Home > La Catena di San Libero 5 gennaio 2006 n. 316

La Catena di San Libero 5 gennaio 2006 n. 316

Publie le mercoledì 4 gennaio 2006 par Open-Publishing

di Riccardo Orioles

Cinque gennaio 1.
"Dal giorno del caso Fortugno pattuglie, caramba, polizia, vigili,
carabinieri. E poi Rai1, Rai 2, Rai 3, La7... Parole, parole e ancora
una volta solo parole. Tante come quelle dei giornalisti. Telecamera
in spalla corrono alla ricerca dello scoop perfetto. Puntano il
bersaglio, lo trovano, gli si avvicinano e gli pongono una domanda
strepitosamente originale, imprevedibile: Hai paura?
Volete la verità? Noi ce lo vediamo proprio nero il nostro domani. Non
c’è molto da ragionare, parlano i fatti: ventisei omicidi impuniti,
mentre dalla tv arrivano le parole di chi ci guarda dall’alto con
sussiego, pacatezza, voce calda, rassicurante. Siamo proprio in buone
mani. Questa è la crudele e amara realtà: politici, amministratori di
aziende pubbliche, mafiosi o succubi, locatori e locatari e tutto
l’ambaradan montato dietro non sembrano altro che gli attori di un
piccolo, banale e ributtante teatrino pronto a venderci nient’altro
che fumo. Questo è l’appello che noi lanciamo allo Stato e alle
istituzioni: vogliamo concretezza, vogliamo tenacia e continuità,
vogliamo che distruggiate queste organizzazioni, che requisiate i loro
beni, che interrompiate i loro traffici mondiali di droga i cui
proventi vengono poi ripuliti in Italia provocando in loro
un’arroganza tale, una consapevolezza tale d’impunità da non
consentire a un cittadino di denunciare neppure un incidente
automobilistico provocato da loro altrimenti la notte ti salta la
macchina in aria... Siamo certi che le istituzioni tutte sappiano
queste cose: e poi? Scusate se non abbiamo chiesto il permesso a
nessuno di scrivere queste cose.
Alcune ragazze del Liceo Scientifico, IVC


Cinque gennaio 2.
Il movimento Cittainsieme, come ogni anno, invita i catanesi a
ricordare Pippo Fava alla lapide alle ore 17 del 5 gennaio. Assemblea
alle ore 19,30 dello stesso giorno a Cittainsieme in via Siena 1.
* * *
Alle ore 18, al Centro Culturale Zo di Catania, Felice Cavallaro
intervisterà Luigi Ciotti, Giulietto Chiesa, Rita Borsellino e Claudio
Fava. Da giovedì a domenica, alle ore 21, il Teatro Angelo Musco
metterà in scena "L’istruttoria, atti del processo in morte di
Giuseppe Fava", di Claudio Fava con Claudio Gioè e Donatella
Finocchiaro. Venerdì Roberto De Benedictis, Adriana Laudani e Claudio
Fava presenteranno "L’istruttoria" alla Galleria d’arte moderna di
Palazzolo Acreide, il paese natale di Giuseppe Fava.


Cinque gennaio 3.

"Caro Turci,
sono esattamente due anni che non esce più il nostro giornale. La Lega
delle Cooperative ha dichiarato che sarebbe intervenuto per riaprirlo.
Con altri compagni, ho avuto fiducia nelle vostre dichiarazioni e sono
rimasto al mio posto a Catania, rifiutando ogni altra offerta. Il
risultato è due anni di drammi individuali e collettivi - le strutture
del movimento antimafioso smantellate, i compagni distrutti o
costretti ad emigrare. Nel frattempo cooperative aderenti alla Lega
hanno sviluppato - con rapidità ed efficienza - rapporti d’affari con
imprenditori contigui alla mafia, in particolare Cassina e Rendo.
Nessun articolo "pericoloso" è uscito, dopo la chiusura del nostro
giornale, sugli imprenditori suddetti.
Ritengo quindi necessario appellarmi alla Sua correttezza per
conoscere la posizione ufficiale della Lega delle Cooperative in
merito a questa operazione: l’esito della quale va addebitato o a
singole Cooperative, o a organismi locali della Lega, o alla Lega nel
suo complesso. In altre parole, Le chiedo di assumersi le Sue
responsabilità e di indicare perché Lei, come dirigente nazionale
della Lega, ritiene di non essere responsabile dell’operazione; e di
indicare, in questo caso, le istanze che istituzionalmente possono
affermare di esserlo. Non per polemica, ma per chiarezza.
Cordialmente, R.O.".

