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La Federazione della Sinistra perde il primo pezzo.

Publie le mercoledì 3 febbraio 2010 par Open-Publishing
14 commenti

Il portavoce di Lavoro e Solidarietà, Gianpaolo Patta, riferimento dell’area Lavoro e Società in Cgil si sospende dall’organismo unitario. "Attaccate i nostri compagni e siete di fatto schierati contro Epifani". La posizione equilibrista del Prc delude entrambi gli schieramenti e crea una grande confusione interna

di imq

Ripreso da : ilmegafonoquotidiano.

La Federazione della Sinistra, nata poco più di un mese fa su iniziativa di Rifondazione comunista, Pdci, Socialismo 2000 di Salvi e Lavoro e Società del sindacalista Gianpaolo Patta, perde un pezzo importante. Esattamente quest’ultimo, tra i quattro “leader” della neonata formazione, che con una lettera a Ferrero, Diliberto e Salvi annuncia la propria sospensione dalla Federazione stessa. Motivo scatenante della decisione, un insieme di fattori tra cui lo svolgimento della Conferenza nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici Prc che si è svolta sabato scorso a Torino, un presunto attacco del quotidiano Liberazione all’area sindacale, Lavoro e Società, di cui Patta è il riferimento politico ma anche uno scarso impegno del Prc a promuovere la stessa Federazione.
“Cari compagni – si legge nella lettera che il megafono quotidiano ha potuto visionare - alla conferenza dei lavoratori e delle lavoratrici del PRC tenutasi a Torino sono rimasto molto sorpreso nel constatare l’assenza di qualsiasi riferimento alla Federazione della Sinistra. Non ne erano visibili in sala neanche i simboli nonostante manchino poche settimane a elezioni regionali per noi assolutamente vitali. Tutti i compagni hanno parlato dei problemi del mondo del lavoro, della situazione politica generale come se il progetto della Federazione non fosse in campo”. Insomma, una lamentela per l’assoluta marginalità che questo progetto politico troverebbe nell’agenda di Rifondazione comunista in particolare. Ma il cuore della vicenda è ovviamente un altro e riguarda l’atteggiamento relativo al prossimo congresso Cgil, i cui congressi locali si stanno completando in questi giorni. Dal dibattito che il Prc ha svolto nella propria conferenza, spiega Patta, “in tutta evidenza emerge che il Prc condivide le posizioni della mozione Moccia”. E in effetti, nel dibattito interno al Prc sono emerse anche con forza le posizioni di chi non capisce perché un partito da sempre schierato con le minoranze della Cgil stavolta abbia deciso salomonicamente di non prendere parte alla contesa interna, avallando di fatto la convinta adesione di Lavoro e Società a fianco del segretario generale Epifani. In realtà Patta ha dato un’interpretazione opposta della situazione, imputando al Prc di aver voluto, di fatto, appoggiare il documento alternativo come dimostrerebbe un altro episodio: “Liberazione ha accreditato le posizioni di Carlo Podda circa presunti brogli nel congresso della Cgil; sempre Liberazione riporta gli attacchi del medesimo compagno nei confronti di Nicola Nicolosi senza che di quest’ultimo, da sempre iscritto a Rifondazione Comunista, ne venga riportato per esteso il pensiero. Il compagno Paolo Ferrero, nelle sue conclusioni, fa sue le critiche, ingiuste, alla Cgil di non lottare, mentre si prepara un difficilissimo sciopero generale di questa sola confederazione (chissà quali grandi lotte sta producendo la sinistra), riferisce che il comitato politico nazionale del PRC ha deciso di non pronunciarsi nel
merito delle posizioni interne al congresso della Cgil e che comunque se lui partecipasse al congresso era chiaro a tutti a quale mozione avrebbe dato il proprio voto”.
Il dado è dunque tratto. “La somma dell’attacco di Liberazione nei confronti della Cgil e del coordinatore di Lavoro Società, quanto espresso dal compagno Ferrero chiariscono che, in un congresso che è prevalentemente scontro di gruppi dirigenti per la definizione dei nuovi pluralismi, il PRC darebbe una mano a coloro che vorrebbero ridimensionare o eliminare Lavoro Società”.
Patta, nella sua lettera, si lancia poi in un attacco alle posizioni della minoranza Cgil ricordando che, con il suo appoggio implicito, Rifondazione si pone al fianco di persone come “Carlo Podda il quale da iscritto al Pd ha votato insieme a Paolo Nerozzi e
Sergio Cofferati per Franceschini”, o di Rinaldini, segretario Fiom che, spiega Patta “ha sostenuto decisamente la Bolognina e l’accordo del 23 luglio fino a quando ha terminato di produrre suoi effetti e che oggi non partecipa certo al processo di costituzione della Federazione della Sinistra”.
“È assolutamente evidente – conclude Patta - che in questo quadro non c’è tra noi quel rispetto minimo e quella solidarietà indispensabili per concludere positivamente l’avvio della Federazione della Sinistra”.
Come dicevamo, dunque, un colpo per un progetto, la Federazione, che era partito con grandi difficoltà di rapporti interni e che comunque è individuato come l’ambito in cui affrontare la difficile fase attuale soprattutto dal punto di vista elettorale. Ovviamente a Liberazione respingono le accuse: “Abbiamo fatto un’inchiesta sul congresso Cgil e abbiamo ascoltato tutte le voci” dicono dalla redazione; “Lavoro e Società chiedeva una controreplica e questo non era previsto”. Ma il punto non è certamente il lavoro di un giornale, per quanto organo politico; rompere dei rapporti importanti come quelli costruiti per degli articoli di un organo di informazione, nel 2010, appare se non strumentale piuttosto retrò. Il punto è un altro: alla Conferenza della scorsa settimana a Torino è apparsa chiara una forte propensione a sostenere il documento 2 della Cgil nonostante l’equilibrismo del gruppo dirigente che ha garantito un non schieramento. Eppure questo non è bastato a Lavoro e Società e a Patta che ha dato il benservito sia pure subordinato a un chiarimento interno. E così Rifondazione per non aver voluto scegliere tra i due documenti della Cgil si trova oggi abbandonata dai pasdarn di Epifani senza aver coltivato il consenso e il rapporto con le minoranze.

