Home > La DEDICATO ALLA MEMORIA
COMITATO GENITORI MILITARI
CADUTI IN TEMPO DI PACE
Referenti : Angelo Garro e Anna Cremona
Via Castel Morrone, 5 - 20129 Milano
Tel.Fax 02.7389527 - Cell. 338.9351886
E-mail : cogemil.caduti@aliceposta.it
http://www.alpinorobertogarro.it
DEDICATO ALLA MEMORIA.
Oggi 23 gennaio 2005, nell’approssimarsi del prossimo 27 gennaio, giorno della memoria, in una giornata fredda e grigia resa ancor più tetra dal divieto assoluto di circolazione delle auto, ci riporta alla memoria a noi che li abbiamo vissuti, benché piccoli, quei lontani giorni che dal 1940 al “44 il coprifuoco ci costringeva ad estenuanti ma necessarie limitazioni di guerra; cosicché dopo aver attraversato una quasi città fantasma, silenziosa e spettrale come sotto la minaccia di un nuovo coprifuoco, a bordo di un autobus che dal cimitero di Chiaravalle dove sempre ci rechiamo, perché viva la memoria; torniamo dalla solita visita quotidiana alla tomba di nostro figlio, riportandoci a casa.
Sono circa le 18.00, forse più tardi, difficile precisarlo meglio, quando in tv appare il C130 dell’Aeronautica Militare atterrato a Ciampino, laddove autorità militari schierate, alla presenza del Capo dello Stato Ciampi e signora, politici di tutte le estrazioni, fra cui alcuni sindaci con fascia tricolore, un mare di giornalisti; tutti, come in una scena da operetta, si schierano e si inquadrano per presentarsi alle tante telecamere dal loro lato più fotogenico o telegenico.
Assistiamo davanti allo schermo del televisore il ”servizio speciale” che documenta il rientro in patria della salma del M.llo Simone Cola deceduto in Iraq a Nassiryia.
Ma non è un’operetta, anche se ancora una volta il grande spettacolo mediatico sconvolgerà ogni regola di mestizia e di dovuto silenzio, come le coscienze e la commozione della gente semplice come noi avrebbe voluto.
A noi ancora una volta davanti a quello schermo del televisore e a quella bara torna alla memoria tutto il dolore e tutta la disperazione che già vivemmo il 12 novembre 2003 ed ancora viviamo ogni qualvolta muore un soldato, noi che costituzionalmente “ripudiamo la guerra” per le immagini che ci riportano alla memoria, di quando, noi abbracciammo la bara con la salma di nostro figlio avvolta in quella bandiera. Anche se tutto ciò, avvenne quasi anonimamente, senza cerimonie e senza sfarzo. Essa ci fu consegnata da un cappellano che subito dopo si congedò dall’esercito dalla vergogna per non essere riuscito ad assolvere nemmeno al un semplice incarico di consegnare con dignità un soldato caduto in servizio in tempo di pace.
Ancora una volta alla vista di co-tanto spettacolo noi genitori inorridiamo di disgusto per l’ipocrisia ed il cinismo con cui un nostro caduto serve solo per una campagna elettorale ormai prossima,
infatti ci vien da chiederci dove erano i “lor signori” e soprattutto dov’era tutta la loro commozione quando appena quattro mesi or sono, era il 22 settembre 2004, genitori di militari, poliziotti e carabinieri caduti in servizio a causa di incidenti “veri o presunti” a causa dell’uranio impoverito inalato in discutibili “missioni di pace” all’estero e/o nei poligoni di tiro sparsi per tutta la penisola, caduti a causa di nonnismo e/o di negligenza dei vertici militari, provenienti dal Veneto dalla Lombardia dalla Puglia dalla Sicilia e dalla Sardegna, presenti a Roma dinnanzi Palazzo Chigi sede del Governo furono lasciati inascoltati e ignorati da tutto il management governativo e lasciati li sul marciapiedi alla stregua di comuni venditori ambulanti e non come genitori di Patrioti caduti per la pace e la democrazia; così come si vuol far passare questi nostri soldati caduti in una guerra di cui il nostro paese ne ripudia il principio e ne chiede il ritiro immediato dei nostri soldati. E la memoria verso questi nostri caduti in servizio dov’è stata cacciata?
Ma i nostrani signori della guerra in doppiopetto purtroppo presenti anche nel nostro paese, ignorando pretestuosamente quell’art. 11 della nostra Costituzione continuano ad osannarne gli scopi di democrazia e di libertà anche contro il parere della maggior parte del popolo italiano che ne chiede fortemente il rientro delle nostre truppe.
Quegli stessi “signori” che da troppo tempo fingono di ignorare quanto i fatti, le cronache e le statistiche ci dicono: 10.600 circa di caduti dal 1969 al 1984 la maggior parte dei quali coperti da quel “segreto di Stato” i cui contorni e limiti mai definiti nascondono a noi genitori ed alla giustizia la verità sulla Loro fine.
Quel Segreto di Stato e quel Limite invalicabile che separa i figli dai genitori anche e oltre la morte, ma soprattutto che si frappone fra noi genitori e la verità quindi fra noi e la giustizia.
Fra questi 10.600 la posizione ambigua ed amletica della verità sulla morte di nostro figlio, trattato come nessun essere umano, neanche il peggiore in nessuna latitudine del globo, possa essere trattato; tranne che in quei paesi da sempre condannati moralmente dalle nostre civilissime e cattolicissime coscienze di italiani.
Da questa realtà deriva la necessità e l’impegno comune di associazioni e del nostro Comitato che da anni in cerca di giustizia e dignità manteniamo viva la memoria dei nostri figli, quella stessa memoria che uomini di governo come quelli visti oggi in veste cinicamente addolorata, tentano di oscurare e sempre più spesso ignorare.
Anche quelle mani alzate verso la bara di un nuovo martire, quanta ipocrisia esprimono. Quelle stesse mani che da sempre si rifiutarono di scrivere una risposta ai nostri innumerevoli appelli inviati e sordo ad ogni nostra supplica, a cului che solo nei discorsi si proclama il presidente di tutti gli italiani, ma che poi in fondo è solo il presidente di se stesso e dei suoi averi.
Per questa ragione lottare per la giustizia e la verità è per noi una battaglia di moralità, di democrazia e obiettività storica, per ieri, per oggi e per domani, facendo appello a tutti coloro che credono col cuore e fermamente ai valori di questa società che intende definirsi civile e democratica; consapevoli che laddove non c’è giustizia non c’è libertà.
Alla memoria di quanti caddero e soffrirono ingiustamente.
Milano, 27 gennaio 2005
anna cremona e angelo garro




