Home > La Catena di San Libero 17 novembre 2006 n. 345
La Catena di San Libero 17 novembre 2006 n. 345
Publie le venerdì 17 novembre 2006 par Open-Publishingdi riccardo orioles < riccardoorioles@gmail.com >
La mafia - l’abbiamo detto tante volte - non e’ un’escrescenza
criminale; e’ un potere. Non si combatte con le celebrazioni, ma con le
riforme profonde e le lotte sociali. Pensate che colpo terribile, per
Cosa Nostra e il Sistema campano, sarebbe una legge sulla trasparenza
bancaria. Concordano giovani e vecchi maestri, il ragazzo Roberto
Saviano e il "vecchio" Umberto Santino. E’ l’antimafia difficile, quella
che non crea status ma cambia tutto.
A Roma, agli Stati Generali, bisognera’ parlare di questo. Bisogna
obbligare il governo di centrosinistra a mettere la lotta alla mafia
come prima priorita’. Puo’ farlo con due leggi precise: una e’ quella
sull’allargamento della gestione sociale dei beni confiscati a tutta
l’economia extralegale (non solo Provenzano, per intenderci, ma anche
Tanzi) e ha fatto benissimo Libera a porla fra i suoi obiettivi.
L’altra, quella sul controllo bancario e sulla trasparenza.
E’ un momento importante anche, piu’ specificamente, per noi di
Casablanca, e in genere per coloro che lottano per l’informazione libera
qui nel Sud. Abbiamo cominciato a riunire - col recente convegno, ma non
solo - tutto l’arcipelago di piccole testate locali, di associazioni,
di siti web, di gruppi della societa’ civile che, numerosi e entusiasti
ma divisi, tengono coraggiosamente la prima linea contro l’informazione
e la cultura mafiose. Noi non vogliamo egemonizzare nessuno. Ma siamo
decisi ad andare avanti comunque, pronti ad allearci con chiunque sia
disponibile, ma con una discriminante precisa: unirsi per lottare. E’ la
logica, e’ il modello, dei comitati unitari della Resistenza. Perche’
qua si lotta per una liberazione.
La strada, e’ quella della rete. La rete come struttura agile, non
centralistica, informale, che accolga alla pari tutti e da tutti prenda
qualcosa. E la rete come web, supporto indispensabile per qualsiasi
iniziativa, e anche per qualsiasi giornale: il nostro, e quelli - assai
piu’ ambiziosi - del futuro. "Ma allora volete fare un quotidiano, un
settimanale, una tv, che cosa?". Vogliamo fare una cosa del tutto nuova,
eppure assolutamente possibile, un mezzo che stia nella rete, che entri
nelle case di tutti, e che all’occasione diventi carta stampata. E’ un
percorso lungo e difficile, ma professionale, ma realistico; ed e’ gia’
cominciato.
Non e’ solo il "nostro" percorso - non basterebbero le forze - ma e’ il
percorso di tutti. Tutti coloro che vogliono uscire dalle piccole zone
libere, discendere giu’ a valle tutti insieme. Per questi lavoriamo
adesso, ciascuno coi suoi strumenti, ma sapendo che nessuno di essi e’
completo.
(A proposito: per la prima volta, un giornale non specialistico in
Italia viene prodotto interamente con Linux. Questo giornale e’
Casablanca, e ne siamo orgogliosi: e’ sempre la tradizione dei Siciliani
(interamente autogestito in fotocomposizione gia’ nei primi anni 80), di
Avvenimenti (primo giornale a Macintosh, primi ’90), di
"movimento+tecnologia". Anche questo e’ "politico", anche questo e’ una
liberta’ in piu’ e apre una strada).
* * *
"Sbavaglio", il convegno sullo stato dell’informazione in Sicilia
organizzato da Casablanca, Isola Possibile e Tele Jato, si e’ svolto in
due giornate distinte. La prima e’ stata un susseguirsi di narrazioni,
resoconti e notizie: un’esigenza di raccontarsi, di farsi conoscere e
raccordarsi con gli altri. Sono intervenute le testate che trovate nei
box di queste pagine e altre ancora, fra cui bisogna segnalare almeno
MarsalaC’e’ (quotidiano della provincia di Trapani), Malastrada Film
(video autofinanziati dai cittadini), I Cordai (giornale di quartiere a
Catania), Il Pizzino (satira palermitana, ormai famosa a livello
europeo), GirodiVite (sito e foglio d’informazioni siciliano, attivo da
piu’ di dieci anni), PeaceLink (la prima rete pacifista italiana), Terre
Libere (sito messinese), La Primavera (foglio della societa’ civile a
Milazzo e Barcellona), Sicilia Libertaria (gli anarchici!), Radio Aut
(quella che un tempo era di Peppino Impastato), La Barchetta (giovani
cattolici catanesi), Citta’ Nuove (la storica testata antimafiosa di
Corleone), l’Associazione Rita Atria e Addiopizzo. Un quadro di piccole
realta’ agguerrite, vivaci, valorose. Un senso forse fuorimoda ma
diffuso della militanza e dell’impegno civile. Storie a volte anche
drammatiche (Carlo Ruta, Marco Benanti, Telecolor, ecc.) da cui emerge
che il settore informazione in Sicilia e’ arrivato a un livello di
emergenza democratica: dove le piccole realta’, testate cartacee, in
rete o televisioni, rappresentano segnali significativi di resistenza.
