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di Riccardo Orioles
A che punto siamo. Guardiamoci in faccia: non e’ vero che il signor B.
e’ "mafioso". Ha avuto, questo si’, contatti con elementi vicini a Cosa
Nostra, come Dell’Utri e Mangano. Ma i rapporti con elementi del genere
erano gia’ tradizionali nell’establishment finanziario italiano. Craxi
protesse il banchiere Calvi, e Andreotti Sindona. Il rapporto fra mafia
e politica, e fra capitali da riciclaggio e finanza, non e’ mai stato
quel che sarebbe dovuto essere, nel nostro Paese. In piu’, il Nostro
era homo novus, brianzolo, non navigato. E’ possibile che tali rapporti
(fisiologici, lo ripetiamo, non inventati da lui) siano stati condotti
in maniera ingenua e poco prudente. Questo spiegherebbe l’altissimo
prezzo che egli ha dovuto pagare - contro ogni proprio ragionevole
interesse - per difendere a oltranza personaggi di quell’area. La
"politica" governativa sulla mafia e’ stata deplorevole, ancor peggiore
di quella - gia’ abbastanza rinunciataria - del centrosinistra dei
tardi anni Novanta. Ma la questione dei rapporti personali apre un
problema in piu’, e instaura nella fisiologia di questo governo una
prima componente eversiva.
* * *
Il programma politico di Berlusconi, le sue "riforme" istituzionali, i
suoi singoli provvedimenti (in ispecie sulla magistratura e
sull’informazione) ricalcano esattamente il Piano di Rinascita
Democratica della P2 di Licio Gelli: che era, per accertamento
giudiziario, un’associazione eversiva. Potrebbe essere una semplice
coincidenza, un portato ideologico dello sviluppo dei tempi. Ma molti
esponenti di ora risultano partecipi anche formalmente della P2 di
allora: Silvio Berlusconi (tessera n.1816), Fabrizio Cicchitto (tessera
n.2232), Publio Fiori (tessera n. 1878), Antonio Martino (domanda
scritta di affiliazione), Paolo Mosca (tessera n.2100), Gustavo Selva
(tessera n.1814). Da buon moderato, qui limito il cerchio dei pidusti
ufficiali alla lista dei 900 di Castiglion Fibocchi e non anche a
quella dei 1500 dell’Allegato 2B della Relazione Anselmi. Ma anche
cosi’ ce n’e’ abbastanza da individuare, nella composizione
dell’establishment attuale, una seconda componente eversiva.
* * *
Il partito della Lega Lombarda, e poi della Lega Nord, e poi della
Padania, non si propone affatto - com’e’ fin dalle origini
riscontrabile dal suo dibattito interno - un diverso assetto dello
Stato italiano, ma una secessione da esso. Questa secessione puo’
essere - a secondo dei tempi e delle circostanze - insurrezionale o
legalitaria, diluita nel tempo o traumatica. Ma sempre di secessione si
tratta. In diverse occasioni (i "centomila armati", le "pallottole per
i giudici", i "serenissimi") questa secessione e’ stata - quantomeno -
minacciata in forma violenta. E’ stato istituito, in violazione non
solo della Costituzione ma di specifiche norme del codice penale, un
corpo paramilitare, le Camicie Verdi. E qui si e’ avuta una deplorevole
tolleranza - pro bono pacis - da parte della Magistratura, che avrebbe
dovuto invece, ai sensi delle leggi vigenti, operare arresti e chiudere
sedi.
Il senso del ridicolo cui in genere s’accompagna, nella percezione
pubblica, l’azione di tali movimenti e’ abbastanza simile a quello con
cui all’inizio venivano accolte le prime SA o i primi nazionalisti "da
stadio" serbi e croati. Ci si augura che stavolta le camiciate non
diano luogo a tragedie e si mantengano nella farsa. Ma, anche cosi’,
concretano una terza componente eversiva nell’ambito del regime. Che, a
questo punto, in parte e’ "di destra" ma in parte e’ semplicemente
eversivo; oltre che, da un paio di settimane, nettamente di minoranza.
