Home > La Catena di San Libero 24 giugno 2006 n. 336
di Riccardo Orioles
Amici miei. Non ci sentiamo da un po’, il motivo è in parte buono (c’è
molto da fare per Casablanca e altre cose) e in parte nobuono
(stanchezza estrema). Comunque in questo periodo ne sono successe di
cose. Chi fa governi, chi va a puttane, chi fa guerra alla mafia (per
esempio Crocetta a Gela) e chi lo vuole mandare via (i dirigenti più
bestie dei Ds). Niente di nuovo sotto il sole. Il fascista che faceva
affari nella banda di re Pappa, e che si faceva le tizie affamate al
ministero, nell’opinione dei miei paesani (siamo cresciuti nello
stesso condominio) appositamente sondaggiati risulta essere un uomo
molto più di successo del vostro umile cronista, il quale invece ogni
singola... uhm... relazione se l’è dovuta conquistare con abilità e
fatica. Va bene: noi continueremo a guadagnarci il pane (chiamiamolo
così) col sudore della fronte mentre quelli là continueranno a fare
chi il magnaccia, chi l’aiutomagnaccia, chi l’aspirante magnaccia e
chi la puttana. I primi tre irritatissimi coi giudici che
periodicamente, e del tutto invano, li smascherano, la quarta
speranzosamente in fila.
"Noi" e "quelli là", nel nostro lessico ormai decisamente troppo
(vecchiaia) semplificato, rappresentano rispettivamente la Sinistra e
la Destra, le Pouvoir e l’Humanitè, i Compagni e i Padroni. Ma
probabilmente si tratta solo dell’antichissima, e irrimediabile,
bipartizione genetica del popolo italiano. Quest’ultimo, per obsoleti
arcani della storia, si trova ora a decidere se avere ancora una
Costituzione o no. Ma guarda te. Il massimo che potremmo decidere, se
ci fosse un dio sulla terra, sarebbe se applaudire all’inizio o alla
fine di qualche royal wedding di principino (ovviamente magnaccia:
vedi sopra), se leccare con la lingua le scarpe di briatori e
briatoresse vari o limitarci a passarci il Brill in ginocchio, e
insomma se essere servi servili e grevi oppure servi con qualche
servile guizzo di levità.
Invece, per il capriccio dei nostri padri e dei nostri nonni (che a
differenza di noi erano gente con le palle e gli stronzi li
appendevano ai distributori di benzina a testa in giù) ci troviamo a
dibattere su una Costituzione, nientepopodimenoche. Leviamocela dalle
scatole e ricominciamo a dormire. Quelli che non dormono, e che per lo
più hanno meno di trent’anni, sono pregati di passare alla cantica
seguente.
Informazione 1. Napoli. E’ uscito il numero zero di NapoliMonitor,
mensile di cronache di Napoli e da altre città del mondo. Lo trovi in
librerie e edicole a Napoli, oppure chiedendolo in giro e per esempio
anche qui. "Raccontare Napoli come un fiume di storie che scorre". "Un
giornale popolare, leggibilità e leggerezza, che parli anche ai
ragazzi". "Riprendere il giornalismo alto e popolare, storicamente
proprio napoletano" (la testata, in realtà, è sempre quella inventata
anni fa dalla Pimentel Fonseca). Disegni di Dalisi, Desiato, Amoroso,
Cyop & Kaf e Feola. Inchieste di Francesco Feola, Luca Rossomando e
Renata Pepicelli, nomi che qui conosciamo da più di dieci anni:
generazioni cresciute ai margini, eppure nel pieno centro delle
culture, ragazzi che trovavi sempre e dappertutto finché
improvvisamente ti rendevi conto che non erano più ragazzi ma,
semplicemente, la nuova classe dirigente che aspettavamo.
Napoli Monitor, Casablanca, il RitaExpress, Addiopizzo... Nessuna di
queste cose è meno esile di SicilianiGiovani, o della Pantera, o di
Radio Aut, o dell’Alba, nessuna ha un briciolo in più di potere.
Eppure il loro ruolo è diversissimo: ieri si resisteva disperatamente,
s’insegnavano le lettere dell’alfabeto mentre, fuori dalla caverna, il
mondo era dei dinosauri e dei loro passi pesanti. Si poteva sfidarli,
ma a costo di sapere che si sarebbe stati quasi infallibilmente o
calpestati o sbranati. S’insegnava così, per fede irrazionale nella
ragione, solo perché si era Homo Sapiens e in sostanza realmente
sapendo nulla di più di questo
Adesso, invece, la mutazione è già cominciata. Decenni o anni
visibili, catastrofi o tranquille evoluzioni? Non lo sappiamo - non
io: forse qualcuno dei giovani già sì - ma comunque cambiamento. I
segnali sono troppi per non capirli; a Napoli, identica dal
Cinquecento a tutti gli Anni Novanta, ormai esplode tutto, dalla
gestione potere sempre meno "civilizzata" e complessa a quella della
ragione che ormai, fallite le cogestioni dell’affluent society e anche
la clientelizzazione anni Novanta, ormai "tonne en son cratere" come
in altre epoche in cui l’intellettuale era precario, non cogestore,
non complice-medico del Sistema.