Messaggi

  • Congresso Cgil e Marxismo da osteria.

    C’è da rimanere basiti nel leggere sull’ultimo bollettino di Lavoro e Società di Firenze l’intervento del compagno Francesco Taddei :

    http://coordinamentorsu.it/doc/altri2010/2010_0130_ls_firenze.pdf

    (l’intervento è alla pagina 4 del bollettino in Pdf al link sopra indicato)

    Più che un intervento sembra voler essere una lezione per spiegare le recenti scelte di Lavoro e Società come scelte lungimiranti ricavate da una elevata analisi che poggia addirittura sui fondamentali del Marxismo-Leninismo. Con cotanta analisi della realtà sembra voler spiegare ai comunisti duri e puri che il documento congressuale di Epifani è quanto di meglio possa esserci oggi per rappresentare i compiti di classe dei Comunisti.

    Si potrebbe pensare che il compagno Taddei avesse in cuor suo una gran voglia di dar sfoggio di una sua preparazione sui grandi temi che angosciano questo secolo ed i secoli che verranno di fronte al modello di produzione e riproduzione capitalistico .... se è così concediamoglielo ... in fondo tutti hanno il sacrosanto diritto di presumere se stessi come meglio desiderano.

    Il fatto è che tutto il suo intervento risulta irresistibile nella sua comicità sopratutto se si confrontano le ambiziose premesse con le conclusioni.

    La partenza del suo intervento è infatti micidiale ...... una vera lezione a tutti i comunisti

    Il Partito Comunista (se ci fosse) ha il compito di collegare i problemi anche particolari .... ( ... )..... ad una prospettiva generale di trasformazione della società che non può prescindere (soprattutto oggi) dalla proposta ai lavoratori e al paese di un nuovo tipo di sviluppo economico e sociale che vada nella direzione del superamento dell’attuale sistema di produzione e riproduzione capitalista .......

    Praticamente ci informa (informa i Comunisti) che non esiste soluzione a nessuno dei nostri problemi (salariali, occupazionali ecc) se non sappiamo inserire la nostra lotta in un processo che si ponga l’obiettivo di un rivolgimento sociale, di un superamento del capitalismo.

    Di questa preziosa informazione lo ringraziamo

    Con ancor più convinzione ci spiega poi che un rivolgimento sociale non può che avvenire (ovviamente) attraverso lo svolgimento di una lotta di classe .....

    I comunisti non possono non avere coscienza e consapevolezza che tutto il percorso si determina con i rapporti di forza sociali e quindi con la lotta di classe, la quale appunto è lotta fra classi sociali contrapposte

    subito dopo però aggiunge la perla che gli permetterà di arrivare a concludere in maniera palesemente contraddittoria e contraria a quanto fino ad ora affermato ......