* * *
"Caro O.,
La ringrazio per la Sua lettera e mi rammarico per l’amarezza che in
essa traspare. Quanto a I Siciliani e ai problemi che il progetto di
rilancio ha incontrato, mi sembra di capire che questi ultimi si
collochino tutti al livello della Sua regione, ed è lì che va
eventualmente cercato il bandolo della matassa. Cordiali saluti,
Lanfranco Turci".

* * *
Caro Turci,
quanto Lei dice giustifica il mio pessimismo: poco rilevano, così
stando le cose, le pur lodevoli petizioni di principio espresse a
livello nazionale. Resta a noi superstiti dei Siciliani il dovere di
tener fede agli impegni assunti di fronte all’opinione democratica
della nostra Isola e di cercar di continuare come possibile una lotta
che evidentemente è sostanzialmente nostra. RingraziandoLa per la sua
cortesia, R.O."

* * *
"Caro O.,
in quanto presidente dell’Associazione nazionale cooperative culturali
della Lega intendo assumermi tutta la responsabilità relativa alla
competenza nazionale di questa vicenda. E’ evidente come l’operazione
a questo punto non goda del gradimento delle cooperative siciliane.
Non mi sembra che abbia senso una operazione che ha la sua radice in
Sicilia, che sia sostenuta totalmente dall’esterno. Il Presidente,
Terenzio Verniano".
* * *

"Caro Verniano,
trovo assolutamente deplorevole venirsene a dichiarare ora di
passaggio come "sia evidente che l’operazione non gode del sostegno
ecc.". Perché se così è, è un fatto grave. Un fatto che non si mormora
in una lettera privata, ma si rende pubblicamente noto con tutta
l’evidenza di cui si è capaci. Un fatto su cui si prende formalmente e
responsabilmente posizione, perché non stiamo parlando della
cooperativa delle gelsominaie in Valgardena ma del giornale
dell’antimafia in Sicilia. Lei sa benissimo che se le cooperative
siciliane si sono comportate come si sono comportate i motivi non sono
di ordinaria amministrazione. Tutta la faccenda non era di ordinaria
amministrazione. Anzi, non era nemmeno - in sostanza - una faccenda di
amministrazione. O no?".


Anno nuovo. Sbavaglieranno Benanti? Gli permetteranno di fare il suo
mestiere di giornalista in una città - Catania - che pure teoricamente
non è nè in Uzbekistan nè in Cina? Questo vorrei chiedere oggi ai
molto illustri e rispettati colleghi che oggi e negli altri giorni
parleranno di libertà e di democrazia.


Politica ed economia. Nel caso Unipol, la seconda tutto sommato è
stata più "di sinistra" della prima. Almeno se ci riferiamo -
nell’ambito della sinistra - ai due principali soggetti,
rispettivamente, nella politica e nell’economia. Il primo, il Ds, ha
fino all’ultimo momento tenuto duro nella sostanziale difesa di
Consorte ("Persecuzione!", "Fuori le carte!", "Vogliamo le prove!").
Il secondo, la Lega delle Cooperative, invece l’ha buttato fuori senza
aspettare la sentenza della magistratura, semplicemente per
incompatibilità coi principi etici della cooperazione.

