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La Catena di San Libero 18 maggio 2005 n. 284

Publie le mercoledì 18 maggio 2005 par Open-Publishing

di riccardo orioles

Catania. La destra respira, e ringrazia Bianco. Ossigeno per
Berlusconi,battuta d’arresto per la marcia - fin qua inarrestabile -
del centrosinistra. Come in Lombardia, presentare il "moderato" non ha
pagato: il centrosinistra, rinunciando alle capacita’ di mobilitazione
e speranza che avrebbe potuto coagulare un candidato veramente
alternativo, ha preferito ripresentare il vecchio rassicurante
notabile, ed ha pagato. Vendola vince, Bianco perde: mettiamola cosi’,
e poi andiamo avanti.

E’ una sinistra, quella catanese, che in realta’ ha delegato tutto
all’ex sindaco-tecnocrate, Bianco, che del centrosinistra rappresenta
l’ala estrema in politica sia estera (filo-americano e pro-guerra,
nella citta’ che ospita una delle piu’ pericolose basi Usa) che interna
(ottanta manifestanti all’ospedale a Napoli, anticipando di di alcuni
mesi la Genova del G8). Il paradosso e’ dunque di una sinistra
pacifista e democratica che candida allegramente, Rifondazione in
testa, uno degli esponenti piu’ bellicosi e repressivi
dell’establishment italiano. Ma a Catania succede questo e altro. Non a
caso, gli articoli preelettorali dei vari inviati erano *tutti* giocati
sul "colore": granite, sole, mare, Etna, donne, Brancati, battute
profonde e ciniche (di solito alla fine) in siciliano.

* * *

Ovviamente, Catania non sta in Italia - o vi sta fin troppo - percio’
tutto questo colore, questo paternalismo "continentale", in fondo e’
giustificato. I gattopardi, qua, non sono feroci gentiluomi palermitani
ma placidi compradores pronti a qualsiasi ribaltone. Non ci sono classi
sociali contrapposte o anche semplicemente individuate, non c’e’ una
borghesia (e che mai si produce?), non c’e’ una classe intellettuale
indipendente. Per intellettuale, qui, s’intende un uomo alfabetizzato,
che a una certa eta’ ottiene una cattedra all’universita’ o una
consulenza al comune o tutt’e due, che settimanalmente esprime profondi
concetti sul giornale di Ciancio, e che ha successo se riesce
abbastanza spesso a produrre delle battute ciniche e possibilmente
eleganti sul "non c’e’ niente da fare". Certo, ci sono state eccezioni
 notevoli -, ma individuali: Giuseppe Fava, Scida’, D’Urso, Mignemi,
Recupero, Compagnino, Cazzola, Catanzaro, Resca, e pochissimi altri.
Cio’ che accomuna queste eccezioni e’ da un lato il livello
professionale e civile, rare volte riscontrabile altrove; dall’altro la
sostanziale non-catanesita’ e dunque l’isolamento, lo scherno, la piu’
o meno violenta emarginazione. Dalla politica ufficiale, comunque,
vengono accuratamente enucleati. Fanno politica, quando la fanno, coi
movimenti dei giovani - di cui questa strana citta’, cosi’ misera nei
palazzi, non e’ affatto avara.

* * *

Vi sono state almeno due grandi stagioni di movimento a Catania, almeno
due generazioni civili. Una, quella dell’84, col movimento dei
Siciliani. L’altra, gia’ meno gobettiana ma piu’ diffusa, quella del
93, col ritorno dei Siciliani e con la prima Rete. Entrambe hanno
formato uomini, hanno creato possibili classi dirigenti; hanno
conseguito risultati che nessuno era mai riuscito a ottenere in
Sicilia - la cacciata dei Cavalieri, l’individuazione di una
quasi-maggioranza alternativa - e... e, venti e dieci anni dopo sono
completamente emarginate, costrette a scegliere individualmente fra
resa al consociativismo ed emigrazione. Il regime li’ e’ da tempo
bipartizan, non vi e’ una differenza notevole fra grandi affari di
destra e grandi affari di centrosinistra.