Esso ora lavora alacremente per vincere, di riffe o di raffe, le
elezioni. Qui portera’ Tremonti, e non gia’ l’ingombrante Berlusconi.
Ma sa gia’ che le probabilita’ di farcela sono molto poche, e che fra
un anno in Italia tornera’ in vigore il codice penale.
* * *
In questa situazione, del tutto eccezionale e quasi extra legem, noi
cittadini ci attendiamo la massima vigilanza da Carlo Azeglio Ciampi
non solo come presidente della Repubblica ma anche - secondo
Costituzione - come comandante delle Forze armate. Nei paesi civili,
questo genere di cose non va ricordato. Ma da noi, qui e ora, forse
si’. La disperazione puo’ giocare brutti scherzi e certa gente, che
gia’ di Costituzione ne mastica poco, potrebbe essere tentata da idee
molto infelici. L’unico golpe esplicito della storia italiana,
trent’anni fa, lo fece la guardia forestale. Adesso, l’ingrato compito
toccherebbe alla guardia padana... Ma in Italia i golpe non sono sempre
quelli che si vedono. Nel primo centrosinistra, ad esempio, minacce e
"boatos" bastarono a moderare parecchio le spinte riformatrici di
Nenni, Moro e Lombardi: e dunque a modificare sostanzialmente la storia
del Paese.
Educational. I ragazzi occupano il liceo, e dopo l’occupazione lo
riconsegnano in ordine e senza danni. Vengono condannati a varie
punizioni, fra cui pulire i cessi della caserma, parcheggiare le
macchine dei prof in cortile, e cosi’ via. Nello stesso momento, pochi
chilometri piu’ in la’, dentro il ministero, il ministro Micciche’
sospira pensando all’amico Martello. Gli altri ministri discutono se
vendere prima le spiagge o vendere prima il Colosseo. Adornato rilascia
interviste sulla coerenza, Dell’Utri sul nomos di Socrate e Calderoli
sull’Italia. A Milano, la scuola di porno (il Master per l’hardcore)
recentemente istituita va a gonfie vele.
Calipari. Non facciamone una polemica, e parliamone anzi meno che si
puo’. Ricordiamoci invece che abbiamo delle basi americane in Italia,
che queste basi risalgono ai tempi in cui l’America era di Roosevelt e
Kennedy, e che ora essa e’ invece dei loro avversari.
Quando il governo italiano tornera’ autonomo, prendera’ - con calma e
prudenza, e con la massima cortesia - il provvedimento che a suo tempo
prese De Gaulle: invitare l’amico governo degli Stati Uniti a
sgomberare rapidamente mezzi e uomini dal territorio nazionale. Nel
caso nostro le basi potrebbero essere affidate congiuntamente alle
forze armate dell’Unione europea (se ci saranno fra tre-quattro anni) o
altrimenti di quei paesi europei che saranno disposti a costituire
subito il primo nucleo di esse. Altre soluzioni non ce n’e’, e certo
non e’ una soluzione discutere di giustizia e di diritti con un regime
che assolve i torturatori e ammanetta i bambini.
La Fiat, che era degli Agnelli, ora e’ delle banche. Con questo,
l’italia esce definitivamente dal capitalismo per entrare nello strano
regime in cui capitale finanziario e industriale coincidono.
L’occupazione industriale e’ scesa ancora a febbraio. In Inghilterra,
dove l’economia e’ stata privatizzata prima ancora che in Italia,
stanno gia’ vendendo la loro Alfa Romeo (la Rover) ai mullah iraniani.
Chissa’ a chi finira’ la Ferrari, qua da noi, signora mia.
