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La Catena di San Libero 7 giugno 2005 n. 287

Publie le lunedì 6 giugno 2005 par Open-Publishing

riccardo orioles


Sud. C’era una volta, in un paesino della Sicilia in un’estate cosi’,
un gruppo di ragazzi che aveva semplicemente voglia di andarsene a mare
a farsi un bagno. In quel paesino, pero’, la cosa era un po’ complicata
perche’ tutta la costa - bellissima, con gli scogli - era completamente
occupata da ville, stabilimenti, spiagge recintate e chi piu’ ne ha
piu’ ne metta. Certo, camminando un po’ si arrivava a trovare qualche
scoglio ancora libero: ma perche’ devi farti due chilometri col sole
per farti un bagno, quando stai in un paese cosi’ di mare che la gente
viene di lontano per vederlo? "E poi e’ anche contro la legge" disse
uno dei ragazzi. "Che cosa?" fece un altro. "Non possono fare cosi’.
Questo e’ terreno dello stato. Non ci si puo’ costruire". "Vabbe’, la
legge...". "Perche’ - fece il terzo - siccome siamo in Sicilia, la
legge non deve valere?".

La legge, effettivamente, da quelle parti non valeva granche’. Pochi
anni prima, in un paese vicino, avevano fatto saltare per aria un
ragazzo e poi gli avevano anche detto "estremista". Comunque i nostri
eroi scavalcarono un recinto ("Non hanno il diritto di mettercelo!") e
si fecero il bagno. Un paio di giorni dopo erano qualcuno in piu’. Una
settimana dopo erano una ventina. Allora occuparono uno dei recinti, ci
fu qualche storia con i guardiani (quelli diciamo cosi’ legali, e
quelli della particolare legalita’ locale) pero’ loro tennero duro.

Siccome erano dei ragazzi educati, stavano attenti a non lasciare nulla
per terra (lattine, carte di sigaretta, roba cosi’) quando andavano via
e anzi dopo un po’, visto che ci tornavano sempre, decisero di fare una
bella pulizia generale ogni giorno col rastrello. Cosi’ quel pezzetto
di spiaggia ("spiaggia occupata": l’unica illegale, o legale, secondo i
punti di vista, del paese) divento’ uno splendore: neanche a Taormina o
a Mondello c’era mai stata una spiaggia cosi’.

Bene, l’estate dopo i ragazzi - non e’ che in Sicilia allora ci fosse
piu’ lavoro di ora - ebbero un’idea geniale: fecero una cooperativa
(gestione e pulizia della spiaggia, o qualcosa del genere) e chiesero
la concessione al comune. Tanto si misero a camurria che alla fine
gliela dovettero dare. Insieme per fare una spiaggia, difenderla e
tenerla pulita, significa insieme anche per molte altre cose. Alla fine
si accorsero - meglio tardi che mai - che in fondo stavano facendo pure
politica. E che politica! Meglio che occupare le scuole, perche’ qua si
costruiva pure qualcosa. Meglio che fare i volantini generici contro i
padroni, perche’ qui ai padroni - che la’, vi assicuro, erano gente
*molto* incazzosa - gli si toglieva concretamente un po’ di quel che
s’erano fregato e lo si ridava alla gente, e addirittura guadagnandoci
pure da vivere grazie al lavoro utile che nel frattempo si faceva. Alla
fine, cosi’, fondarono un Gruppo Politico (ma in realta’ l’avevano
fondato gia’ il primo giorno che avevano scavalcato quel recinto) e lo
chiamarono Gruppo Capaci 88; Capaci sarebbe il nome del paese e
ottantotto l’annata.