Vi e’ ancora un’opposizione, certo, ma frammentata in decine di piccole
e piccolissime associazioni che danno l’idea di una non-accettazione
morale piu’ che di un’alternativa cosciente e organizzata. A ogni
minimo spiraglio essa e’ tuttavia ancora capace di dar prova di se’, di
testimoniarsi. L’ultima volta e’ stata alle elezioni europee, quando
l’onorevole diessino Fava (che viene dai Siciliani e ha una tradizione
di impegno antimafioso) oso’ aprire una dura polemica "giacobina"
contro i frequentatori di mafiosi nel suo stesso partito.
Venne eletto a valanga, nonostante (ma in realta’ per) il conclamato
"estremismo", sconfiggendo il candidato ulivista ufficiale, un barone
universitario appena confluito da Forza Italia. Subito dopo l’elezione,
tuttavia, si riappacifico’ coi moderati, sostenne Bianco, sostenne lo
stesso barone appena sconfitto (che ora e’ il responsabile regionale
dell’Ulivo) e insomma si considero’ rappresentante degli apparati che
gli avevano organizzato l’elezione e non dei cittadini che l’avevano
votato.

La situazione di adesso, in bene e in male, viene anche da storie
cosi’. Ed e’ il punto di arrivo di una lunga marcia attraverso le
istituzioni o il Palazzo (a secondo dei punti di vista) che ha
comportato il sacrificio dell’esperienza politica dei Siciliani, la
riscrittura della stessa storia di questi ultimi in senso accettabile
dai moderati e la subordinazione ai politici d’apparato della pur
vivace societa’ civile isolana. La strada esattamente opposta, insomma
a quella portata avanti - per esempio - da un Vendola. Che vince ed
esalta i movimenti nel "suo" centrosinistra, a Catania regalato invece
alla sinistra d’impresa.

Sara’ sempre cosi’? Il Ds sopravvivera’ o verra’ assorbito? Cossuttiani
e verdi prenderanno mai in considerazione i movimenti? Rifondazione
tornera’ prima o poi ad essere di sinistra? A Catania, tutte queste
domande rischiano ormai di essere, piu’ che drammatiche, inifluenti. La
sinistra ufficiale ormai le sue carte se l’e’ giocate, e non sara’ lei
a incassarne la posta, comunque vada. Sinistra di movimento? Forse: ma
ce ne vorra’, di strada. Per adesso, l’unica cosa che si puo’ dire di
buono e’ che Catania e’ una cosa e l’Italia, per fortuna, e’ un’altra.

* * *

A vincere davvero, probabilmente, e’ stato il bipartizan Mario Ciancio,
ormai non solo il monopolista (anticipando, nel suo piccolo,
Berlusconi) di tutta l’informazione siciliana ma uno dei massimi
imprenditori siciliani. Ha attraversato tranquillamente la Dc, il
dopo-Dc, la mafia, i Cavalieri, il "riformismo" di Bianco, la destra di
Scapagnini e quella di Berlusconi, facendo ottimi affari con tutti e
facendosi riconoscere da tutti quanti il suo monopolio totale su tv e
giornali. Infine e’ passato alla fase tre, mostrandosi direttamente
come potere puro. In questo momento sta costruendo direttamente o per
interposti prestanomi il piu’ grande centro commerciale della Sicilia,
con una serie di provvide varianti di piano regolatore che hanno
guderianamente spazzato via ogni pastoia legale a questa terrificante
espansione. "Garantisce lui per tutte le autorizzazioni, e fino
all’inizio dei lavori non vuole una lira". Questa intercettazione
(operata nel 2001 dalla Direzione Antimafia, nel quadro di
un’operazione su alcuni "imprenditori" del messinese: Giostra,
Siracusano, Pagano ecc) potrebbe essere il riepilogo di tutto. E anche
l’epitaffio, per la povera e non innocente citta’.