Sicilia. A Bagheria, bizzarramente, i giovani cittadini (di sinistra)
mettono cartelli contro Provenzano: e dunque in polemica, oltre che con
Cosa Nostra, con la Cassazione.
In Afganistan ricominciano - ma non avevano mai smesso - a lapidare le
donne. In Germania un ministro propone di mettere il braccialetto
elettronico ("per il loro bene") ai disoccupati. In Florida la
legittima difesa viene estesa al "m’hai guardato storto": puoi
cominciare a sparare appena ti senti minacciato. In Italia chiudono un
sito perche’ ha parlato male del papa.
Informazione. Lo scoop di Macchianera (www.macchianera.net) sul
rapporto Calipari mi fa venire strani pensieri su quel che succederebbe
il giorno che tutti ’sti blog del cazzo si organizzassero e dicessero
"d’ora in poi i giornali siamo noi". Secondo me e’ solo per abitudine
che consideriamo Corriere, Repubblica ecc. come "i giornali",
"l’informazione", ecc. Secondo me gia’ ora i giornali siamo noi, e solo
siamo troppo timidi e imbranati per capirlo.
Appuntamenti. Cinisi (Palermo). Dal 7 al 9, Forum sociale antimafia
Felicia e Peppino Impastato. "Il quadro politico si e’ aggravato, con
l’approvazione del progetto di demolizione della Costituzione nata
dalla Resistenza antifascista, con la prosecuzione della tutela
legislativa di interessi privati, con l’emergere sempre piu’ allarmante
di complicita’ a livello istituzionale e politico, evidenziato dalla
condanna di Marcello dell’Utri e dal rinvio a giudizio del presidente
della Regione siciliana, dagli arresti di rappresentanti di una
borghesia mafiosa ben inserita nei palazzi del potere e nel sistema
economico-finanziario. In questo quadro fare informazione e’ diventato
sempre piu’ difficile, con il monopolio delle televisioni e
l’intimidazione verso le poche voci libere. Discuteremo di questi
problemi, con particolare attenzione al territorio, e dedicheremo a
Felicia un’intera mattinata con interventi e letture sul ruolo delle
donne nella lotta contro la mafia, dai Fasci siciliani ai nostri
giorni. Si terranno un concerto di uno dei gruppi musicali piu’
prestigiosi e impegnati, i Modena City Ramblers e un concerto del
cantautore Pippo Pollina e ci saranno mostre, spettacoli e proiezioni".
Norma wrote:
< Ho votato per una delle liste che sostenevano Claudio Burlando per la
presidenza della regione Liguria. L’ho votato per la mia profonda
avversita’ verso la destra che governa il paese, e che governava la
regione; perche’ non era ministro nel governo D’Alema che ha coinvolto
l’Italia nella guerra in Kossovo; perche’, pur avendo la fortuna di
poter svolgere attivita’ politica ogni giorno, non sottovaluto
l’importanza del momento elettorale.
Masticando amaro per la sconfitta del sistema proporzionale, che
garantiva se non altro una maggiore rappresentativita’, e per il taglio
personalistico che la campagna elettorale ha inevitabilmente assunto,
ho contribuito all’ elezione di Claudio Burlando.
Ed ecco il suo primo atto di governo: ottenere, con un rapporto quasi
personale con Claudio Scajola ("i due Claudi" li definisce la stampa)
il finanziamento di dieci navi militari: manufatti di elevatissima
tecnologia, la cui qualita’ si misura in capacita’ distruttiva. Era
indispensabile, mi si dice: si trattava di cinquemila posti di lavoro.
Non metto in discussione la serieta’ di questo problema. Ma dal "mio"
Claudio (si fa per dire, naturalmente) mi sarei aspettata una richiesta
precisa di diversificazioni produttive non militari che, oltre ad
essere moralmente indispensabile, avrebbe garantito i lavoratori dai
rischi di un poco probabile ma auspicabile periodo di pace. La stampa
magnifica l’asse bipartizan tra i due omonimi e glissa sulle capacita’
distruttive e sul prezzo astronomico delle navi che si vanno a porre in
cantiere. Evita di sottolineare che investimenti cosi’ cospicui
avrebbero potuto garantire altrettanti posti di lavoro nella scuola,
nella sanita’, nella previdenza. Certamente non altrettanti profitti;
ma non si stava parlando di posti di lavoro?