Torniamo al giornale: In otto grandi pagine c’è Marsiglia, c’è
Barcellona, c’è Rio... Acqua di mare, anice, resina, vino... Non
mancano gli odori, per chi è capace di annusarne ancora in mezzo a un
mondo di stampa-macdonald. Pensa quel che sarà quando tutte queste
cose saranno cresciute abbastanza da vedersi per come sono, maestri
del mondo nuovo, diversi-uniti, rete...
Info: napolimonitor@yahoo.it.
Informazione 2. Napoli. Il più bel libro di mafia degli ultimi dieci
anni si chiama "Gomorra" e l’ha scritto Roberto Saviano, più o meno la
stessa età dei tre neo-illuministi di cui sopra (ma non s’incontrano,
concedendo un vantaggio indebito al nemico). Ricordate quando si
diceva la Mafia, con la maiuscola, invece di Cosa Nostra?. Poi ci fu
un punto di svolta (Fava, Umberto Santino, i magistrati) e fu chiaro
che di un potere come gli altri si trattava, non di una cosa strana.
Così per Saviano, finalmente, la camorra non è più la Camorra: è come
la chiamano oggi nella realtà - il sistema. Il sistema di Ponticelli,
il sistema di Secondigliano...
Noi, trenta e quarant’anni fa, dicevamo pure "il sistema": ecco,
questa di Saviano è esattamente l’articolazione e maturazione concreta
del sistema intravisto allora. La mafia, in alcuni luoghi più moderni
(e Napoli è il più moderno di tutti: la capitale del pianeta di Philip
Dick o di Andrea Pazienza) non è una patologia o una degenerazione del
capitalismo: *è* il capitalismo medesimo, o almeno di questa fase.
Esattamente come, in un’altra transizione, il capitalismo *era* la
tratta degli schiavi.
Allora, arrivò la rivoluzione industriale a scompaginare le carte: il
capitale da negri, a un certo punto. risultò obsoleto. Può darsi che
anche il capitalismo da droga alla fine verrà reso obsoleto da
capitalismi ulteriori (ad esempio, quello da internet) ma ora come ora
è all’apogeo. Putin è un "camorrista", Cheney è un "camorrista", la
Cina è "camorra"... Ovviamente nessuno di costoro si chiama
formalmente così, ciascuno ha il suo folkloristico nome ma la parola
unificante - a Napoli e nel pianeta - è "Sistema".
(La droga, per Saviano, non è più neanche lei una cosa "strana": è
semplicemente la sostanza che le masse-vittime del Sistema debbono
periodicamente ingerire per andare avanti; il pianeta difatti, in
questa fase, non garantisce più la soddisfazione dei bisogni umani
elementari, tanto fisici quanto emotivi, per ciascuno dei quali viene
dunque prodotto un succedaneo artificiale).
(Promemoria per Saviano: *ma* l’hai dovuto pubblicare da Mondadori, da
Berlusconi, dal stesso Sistema. Non dimenticarlo, perché fra i vostri
compiti è di strappare al Sistema anche il potere di rubare i
cervelli, di gestire, oltre a quello di coca, alnche il rifornimento
delle idee. Adesso, siete in grado di farlo. E già diverse volte nella
storia, d’altra parte, generazioni come la vostra ci sono riuscitre).
Informazione 3. Casablanca? C’è già il secondo numero. E stiamo
lavorando al terzo. Se ce la facciamo, con questa catena vi mandiamo
almeno il gif della copertina. Se no, scrivete o cercateci dove siamo
e ve la facciamo avere. Va avanti come un’Armata Brancaleone, cioò
combattendo, scappando, facendo la fame, reclutando dovunque passa
gente strana, e però andando avanti. In questo secondo numero abbiamo
cominciato la diffusione in Toscana (il primo solo Catania, Palermo e
di Roma). e al terzo dovrebbe toccare a Bologna e Abruzzo. Fatevi vivi
per fare i gruppi locali, redazione/ diffusione/ motore/ rete.