Adesso che vi ho detto il nome del paese capirete subito che per "fare
politica" da quelle parti i partiti in realta’ erano solamente due:
Quelli Che Comandano (detto anche Cosa Nostra, detto anche Mafia oppure
anche, secondo i tempi, con questo o quel nome di partito) e Quelli Che
Non Vogliono Essere Comandati (con tante etichette, ma sostanzialmente
sempre quelli). Il gioco si fece sempre piu’ duro e a un certo punto,
fra le altre cose, gli antimafiosi fecero pure una Rete (che alla fine
si perse per vanita’ dei generali: ma questa e’ un’altra storia) e a
Capaci, naturalmente, i primi a farla furono i ragazzi nostri.
Impararono, colpo su colpo, un casino di cose; qualche anno dopo, nel
’94 - ma dovete pensare a tutti i calendari fra l’88 e il ’94, da
quelle parti e altrove - arrivarono a fare pure una lista per sindaco
e... e vinsero, alla faccia di tutti, per quattro voti!

Capaci cosi’ divento’ uno dei comuni siciliani amministrati
dall’antimafia (noi li chiamavamo comuni liberati) e, finche’ duro’,
fece un sacco di cose per il paese. La gente quel periodo se lo ricorda
ancora: anche perche’, quando si riperse il comune, resto’
un’opposizione cazzutissima guidata, guarda caso, sempre dai nostri
ragazzi di spiaggia ormai un po’ ingrigiti.

"Allora io e i miei compagni di avventura del gruppo 23 maggio eravamo
dei bambini, io avevo solo nove anni ma vedevo in quei ragazzi dei
modelli, sono stati i nostri primi miti!".

Ehi, un momento! Chi cavolo sei tu, ora, e da dove salta fuori st’altro
gruppo?

Ogni anno, quando muore Falcone, i mafiosi festeggiano (non solo loro)
ma i siciliani onesti scendono giu’ a ricordarlo con striscioni e
bandiere. Cosi’ anche quest’anno, cosi’ anche a Capaci. Quelli che
dieci anni fa erano dei bambini, quest’anno si sono organizzati, sono
andati casa per casa a farsi dare da ogni famiglia un lenzuolo, ci
hanno scritto le parole di Falcone e li hanno appesi ai cavalcavia.
Hanno preso dei manifesti scritti a mano e li hanno attaccato
dappertutto: padre Puglisi, Martin Luther King (quello del sogno),
Peppino Impastato. E i volantini: "Un popolo che paga il pizzo e’ un
popolo senza dignita’" (sono quelli che fanno incazzare di piu’ i
mafiosi). Infine hanno fatto una manifestazione, senza personaggi
importanti (che non servono a niente) ma con tutti i ragazzini del
paese, organizzata dal neonato "gruppo 23 maggio" (ed ecco che
cos’era), dalla rete Lilliput (i locali no-global) e da tutti gli altri
antimafiosi.

Figuratevi il sindaco! E’ un certo Enzo Longo, scelto direttamente -
secondo me - da Cosa Nostra. "Manifesti abusivi! Stanno imbrattando il
paese!". Manda le guardie e li fa togliere tutti. "Via, via! Che cosa
penseranno di noi gli amiiici di tutto il resto della Sicilia? Leva
quel Falcone!". Alla fine, sui muri sono rimasti solo i manifesti
abusivi autorizzati, quelli cioe’ che non parlano di mafia ma solo di
supermercati e di politici perbene.

Vabbe’, non e’ finita li’. Domenica naturalmente i ragazzi hanno fatto
un’altra manifestazione (con Lumia dell’antimafia, la moglie di Libero
Grassi e i ragazzi dell’Addio Pizzo di Palermo), hanno rimesso in giro
foto e manifesti, hanno raccolto le firme per la geniale campagna
"Contro il pizzo cambia i consumi" (cioe’, se sai che un commerciante
paga il pizzo, NON comprare da lui). Insomma, continua. Non avete idea
da quanto tempo continua - una generazione dopo l’altra, le piu’ belle
generazioni di questo mondo - e potete avere invece un’idea precisa di
quando finira’: finira’ il giorno dopo che sara’ finita la mafia, fra
un anno o fra dieci o quando sara’, fino a quel giorno preciso e non un
istante prima.

Bookmark: http://www.23maggio.cjb.net
Info: 23maggio@libero.it

* * *

Ah: e perche’ vi conto tutte ’ste storie di paese? Per non dovermi
mettere a scrivere pure io di Berlusconi e di Rutelli. Volevate il
pezzo politico? Bene, il pezzo politico e’ questo. La politica si fa a
Capaci, amici miei, e la stanno facendo i ragazzini. A Roma, coi grandi
politici, stiamo a perdere tempo.