    ......, e quindi è fatta (la lotta di classe) di tappe sulle quali attestarci per poi ripartire.

    Un .. e quindi .. non messo a caso. Infatti il senso che ne esce è il seguente:

    Noi siamo Comunisti duri e puri siamo per la rivoluzione, (non quelli del documento alternativo). La rivoluzione si fa con lo scontro di classe. Ma diciamo queste cose giusto per far vedere quanto siamo duri e puri perchè in realtà (cioè .... e quindi).. dobbiamo accontentarci di ciò che passa il convento.

    Un .. e quindi .. che serve solo per aprire un tortuoso ragionamento per giustificare l’adesione di LS al documento Epifani a cui LS vuole riconoscere un chiaro e forte impianto di classe.

    Certo la presunzione non è facile da sostenere a fronte delle palesi contraddizioni che l’attuale maggioranza della Cgil snocciola quotidianamente. Una contraddizione che Taddei risolve con l’osservare che il documento di Epifani è certamente un documento avanzato, di lotta, di classe, ma che purtroppo subisce l’inaffidabilità dei suoi sostenitori, in primo luogo i riformisti della Cgil (Epifani) che predicano bene ma razzolano male.

    L’esempio preso è quello del contratto dei chimici (osannato da Epifani) e criticato anche da Lavoro e Società (oltre che dalla sinistra sindacale Cgil). Un esempio sul quale Taddei si esibisce nella più stupenda rappresentazione del "non senso" ......

    L’area “LavoroSocietà” contestando quell’accordo ha operato in questa direzione (ossia la critica ad Epifani perchè Epifani non fa concretamente ciò che Epifani scrive nel suo documento congressuale). È vero, in questi anni era necessario fare di più. Ma quella strategia, francamente, a me – da comunista – sembra politicamente l’unica realistica.

    A questo punto forse si accorge di aver detto una castroneria ed allora tenta un recupero dicendo .... mica è colpa nostra ..... infatti conclude con

    Il problema vero non è “LavoroSocietà”, la questione vera è la mancanza del PCI.

    Così la conclusione ci aiuta a capire il senso del discorso di Taddei ..... e cioè ...... "smettete di criticarci perchè stiamo con Epifani. Noi siamo di sinistra (vedete che bei paroloni del vocabolario marxista-leninista utilizziamo ? vedete che abbiamo criticato il contratto dei chimici ?) se poi le cose vanno come vanno, se stiamo con Epifani che colpa abbiamo noi ?.... la colpa è che manca il PCI".

    Alla fine poi si capisce quale è l’obiettivo ultimo di Lavoro e Società ...... fare un accordo con la maggioranza di Epifani, stare dentro al suo progetto, vendendo la cosa come unica possibilità di condizionare il comportamento dei moderati in Cgil.

    Affermare, come leggo nella nota del coordinamento RSU, che è meglio il documento alternativo (fra l’altro, se permettete, discutibile sul piano della concezione di classe) invece che attestarsi sulle posizioni strategiche confederali e di “classe” (ripeto: nella situazione data) quali sono stati i deliberati congressuali degli ultimi due congressi e riproposti nell’attuale documento di maggioranza, significa che i comunisti rinunciano ad aprire uno scontro sulla coerenza dei gruppi dirigenti riformisti nei confronti dei deliberati congressuali e non operano per far giungere a saturazione le contraddizioni all’interno di quel gruppo dirigente oggi maggioritario.

    Non abbiamo mai detto, come coordinamento RSU, che il documento alternativo sia rappresentativo di una adeguata concezione di classe, ma ci vuole un bel coraggio a dire che Epifani, il suo documento, e la recente pratica contrattuale della Cgil (chimici in testa) rappresentino (questa si) una visione di classe dei compiti della Cgil.

    Ma la realtà è molto più semplice di come la descrive Taddei.

    Ci sono due documenti sindacali. Ma uno dice che non c’è nulla da cambiare e l’altro dice che c’è bisogno di cambiare e molto, ad esempio (e sopratutto) sulla politica contrattuale per non fare più pasticci come il recente CCNL Chimico.

    Noi sosteniamo il documento alternativo, non tanto perchè di classe, ma come occasione per mantenere aperte le contraddizioni in Cgil e contrastare i rischi (ormai conclamati) di una sua deriva neocorporativa a cui Epifani ed il suo documento si dimostrano invece permeabili. Deriva che Taddei non sembra notare e non cita nella sua analisi.

