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La Cgil: "Un confronto a senso unico, dal governo nessuna risposta"

Publie le giovedì 31 luglio 2008 par Open-Publishing

La Cgil: "Un confronto a senso unico, dal governo nessuna risposta"

di Sara Farolfi

Un teatrino un po’ ridicolo, per non dire molto, anzi per non aggiungere nulla a quanto già sul piatto. Questi gli umori in Cgil, ieri, al termine del primo incontro tra governo e parti sociali su crescita e salari. Nessuna proposta di merito è stata avanzata dall’esecutivo (partecipavano all’incontro i ministri Tremonti, Sacconi, Brunetta e Scajola). Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha annunciato la volontà del governo di intavolare con le parti sociali «una discussione sistematica e a cadenza mensile». La crescita, a cui il governo subordina qualsivoglia intervento a favore di lavoratori famiglie e pensionati, è prossima allo zero. Se ci sarà, «il dividendo fiscale», come lo ha definito Tremonti (Brunetta ha aggiunto «il dividendo dell’efficienza») sarà diviso con scelte in accordo con le parti sociali. Questa la posizione espressa dall’esecutivo.

«I problemi restano intatti come prima dell’incontro. Abbiamo posto al governo una serie di questioni ma l’esecutivo non ha risposto, e questo è un metodo di dialogo che in realtà è a senso unico», commenta a caldo Guglielmo Epifani, segretario generale Cgil. Di tutt’altro tono le reazioni in casa Cisl - «condivido lo spirito della proposta del governo», dice Bonanni - e Uil - «condivido la scelta di avviare un confronto per far crescere l’economia del paese», detta Angeletti. Per non dire di Confindustria che, con le parole della presidente Emma Marcegaglia, si accoda alla condivisione di metodo e richiama a «un confronto concreto e non formale».

Ma il tavolo per arrivare a un «patto per la crescita», originariamente invocato proprio da Bonanni, non si può dire fosse partito sotto i migliori auspici. Almeno per quanto riguarda la Cgil. Con una finanziaria (se tale la si può chiamare) esclusivamente di tagli e, ultime, la norma cosiddetta ’anti precari’ e quella sull’assegno sociale. Forse perciò ieri, in premessa, l’esecutivo ha parlato di una correzione alla norma che preclude ai precari la possibilità di ottenere dal giudice la stabilizzazione. Omettendo, naturalmente, il ’quando’ e il ’come’. Anzi, appena qualche ora prima era stato lo stesso Sacconi a parlare di correttivi per garantire una disciplina coerente con l’accordo tra Cisl, Uil e imprenditori del 2001. Un accordo senza la Cgil, appunto.

Lo stesso Sacconi ieri ha ribadito l’intenzione di prorogare, previa verifica, la detassazione degli straordinari, estendendolo anche al pubblico impiego. «Resto contrario e resta il fatto che il provvedimento non è che una goccia in mezzo al mare», risponde Epifani, che sul tavolo del confronto con il governo ha messo la restituzione del fiscal drag, il confronto sul Libro verde sul welfare di Sacconi, e quello sulla pubblica amministrazione. Bonanni è su un’altra lunghezza d’onda: «Le questioni non si affrontano solo col braccio di ferro, perchè altrimenti si aggiungono macerie a macerie. La lotta non produce Pil e un sindacato che dice solo no non è un movimento sindacale».

Per quanto riguarda la trattativa sulla riforma del modello contrattuale il tavolo di ieri, tra sindacati confederali e Confindustria, si è riaggiornato a giovedì, quando si cercherà di tirare un punto ’politico’ prima della pausa estiva. Forse per non esarcerbare i toni, anche in vista dell’incontro con il governo, si è parlato di un «tavolo tecnico». Con l’allargamento del confronto, dal calcolo dell’inflazione, al peso da assegnare ai due livelli di contrattazione. Le distanze restano. Quanto profonde, si capirà meglio giovedì.

Il Manifesto