Io penso tristemente alla Liguria colorata di arcobaleno che
campeggiava sui manifesti elettorali di Claudio Burlando, ai pacifisti
che militano nel suo partito, alla soddisfazione per la sua elezione e
giuro, come diciamo a Genova : "A proxima votta, turna".
* * *
mareitano@libero.it wrote:
< ’’La Sicilia deve essere dotata di nuove infrastrutture, anche con il
ponte sullo Stretto’’.
Lo ha detto l’onorevole Anna Finocchiaro! Ma tutti sappiamo che il Ds
di Messina, il capogruppo al comune Gaetano Giunta, la maggioranza dei
delegati al congresso regionale e nazionale hanno votato un documento
che sostiene una tesi opposta. Non e’ la prima volta che la
Finocchiaro, leader nazionale dei Ds, prende delle posizioni opposte a
quelle decise nelle sedi democratiche del partito. Successe gia’ nel
2001 quando al congresso del partito catanese fu approvato un documento
che impegnava i deputati catanesi a votare contro l’intervento militare
in Afghanistan. Anna Finocchiaro "democraticamente" voto il contrario
cioe’ a favore della guerra in Afghanistan. Ora Anna Finocchiaro e’
candidata come capolista dei DS al consiglio comunale di Catania.
* * *
Ne’ Burlando ne’ la signora Finocchiaro sono, ovviamente, di sinistra.
Sono semplicemente dei signori feudali come Scajola o Scapagnini, con
l’unica differenza (che gia’ puo’ spingerci a sostenerli) di essere
meno feroci. Naturalmente, questa e’ una situazione provvisoria: prima
o poi speriamo infatti di riuscire a introdurre tecniche decisionali
democratiche persino nei partiti della sinistra, dove attualmente le
decisioni vengono prese - come nella destra - da pochi privilegiati.
(r.o.)
Fabio wrote:
< "Torino. Contestata all’universita’ una lezione del seminario...".
Non ho letto altri commenti sull’episodio di Torino, ma forse bisogna
essere piu’ cauti. C’e’ rischio di confondere l’antisemitismo con
l’insofferenza (anche maleducata) verso la contraffazione della
realta’. Spesso l’informazione sul conflitto tra israeliani e
palestinesi non e’ granche’ equilibrata, anche nelle universita’. Si
invoca l’equidistanza, dimenticando spesso che tra i due contendenti
uno occupa e l’altro subisce l’occupazione, uno detta le regole e
l’altro vi si deve conformare, uno monopolizza le risorse e l’altro si
arrangia.
Alla lezione sul conflitto mediorientale voluta dalla professoressa di
Torino, spicca l’assenza di una voce palestinese. Una dimenticanza?