Socialismo in rete. Si chiamano "foneros", sono nati in Spagna e
stanno rivoluzionando il panorama delle reti con un sogno: poter
accedere a internet ovunque, gratuitamente e senza fili. Per
realizzare il loro obiettivo hanno inventato un gioco sociale con
poche e semplici regole, dove basta condividere la propria connessione
per diventare un "fonero" e poter accedere ai collegamenti aperti
dagli altri membri di questa strana confraternita di utenti, dove il
costo del canone mensile per una linea adsl collegata 24 ore al giorno
non serve solo ad una persona, ma viene destinato alla creazione di un
vero e proprio servizio pubblico distribuito. Per mettere in piedi il
sistema, i foneros mettono a disposizione un software che permette di
riprogrammare i router wifi, gli apparecchi utilizzati per creare reti
senza fili su linee adsl. Le piu’ recenti statistiche sulla
popolazione mondiale di foneros indicano che il nostro paese e’ il
terzo per numero di utenti del network, e siamo solo all’inizio
dell’esplosione di questo fenomeno. Piu’ banda per tutti, dunque? Non
e’ detto. Il limite piu’ grosso di questo progetto non riguarda la
realizzabilita’ tecnica, ma la volonta’ politica di realizzarlo. In
Italia, ad esempio, sono teoricamente in vigore norme molto stringenti
per chi vuole condividere la propria connessione a internet senza
fili, e i foneros operano di fatto in disobbedienza civile. Ma i
nostri ministrucoli potranno fare ben poco contro colossi come Google
e Skype, che hanno gia’ finanziato l’iniziativa con una pioggia
sonante di dollari. [carlo gubitosa]
Info: http://www.fon.com
Banalità. A Mondaino (Rimini) un paio di ragazzi si divertono con un
disabile di venticinque anni: fanno una rudimentale croce e ce lo
legano sopra. "Ma era solo uno scherzo". A Padova un poveretto si
butta sotto il treno, i viaggiatori entusiasti si sporgono dai
finestrini e cominciano a fare foto del corpo tranciato in due, da
diffondere via mms a parenti e amici. A Briatico (Vibo Valentia) un
anziano agricoltore, che faceva casino contro il racket, viene trovato
bruciato la sua macchina. A Milano (Mailand) un politico dice che se
il referendum non va a modo suo si passa "alle vie non democratiche",
senza però precisare nè calibro nè tipo di esplosivi.
Acqua. Tutto è cominciato con una inchiestina stupida sui costi delle
bollette dell’acqua alla Maddalena, in Sardegna. Bollette illegali
perchè non si paga a consumo ma a fortait: 120 euro a capoccia. Se una
famiglia di cinque persone vive solo con una pensione minima,
praticamente se ne va tutto per l’acqua. Poi è uscito fuori il
discorso della potabilità. Pare infatti che sono 15 anni che gli
abitanti della maddalena cucinano con l’acqua delle bottiglie, hanno
eritemi dopo le docce e c’è un eccessivo tasso di virus intestinali.
Poi è apparso Indios. Indios è un ragazzo che ha deciso di svegliare
la popolazione maddalenina, facendo notare che non è legale
l’atteggiamento del comune, che i contatori ci sono, che l’acqua è un
diritto inviolabile che viene negato ogni volta. E cominciano le
proteste con le lenzuola appese come striscioni. Viene in possesso di
analisi batteriologiche, si scopre che nell’acquedotto c’è
un’infiltrazione che proviene dalle fogne, quindi l’acqua bevuta è
mista a "cacca", però non si dice. Comincia a dare fastidio, indios,
tanto che la scorsa notte, viene affiancato da un’auto dei
carabinieri, viene portato in un posto isolato, e lasciato lì. Il
motivo? Non si sa. In quel vicolo spuntano tre tizi, che lo suonano
come una zampogna e lo lasciano senza sensi a terra. Indios riprende
coscienza in pronto soccorso, tutto ammaccato. Il giorno dopo gli
operai del comune rimuovono le lenzuola appese per protesta. Strana
coincidenza: appese per tre mesi senza che nessuno facesse nulla,
rimosse dopo la lezioncina data al ficcanaso. Ora indios si chiede:
viste come sono andate le cose, come faccio a fare una denuncia ai
carabinieri, se lì sono stato portato da loro e senza alcun valido
motivo? Ah, dimenticavo: la base americana ha acqua potabilissima.
[antonella serafini]
Bookmark: www.censurati.it
Monumenti. Puglia. Nel 2002 l’allora sindaco di Foggia Agostinacchio
(ANn decise di installare un monumento costituito da un aereo militare
G91 gentilmente fornito dalla vicina base NATO Amendola, di quelle da
cui decollavano i caccia per bombardare l’ex-Jugoslavia. Costo
dell’opera (una rotonda e un piedistallo): 400mila euro. Nel 2004 si
vota: vince il centro-sinistra, ma il nuovo Sindaco Ciliberti non si
accorge delle oltre mille firme raccolte in città contro il monumento.