    La questione, in tutta la sua semplicità, non è sapere se Taddei è più comunista di noi ma quale strategia contrattuale deve avere la Cgil nei prossimi anni.

    Per quanto riguarda il documento alternativo basta andarsi a leggere il punto 3 degli obiettivi programmatici, ma cosa in concreto pensa Taddei (sulla contrattazione) .... ci scusiamo ... non lo abbiamo capito ... salvo il fatto che lui è comunista (più di noi ovviamente) e che l’ultimo Ccnl chimico non gli piace ma che in fondo gli va bene così perchè lui (da comunista) pensa sia stata l’unica strategia realistica.

    Siamo alla frutta ......

    30-1-2010

    COORDINAMENTO RSU

    http://coordinamentorsu.it/doc/altri2010/2010_0130_rsu.htm

    • "ma quale strategia contrattuale deve avere la Cgil nei prossimi anni."
      Oggi la Borsa spagnola, quella portoghese e naturalmente quella Greca sono affondate,Wall Street il Dow è tornato i 10.000 il capitalismo è nella merda non salteranno solo le fabbriche salteranno gli stati e voi siete li’ a farvi pugnette
      Rob.

    • Vero .... ma che dovremmo fare ?

      A parte il fatto che non credo si tratti di crisi del capitalismo "tout court" .... sono almeno 30 anni che ogni tanto qualcuno annuncia sta catastrofe definitiva del capitalismo ed invece l’unica volta che il comando capitalistico è stato veramente in crisi, a metà dei settanta, è risorto per rinuncia di chi lo doveva abbattere ..... credo invece sia una crisi specifica e certo epocale del modello iperliberista "tutta finanza e poca produzione" tatcher/reaganiano .... ma, tornando a noi, che dovremmo fare ... vedi rivoluzioni alle porte ?

      Si è recentissimamente scambiato - da parte di molti - un sacrosanto "riot" come quello greco ( cioè una riedizione pure in tono minore del nostro 1977) per una rivoluzione ....

      La rivoluzione è un’altra storia ... forse una rivoluzione vera la stanno facendo, in modo comunque inusuale e certamente non ispirato alla "tradizione comunista", in alcuni paesi dell’ America Latina .... penso al Venezuela, alla Bolivia, all’Ecuador, forse persino all’ Uruguay ed al Nicaragua .... forse la stava facendo Zelaya, tuttaltro che "comunista", e non a caso l’hanno stroncato come sappiamo ....

      Ma nella vecchia Europa non credo si possa andare, almeno in questa fase, oltre i "riot" come quello greco o quello delle banlieues francesi ...

      Ed allora, in una fase appunto tuttaltro che rivoluzionaria, diventa importante anche la linea della Cgil ... anche se, per quanto mi riguarda, io la Cgil l’ho mollata da quasi venti anni, non posso certo essere indifferente a quanto succede in essa ed intorno ad essa ...

      Radisol

    • Sbagli compagno Radisol,si tratta del capitalismo tout court ma come non vedete che è alla frutta?Le ha provate di tutte per sopravvivere,catene di san Antonio ,schema di Ponzi,bolle in borsa, asset tossici,guerra per il petrolio,guerra come investimento,ha provato facendo produrre tutto fuori e stampando dollari stile Weimar, tutte le ha provate!Non ci sono prospettive non sarà un crollo immediato ma è solo questione di poco tempo ,non ha soluzioni alla sua crisi che è crisi tout court, è crisi di sistema. Siete cosi’ ingenui da credere alla barzelletta della crisi finanziaria?ma non ci credono piu’ neanche i capitalisti.Ora e’,molto,molto peggio che nel 29 ,allora le riserve da sfruttare dell’america latina erano intatte, ora non c’è piu’ niente ,non ci puo’ essere un New Deal,non ci possono essere nuove guerre di conquista per nuovi mercati,non c’è piu’ niente in Africa e soprattutto una parte del terzo mondo è diventato primo e questo è incompatibile con il capitalismo, il capitalismo è per forza di cose per pochi privilegiati ,non sarà mai dottrina in grado di essere universale Proprio qui la chiave di lettura di quello che stà succedendo, da noi e nel mondo , come hai giustamente fatto notare tu ,nella america latina i segni eloquenti ed esaltanti della crisi del tio caiman.In questo momento il continente desaparecido è il faro dell’evoluzione e della liberazione e della costruzione di un mondo nuovo.Da noi Riot?non si tratta di riot si tratta come abbiamo già visto nella storia di crolli del sistema ,crollo degli stati ,nel 89 è toccato all’est sfinito da un lungo assedio interno ed esterno ora tocca all’ovest proprio perchè ha vinto,succederà come in DDR Romania ecc solo che non ci sarà un’altra parte dove potersi sognare di rifugiarsi visto che pagheranno anch’essi duramente di essere passati di quà,saranno i primi ad essere tagliati fuori.Hai ragione che la fase da noi è tutt’altro che rivoluzionaria se pensiamo alla consistenza di una sinistra divisa numericamente risibile e soprattutto ancora disorientata dal post 89 ma è la situazione finanziaria economica industriale.la situazione appunto del sistema che non potrà che rendere rivoluzionaria e radicale la via di uscita ,si potrebbe dire, nonostante questa sinistra che ci ritroviamo che non potrà che essere spazzata via dagli eventi in favore speriamo di una nuova piu’ adatta’,piu’ radicale piu’ comunista Alex