Qualcuno chiederebbe a Dino Frisullo come fare per uscire dalla crisi
del centrosinistra? Oppure a Umberto Santino che fare con l’economia
"sommersa"? O a Gino Strada come reagire ai referendum europei? No:
abbiamo i nostri grandi politici, fra cui alcuni proprio di sinistra, e
ci pensano loro. Oggi fanno due anni che a Dino, anche volendo, non si
puo’ piu’ chiedere niente. Facciamo deportazioni forzate, rifiutiamo le
leggi europee antirazzismo, non ci schieriamo contro la tortura,
esportiamo sempre piu’ armi da guerra. Questo ci dice Amnesty
International: chiediamo a noi stessi che cosa fare, visto che non
possiamo piu’ chiederlo a Dino.


"Questa trasmissione non s’ha da fare". Quella di Stefano Mencherini,
"Mare Nostrum", il documentario - ormai famoso, ma censurato da Rai e
Mediaset - sui lager-Cpt per gli immigrati, e in particolare sul centro
Regina Pacis, gestito dalla Curia di Lecco, denunciato da numerosi
specialisti (fra cui, a suo tempo, anche Dino Frisullo) e sfociato
infine nell’arresto - per violenze sugli immigrati - di don Cesare
Lodeserto. Non tutti, in Vaticano, danno copertura a gente cosi’: ma
alcuni si’ certamente (a suo tempo anche Marcinkus fu coperto), e a
questo punto dal nuovo papa si gradirebbero meno alati discorsi e piu’
concreti calci nel sedere per gli aguzzini come Lodeserto. In Rai,
ovviamente, e’ ridicolo parlare di consigli d’amministrazione e di
informazione (e ne parlano purtroppo anche compagni presi in mezzo) se
si continua a *censurare* Mare Nostrum cosi’ come a suo tempo si
censuro’ Borsellino. Scandalo nello scandalo, a censurare ora ci si e’
messa pure l’Ansa, che prima era un’agenzia d’informazione e ora ha
cancellato la notizia - drammatica - dello sciopero della fame di
Mencherini.

Bookmark: http://www.stefanomencherini.org


Sciopera la Rai, sciopera il Corriere. Persino i giornalisti - che e’
tutto dire - alla fine si sono accorti del Grande Bavaglio che - come
Sauron - sempre piu’ s’estende e fa buio tutto.


Referendum 1. L’eugenetica e’ uno spauracchio? Non e’ che una cosa
perche’ la dice un papa per forza dev’essere completamente priva di
senso. Adesso stiamo facendo un referendum buono e giusto, per
difendere le donne (di cui molti maschi, e in specie preti, non hanno
ancora digerito la libera esistenza) e per tenere un po’ a distanza
fantasie come la cittadinanza italiana all’embrione, allo spermatozoo o
al Dna. Pero’ poi dobbiamo fare un altro referendum per stabilire che
nessuna ricerca sugli embrioni umani possa essere fatta a fini di
lucro, che nessuna medicina ricavatane possa essere brevettabile e che
nessuna scoperta in questo campo possa essere mai soggetta a copyright
o sottratta alla comunita’ scientifica per motivi aziendali. Ricerca
libera si, ma libera veramente e aperta a tutti. Galileo lo
imbavagliarono i papi, ma oggi dovrebbe guardarsi dalle multinazionali,
tanti vaticani moderni, ma senza alcun umanesimo e con molti piu’
mezzi.