Di questa diversità fra valutazioni giuridico-penali (che riguardano
la magistratura) e valutazioni etico-politiche (che riguardano i
cittadini) i dirigenti della Lega si sono dunque resi conto benissimo,
a differenza dei loro omologhi del partito. A questa posizione sono
stati spinti anche dalla vera e propria sollevazione della loro base:
"Non c’erano i soldi per risanare le coop in pericolo, ma c’erano per
l’Opa!". Determinante, a mio parere, è stata la memoria difensiva di
Consorte: "Avevo soldi all’estero, è vero; ma li ho fatti rientrare
con la legge Berlusconi". "Dunque - proclama il banchiere - attraverso
un’attività pienamente lecita".

"Lecita sì - risponde la base - ma moralmente orrenda. I capitali
all’estero sono l’attività più egoista del padronato; contro di essa
ci siamo battuti per decenni, e c’è voluto un governo Berlusconi -
nostro nemico - per farla diventare lecita legalmente". E’ il vecchio
ragionamento, vetero, fuorimoda e magari anche arretrato, di Di
Vittorio, di Berlinguer, del vecchio popolo comunista. Che a quanto
pare oggi è più rappresentato, o perlomeno alza di più la voce, nella
base della Lega che in quella del Ds.

Come mai? Io penso che si tratti soprattutto di una questione di
classe. La sinistra italiana (il centrosinistra) è ormai
prevalentemente un movimento culturale, non una rappresentanza di
interessi materiali. Si è "compagni" - ma ormai questa parola è
rarissima - non per solidarietà reciproca, ma per una vaga credenza
nei valori civili: Gramsci avrebbe detto non per struttura, ma per
sovrastruttura. In Emilia, nella piccola cooperativa della Lega,
l’aspetto economico è invece ancora quello principale: la prosperità -
dice il Dna profondo di quella terra - o è collettiva o è servitù;
nessuno si può salvare da solo, neanche nelle traversie quotidiane
d’ogni giorno.

Così, l’Emilia "antipatica" e "di destra" (e che spesso assume
posizioni molto più grette di quelle dei progressisti romani: vedi
Cofferati) in realtà è ancora a suo modo profondamente "rossa".
D’Alema, Veltroni, il partito dei buoni sentimenti, possono
permettersi pensieri molto lodevoli sui più svariati problemi, ma si
omologano con tutti gli altri quando si tratta di soldi e di potere:
cuore a sinistra - classicamente - ma portafogli a destra. In Emilia,
il portafogli sarà pure a destra ma contiene denari sudati, strappati
con la solidarietà ed il lavoro a un padronato che, nella memoria
collettiva, fa ancora orrore.

Con ciò non voglio dire che i dirigenti diessini siano peggiori, o
meno "di sinistra", di quelli delle Coop. E’ che hanno una base meno
"compagna" a cui render conto. I valori del mercato assoluto, dei
fatti propri, dell’individualismo egoista - in una parola, di
Berlusconi - sono penetrati profondamente nel common sense di massa
della sinistra. Qualcuno, in questi giorni, ha invocato Berlinguer; e
qualcun altro Pasolini; ma tanto avevano drammaticamente ragione l’uno
e l’altro nel percepire lo sfaldamento della cultura popolare dei
loro tempi e la sua omologazione coi valori "borghesi", che nè l’uno
nè l’altro verrebbero oggi accolti con più di un sorrisino di
sufficienza - non dai dirigenti o dagl’intellettuali, ma proprio dalla
base.

Fanno eccezione (non la sola: ma la più importante) i giovani, o buona
parte di essi. In genere sono molto più "a destra", nella loro (non
colpevole) incultura, di Veltroni, del Manifesto, di D’Alema o di
Fassino. Ma sono ancora al di qua della cultura capitalistica
ufficiale: ci vorranno dieci anni di "lavori" servili, di non-diritti,
di gerarchizzazione scientificamente coltivata, per instillare in
ciascuno di loro i miserabili "valori" di quest’Italia
post-pasoliniana. Giovani, donne, poveri, stranieri: i ribelli del
branco - gestito sempre di più dai maschi adulti, dai soggetti Alfa e
dagli stregoni - sono sempre quelli. Prima o poi terminerà la
preistoria e ricomincerà la storia.