    • Ho parlato di crisi "epocale" del modello di capitalismo iperliberista ... il che non mi sembra robetta ... non credo invece alla crisi del capitalismo "tout court", anche se certo le prospettive scarse di "riconversione" sono quelle che dici tu ....

      Nulla di personale ma sono francamente stufo di queste analisi apocalittiche in stile "Come Don Chisciotte" ... sono tremendamente fuorvianti .... fanno indulgere alla tesi impolitica per la quale "il capitalismo muore da se" .... e puzzano spesso pure di nazimaoismo o terzoposizionismo ....

      Come ad esempio la storia, indubbiamente vera, di una parte del "terzo mondo" che è ormai diventato "primo mondo", prima di tutto la Cina ...

      E’ vero che questo fa saltare una serie di equilibri economici consolidati, non c’è dubbio ... ma è anche vero che la stessa Cina ancora formalmente "comunista" è in verità nel frattempo diventata la patria del liberismo più spietato e dello sfruttamento capitalistico più selvaggio .... e qualcosa del genere sta avvenendo, anche qui sotto un regime formalmente "comunista", anche in quel Vietnam che, per la sua epopea di piccolo paese che era riuscito a sconfiggere la superpotenza amerikana è stato realisticamente all’origine del mio "diventare di sinistra" circa 40 anni fa ...

      Cose che francamente non mi sembrano un gran segno di "crisi definitiva del capitalismo", purtroppo tuttaltro ....

      Radisol

    • Fuorviante ,Nazimaoismo?ma che dici? Tu sei il fuorviante ,il capitalismo muore da se’ ,è vero ma con delle cause molto precise e oggi sotto gli occhi di tutti, tanto da far sembrare impossibile che, qualcuno abbia creduto che potesse non succedere
      Muore perchè insensatamente legato al consumo e non si puo’ piu’ consumare così,perchè indissolubilmente legato alla guerra ,ma anche la guerra ora gli costa troppo, muore perchè dipende dal fossile in maniera esagerata e il picco Hubbert del petrolio è superato, muore perchè inadatto ad essere per tutti in un momento di globalità,muore proprio perchè ha "vinto" e per vivere aveva bisogno dei muri ,di un terzo mondo da succhiare,del cortile di casa da sfruttare, di un energia enorme e gratis ,muore perchè non produceva piu’ niente se non assett tossici e algoritmi. Sopravviveva pagando, proprio quei cinesi che citi ,con fuffa.Ora ti sembra fuorviante o sensato che i cinesi ,si siano rotti i corbelli e si stiano cominciando ad interrogare ,con sedere che gli frizza ma chi ce lo fà fare a fare i capitalisti. Se pensi che i Cinesi si ergano come ultimo baluardo in difesa di un capitalismo morente ,sei di fuori,capisco che a molti come te intiepiditi, scoloriti , sfiduciati,che parlano solo di crisi dell’ultraliberismo ,di finanza da regolamentare et similia,ora gli girano perchè se c’è una cosa certa e’ questa: i problemi economici e di stabilità sono e saranno talmente grossi che i primi ad essere messi fuori dal gioco saranno i riformisti, i moderati i transfughi, i Bolognini et similia la situazione politica si radicalizzerà enormemente e purtroppo anche la destra tornerà feroce
      In questo momento i sette, di tutta fretta sotto i colpi delle pentole nazionali che si scoperchiano su voragini insondabili ,si sono riuniti in un posto polare, Tremonti ha fatto un giro in slitta ,che pensi possano risolvere?Siamo alla risata finale.Alex

    • "Bolognini" ? Riformisti ? Sono un comunista libertario, già "autonomo" negli "anni ruggenti", ora oggettivamente più anarchico che comunista ... pensa un pò ....