Crolla la Fiat, crolla l’economia, il governo e’ a Salo’, nord e sud si
fanno la faccia feroce. Il momento peggiore dal 1948. Tenetevi forte,
perche’ ce ne saranno di sbandate.

* * *

Tutti nella stessa barca, o per qualcuno e’ un panfilo? "Tutta la
classe dirigente deve lavorare tutta insieme per costruire il rilancio.
In questo momento non c’e’ maggioranza, opposizione, sindacati e
imprese", dice Tronchetti Provera.

* * *

Forza Livorno. Comincia l’ultimo anno del primo settennato di Ciampi al
Quirinale. Il primo, quello che si concludera’ poco dopo la cacciata di
Berlusconi, e’ stato assunto dal ragionier Ciampi della Banca d’Italia.
Il secondo verra’ invece affidato al sottotenente Ciampi del Corpo
Volontari della Liberta’. Auguri e via cosi’.


La differenza fra Blair e Fini non e’ che Blair e’ di sinistra, e’ che
Fini e’ sfigato.


Le colpe dei padri. Palestina/Israele. Foto di bambini con kippa che
"testano" fucili mitragliatori a una celebrazione per il
cinquantasettesimo anniversario dello Stato di Israele. Altre volte,
invece, foto di bambini con mitra e kefia che sfilano in analoghe
manifestazioni, ma dei palestinesi.


Uzbekistan, o insomma da quelle parti li’. C’era un maledetto governo
communista, tirannico e senza democrazia. Caduto il c.d. comunismo,
hanno fatto un governo democratico, con apposita rivoluzione popolare.
Adesso c’e’ un dittatore democratico, che quindi non si chiama
dittatore ma presidente. E’ amico di Bush, cui fa la cortesia di
torturargli i prigionieri che quegli non puo’ torturare in casa sua. E’
amico di Putin, che tutto sommato e’ quello che gli ha insegnato
l’arte. Appena un po’ di gente gli si e’ rivoltata contro, ha fatto
sparare sulla folla e ha fatto cacciare i giornalisti perche’ la cosa
non si risapesse troppo.
"Un pacchetto di democrazia, per favore". "Light, con filtro o
Esportazione?".


Etica. Quella dell’informazione e’ stata dibattuta in apposito
dibbattito, in provincia di Siena, fra Andreotti, Tronchetti Provera e
vari altri pescicani e coccodrilli. (Poi c’era un comico, l’unico ad
aver preso sul serio la faccenda.


Difesa della vita. Fino all’ultimo Rocco Bernabei si era dichiarato
innocente: "Fatemi l’esame del Dna, capirete subito!". L’esame fu
dapprima negato, poi, al momento di farlo, risulto’ che s’erano perdute
le provette. L’uomo fu immediatamente giustiziato con un’iniezione.
Adesso, cinque anni dopo, e’ risultato che non solo l’esame del Dna di
Bernabei ma quelli di altri quaranta casi di omicidio erano stati
manipolati dagli "esperti" del tribunale su pressione delle autorita’
politiche, che non volevano fossero messe in discussione le "esemplari"
condanne a morte. Indovinate dove potrebbe essersi verificata questa
storia? In Cina no, perche’ la’ i processi durano poche ore. In Arabia
saudita nemmeno, perche’ la’ il Dna non sanno nemmeno cosa sia. E
allora dove? (All’epoca fu molto schernito Leoluca Orlando, sindaco di
Palermo, perche’, dopo aver tentato a lungo e invano di salvare
l’italo-americano, alla fine ne fece pietosamente trasportare il
cadavere a Palermo dove gli fu almeno data cristiana sepoltura).


