
religione...senza nessuna discriminazione". Alcuni tipi di ricorsi
possibili, il primo dei quali darebbe luogo a una sentenza che
risolverebbe di fatto la questione per tutta Italia definitivamente:
ricorso alla Corte dei Diritti dell’Uomo contro l’Italia; ricorso al
TAR contro l’amministrazione; ricorso al tribunale del lavoro contro
l’amministrazione >
Umberto P. wrote:
< "La vittoria di Hamas è una tragedia, come lo fu a suo tempo
l’andata al governo di Sharon...". Bell’incipit. e da qui tutto
discende, anche l’evocazione del terrorismo ebraico delle origini -
episodico - e quello che i palestinesi praticano ormai da 35 anni.
L’errore fondamentale, secondo me, è considerare lo stato d’israele
come unico responsabile della disperata situazione palestinese.
Israele ha le sue responsabilità ma sarebbe l’ora di denunciare quelle
della dirigenza palestinese corrotta e quelle degli stati arabi che
prima si sono presi le terre dei palestinesi e poi hanno continuato a
manipolarli per i loro sporchi interessi e a usarli strumentalmente
per ottenere risultati politici >
Selene Verri wrote:
< Raymond Lakah non è nemmeno musulmano: fa parte della minoranza
cristiana in Egitto. In realtà è fuggito dall’Egitto e ha preso la
cittadinanza francese perché coperto di debiti, e da allora ha fatto
fallire un po’ di società, che sembra essere il suo passatempo
preferito. Pare che anche questa mossa serva per far naufragare
definitivamente France Soir, che già naviga in cattive acque >
Esperito wrote:
< L’accordo preso ancor prima degli anni 70 tra le mafie (per mafie
sapete quali intendo), è questo: "Il proibizionismo non si tocca.
Mantenere alcune droghe illegali, è un affare per tutti. Ci si inventi
quel che si vuole ma il proibizionismo non si tocca" (ovvio si tratta
di un falso proibizionismo: la droga si trova in 2 minuti
dappertutto). Perché, vedete, sono gli stessi narcotrafficanti a
proibire il libero commercio delle sostanze. Quando la mafia è al
potere, può permettersi tutto lo stile e il fascino del potente, e
con calma, truccare le carte. Il rinforzo di An sul proibizionismo non
è casuale: è coerente coi tempi. Era necessario rinforzare l’inganno.
Anche questo rinforzo di An è un escamotage: serve a fare un po’ più
di chiasso e un po’ più di male. Legge Fini o truffa Fini? Fini è
soltanto una delle molte colonne portanti del narcotraffico >
guido@hyronisti.it wrote:
< "Maometto: un intellettuale brillante con una moglie ricca. Padre
Pio: un fratacchione intrigante con l’accento barese. Mosè:
quarant’anni su e giù a trascinare folle nel deserto, mentre con una
guida Michelin sarebbe arrivato in due mesi...". Questa non la
commento. Noto solo che ha tanto di quel provocatorio in corpo che ci
si può fare a cazzotti per un paio di mesi. Ma lo avrete notato anche
voi >
Giuseppe Palermo wrote:
< Gad Lerner (a Markette) ha detto che Fassino ha offerto una
candidatura a Ostellino (che ha rifiutato). Dopo aver riabilitato
Craxi, era un atto dovuto... >
Pippo Montedoro wrote:
Mi g’averia un’idea... Alla prossima elezione di Miss Padania, perché
non candidiamo l’intera quota rosa delle liste elettorali della Lega
di Lombardo con i lombardi? Sempre che ce l’abbiano, una quota rosa >
M.B. wrote:
< Oggetto: ritrovato documento sepolto dalla sabbia. "Art. 1. L’Italia
è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Art. 4. La
Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e
promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con
la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Art. 35. La
Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni >
Lorenzo wrote:
< Egregio prof. O., ho ricevuto la sua lettera della catena di
Sanlibero. La trovo assai divertente e cercherò di spargere voce. Con
la mia classe (III H della scuola media Dag Hammarskjold), abbiamo
iniziato un percorso sulla mafia... vorremmo dunque, stabilire dei
contatti con lei. Gradiremmo dunque, che lei ci rispondesse nel caso
in cui, fosse d’accordo. La saluto a nome di tutta la mia classe >
AntonellaConsoli
< Io ho un bel regalo
la penna
e Riccardo è triste
perché mi voleva regalare il collier
ma a me non interessa - bleah! >
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