Referendum 2. Non c’e’ piu’ religione (laica). Il papa s’affaccia e
dice: fratelli, domenica prossima non andate in chiesa. Nella nostra
religione laica, l’andare in chiesa e’ votare.
Non e’ un ragionamento politico: e’ fondativo. Nessuno scandalo se
Rutelli pastrocchia (fa, rozzamente, politica: e anche Fini,
simmetricamente e strumentalmente, "vota strano"); ne’ se Ruini fa
propaganda (vuol essere un partito e non una religione? Affari suoi).
Al limite neanche la violazione del concordato, con conseguente reato,
da parte di Sua Eminenza e’ particolarmente scandalosa: ormai le leggi
le violano tutti, figurarsi se andiamo a chiederne il rispetto proprio
a un cardinale. Ma che Pera e Casini, vale a dire i papi della
Repubblica, proclamino "non votate" e’ una bestemmia terrificante, da
fare accartocciare su se stesso il Quirinale e trasformare all’istante
i corazzieri in fricchettoni. Il fatto che non siano stati
immediatamente incriminati per tradimento e arrestati - o solennemente
sconfessati da Ciampi il Due Giugno - e’ segno della deriva dei
continenti: eravamo fra Europa e Africa, siamo finiti presso le Ande.


Rai. Il prossimo presidente sara’ una statua in gesso, a grandezza
naturale, di Petruccioli.
In un primo momento volevano mettere lui di persona, ma poi hanno
pensato che di gesso e’ il medesimo, e in piu’ non si rischia
d’infastidirlo mentre dorme. L’unica volta che hanno provato a
svegliarlo e’ stato per dirgli che il Manifesto stava parlando male di
lui. Ha bofonchiato che allora il Manifesto era maestro e complice dei
brigatisti, s’e’ voltato dall’altra parte e s’e’ rimesso a dormire.


Rutelli e Montezemolo. Uno sfascia il centrosinistra possibile, l’altro
prepara il centrosinistra castrato ad usum confindustriae. "Basta con
la politica, sacrifici". Non e’ una novita’, e’ esattamente la storia
del *primo* centrosinistra, quello vero: da una parte quelli che
dicevano "riforme", dall’altra quelli che rispondevano "sacrifici".
Arrivo’ De Lorenzo e, senza neanche dover faticare troppo, mise
d’accordo tutti. Adesso, in Confindustria, si comincia a parlare di
"scelte coraggiose", non necessariamente basate sul consenso.


Burqa e burqisti. Si’, ma se una il burqa se lo vuol mettere da se’ per
forza? Prendi quella Fallaci per esempio, poveretta. Con tutto il
Botticelli e il Boccaccio che pure da qualche parte qualche volta avra’
intravisto, a tutti i costi vuol essere matamora e talebana, avvolta in
un densissimo burqa (o cappuccio inquisitorio) virtuale nero, che non
le lascia vedere niente e dev’essere anche un po’ scomodo da portarsi
addosso. Povera donna. Difenderla (come i compagni baroni) proprio no,
perche’ la legge e’ legge e se dice che non puoi tirar sassi ai preti
allora non ne puoi tirare neanche ai marabutti. Parlare in liberta’,
parlare tutti? Certo, proprio cosi’: ma ormai, a quelli come lei, se
gli dici una cosa del genere prima ti scomunicano e poi ti tirano un
colpo d’alabarda o di scimitarra. E allora? Io, se fossi il giudice, le
direi "Si’ signora, ha ragione lei, certo signora e’ vero, come la
capisco". Le darei un bel paio di santini nuovi per farla contenta e la
rimanderei a casa sua con un sospiro. "Si’ lo so, cancelliere, ma come
si fa? Via, non verbalizzi. Finta di niente".


Italiani brava gente. Ma comprano tranquillamente Pitigrilli e la
Fallaci, li vogliono Senatori del Regno, li mettono in prima pagina sul
Corriere e li difendono dai pazzi giudici non-conformati che pretendono
 guarda un po’ - di punirli se eccitano allo sterminio di arabi,
abissini o ebrei.


Alala’. "Pisanu: la vergogna della Repubblica. Chiudiamo i lager
c.p.t.". Per questa scritta su uno striscione, il giorno della
Repubblica, il governo ha fatto caricare coi manganelli i pacifisti in
corteo: "oltraggio", "istigazione" e "scritta non autorizzata".
Insomma, legnate a chi parla male del governo. C’era bisogno di tanta
acqua di Fiuggi per riscoprire alla fine il santo manganello?