"Non facciamo controinformazione - s’e’ detto - Noi facciamo
l’informazione che non c’e’". Un grande valore democratico, certamente:
ma ora occorre piu’ organizzazione e meno volontarismo. Questo in genere
non e’ stato in grado di contrastare i grande capitali
dell’imprenditoria "forte", che ha via via acquisito un monopolio
regionale lasciando alle voci piu’ democratiche della Sicilia solo le
nicchie.
Una delle emergenze riguarda il diritto di cronaca e la depenalizzazione
del reato di diffamazione.
Le cause per diffamazione, e’ stato rilevato da Umberto Santino, ora si
fanno sempre piu’ spesso col civile e sempre meno col penale. Non c’e’
dibattimento, non ci sono le garanzie previste dal codice penale, non
c’e’ prescrizione. Vige una giurisprudenza abbastanza negativa. Molte
sentenze di Cassazione sostengono che basta citare anche tra virgolette
perche’ si faccia propria l’affermazione richiamata. In alcune sedi e’
stato sostenuto dai giudici che per rispettare il principio di verita’
su un reato riportato bisogna attendere la pronuncia definitiva in sede
giudiziaria: come dire che i giornali possono chiudere perche’ il
giudizio della Cassazione, se arriva, arriva come minimo dopo quindici
anni.
Un’altra emergenza e’ quella delle strutture di supporto, dalla
distribuzione all’edicola, dalla stampa alle spedizioni postali.
"Richiamiamo ognuno alle proprie responsabilita’ - ha detto Navarra del
quotidiano marsalese - Chi ha responsabilita’ politica deve essere
chiamato a fare cio’ che e’ possibile fare. I fondi per l’editoria in
campo nazionale sono ben poca cosa e negli anni si sono via via
ridotti. Non sono stati invece ridotti (anzi!) i contributi per i
giornali dei partiti. Io chiedo ai rappresentanti del centrosinistra
non di cancellare questi contributi, ma almeno di diminuirli. E di
dirottare la parte cosi’ risparmiata alla piccola e media editoria".
* * *
Stiamo preparando un secondo incontro (tecnico) per la meta’ di
dicembre; non sappiamo ancora se sara’ un’altra assemblea pubblica o un
seminario di "addetti ai lavori" delle varie realta’ locali. Comunque,
ci stiamo lavorando proprio ora.
E’ in preparazione il CD per i giornali locali autocomposti (ovviamente
in Linux). La beta dovrebbe essere pronta per fine dicembre, e chi vuole
potra’ cominciare a richiederlo gia’ da gennaio. E’ arrivato il
documento preparatorio (di Carlo Gubitosa) sulla distribuzione
alternativa per le testate della societa’ civile. Questo fra l’altro fa
fare un passo avanti al progetto per il quotidiano in rete (ne
riparleremo nelle prossime settimane) e anche qui il lavoro sta andando
avanti abbastanza bene.
* * *
La rete insomma, fra mille difficolta’, va crescendo. Avremmo tante cose
da scrivere su cio’ che succede adesso, dalla Calabria occupata a
Palestina-Israele. Ma forse per stavolta e’ meglio dedicare il poco
tempo che c’e’ allo strumento concreto - la rete, il giornale, gli
utilizzi di rete - che ci permette di collegare meglio le persone, di
far cose civili insieme, di diffondere insieme conoscenza. Questo e’
forse piu’ utile delle semplici parole.
Sulla "catena" abbiamo gia’ raccontato le vicende di "Betulla", al
secolo Renato Farina, di professione vicedirettore di "Libero" e agente
del Sismi per passione patriottica, con il compito di produrre false
interviste, ottenere informazioni dai magistrati e passarle ad agenti
segreti indagati, ma i recenti sviluppi del caso ci obbligano a un
doveroso aggiornamento. Dopo la benevola sentenza dell’Ordine dei
Giornalisti della Lombardia, che ha salvato Farina dalla radiazione con
una piu’ mite sospensione di 12 mesi, la procura della Repubblica di
Milano ha pensato di impugnare il provvedimento dell’Ordine, giudicato
inadeguato rispetto alla gravita’ dei fatti commessi. Per gli addetti ai
lavori questa decisione e’ stata un segnale gravissimo, dal momento che
l’unica ragione di esistere degli ordini professionali e’ la
salvaguardia dei principi deontologici legati a quel particolare
mestiere, ed e’ preoccupante che per sanzionare in modo adeguato chi si
allontana da questi principi e da questa deontologia ci sia bisogno
dell’intervento della magistratura.