Dopo alcuni incontri con i pacifisti in cui assicura il suo impegno,
dà l’ok per il completamento dell’opera adducendo motivazioni
burocratiche. [sandro simone]
Bookmark: www.benfoggianius.org
Paolo wrote:
< come stai? morale? salute? come hai vissuto la sconfitta di Rita? e
come sono gli umori in Sicilia? >
* * *
Caro Paolo,
Morale molto alto, son tornato in Sicilia, stiamo facendo questo
giornale Casablanca e stanno nascendo un sacco di ragazzi nuovi. Lo so
che durera un anno (è tutto a debiti) ma almeno in quest’anno ci
divertiamo, e soprattutto formiamo un bel po’ di compagni. Rita, non
l’ho vissuta come sconfitta: abbiamo preso un buon 42 per cento e
abbiamo perso la lista solo per cazzate organizzative (proprio
terrificanti) in alcune città. Io non sono di quelli entusiasti, più
che altro vecchia fanteria: abbiamo preso un bel po’ di posizioni e
parecchie le stiamo tenendo ancorA. Soprattutto stiamo dando il tempo
di crescere a tutta ’sta bella generazione (Addiopizzo e’ solo una
punta di iceberg) che è venuta fuori in questi due anni.
Gli umori? Beh, una parte (diciamo un quarto) si sono già sbandati,
una parte è ancora con le ossa che fanno male e avrà bisogno di un
paio di mesi per riprendersi e una parte (direi un quarto abbondante)
invece è sempre ferma al suo posto, più dura di prima perché non ci
siamo mai aspettati regali e anzi siamo contenti di quel po’ di
terreno che abbiamo guadagnato. Sarà ancora una faccenda lunga, però
la nuova generazione finalmente è arrivata e ora si tratta solo di
tenerle la porta aperta per abbastanza tempo. Ma questo lo sappiamo
fare tranquillamente, anzi direi proprio che è il nostro mestiere >
Persone. Giuseppe D’Urso. Ingegnere, militante storico dei Siciliani,
è stato il primo in Italia a studiare approfonditamente i rapporti fra
mafie e massonerie ("Mafia e P2", ecc.). Morto il 16 giugno ’96, dieci
anni fa. Per onorarlo, liberiamoci da piduisti e mafiosi.
Inti-ill. (by nadia scardeoni) wrote:
< ¿Adónde se fue su gracia,
dónde se fue su dulzura?
¿Por qué se cae su cuerpo
como la fruta madura?
Cuando se muere la carne
el alma busca en la altura
la explicación de su vida
cortada con tal premura;
la explicación de su muerte,
prisionera en una tumba.
Cuando se muere la carne
el alma se queda oscura >
Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche
semplicemente per liberarsene, basta scrivere a
riccardoorioles@sanlibero.it — Fa’ girare.
"A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?" (Giuseppe Fava)
La "Catena di San Libero" è una e-zine gratuita, indipendente e senza
fini di lucro. Viene inviata gratuitamente a chi ne fa richiesta. Per
riceverla, o farla ricevere da amici, basta scrivere a:
riccardoorioles@sanlibero.it.
La "Catena" non ha collegamenti di alcun genere con partiti, lobby,
gruppi di pressione o altro. Esce dal 1999. L’autore è un giornalista
professionista indipendente. Puoi riprenderla su web, mail, volantini,
giornali ecc, purché non a fini di lucro. Puoi forwardarla ai tuoi
amici. Se hai un sito o un blog puoi montarci la "Catena" e i
successivi aggiornamenti.
Parte dei suoi contenuti si possono trovare su
www.sanlibero.it, www.riccardoorioles.org, www.antimafiaduemila.com,
www.antoninocaponnetto.it, www.arcoiris.tv, www.articolo21.info,
www.avvenirelavoratori.ch, www.barcellonapg.it, www.bellaciao.org,
www.censurati.it, www.clarence.com, www.cuntrastamu.org,
www.girodivite.it, www.inmovimento.it, www.laspecula.com,
www.libera.it, www.losfoglio.it, www.macchianera.net,
www.marcotravaglio.it, www.megachip.info, www.nazioneindiana.com,
www.nonluoghi.it, www.peacelink.it, www.peppinoimpastato.com,
www.stefanomencherini.org, www.wema.it, www.zeusnews.com e altri siti;
e su "Antimafia", "Mucchio Selvaggio" e altre pubblicazioni.
Feed RSS: http://italy.peacelink.org/feeds/sanlibero.rss
Chi desiderasse (ma non è obbligatorio: la "Catena" arriva gratis)
contribuire alle spese può:
— fare bonifico su: Riccardo Orioles, conto BancoPosta 16348914 (abi
07601, cab 16500);
— effettuare ricarica telefonica (Tim) su 333.7295392.