Nostradamus. 1978: muore il Papa, la Juve vince lo Scudetto, il
Liverpool vince la Coppa Campioni, la Fiorentina si salva all’ultima
giornata, l’Inter vince la Coppa Italia, l’Ascoli e’ promosso in Serie
A giocando l’ultima partita col Modena. 2005: muore il Papa, la Juve
vince lo scudetto, il Liverpool vince la Champions League, la
Fiorentina si salva all’ultima giornata, l’Inter e’ finalista di Coppa
Italia, l’Ascoli e’ in lizza nei playoff per la promozione in A e gioca
l’ultima partita col Modena. L’anno dopo il 1978, il Milan fini’ in B e
il suo presidente fu arrestato... [Luciano Seno]


Libri 1. "Liberta’ di critica e di ricerca" era un seminario
organizzato a Palermo qualche tempo fa. L’occasione, un paio di
ricercatori e giornalisti condannati per aver parlato male di politici
non nemici dei mafiosi. Ne e’ stato ricavato un libro (Claudio Riolo,
Liberta’ di informazione, di critica e di ricerca nella transizione
italiana) che puo’ essere richiesto a Bardi Editore 06.4817656

Info: bardied@tin.it

* * *

Libri 2. "L’ombra del potere", di David Lane, dell’Economist. Parla di
cose innominabili, almeno alla televisione italiana. Presentazione a
Firenze, organizzata da Libera e dall’antimafia toscana, sabato alle 18
al Giardino Caponnetto. Interventi: Alfredo Galasso della Fondazione
Caponnetto, Massimo Del Papa di Mucchio Selvaggio, Salvatore Calleri,
Elisabetta Caponnetto.

* * *

Libri 3. Cos’hanno in comune "Fata Morgana" di Gianni Celati e "Nella
citta’ del pane e dei postini" di Giorgio Messori? Entrambi sono
entrati in finale al premio Viareggio ed entrambi sono di collaboratori
di "Zibaldoni e altre meraviglie", un bel sito italiano di letteratura.

Bookmark: http://www.zibaldoni.it


Culture. Assegnato a Farid Adly, giornalista libico-messinese e
antimafioso, il premio annuale dell’Osservatorio Europeo sui Media
Multiculturali. I soldi (5.000 euri) sono stati girati all’associazione
Najdeh, una cooperativa di donne del campo profughi di Sabra e Chatila.
Cosi’ in un colpo solo abbiamo fatto *abbiliari* (abbiliare, riempire
di bile) Bin Laden, Provenzano e Bossi.


Antislamica. Sudan. Due inviati di Medicins Sans Frontieres arrestati
per aver documentato oltre duecento casi di stupro di donne africane da
parte di miliziani islamici filogovernativi. Riportare questa notizia
e’ antiislamismo.


Antiamericana. Calligari sparato da due o tre armi diverse, torture a
Guantanamo, terrorismo del governo "occidentale" (oppositore bollito
vivo) in Uzbekistan. Riportare queste notizie e’ antiamericanismo.


Societa’. Parigi. Cinque mesi a un liceale (Samuel Morville, 17 anni)
per "outrage a’ personne depositaire de l’autorite’ publique" nel corso
di una manifestazione contro la riforma della scuola. Al "tribunal
correctionnel" dove si e’ svolto il processo, cordoni di Crs hanno
impedito di assistere a chiunque non fosse avvocato o testimone. Il
ragazzo ha rifiutato la pena di "lavori di interesse sociale" che gli
era stata proposta (a Roma, di recente, gli occupanti di un liceo sono
stati "condannati" dal preside a lavare le auto dei professori).


Sicilia. La Regione sta svendendo per 165 milioni una delle sue
principali proprieta’, la Sarcis. Il deputato verde Micchiche’ sostiene
che il valore di mercato supera invece il miliardo. Ma nessuno pubblica
niente, sulle tv e i giornali siciliani (che sono tutti di proprieta’
ecc. ecc.), di questa secondaria polemica da 835 milioni.