Nassiriya 1. Nessuna sostanziale smentita sulle rivelazioni del Diario
e di RaiNews24 su una delle motivazioni dell’intervento italiano in
Iraq: la "protezione" dei giacimenti petroliferi ubicati nella zona di
Nassiriya, individuati in un documento governativo gia’ sei mesi prima
della guerra e oggetto di appalti da parte dell’Eni. La notizia ha
suscitato polemiche politiche, il che e’ un bene, specialmente in un
momento in cui la componente imprenditoriale del centrosinistra tira
fuori ogni quindici giorni una nuova motivazione per mantenere le
truppe italiane a Nassirya. Tuttavia e’ una notizia vecchia, che in
rete girava documentatamente gia’ da un anno. Sulla Catena ce n’eravamo
occupati il 20 aprile 2004: gia’ in ritardo, poiche’ su altri siti se
n’era parlato prima. Senza d’altronde particolare merito:
sull’argomento erano gia’ usciti isolati articoli sulla carta stampata
(Sole24Ore 13 novembre 2003, Orizzonti Nuovi 5 marzo 2004, ecc.), era
stata tenuta una specifica conferenza-stampa (22 marzo 2004)
dell’allora lista Di Pietro Occhetto, ed era soprattutto uscito il
libro (Benito Li Vigni, "Le guerre del petrolio") eccezionalmente
documentato ed esaustivo di un ex alto funzionario dell’Eni, gia’
collaboratore di Enrico Mattei.

Una notizia cosi’ fondamentale e’ stata tuttavia "tenuta" pochissimo
sull’informazione industriale (ancora sabato, a un dottissimo dibattito
sull’Iraq alla Sette non mi sembra di averla sentita citare) e ha
dunque influito pochissimo sul dibattito politico. Credo che sia uno
degli esempi piu’ plastici dello scollamento, ormai molto avanzato, fra
informazione effettiva e industria dell’informazione. Nascondere una
verita’ - ho detto altre volte - oggi e’ molto piu’ difficile che una
volta. La nuova strategia e’ dunque di "annegare" le verita’ nel rumore
di fondo complessivo, isolandola al contesto e rielaborando
arbitrariamente la gerarchia delle notizie.

Non credo ci sia oramai molto da attendersi dalle testate. Credo che
invece questo sia un problema di noi della rete. Non esiste infatti
piu’ alcun altro soggetto in grado di fornire ai cittadini il minimo di
libera (e professionale) informazione a cui essi hanno diritto. "Et
ceterum censeo delenda Carthago", dove Chartago e’ la residua fiducia
nell’informazione ufficiale e la deplorevole timidezza nel mettere
insieme un’informazione professionale e adeguata a partire da cio’ che
abbiamo gia nella rete.

Bookmark:
http://blogs.it/0100206/stories/2004/03/06/ilMisteroDiNassiriya.html


Nassiriya 2. Il soldato Riccardo Bruno, beccato dopo essersi fatto una
canna in una pausa del servizio, non se la cavera’ con un cicchetto: e’
vero che siamo in pace, che l’Iraq e’ in pace e che Nassiriya e’ uno
dei posti piu’ pacifici del mondo, ma e’ anche vero che fra le truppe
(e fra poco anche fra i volontari e i giornalisti) italiane in Iraq
vige, chissa’ perche’, la legge di guerra. Percio’ codice penale
miilitare, corte marziale e Gaeta. Insomma, siamo in guerra o siamo in
pace? Se siamo in pace, fumiamoci su. Se siamo in guerra, incriminiamo
per alto tradimento (magari fra qualche anno) i politici che, facendo
una guerra, hanno formalmente violato la nostra Costituzione che le
vieta.