      Ma non credo ai "testimoni di geova" della cosiddetta controinformazione, quelli che prevedono crisi irreversibili del capitale e rivoluzioni proletarie alle porte ogni due per tre ....

      La crisi attuale è senz’altro grossa ... è certamente anche crisi del modello consumista come dici te, non c’è dubbio .... ed effettivamente la profondità della crisi rende assai difficilmente possibili ristrutturazioni del capitale nel segno del "New Deal" o della socialdemocrazia ....

      Ma è un dato triste, ma anche inoppugnabile, il fatto che Cina e Vietnam ... per non parlare della Russia, dell’India e degli altri "paesi emergenti" ... stanno oggi applicando regole liberiste persino più degli Usa ...

      O facciamo finta di niente ? O pensiamo che l’etichetta "comunista" sia una garanzia in se, che tutto ruota intorno agli equilibri della cosiddetta "geopolitica" e che non contano invece i contenuti materiali, le condizioni di vita del proletariato in quelle realtà ?

      Le uniche realtà veramente anticapitaliste e rivoluzionarie si trovano oggi in America Latina ... e non si richiamano minimamente alla "tradizione comunista" ... sputtanatissima in quell’area geografica per le carognate fattevi in nome della "realpolitik" tanto dall’Urss che dalla Cina di Mao .... l’Urss, oltre a far ammazzare Trotzky in Messico e poi scaricare il Che e la sua guerriglia in Bolivia, riuscì pure ad essere il primo stato che riconosceva il golpe dei generali argentini .... e qualche anno prima la Cina di Mao aveva fatto la stessa cosa col golpe di Pinochet in Cile ... e ste cose le masse latinoamericane non se le sono scordate ....

      Chavez è "bolivariano", Ortega è "sandinista". Morales si rifà al socialismo utopistico dei popoli originari dell’area, Zelaya è addirittura un "liberal di sinistra" ed i Tupamaros hanno ormai preso una ispirazione "bolivariana" pure loro .... i movimenti radicali argentini si rifanno al "peronismo di sinistra" ... i pochi marxisti che contano qualcosa in America Latina sono trotzkisti, cioè i maggiori "eretici" rispetto alla suddetta tradizione ....

      Questa è la realtà .... i sogni o i delirii alla "Come Don Chisciotte" ... le sparate messianiche sulle "magnifiche e progressive sorti" del socialismo.... sono un’altra cosa ....

      E comunque il capitalismo non muore spontaneamente, bisogna abbatterlo ... e per abbatterlo non bastano, quand’anche fossero teoricamente corrette ( e non lo sono), le analisi sensazionaliste ...

      E, tornando alla discussione iniziale, visto che la rivoluzione non è certamente dietro l’angolo, devo preoccuparmi pure di quale strada prende la Cgil, cui pure come dicevo non sono più iscritto da quasi 20 anni ... per il momento, purtroppo, i contratti di lavoro li fanno ancora i sindacati/istituzione .... ed alla fine del mese bisogna comunque in qualche modo arrivarci .... mica la "gente in carne ed ossa" può aspettare, per riempire la pancia, l’avveramento dei ricorrenti annunci dell’ "Armageddon" del capitale ... e del conseguente inevitabile "giudizio universale" .....