Cronaca. Riccione. Affittata per tre mesi dalla Citroen l’intera
citta’, con diritto di esporre marchi, girare spot, cambiare i cartelli
autostradali e comunali, ecc. Il sindaco, diessino, ne e’ felice.


Cronaca. Roma. Ferito da una coltellata alla gola un ragazzo che
cercava di opporsi all’irruzione di venti fascisti armati nel centro
sociale Forte Prenestino. La squadra e’ arrivata all’improvviso su auto
e moto, ha fatto irruzione in un settore del centro picchiando i
giovani rimasti dopo un concerto ed e’ fuggita all’arrivo di altri
compagni.


Spot. Reporter Associati si fa in tre: alla vecchia testata si
affiancano infatti "Reporter Associati World News" e "Reporter
Associati International" che copriranno rispettivamente l’attualita’
internazionale e quella specifica del mondo arabo (in piu’ lingue). A
coordinare il tutto c’e’ la Reporter Associati Independent Media
Initiative, alla quale aderiranno - viene annunciato - altre testate.
"La garanzia di indipendenza da qualsiasi condizionamento politico e
economico e la policy che ci impone di non accettere contributi da
partiti politici o da organizzazioni governative (ne’ da
multinazionali) rimane infatti la strada maestra che seguiremo
nell’impegno quotidiano che ci aspetta per svolgere il nostro lavoro di
reporter cosi’ come abbiamo fatto in questi anni".

Bookmark: http://www.reporterassociati.org


Spot. < Wema e’ uno dei piu’ vecchi giornali in rete, esiste dal ’97,
ha duemila iscritti alla newsletter e una media di duemila accessi al
giorno. Abbiamo l’ambizione di essere liberali gobettiani, in ogni caso
europeisti, in ogni caso contrari agli attuali governi di Italia e Usa,
critici verso la povera sinistra italiana, facciamo molta attenzione a
scrivere equilibratamente di Medio Oriente. Scrivono per Wema un
veterocomunista, una radicale, tre specialisti di mediooriente, Piero
Ricca (colui che diede del buffone a Berlusconi), Carlo Ruta
(giornalista antimafia), Jole Garuti (coordinatrice di Libera) e tanta
altra gente, chi dal Sudamerica, chi dal Canada, chi dall’Olanda e chi
dall’Inghilterra. Scriveteci per collaborare >

Info: gandini@wema.it
Bookmark: http://www.wema.com


Persone. E’ morto Piergiorgio Maoloni, il piu’ grande grafico italiano.
Sessantottino, erede diretto di Abe Steiner, e’ stato lui a rinnovare
completamente il linguaggio grafico - e non solo - dei quotidiani
italiani: ha ucciso l’articolessa e l’elzeviro e ha introdotto l’icona,
la scheda, il percorso grafico integrato al testo e i livelli
coordinati di lettura. Dal giornale di palazzo a quello dei lettori. Se
i contenuti giornalistici avessero seguito un’evoluzione altrettanto
colta e coraggiosa, oggi in Italia avremmo la stampa piu’ leggibile, e
dunque libera, del mondo.

Io lo ricordo con particolare affetto per due motivi precisi. Fu lui a
progettare - gratis - il bellissimo Avvenimenti dei primi anni Novanta,
esempio tuttora insuperato di magazine popolare, non palloso e non di
palazzo; ed e’ stato ancora lui a progettare i Siciliani Quotidiano del
’93, che non arrivo’ in edicola per defallaince di sostenitori - e poi
per la vittoria di Berlusconi, che fece terra bruciata
degl’imprenditori impegnati - ma che, nel suo numero zero, resta lo
stato dell’arte di quegli anni (molte soluzioni poi riprese dai
"grandi" quotidiani apparvero proprio li’ per la prima volta).