Certo, esiste ancora l’antisemitismo: odioso come sempre e’ il
razzismo. Ma - come avrai notato - c’e’ anche chi usa strumentalmente
l’accusa di antisemitismo contro coloro che sostengono la causa sempre
piu’ disperata dei palestinesi. Oggi, e’ difficile stabilire quale dei
due fenomeni sia piu’ diffuso in Italia. Nei media sicuramente il
secondo, nelle universita’ non saprei. Per questo motivo, in casi come
questi forse e’ meglio "condannare" solo dopo essersi ben documentati >
* * *
Stefano wrote:
< "Io esprimo la mia solidarieta’ alla professoressa di Torino...". Lo
faccio anch’io. Mi pare di notare i pacifisti e riformatori israeliani
vengano tacitati da entrambe le parti e che gli unici atteggiamenti
compresi e comprensibili nei confronti di Israele sia il
fiancheggiamento o la negazione del diritto all’esistenza. Come ti ho
gia’ scritto, non solo sono contrario ad una visione cosi’ "talibana"
del mondo. Sull’argomento consiglio la lettura di "Vittime - Storia del
conflitto arabo-sionista 1881-2001" (Benny Morris, Rizzoli, 2001) nel
quale sono spiegati con dovizia di particolari i demeriti e le colpe
delle classi dirigenti degli uni e degli altri; per dimostrare che
Palestina e Israele non sono affatto alternative e che di questo passo
non si va da nessuna parte >
Giancarlo wrote:
< Invito il sig. Albertini a sciacquarsi la bocca delle stupide parole
pronunciate in merito alle troppe bandiere rosse ed a ricordare che
dovrebbe essere il sindaco di tutti e non solo di quella parte politica
che da oltre 10 anni cerca di svilire i valori fondanti della nostra
nazione e di demonizzare chi ha dato la vita per liberarci dal
nazifascismo.
Oggi e’ la festa di tutti ed in piazza vorrei le bandiere di tutti
coloro che in questa festa si riconoscono; chi si sottrae e’ solo
quella parte politica, di cui il sig. Albertini e’ espressione, che ha
raccolto a se’ per farne maggioranza fascisti , razzisti e
separatisti >
Alessandro wrote:
< Il nuovo Papa Ratzinger ha detto che pregava per non fare il Papa,
Berlusconi ha dichiarato che il governo bis non lo voleva fare, e
Storace non voleva fare il ministro.
Benissimo, che si levino dai piedi: Don Gallo al Vaticano, Gino Strada
alla Sanita’, e a palazzo Chigi ci mandiamo mia nonna, che ha tirato su
4 bambini da sola fra bombardamenti e rastrellamenti nazisti, e i conti
te li fa tornare in due settimane >
Auteur wrote:
< Ma smettetela di scrivere delle idiozie. Siete sempre i soliti
perdenti del ’68. Non avendo argomenti validi vomitate la merda che
avete dentro sugl’altri >
Tito Gandini wrote:
< Francia. Il no alla costituzione europea affascina per quel diritto
che si vuole avere di verificare che cosa faccia mai questa Europa.
Molti a veder la Bolkenstein si sono sentiti gabbati dalla destra: con
una direttiva frega ogni parlamento nazionale, ogni sindacato, ogni
controllo sociale. Da un punto di vista politico pero’ un no francese
alla costituzione europea potrebbe voler dire molte cose. L’Europa
arriverebbe spaccata al secondo anno del nuovo mandato Bush, poprio
quando si prospetta una ripresa della propaganda bellica contro l’Iran.
Che peso avrebbe l’Europa pacifista se fosse proprio uno dei Paesi
antiatlantici ad avere tradito? Che mai direbbe Bush? Direbbe proprio
quello che ha detto ai tempi della campagna prebellica irachena sulle
armi di distruzione di massa: "La Francia non e’ l’Europa", solo che
questa volta non solo avrebbe ragione, ma sposterebbe il baricentro
politico europeo su di un’asse liberista: Inghilterra, Danimarca,
Polonia, Bulgaria, Romania, Italia >
vittorio@asti.net wrote:
Due epigrammi inattuali
< Sia pace ai frati,
Purche’ sfratati:
E pace ai preti,
Ma pochi e queti.
Cardinalume non tolga lume:
Il maggior prete
Torni alla rete.
Leggi, e non re. >
* * *
< Chi da’ fama?
I giornalisti.
Chi diffama?
I giornalisti.
Chi s’infama?
I giornalisti.
Ma chi sfama
I giornalisti?
Gli oziosi, ignoranti, avidi, tristi. >
(E’ fiacca, lo so, ma abbiate un po’ di pazienza che prima o poi la
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