      Radisol

    • Mi scuso Radisol se ti avevo messo in una categoria che non ti appartiene,fra l’altro anche io ero un estraparlamentare negli anni ruggenti, fra l’altro anche io mi sento sempre un po’ anarchico assieme a comunista,da ragazzo leggere Stato ed Anarchia di Bakunin preso in bibloteca, fù una gioia indimenticabile e da allora sono sempre rimasto della stessa idea , cercando di coniugare comunismo ed anarchia che a parer mio, possono e devono complementarsi a vicenda
      Detto questo sinceramente non riesco a capire come tu non veda con i tuoi occhi el "porvenir" della situazione ,lo vedi giustamente perchè è già in atto per il latino america non lo vedi per quelle economie ex comuniste adesso al traino del liberismo ma che non possono che subire la stessa sorte che stanno subendo tutti , la crisi infatti è globale e questa volta, è del capitalismo tout court . Anche i cinesi dovranno fare ed hanno già cominciato a fare, marcia indietro ,anche perchè il motivo delle loro zone speciali capitalistiche erano per conquistare i mercati di pari ideologia economica. Se il risultato di questo esperimento è che, non solo non si viene pagati ma si deve anche mantenere il creditore moroso, la fine è inevitabile o no? Mi sembra arduo sostenere la tua tesi che si ergano a baluardo di una teoria economica fallimentare di cui il principale esponente è il loro creditore che manco li paga.
      Il resto delle cose e dei motivi che ho esposto mi sembra siano solo frutto di semplice analisi di quello che stà accadendo ,solo Berlusconi puo’ dire che la crisi che ,come ho detto, è peggio di quella del 29 ,non esiste o è gia passata Insomma tutt’altro che catastrofismi o sparate messianiche ,con diverse decine di volte il PIL mondiale di asset tossici in giro ,basta fare due conti per capire che questa crisi non è cominciata ora e non ha vie di uscita Se non sei convinto citamene una sola, altrimenti non fai una discussione esprimi solo una contrarietà senza portare niente a supporto della tua tesiE’ strano che proprio da parte della sinistra (basta vedere i topic di questo B.C.)il profilarsi di incredibile situazione economica i cui risvolti possono essere immani non venga presa con la dovuta attenzione anzi passi del tutto sottotraccia ,l’analisi l’economica fondamentale in Marx e nel Comunismo è ..desaparecida
      Alex

    • Concordo sul fatto che l’analisi economica è ormai "desaparecida" a sinistra ....

      E non è solo di questione dovuta a revisionismi, riformismi ...

      Anche in settori certamente anticapitalisti ed antagonisti di economia praticamente non si parla .... personalmente credo che questo derivi da un "approccio etico" e non "di classe" alla politica che ci portiamo dietro da almeno un quarantennio .... i "buoni" e i "cattivi", gli "onesti" e i "disonesti", i "guerrafondai" ed i "pacifisti" ... mai si ragiona nei termini di "sfruttati" e "sfruttatori" .... ed allora ovviamente lo studio dell’economia non serve ... o passa del tutto in secondo piano ....

      Mi chiedi quali soluzioni potrebbe trovare il capitalismo per riconvertirsi rispetto alla propria crisi ? L’avvento di Obama poteva far pensare ad un tentativo, certo tutto in salita, di un "new deal" riveduto e corretto ... ma mi sembra che questa interpretazione, ammesso che fosse veritiera, sia stata già largamente smentita dai fatti ... di ipotesi socialdemocratiche, tipiche dei periodi di "vacche grasse" e non certo dei periodi di crisi, nemmeno a parlarne ...

      Non vorrei allora che la soluzione sia il fascismo puro e semplice, sia pure in versione moderna .... e senza nemmeno quegli aspetti "sociali" e "populisti" presenti nei fascismi nati dopo la crisi del 1929 ....

      Non vorrei che il modello berlusconiano, certamente nato a suo tempo come "anomalia politica"tutta italica, possa oggi diventare il modello autoritario di risposta capitalista alla crisi ... con una accentuazione ulteriore del carattere sbirresco e fascistoide, oltre che di spudorato "egoismo sociale", di questo modello ....

      Tanto più che, a parte appunto l’America Latina ( con fenomeni comunque estranei alla "tradizione comunista" ed in ogni caso difficilmente esportabili fuori di quell’area geografica), non vedo una "organizzazione di classe" delle masse oppresse e sfruttate in grado di dare una via d’uscita diversa dalla crisi e nemmeno in grado di opporsi seriamente alle opzioni fasciste ...

      Per chiudere, può anche essere che la crisi del capitalismo sia stavolta irreversibile ma non vedo nemmeno da lontano il "sol dell’avvenire" ...

      Che certo non sorge da solo o per mera crisi dell’avversario ....

      O soltanto perchè la Cina ( che a mio giudizio di comunismo non ha più nulla) detiene gran parte del debito pubblico Usa ....

      Ci vuole ben altro .... magari la rivoluzione ....