In entrambe le imprese, una vincente e l’altra no, Maoloni s’impegno’
senza riserve e a tempo pieno, apportandovi non solo le sue enormi
capacita’ artistiche e professionali ma anche lo spirito militante di
uno che comprendeva benissimo le ragioni della liberta’ e
dell’antimafia. L’impegno civile - "rivoluzionario", si diceva allora -
per lui non era qualcosa da aggiungere nei momenti liberi, un
"entusiasmo", ma un terreno da affrontare con la medesima serieta’ e
buonmestiere del lavoro "neutro"; che anche nei momenti piu’ tecnici ne
veniva dunque inspessito e illuminato. Quando il mondo tornera’ sui
suoi piedi, bisognera’ imparare moltissimo da quei professionisti - un
altro e’ il "pubblicitario" Baldoni - che hanno fatto comunicazione
modernissima senza mai rinunciare alle radici popolari e umaniste della
nostra sinistra. Lisitskij, i costruttivisti, Gropius, l’altro
Novecento.


Premio Ilaria Alpi a Maria Cuffaro, di Rai3. Coraggio, approfondimento,
non-supponenza, leggerezza: giornalismo.


Antonio Labanca wrote:
< Provo a sviluppare il ragionamento di Beppe. Il concepito e’ un
"prolungamento" del corpo della madre. La quale ha pieno diritto morale
(non legislativo) di tenerselo o di escluderlo. Mentre la scienza entra
nel profondo della fisiologia, qualcuno ritiene che sia un "fumetto"
cio’ che un microscopio elettronico e’ in grado di leggere come insieme
di cellule che innescano una vita umana nuova. E forse questo genere di
umani che si sentono "piu’ avanti" rimpiange il fatto che la
riproduzione non avvenga a mezzo di uova, di modo che non si ponga
alcun problema di rapporto tra madre e figlio. Natura, ahinoi, vuole
invece che la vita inizi proprio cosi’: intanto creando un rapporto
simbiotico e di totale dipendenza del concepito da una madre. Una
dipendenza tale che nella liberta’ della stessa donna vi sia anche
quella di considerare cio’ che si e’ generato un semplice
"porlungamento". C’e’ un altro modo di generare? si’, quello
artificiale... dove sia consentito sentirsi "padroni della vita", in
nome di illuministico senso di onnipotenza >


Alessandro Paganini wrote:
< Giusta la diagnosi popolare - "sono tutti uguali" - ma sbagliata la
terapia - "e allora non me ne interesso". Non interessandoci, facciamo
esattamente il loro gioco: al ladro straconviene che non ci siano
testimoni! Bisogna seguire, invece, controllare tutto, iniziando a
partecipare ai consigli di Circoscrizione, associarsi, condividere
informazioni, denunciare.
Se siamo i soliti quattro gatti, ovviamente ce l’abbiamo in quel posto.
Se ci dividiamo il lavoro, raddrizziamo la nostra democrazia, e,
scusatemi, sara’ un po’ piu’ gratificante che non passare tutto il
nostro tempo libero consumando i "divertimenti" precotti che ci
propinano proprio per distrarci e cloroformizzarci i neuroni >


Amerigo Bigagli wrote:
< Secondo te la costituzione europea fa schifo, ma serve a rendere
vitale l’Europa. Ma quale Europa? Accenni ad una potenza europea
(esercito, marina, politica...) e accetti quello che passa il convento.
La conclusione piu’ ovvia e’ che ti sta bene un’Europa suddita
dell’America perche’ negli ambiti che citi non c’e’ niente che possa
consentire all’Europa di competere con gli USA. Esiste invece un’ambito
nel quale gli USA sono a livello basso e pertanto l’Europa potrebbe qui
svolgere un ruolo di superpotenza. Mi riferisco alla proposta partita
da Lidia Menapace e dalla Convenzione di donne contro le guerre e fatta
propria dai noviolenti italiani: ossia la scelta di un’Europa neutrale
e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta; un’Europa
costruttrice di pace con mezzi di pace, grazie a quella forza politica
che le verrebbe dalla sua presenza in terre di conflitto con proposte
di dialogo, con utilizzo di corpi civili di pace, con inteventi di
cooperazione, con processi di riconciliazione, con apporto di
giustizia. Nessuno puo’ dire con certezza se un tale progetto puo’
funzionare, ma d’altra parte una cosa e’ certa: la storia umana
dimostra che la macchina militare come garante di pace, giustizia e
salvaguardia del creato ha fallito >