Quando eravamo emigranti. "Gli italiani stanno importando la
delinquenza qui in America - ha detto il capo della polizia di New York
Pisanu - e purtroppo alcuni americani, per falso umanitarismo, non si
rendono ancora conto della situazione. A Brooklin, per esempio, la
maggior parte dei delitti sono commessi da italoamericani, il che
dimostra come facciamo bene a proibire agli italiani di sbarcare qui.
Intensificheremo i pattugliamenti e intanto abbiamo gia’ arrestato
alcuni anarchici (fra cui un certo Sacco e un certo Vanzetti) che sono
quelli che aizzano alla rivolta gli italiani chiusi nei nostri campi di
concentramento. Poco fa ha chiesto il permesso di soggiorno un certo
Fermi Enrico, dice che al suo paese c’e’ dittatura e che lui e’ uno
perbene: ma guarda quante balle s’inventano questi qua pur d’entrare.
Comunque state tranquilli: noi vigiliamo".


Buttiglione. Trentacinque uomini sono stati condannati a duecento
frustate e sei mesi di reclusione per aver partecipato a una festa di
"matrimonio omosessuale" a Jeddak in Arabia Saudita (Apf).


Al ministero.
 Coca Cola?
 Ca quali Nicola, Gianfrancu sugnu!


Giustizia. Arresti domiciliari per Nunzio D’Erme e Callisto Tanzi. Il
primo ha preso dei generi alimentari dai banchi di un supermercato, li
ha distribuiti ai disoccupati e pensionati che stavano fuori e alla
fine s’e’ fatto un panino. Il secondo ha preso ventisette miliardi di
euri da un’azienda, li ha distribuiti ai politici di entrambi gli
schieramenti e alla fine se n’e’ messi da parte un paio.
Della serie "la legge e’ uguale per tutti".


Il sito di Carlo Ruta, quello con l’archivio antimafia:
http://www.leinchieste.com


Referendum. La maggior parte degli elettori NON sapeva che domenica, in
Sicilia, si votava per il Referendum per abolire la legge elettorale
contro i piccoli partiti voluta da Cuffaro. A parte Rifondazione, nel
suo piccolo, nessun partito in queste settimane di campagna elettorale
ha detto una sola parola sul Referendum. Si sentono tutti forti, e
pensano che scomparira’ solo Rifondazione comunista? [g.p.]


Tre righe per me stesso. La settimana scorsa, "grande iniziativa
pubblica" della Federazione Uniti nell’Ulivo della Sicilia. E chi
c’era? Anna Finocchiaro, Ferdinando Latteri, Angelo Capodicasa,
Salvatore Cardinale, Vincenzo Garraffa, Raffaele Gentile, Enzo Bianco.
E dove l’hanno fatta? A Catania, alla Perla Jonica... :-)
(Questo sorriso puo’ essere compreso solo da coloro che abbiano almeno
quarant’anni, siano stati a Catania negli anni ’80, vi siano stati
civilmente impegnati, abbiano collezionato le figurine Panini di quel
campionato: Giudice Grassi, Colonnello Licata, Cavaliere Costanzo,
ecc., e non se ne siano ancora dimenticati. In sostanza, solo io e il
professore D’Urso. Poiche’ il professore adesso e’ molto lontano, in
pratica ho scritto un take a uso esclusivo di me stesso).


Poteri. Amato: "La sinistra italiana segua Blair". Il giorno dopo, per
pura sfiga, gli arrestano un ex sottosegretario, a Messina, che faceva
parte di una banda di politici e imprenditori in contatto con la mafia
e uno addirittura con un uomo di Bin Laden. A parte cio’, nella banda
c’erano uno, e forse due, magistrati.

Le indagini, fra l’altro, hanno cominciato a far luce sull’assassinio
del docente universitario Matteo Bottari, ucciso da killer mafiosi il
15 gennaio 1998. L’establishment cittadino mise subito in giro la voce
di un omicidio "per questioni di donne", e in questa vociferazione si
distinse il quotidiano locale, la Gazzetta del Sud.


Catanesi. Per l ’amor di Dio, rileggetevi I Vicere’.