      Radisol

    • Per concludere, su questa prospettiva sono daccordo con te ,il pericolo è di nuovo il fascismo ,come via di uscita, del resto già ampiamente sperimentata ad un capitalismo in difficoltà ,sul .. dell’avvenir scusami ma se neanche una crisi dell’ avversario storico di queste proporzioni, è sufficente a farti vedere un raggio di sole, non so cosa dire.
      Un saluto
      Alex

    • Io non sono anarchico ma comunista, per quanto "eretico".
      Ritengo anche io che la crisi del capitalismo sia sostanzialmente irreversibile, anche se i tempi saranno comunque medio-lunghi.
      Ma ritengo pure, da marxista, che per arrivare al "sole dell’avvenire" ci voglia l’organizzazione rivoluzionaria, probabilmente - vista la globalizzazione - addirittura su scala planetaria o quantomeno europea.
      E di qualcosa del genere non si vede al momento nemmeno l’ombra.
      Per cui, pur probabilmente partendo da analisi e punti di vista diversi, finisco col concordare con Radisol e con l’essere quindi alquanto pessimista.

      Raf

    • Quale è sempre stato il nostro muro insuperabile quello che riduceva tutte le nostre idee a meramente velleitarie? Il muro economico, come si faceva ad essere veramente comunisti e mettere in atto principi alternativi al capitalismo quando si capiva benissimo che questo modello rimaneva solo teorico e che non avremmo mai potuto attuarlo con successo per il semplice motivo che non potevamo essere economicamente competitivi in questa parte del muro ,ora i muri non ci sono piu’ ,il capitalismo fà fiasco e di che tinta, tutto si è rovesciato, è la storia che ci pone davanti una unica alternativa, se si vorrà sopravvivere all’inevitabile declino del fossile Se l’umanità vorrà sopravvivere, c’è solo il socialismo, la famosa terza strada si sta rivelando essere la prima ,la nostra .
      E’ un po’ una contraddizione essere ora e comunque pessimisti ,quando ci saranno milioni di persone incazzate in mezzo alla strada con la cinghia dei pantaloni sempre piu’ strinta, quando tutti avranno capito che il modello unico del mercato era una presa per il culo,vedrai che si farà presto a mettere in piedi tutta l’organizzazione che vuoi ,nascere e affermarsi di leader che non siano quelle pallide parvenze bollite che abbiamo oggi, forse trovare finalmente anche l’unità data l’estrema necessità Del resto è sempre stato così sono i grandi eventi, i grandi cambiamenti improvvisi e favorevoli ,per non dire rivelatori come in questo caso, a determinare e creare tanta parte di quello che tu giustamente rilevi come deficitario oggi
      Se non vi sembra questo un motivo di ottimismo ,di revanche non so cosa altro dire
      Alex

    • BELLE ANALISI, MA ALLA FINE DEL SINDACATO NON SI PARLA PIU’. A MIO AVVISO QUEST’ULTIMO DOVREBBE ESSERE APARTITICO PER POTER FARE BENE IL SUO LAVORO,FARE L’INTERESSE DEL LAVORATORE!!!!!!!! per quanto riguarda la federazione di sinistra, siamo alle solite, tutti hanno la verità in tasca pensando che la loro è sempre migliore dei altri DIMENTICANDO CHE C’E’ GENTE CHE PERDE IL LAVORO E NON HA NESSUNO CHE LA DIFENDA E CHE LE STIA VICINO A COMBATTERE CON LORO PER IL LAVORO PER IL DIRITTO ALLA VITA DIGNITOSA.

    • Tutto il contrario, il sindacato dovrebbe diventare, anzi meglio ,dovrebbe tornare ad essere un braccio del partito dei lavoratori, certo un altro sindacato ma anche un altro partito ,veramente dei lavoratori ,veramente di sinistra ,se no siamo daccapo Cosa fanno invece oggi i sindacati per i lavoratori?alcuni poco, altri niente qualcuno il gioco del padrone.Nell’immediato prendete comunque esempio dai francesi ,grande popolo, si paventa la chiusura della fabbrica? si prendono i dirigenti e si trattengono in discussione ,senza grandi violenze controproducenti ma ben sotto i fari dei media Imparate da loro come l’azione puo’ essere diretta e gestita dagli stessi operai !Lo slogan che un sindacato per fare bene il suo lavoro deve essere lontano dai partiti è ipocrita e coniato dal padronato ,ricorda molto lo slogan dei famosi giornali "apolitici" tipo come si definivano una volta i giornali dei padroni,dei petrolieri, i piu’ schifosamente allineati
      Alex