Rocco P. wrote:
< Chiedo di essere tolto dalla lista. Non condivido l’impostazione
politica della Catena, non ne trovo particolarmente interessanti o
stimolanti le opinioni (nulla che non potrebbe dire mia mamma) ne’
ricevo attraverso questa Catena informazioni a me prima sconosciute >
* * *
Fatto. La ringrazio per la pazienza avuta fin qua. Temo che con il
futuro diventero’ ancora piu’ noioso: le cose che Sua mamma pensa, che
fino a pochi anni fa erano magari banali, col passare del tempo
diventano sempre piu’ rivoluzionarie. Fra un paio di anni, per essere
considerato estremista, bastera’ essere contro la schiavitu’, il
cannibalismo o il lavoro non-contrattualizzato.


Paola M. wrote:
< Il rapporto 2005 di Amnesty International presentato il 25 maggio in
diversi paesi e’ dedicato "al grande senso di liberta’, alla curiosita’
e al coraggio di Enzo Baldoni" >


< Viterbesi. Forse sara’ perche’ siamo viterbesi e ci manca il senso
della "virilita’ romana" (come spiegava Marcello Mastroianni in Una
giornata particolare di Ettore Scola), ma mandare la gente a morire ci
ripugna. Come ci ripugna mandare la gente ad uccidere.
Come ci ripugna addestrare la gente ad ammazzare. Ci manca il senso
della virilita’ romana, abbiamo solo il senso dell’umana pieta’.
E dal governo, dal parlamento, dal capo dello stato che in violazione
di quanto disposto dalla legge fondamentale della Repubblica Italiana
continuano a mandare a morte i nostri figli in quella che fu la fertile
mezzaluna ove la civilta’ umana nacque e oggi sta morendo, non
condoglianze che ci offendono piu’ che sputi, non retorica sacrificale
di chi sacrifica sempre gli altri, non promesse tanto solenni quanto
fasulle, non offe macchiate del sangue dei morti, solo una cosa
vogliamo: ripristino immediato della legalita’ sancita dalla
Costituzione della Repubblica Italiana, ripristino del rigoroso
rispetto dell’articolo 11 della Costituzione che proibisce all’Italia
di partecipare alla guerra in corso in Iraq, cessazione immediata della
partecipazione italiana alla guerra.
Ed al posto delle armi e degli armati cola’ inviare ingenti aiuti
umanitari a tutte le vittime; inviare cola’ innumerevoli -
innumerevoli, si’ - operatori ed operatrici di pace organizzati in
forme disarmate e nonviolente: autentici corpi civili di pace;
esercitare una solidarieta’ concreta e orientata alla vita di tutti, al
disarmo di tutti, alla convivenza di tutti, in sincero e generoso aiuto
ad una popolazione cinque volte martoriata: dalla dittatura fin
genocidaria prima; dalle guerre durante, poi ed ancora; dal decennale
embargo assassino delle vittime piu’ innocenti; dall’occupazione
militare straniera stragista e torturatrice, dai terroristi di tutte le
bande.
E adesso fate tacere le grancasse, e lasciateci piangere in silenzio i
nostri morti. >
[Beppe Sini, Centro per la pace di Viterbo, nbawac@tin.it]


Mim Al-Lombez, poeta kurdo, wrote:

Ode a Rutelli

< Tu Cicciobello, detto "cicorione",
Tu che alla destra offristi l’insalata
D’una sinistra fratta e frantumata,
Tu surrogato dell’opposizione

Vanitoso radicchio,
Troppo innaffiato di televisione
Che liquidasti in un sol di’ l’unione
Per primeggiare in altro governicchio

Dicon di te che sei depurativo
Amaricante, diuretico, per certo sedativo
Ma distillando cicuta a "mortadella"
Con la faccia pensosa gia’ abbronzata

Precipitasti tutti noi in padella
Risuscitando la destra smandrappata.
E or la sinistra grazie alla tua boria
Per anni mangera’ pane e cicoria! >


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