Home > La Consulta boccia alcuni comma della legge 40

La Consulta boccia alcuni comma della legge 40

Publie le venerdì 3 aprile 2009 par Open-Publishing

La legge 40, voluta fortemente dai teodem, e’ una delle leggi piu’ brutte e volgari del mondo. Offende la donna che tenta di essere madre e viola i suoi fondamentali diritti di persona.

E’ pertanto una legge palesemente anticostituzionale, eppure il veto della Corte Costituzionale non scatta d’ufficio nemmeno davanti a simili orrori, ma consegue a un ricorso fatto da una coppia ferita nei suoi diritti e a valutarlo ci mette, badate bene, la bellezza di cinque anni! Un tempo cosi’ lungo da essere esso stesso un insulto alla sfera dei diritti del cittadino, tanti piu’ che questa legge offende le donne, una categoria da sempre pregiudizialmente penalizzata e discriminata dalla Chiesa e da quella parte dello Stato che intende cedere al reato di favoreggiamento confessionale per opportunismo politico verso la Chiesa, un reato molto grave per uno Stato che ha il dovere primario di essere laico e super partes. Per di piu’ uno Stato che non perde colpo per penalizzare ogni giorno di piu’ una donna gia’ lesa nella parita’ dei diritti, nella parita’ di retribuzione e di carriera, nella aprita’ di ruolo politico e gestionale, nella parita’ umana della sua disponibilita’ sfruttata in assenza di sostegni sociali.

Le donne costituiscono la parte piu’ ampia di questo elettorato. Seguire la Chiesa sulla pessima strada di chi intende discriminare le donne da’ una tinta fosca e reazionaria a questo Governo.

Il trattamento morale, legale, lavorativo e sociale delle donne e’ la cartina di tornasole del carattere progressivo o regressivo di una societa’ e si vede da qui se essa intende maturare ed evolvere o regredire e involvere.

Purtroppo non solo la Consulta impiega 5 anni a dichiarare illecite alcune parti della legge 40, ma lascia invariati tutti i punti fondamentali: il divieto di rispettare la volonta’ della donna, il carattere irrevocabile della sua decisione, la sua impossibilita’ a rifiutare l’impianto di embrioni marci, il divieto di ridurre gravidanze plurime, il divieto di ricerca sulle staminali embrionali, ma soprattutto il principio che non si deve pensare allo stato di salute e al rischio della donna ma solo all’embrione.

A questo punto, nella grande irritazione di quelle forze che questa legge l’hanno voluta e che sentono la sentenza della Consulta come “una intollerabile intromissione nei poteri del Parlamento” (sigh), salta fuori Fini che finge di preoccuparsi delle donne ed elogia queste correzioni come
una vittoria di civilta’. Molto strano, visto che le forze maschili di An questa legge 40 l’hanno voluta e votata.

La realta’ dei fatti e’ meno gloriosa delle dichiarazioni di Fini: la legge non e’ molto migliorata, le correzioni della Corte l’hanno resa anche piu’ farraginosa e assurda e occorrerebbe a questo punto una revisione totale da parte del Parlamento, se non fosse che anche le forze dell’opposizione, essendo in massima parte formate da uomini, non hanno poi tutto questo interesse a fare una legge migliore che tuteli la donna.

Risultato: la donna e’ e resta discriminata: non puo’ rifiutare all’ultimo minuto l’impianto, deve subirlo come una condanna fatale irrevocabile, non puo’ rifiutare di subire l’introduzione di embrioni marci, deve sapere che in caso di pericolo si preferira’ salvare l’embrione e non lei. Sara’ sempre, per volere della Chiesa, messa al secondo posto rispetto a un embrione, che, ripetiamolo mille volte, e’ solo una possibilita’ di vita, sapendo che, anche di fronte a questa vaga potenzialita’, lei, creatura formata, senziente e pensante, sara’ comunque messa da parte senza che si tenga conto della sua volonta’ e della sua salute.

Contro lo sterile trionfalismo di Fini (ma quando mai i maschi di AN si sono schierati a favore dei diritti femminili?), resta il fatto che per le donne 2300 anni di civilta’ occidentale non hanno significato nulla, 2000 anni di Cristianesimo che dalle donne e’ nato e sulle donne ha stabilito la sua influenza non hanno significato nulla, e siamo rimasti ancora ad Aristotele e alla sua definizione per cui la donna “e’ e non puo’ essere altro che il contenitore del figlio dell’uomo”!

masadaweb.org