Ma la catena di paradossi non si ferma qui: dopo i magistrati che si
sostituiscono all’Ordine dei Giornalisti nel pretendere a norma di legge
la "separazione delle carriere" tra chi fa il giornalista e chi fa la
spia, abbiamo giornalisti che si sostituiscono agli avvocati nel
prendere le difese di chi viene sorpreso con le mani nella marmellata a
fare comunella con gli 007. Si tratta nientemeno che di Franco Abruzzo,
il presidente di quell’ordine lombardo dei giornalisti che ha voluto
graziare il nostro Betulla in nome di una presunta "gogna mediatica" che
a suo dire avrebbe reso eccessiva una radiazione.
Anziche’ prendere atto della lezione di deontologia impartitagli dalla
magistratura, Abruzzo ha pensato bene di prendere le difese del nostro
betullone nazionale grazie ad un cavillo degno del miglior Perry Mason.
Abruzzo, infatti, glissando sul fatto che Farina si e’ fatto beffe
perfino del provvedimento di sospensione firmando sedicenti "lettere al
direttore" anziche’ articoli, ha deciso che non importa se la procura
abbia ragione o meno, se a norma di legge possa dirsi giornalista chi ha
lavorato per i servizi segreti, o se la benevolenza nei confronti di
Farina possa mettere a rischio l’incolumita’ dei giornalisti veri che
lavorano nelle zone calde del pianeta rischiando di essere scambiati per
emissari del Sismi o della Cia. Quello che conta, secondo Abruzzo, e’
che la procura avrebbe impugnato la delibera dell’Ordine con due giorni
di ritardo rispetto ai tempi previsti dalla legge, e quindi non ha piu’
il diritto di intervenire. Dottor Abruzzo, ma non e’ che anche lei ha
sbagliato mestiere come il collega Farina? Le assicuro che sarebbe
stato un ottimo avvocato. [carlo gubitosa]
dominice wrote:
< Ciao, sono Domenico un ragazzo di Catania e volevo sapere
dell’incontro sulla libera informazione del 4 e il 5 novembre... ma cio’
che mi preme piu’ dirti e’ che io faccio parte di un gruppo di ragazzi
che sta cercando di fare informazione in vari modi Cd, giornalini,
cineforum... non abbiamo alcuna connotazione politica, siamo mossi solo
dalla rabbia di vedere tante falsita’ dette e nessuno che controbatte
perche’ la verita’ non si sa... vogliamo cambiare le cose, abbiamo la
voglia e stiamo operando in tale direzione ma ci scontriamo spesso
ahime’ con una forte diffidenza perche’ le persone cn cui parliamo sono
prese dalla loro vita, dai loro problemi e non guardano piu’ oltre il
loro naso, delegando ad altri decisioni che se non lo riguardano
dovrebbero almeno interessarlo... e allora a nome del gruppo di cui
faccio parte mi sono preso la briga di cercare persone gia’ sensibili a
tali problemi per unire le forze o anche solo per incontrarsi per uno
scambio di idee... credo che le divisioni siano inutili in gruppi che
operano verso la stessa direzione ... sto cercando di contattare anche
associazioni come addio pizzo e altre... che ne dite? spero in una
risposta >
Antonio wrote:
< Volevo dirvi, per quel che vale, non siete soli; ci sono tante
tantissime persone, anche qui’ a Treviso che sono perennemente in lotta
contro la mafia, magari non in modo cosciente ma la combattono. Ormai
questo stato italiano, mafioso, lo e’ diventato con il beneplacido di
tutta la nomenclatura politica del paese. Dunque, opporsi con qualunque
mezzo a questo stato, e’ opporsi alla mafia combatterla. Non so se e’
vero ma una volta Giovanni Falcone paragono’ la mafia all’impero romano
dicendo che se era finito quello prima o poi finira’ anche quello
mafioso di impero e’ inevitabile. Certo un bel pensiero ma tra duemila
anni il mondo ci sara’ ancora o no?