Società. Le persone più importanti d’Italia, gli onorevoli,
s’incontrano con le persone meno importanti d’Italia, i carcerati. Che
cosa possono mai dirsi queste due categorie di persone? Ma è tempo di
Natale, il papa vecchio aveva raccomantato "Fate l’amnistia" e così
gli onorevoli promettono solennemente ai carcerati: "Faremo
l’amnistia". E tanto si sentono buoni e caritatevoli per questa
promessa che non riescono a tenersela dentro o magari a parlarne con i
più intimi al circolo, la sera dopo cena. No: scendono tutti felici in
piazza, con bandiere e cartelli, e annunciano urbi et orbi: "Faremo
l’amnistia" (non dimenticate che questa è una storia di Natale).

Ora, ci sono molti buoni motivi, in un paese come questo, per fare
un’amnistia; e anche per non farla. Fatto sta che quelli s’erano
impegnati, e avevano passato la settimana prima di Natale, oltre che a
fare shopping, a farsi intervistare tutti pensosi sui drammatici
problemi delle carceri e su come finalmente, in omaggio al papa
purtroppo morto e anche a quello nuovo e felicemente regnante, questi
problemi sarebbero stati finalmente in buona parte risolti. La cosa
aveva interessato non poco la categoria dei non-importanti. Ma al
momento di votare materialmente la legge, sorpresa! Non c’era nessuno
in aula, nè dei buoni che volevano l’amnistia nè dei cattivi che la
negavano a ogni costa. Buoni e cattivi, amnistiatori e forcaioli, di
sinistra e di destra, erano tutti felicemente a farsi i cazzi loro, in
qualche località turistica fra le Maldive e Cortina. Con gran
delusione dei carcerati, dei quali tuttavia i meno ingenui da tempo
avevano dichiarato a chi voleva starli a sentire: "Vabbè, sta’ a
vedere che ora quelli si giocano le vacanze per venirci a fare
l’amnistia a noi". E, ovviamente, avevano ragione.


Differenze. Che differenza c’è fra l’islam e noi cristiani? Metti che
in Egitto arrivino un centinaio di disgraziati che scappano da una
dittatura. E metti che un altro centinaio ne arrivi a Milano. In
Egitto li mettono nelle tende. A Milano, o in piazza duomo o nei
container. In Egitto appena si muovono li menano, senza tante
chiacchiere sul rifugio e la dittatura. A Milano li menano solo al
momento di cacciarli da un deposito per ficcarli in un altro. In
Egitto, naturalmente, per strada o nella tendopoli ci ficcano - ma non
fa tanto freddo - anche i bambini. A Milano invece pure, nonostante
che tutto sommato a dicembre ci faccia alquanto più freddo che al
Cairo. E se questi si ribellano e cominciano a urlare "Non vogliamo
restare così"?. Ecco la differenza! Al Cairo sparano senz’altro sulla
folla e ne fanno fuori una dozzina. A Milano invece no: solo
caritatevoli manganellate. Visto che siamo più civili noi?


(Il problema a Catania, in realtà, è che da quando non ci sono più i
Siciliani (che bene o male avevano il prestigio necessario a far da
collante) le spinte centrifughe sono incontrollate. Ogni due-tre anni
nasce una nuova generazione di ragazzi, a volte anche buona ma sempre
poco coesa (Tre anni fa scorso abbiamo cercato di metterne insieme un
po’, è andato tutto benissimo per sei mesi, dopodiché improvvisamente
e per motivi futili sono esplosi in schegge. Adesso, quelli che
sopravvivono, vanno avanti ognuno per sè). In più, c’è un fatto
"politico": un tempo noi eravamo tutti vagamente e moderatamente "di
sinistra", nel senso che da un lato gli avversari erano politicamente
omogenei (socialisti, dc) e dall’altro noi stavamo attenti a mantenere
una certa indipendenza dalla sinistra ufficiale ecc.