Vabbe’. "Le Scritture, ammonisce Benedetto XVI, non si possono
interpretare solo con gli strumenti della scienza esegetica - come
fanno i protestanti - ma vanno lette alla luce della Tradizione del
Magistero".


Democrazia 1. Los Angeles. L’inseguono, lo bloccano, gli sparano
centoventi colpi di pistola sull’automobile e infine, visto che e’
ancora vivo, lo dichiarano in arresto. Oppure (tre giorni dopo):
l’inseguono, lo circondano, e - per quanto disarmato - lo ammazzano e
revolverate. Poi, come molti poliziotti, si arruolano magari nella
Guardia Nazionale e vegono spediti in Iraq ad esportare la democrazia
ai posti di blocco.


Democrazia 2. "Dovremmo invadere i loro paesi, uccidere i loro capi e
convertirli al Cristianesimo" (Ann Coulter). "We must kill them. We
must incinerate them. Pig after pig. Cow after cow. Village after
village. Army after army". (Walter Kurtz).


Dibbattito. Dio Esiste? Con Flores, Ratzinger e D’Arcais, tutti in una
volta. Sul numero speciale di MicroMega, in tutte le edicole e i
circoli dei civili.


Soddisfazioni. Condannato il cardinale, responsabile di Radio Vaticana,
perche’ gettava oggetti pericolosi dalla finestra (nella fattispecie,
emissioni elettromagnetiche da un paio di terrificanti ripetitori
montati a ridosso delle case). Dieci giorni con la condizionale.


Smerlin. Tutti contrari, a Roma, alla bizzarra proposta del prefetto
Serra di concentrare in un’unica zona tutti i giornali e le
televisioni.


Cronaca. Roma. Diciotto persone arrestate dai carabinieri a Porta
Portese per associazione a delinquere finalizzata alla truffa: con vari
raggiri adescavano passanti che poi spennavano al gioco delle tre
carte. Fra le vittime un lombardo, un veneto e un siciliano. Nessun
altro italiano.


Cronaca. Napoli. Un giornalista del quotidiano "Napolipiu’", Arnaldo
Capezzuto, mentre fotografava l’arresto di un barbone e’ stato
malmenato e bloccato da agenti di polizia. "Mi dia subito quella
macchina fotografica!". "Ma c’e’ il diritto di cronaca!". "Lei e’ in
stato di fermo. Ci segua in questura".


Alfonso Navarra wrote:
< Sto scrivendo, nel quadro del rapporto sulle "azioni radicali contro
il carovita", un vademecum del cittadino che "prende" (occupa) casa.
Nello spirito del diritto sostanziale contro la legge degli
azzeccagarbugli. Cerco collaboratori. Scrivetemi a alfonav@tin.it >
grazie Alfonso Navarra)


orioan@libero.it wrote:
< Iniziative su Mafie e legalita’ nel Comune di Pieve Emanuele (MI)
presso la sala consiliare in via Viquarterio 1, organizzate da Libera,
dalla cooperativa sociale Ezio di Pieve Emanuele e dall’Associazione
Lule con il patrocinio del Comune: giovedi’ 26 maggio, dibattito
"Legalita’, illegalita’ e cittadinanza" con Marco Travaglio
(Giornalista), Gherardo Colombo (Magistrato) e Rosario Crocetta
(Sindaco di Gela); Venerdi’ 1° luglio: Intitolazione di piazza Peppino
Impastato >

Bookmark: http://www.pieveonline.it/speciali/aurora/default.asp


M.L. wrote:

< "L’occasione di sconfiggere la mafia c’e’ stata, ma si e’ persa.
Cosi’, una strada che poteva essere breve, e’ tornata ad essere lunga
ed in salita". Il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli ha
ricordato la battaglia combattuta alcuni anni fa dai Magistrati
siciliani contro la criminalita’ organizzata. Un ricordo amaro,
considerando che oggi Cosa Nostra appare piu’ forte di prima. Tra i
responsabili di questa sconfitta dello Stato l’ex procuratore generale
di Palermo non ha dimenticato di inserire i media italiani.
"La possibilita’ di battere la mafia si e’ perduta anche per il grave
stravolgimento della verita’ che tutta una serie di media ha
realizzato - ha osservato - e molti di quelli che non l’hanno fatto,
hanno pero’ taciuto o accettato in maniera rassegnata o passiva cio’
che avrebbero dovuto contrastare". Su tutti, il Giudice ha voluto fare
un nome in particolare: "Ci sono stati numerosi e importanti risultati
anche nei confronti dei cosiddetti imputati eccellenti, ma nessuno ne
parla - ha chiarito - nel salotto di Bruno Vespa non si sentira’ mai
parlare, ad esempio, dei 650 ergastoli e meno ancora delle condanne di
imputati eccellenti. Certo ci sono anche molte assoluzioni, ma sempre
per insufficienza di prove e non per prescrizione del reato commesso" >


gandini@wema.it wrote:
< Molta stampa di destra nel mondo si e’ scapicollata a rilevare come
la scelta di Benedetto XVI sia stata accolta da critiche. Segno che a
molta destra scoccia l’istanza di una moralita’ militante che Ratzinger
ha posto e porra’. Ma noi che trent’anni fa avremmo urlato allo
scandalo per gli eccessi (cfr Gay, condizione della donna, unicita’ del
cattolicesimo) oggi dobbiamo essere ben contenti che ci sia un Papa che
a livello mondiale ponga l’istanza morale soprattutto alla politica.
Oggi che Bush vince con il sangue di Cristo (Mel Gibson) spappolato in
faccia e questo malgrado ogni moralita’, ben venga Ratzinger a
contraddirlo. Ed e’ proprio questo che la destra mondiale teme: quando
accusa Ratzinger di essere troppo conservatore e’ un po’ come quando
accusava Chirac di essere la "old Europe", la destra neocons teme la
forza di chi ha la capacita’ di contraddirla di fronte ai propri
elettori e a quel che ha eletto a proprio valore. E noi malgrado il
sudamerica, malgrado ogni ispida testardaggine cattolica oggi non
abbiamo scelta, meglio con la chiesa che con i neocons >


chimera73 wrote:
< Dopo gli arresti di Messina. I siciliani dovrebbero auto-organizzarsi
contro la mafia e contro le alte cariche Istituzionali?!? Da soli?!?
Che Dio ce la mandi buona e ci dia la forza e il coraggio di resistere,
resistere, resistere >


A.P.G. wrote:
< Partito unico? Persino peggio del "comunismo", dove c’e’ un unico
partito ma perlomeno non un unico padrone dell’unico partito >


Dinamite wrote:
< "Piazza Fontana, Pasolini. Titoli sui giornali, infiniti anni dopo.
Ma voi, amici miei, non fatevi rubare anche voi la vostra generazione".
Ho 34 anni, O. Fatti un po’ di conti, e vedrai che anche la mia
generazione se la sono fottuta da un pezzo. Stiamo scontando Ustica,
Bologna, Capaci, via D’Amelio, e perdona se dimentico qualcosa, senza
parlare di Genova, perche’ tirerebbe in ballo Diaz e Bolzaneto. Non
abbiamo neanche uno straccio di Pasolini da sventolare a mo’ di bella
bandiera >