Io nel mio piccolo cerco di fare la mia opera facendo girare questa
catena tra i miei amici stampare qualche copia e dimenticarla in giro:
sugli autobus, dove lavoro, dove capita... >
Luciano Seno wrote:
< Noi della famiglia Seno siamo Komunisti da oltre un secolo e il fatto
che governi, preti e padroni siano il nemico di classe che se non lo
sconfiggiamo ci frega il pianeta non ce la levera’ mai nessuno dalla
testa. Pansa e’ un pennivendolo frustrato che ha trovato audience tra i
berluscones che si sentono tanto politici comprando i suoi libri tra un
reality show e l’altro e la sfrutta con un libro revisionista all’anno >
Mucchio Selvaggio wrote:
< Stiamo preparando per settembre del prossimo anno un DVD celebrativo
(aia!) per i 30 anni del Mucchio. Tutti coloro (colleghi, attori,
registi, musicisti, scrittori, comici - ma non escludiamo magistrati,
politici, pittori, ballerini, show-girls, veline....) che vogliono
parteciparvi, con un breve intervento video, sono pregati di
contattarci. I piu’ svezzati possono anche mandare direttamente un video
home-made >
Send to: beatricemele[AT]ilmucchio[DOT]it
Renato wrote:
< Caro R., ogni tanto interrompo il mio lavoro di responsabile del
Centro per i bambini autistici dell’Ospedale di Acireale e presto il mio
tempo a Medici senza frontiere. Da settembre scorso a marzo di
quest’anno ho svolto una missione per loro nella Striscia di Gaza, per
un progetto di salute mentale per la popolazione traumatizzata. Adesso
continuo a denunciare gli orrori di questa aggressione continua
all’interno del piu’ grande lager attualmente esistente al mondo >
Bookmark: http://gazaemergency.spaces.live.com
Vann’Anto’ wrote:
< Cci mannarru e la cartullina
a n-surdatu muortu.
A n-surdatu muortu
cci mannarru la cartullina!
La cartullina e di riciamu
quannu ha-ssiri c’ha’-ssiri guerra:
quannu ha-ssiri c’ha’-ssiri guerra,
tutti pronti a lu riciamu...
La matruzza e finiu ri cianciri
ppi lu figghiu c’avia muortu:
caru lu figghiu ch’e’ beddu muortu!
La matruzza finiu ri cianciri >
Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche
semplicemente per liberarsene, basta scrivere a
riccardoorioles@sanlibero.it — Fa’ girare.
"A che serve vivere, se non c’e’ il coraggio di lottare?" (Giuseppe
Fava)
(*) La "Catena di San Libero" e’ una e-zine gratuita, indipendente e
senza fini di lucro.
Viene inviata gratuitamente a chi ne fa richiesta. Per riceverla, o
farla ricevere da amici, basta scrivere a:
riccardoorioles@sanlibero.it. La "Catena" non ha collegamenti di
alcun genere con partiti, lobby, gruppi di pressione o altro. Esce
dal 1999. L’autore e’ un giornalista professionista indipendente.
Puoi riprenderla su web, mail, volantini, giornali ecc, purche’ non
a fini di lucro. Puoi forwardarla ai tuoi amici. Se hai un sito o un
blog puoi montarci la "Catena" e i successivi aggiornamenti.
Parte dei suoi contenuti si possono trovare su
www.sanlibero.it, www.riccardoorioles.org, www.antimafiaduemila.com,
www.antoninocaponnetto.it, www.arcoiris.tv, www.articolo21.info,
www.avvenirelavoratori.ch, www.barcellonapg.it, www.bellaciao.org,
www.censurati.it, www.clarence.com, www.cuntrastamu.org, www.
freaknet.org, www.girodivite.it, www.inmovimento.it, www.itacanews.it,
www.laspecula.com, www.libera.it, www.losfoglio.it,
www.macchianera.net, www.marcotravaglio.it, www.megachip.info,
www.nazioneindiana.com, www.nonluoghi.it, www.peacelink.it,
www.peppinoimpastato.com, www.stefanomencherini.org, www.wema.it,
www.zeusnews.com e altri siti; e su "Antimafia", "Mucchio Selvaggio" e
altre pubblicazioni.
Feed RSS: http://italy.peacelink.org/feeds/sanlibero.rss
Viene rilasciata sotto la licenza Creative Commons
Attribuzione-NonCommerciale.
Per leggere una copia della licenza visita il sito web
http://creativecommons.org/licenses/publicdomain/ o spedisci una
lettera a Creative Commons, 559 Nathan Abbott Way, Stanford,
California 94305, USA.
Chi desiderasse (ma non e’ obbligatorio: la "Catena" arriva gratis)
contribuire alle spese puo’:
— fare bonifico su: Riccardo Orioles, conto BancoPosta 16348914
(abi 07601, cab 16500);
— effettuare ricarica telefonica (Tim) su 333.7295392.