Adesso, dopo tre o quattro anni di caso Catania (in cui i ladroni sono
destra e sinistra fifty-fifty), succede che molti ottimi ragazzi
nascono qualunquisti ("sono tutti uguali" ecc.), e di solito sono i
più impegnati qui ed ora; quelli che non lo sono, tendono a rifugiarsi
sotto le ali dei Ds o di rifondazione, o comunque a difenderli sempre
e comunque. Questo rende difficilissima una mentalità di "sinistra
scettica", senza cui secondo me è difficile lavorare seriamente in una
situazione come Catania. Cerchiamo ancora di parlare coi ragazzi, di
tenerli insieme ecc. ma a volte pensando che, in questa fase, è più
per testimonianza futura che per reali possibilità di successo.
D’altra parte, come si fa a valutare una situazione quando ci si è
dentro? Nel dubbio, la cosa più sana è cercar di tenere la porta
aperta, teoricamente quelli che vengono dopo dovrebbero saperne di più
- se riusciamo a mantenere una memoria - di noi e dunque essere più
efficienti. Comunque, questo è solo un punto di vista, il mio).


Parole proibite. Metalmeccanici. Dovrei scrivere che sono un paio di
milioni e che da parecchi mesi sono in agitazione o in sciopero
(nell’imbavagliamento generale) per cento euri d’aumento sul
contratto. Ma è già abbastanza aver scritto la parola che non si
scrive, che è educatamente vietata su tutte le tv e i giornali. Cazzo
e figa sì. Metalmeccanici no.


Cime di Rapper. Moddi Mc e’ considerato il piu’ grande interprete
italiano di Freestyle, l’arte dell’improvvisazione canora che
rappresenta il cuore della cultura Hip Hop. Le basi musicali sono la
materia prima su cui i "Master of Ceremony" costruiscono narrazioni in
rima che in Puglia assumono un sapore particolare, colorando il canto
con il dialetto e con il colore del mare. La vita non e’ facile per un
ragazzo che vive solo del suo talento, senza sponsor o case
discografiche alle spalle, ma cio’ nonostante Moddi non ha una grande
stima della societa’ che dovrebbe tutelare i suoi interessi e quelli
di altri piccoli autori: "A casa ho un assegno da 75 mila lire -
racconta - ed e’ tutto quello che ho ricevuto dalla Siae, mentre per
le quote di iscrizione e per gli spettacoli che faccio in giro ho
dovuto sborsare tantissimi soldi, che puntualmente vanno a Celentano e
Casadei". Mentre noi cerchiamo la musica dei vip nelle boutique del
disco, c’e’ chi crea musica dietro casa nostra per lanciare un
messaggio alla gente della propria terra. "Mi domando spesso -
racconta Fido Guido, autore di ragamuffin tarantino - come mai si è
detto così poco mentre si assisteva alla dstruzione della zona delle
100 masserie dove giace oggi l’Ilva. Quasi ogni notte si sente in
città puzza di gas, lo sanno tutti ma quasi nessuno costruisce
alternative concrete al problema della disoccupazione, allora io
chiedo: Taranto, perché ti fai questo?" [carlo gubitosa]


Spot. "Firma anche tu l’appello on-line di Arcoiris Tv! Vorremmo che
tutto l’archivio della RAI fosse sempre disponibile gratuitamente via
internet. In questo modo ognuno di noi potrebbe scegliere da solo cosa
vedere e quando". (Oltre tre milioni di persone si sono collegate ad
Arcoiris nel 2005: erano tredicimila nel 2003 e 131mila nel 2004).
Info: comunicazioni@arcoiris.tv
Bookmark: www.arcoiris.tv


Spot. L’Isola Possibile in tutte le edicole della Sicilia, col
Manifesto o da sola. In questo numero: No Tav no Ponte; Benanti, Un
regalo per Ciancio; Pecoraro, Rivelazioni di un pentito; Perna,
Radiografia del racket. Ed ancora: intervista a Santoro, elezioni a
Messina, lavoro e precari, ricordo di Pippo Fava e tanto altro.