Antimonium wrote:
< E’ il momento di lanciare un appello: Caro Andrea Ghira, torna nella
tua amata Italia! Forse siamo stati un po’ ingrati con te in questi
ultimi trent’anni, ma siamo cambiati. Adesso il Paese e’ pronto ad
accoglierti con tutti gli onori. Troverai un’Italia piu’ giusta dove
l’arroganza e la violenza sono state finalmente riconosciute come
qualita’ e si insegnano anche a scuola e in famiglia. Potrai tornare a
fare le cose che hai sempre fatto. Potrai esprimere liberamente la tua
virilita’ nei festini nella tua villa al mare. Potrai parcheggiare il
tuo gippone sul marciapiede davanti al ristorante e poi sbeffeggiare il
vigile urbano se mai tentasse di farti una multa. Potrai infierire
sulla povera gente e inneggiare alla superiorita’ della razza, anche al
bar. Non temere. Camminerai a testa alta e avrai il giusto
riconoscimento da parte delle istituzioni. Troverai un Paese piu’
pulito. Abbiamo eliminato comunisti e froci a partire da Pasolini in
poi. Abbiamo fatto piazza pulita perfino di Piazza Fontana. C’e’ una
nuova Italia che ti aspetta. Torna, torna fra noi >

Bookmark: http://antimonium.splinder.com


Mimmo Lombezzi wrote:
< Farsi gettare a mare dal capitano di una nave che affonda: alcune
espressioni di dissenso a orologeria ricordano degli striptease .
Propongo che si assegni al collega Giorgino, per il suo coraggioso
gesto, il premio "REPORTERS SANS GUEPIERES" >
* * *
Beh: anche anche Giorgino, come tante altre colleghe, in fondo e’ una
vittima della societa’. E difatti sono immediatamente intervenuti a
esprimergli solidarieta’ Peppe Giulietti, Claudio Fava, la marchesa
Buondelmonti-Mazzanti Viendalmare e altri importanti personaggi del
mondo della politica e dell’informazione.


gaetano wrote (nel 1914):

< Lo storico, il quale in avvenire vorra’ ricostruire questo torbido
periodo della nostra vita nazionale, dovra’ giudicare che la cultura
italiana nel primo decennio del secolo doveva essere caduta assai in
basso, se fu possibile ai grandi giornali quotidiani e a giornalisti,
che pur andavano per la maggiore, far credere all’intero paese tutte le
grossolane sciocchezze, con cui l’intervento in Libia e’ stata
giustificato e provocato. Non esistevano, dunque, in Italia studiosi
seri e coscienziosi? Che cosa facevano gli insegnanti universitari di
geografia, di storia, di letterature classiche, di diritto
internazionale, di cose orientali? Credettero anch’essi alle frottole
dei giornali? E se non ci credettero, perche’ lasciarono che il paese
fosse ingannato? Oppure considerarono la faccenda come del tutto
indifferente per la loro olimpica serenita’? La risposta a queste
domande non potra’ essere molto lusinghiera per la nostra generazione >


Cindye Coates (una scrittrice integralista americana) wrote:

I am a Soldier

< I am a soldier, a prayer warrior, of the army of my God.
The Lord Jesus Christ is my Commanding Officer.
The Holy Bible is my code of conduct.
Faith, Prayer and the Word are my weapons of warfare.

I have been taught by the Holy Spirit, trained by experience,
tried by adversity, and tested by fire >


L.B. (una blogger italiana) wrote:

< La mia gatta che guarda il mondo. E il mondo non somiglia a lei.
La mia gatta quando e’ allegra mi aspetta dietro la porta.
La mia gatta quando e’ allegra mi racconta tutta la sua giornata.
La mia gatta quando e’ incazzata non mi caca neanche.
La mia gatta quando e’ incazzata non vuole rotte le palle.
La mia gatta passa gran parte della sua vita a filosofeggiare sul
divano.
La mia gatta considera il monitor del computer un utilissimo
calorifero.
La mia gatta non e’ vegetariana.
La mia gatta non e’ pacifista.
La mia gatta non e’ guerrafondaia.
La mia gatta non chiede mai scusa.
La mia gatta non ha mai chiesto scusa.
La mia gatta perdona i suoi nemici ma non dimentica i loro nomi.
La mia gatta non e’ mia.

La mia gatta e’ l’unica persona che capisco >


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