Spot. Mozilla Veneto xe el primo (e unico) web browser interamente in
Lengoa Veneta. Questo sito se dedica ala tradusion in lengoa Veneta
del browser Mozilla Firefox. Firefox el xe stà scargà xa da 25 milioni
de utenti nei primi mesi del 2005 divenendo così el browser nr.1 nel
mondo Unix e nr.2 nel campo Windows.
Bookmark: mozillaveneto.sourceforge.net


Alessandro Paganini wrote:
< In Zambia, solo in Zambia, ci sono 630.000 orfani (dati Unaids
2004). Il ministero degli esteri che vorrei, invece di passare il
tempo a imbellettare per l’opinione pubblica le "decisioni" prese al
nostro posto dagli USA, dovrebbe ad esempio istituire un ufficio per
le adozioni internazionali in Zambia. Ad esempio. Tra parentesi, il
70% delle famiglie zambesi ha adottato uno o più di questi orfani. Noi
civili, invece, per adottare (acquistare) un bambino ci mettiamo 5
anni e 20000 euro >


Ettore Lo Maglio wrote:
< Vorrei che non ci fossero piú lapidi a lastricare i muri di Sicilia
a tracciare la fine delle speranze dei Siciliani liberi e onesti.
Vorrei che presto,molto presto, venisse incisa un’epigrafe: "Qui giace
Cosa Nostra, strumento di morte ed ingiustizia, di schiavitú e di
odio, sconfitta dalle donne e dagli uomini che han creduto, credono e
crederanno nella vita e nella giustizia, nella libertà e nell’amore. I
siciliani posero"


Paul Elouard wrote:

Avis

< La notte prima della sua morte
Fu la più corta della sua vita
L’idea di esistere ancora
Gli bruciava il sangue ai polsi
Il peso del suo corpo l’opprimeva
La sua forza lo faceva gemere
E’ proprio al fondo di quest’orrore
Che ha cominciato a sorridere
Non aveva un compagno solo
Ma milioni e milioni a continuarlo lo sapeva
E il giorno si levò per lui >


Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche
semplicemente per liberarsene, basta scrivere a
riccardoorioles@gmail.com — Fa’ girare.
"A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?" (Giuseppe Fava)


La "Catena di San Libero" è una e-zine gratuita, indipendente e senza
fini di lucro. Viene inviata gratuitamente a chi ne fa richiesta. Per
riceverla, o farla ricevere da amici, basta scrivere a:
riccardoorioles@gmail.com.
La "Catena" non ha collegamenti di alcun genere con partiti, lobby,
gruppi di pressione o altro. Esce dal 1999. L’autore è un giornalista
professionista indipendente. Puoi riprenderla su web, mail, volantini,
giornali ecc, purché non a fini di lucro. Puoi forwardarla ai tuoi
amici. Se hai un sito o un blog puoi montarci la "Catena" e i
successivi aggiornamenti.
Parte dei suoi contenuti si possono trovare su
www.sanlibero.it,www.antimafiaduemila.com, www.antoninocaponnetto.it,
www.arcoiris.tv, www.articolo21.info, www.avvenirelavoratori.ch,
www.barcellonapg.it, www.bellaciao.org, www.censurati.it,
www.centomovimenti.it, www.clarence.com,www.cuntrastamu.org,
www.girodivite.it, www.inmovimento.it, www.laspecula.com,
www.libera.it, www.losfoglio.it, www.macchianera.net,
www.marcotravaglio.it, www.megachip.info, www.nazioneindiana.com,
www.nonluoghi.it, www.peacelink.it, www.stefanomencherini.org,
www.wema.it, www.zeusnews.com e altri siti; e su "Antimafia", "Mucchio
Selvaggio" e altre pubblicazioni.
Feed RSS: http://italy.peacelink.org/feeds/sanlibero.rss
Chi desiderasse (ma non è obbligatorio: la "Catena" arriva gratis)
contribuire alle spese può:
— fare bonifico su: Riccardo Orioles, conto BancoPosta 16348914 (abi
07601, cab 16500);
— effettuare ricarica telefonica (Tim) su 333.7295392.