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La Navy US intende occupare tutto l’arcipelago della Maddalena

Publie le giovedì 13 ottobre 2005 par Open-Publishing

Dati ripresi da ‘Le storie’ di Corrado Augias, ore 12,45 Rai23, il 13 ottobre 2005.

Il Presidente della regione Sardegna Renato Soru dichiara un fatto gravissimo: l’intero arcipelago della Maddalena, che attualmente dovrebbe essere tutelato come parco nazionale, impedendo qualunque occupazione e edificabilita’ da parte di chicchessia, e’ stato in realta’ ceduto da questo governo alla marina americana (US Navy) che intende piu’ che triplicare l’attuale base americana dalla Maddalena con relativo inquinamento delle acque territoriali, militarizzando l’intero arcipelago.
Su questo sporco affare le autorita’ di Roma non rispondono affatto o hanno atteggiamenti ambigui e contraddittori.
Da ben un anno il presidente Soru ha chiesto, senza alcuna risposta, di conferire con il Ministro della Difesa Martino in merito alla militarizzazione dell’arcipelago da parte di una potenza straniera.
Ma ne’ l’ambasciatore americano Ronald Spogli, ne’ il ministro Martino hanno dato mai risposta.
Nel frattempo altri sei sommergibili sono arrivati alla Maddalena e nemmeno il sindaco della Maddalena e’ stato avvertito su cio’ che sta per succedere in ordine ai piani di allargamento della base.
Poiche’ tutto questo non puo’ essere avvenuto alle spalle dell’attuale governo, sembra esserci stata una vera e propria cessione di territorio italiano a una potenza straniera senza che ne’ parlamento ne’ elettori siano stati informati di cio’ che sta succedendo e oltre tutto da parte in un governo che da tre anni almeno e’ stato sfiduciato dagli elettori e prosegue l’accanimento di un’occupazione formale del potere senza piu’ il consenso sostanziale del popolo.
Soru ha in sua mano il progetto di ampliamento americano ma il governo finge di non saperne nulla e solo il sottosegretario alla Difesa Cicu si e’ impegnato a fare chiarezza.
Che in questa situazione ci sia pure qualcuno che ha da recriminare, e non contro Belerlusconi, ma contro Soru, e’ veramente vergognoso.
La Sardegna ha solo il 2% della popolazione nazionale ma questo non e’ un buon motivo per calpestare i suoi diritti e per trasformarla in un poligono di tiro, uccidendo le sue possibilita’ turistiche e minacciando la salute dei suoi abitanti.
Al momento, non solo La Maddalena viene ceduta agli Americani ma Teulada (Cagliari) deve vedere la maggiore esercitazione militare esistente nel paese con l’esplosione dell’80% delle bombe italiane.
La base americana della Maddalena nasce nel 1972, in piena guerra fredda (col governo Andreotti e il presidente americano Nixon) quando viene chiesto con urgenza al Ministro della Difesa italiano il permesso per una base per sommergibili. Il patto viene stipulato in segreto, non se ne sono mai conosciuti i termini, ed esso non e’ mai stato ratificato dal parlamento italiano. Da allora la guerra fredda e’ finita (nel 1992), alcune delle potenze orientali contro cui la base era stata costituita o sono entrare a parte dell’Unione Europea o sono entrate a far parte della NATO. Malgrado questo, la base militare americana ha continuato a crescere, sempre senza che l’accordo venisse ratificato dal parlamento e senza che la regione Sardegna venisse mai ascoltata e ora si parla di estendere la militarizzazione all’intero arcipelago, forse in base a un nuovo patto segreto di Berlusconi con Bush. enza che il paese possa dire nulla o anche essere informato, l’America di Bush decide di imperio l’occupazione militare di parte del nostro territorio con la complicita’ di un governo, e non sappiamo se questo abbia fatto un ulteriore patto segreto alle nostre spalle e per quali vantaggi.
Ci si chiede a questo punto quando mai un accordo temporaneo e per di piu’ mai ratificato deve diventare un accordo ad aeternum.
Ci si chiede oltre a cio’ quando mai la nostra terra e il nostro mare devono essere ceduti con patti segreti a potenze straniere e oltre tutto per scopi militari, contro chi? contro l’Europa?
La guerra fredda e’ finita da tempo. Questo accordo non e’ mai stato ratificato dal parlamento e non e’ mai stato conosciuto e riconosciuto dal paese, ora dovremmo pensare a un nuovo accordo oltre tutti peggiorativo?
Come e’ possibile che la marina americana si permetta un ulteriore allargamento della base e una tale occupazione di territorio italiano?
Questo e’ uno dei luoghi piu’ belli della Terra che dovrebbe essere per di piu’ tutelato dall’Unesco come patrimonio mondiale, e non solo non viene difeso ma addirittura viene ceduto a scopi bellici con patto segreto e contro gli interessi del paese? E questo che intendeva Tremonti con cessione delle coste italiane?
La Sardegna vive solo di turismo ma non si puo’ sviluppare alcuna attivita’ turistica dove sono testate nucleari sul punto di essere lanciate e dove si fanno attivita’ militari fortemente contaminanti del terreno, dell’aria e dell’acqua
Ma il Ministro Martino sfugge ed e’ riluttante a parlarne e Berlusconi fa orecchio di mercante.
Soru dichiara di elogiare tutto quello che gli Stati uniti hanno fatto per il mondo in termini di civilta’, democrazia e scienza, ma dice anche: “Da amici ve ne siete venuti, da amici ora dovete andarvene! E, se volete tornare, fatelo in veste di turisti o di investitori, ma non in divisa militare!”

Note
Copincollo:
"La base americana della Maddalena è nata nel 1972, sulla base di un protocollo tecnico che è figlio del Bilateral infrastructure agreement (Bia) del 20 ottobre 1954, firmato dall’allora ambasciatrice Usa Luce e dal ministro Scelba. Un accordo che, a sua volta, era nato all’interno del Mutual security act. Quasi un sistema di scatole cinesi.
Per anni è stato sollevato il problema, morale e giuridico, che era stata creata una ferita alla Costituzione in seguito alla firma di un accordo internazionale non conosciuto e non ratificato dal Parlamento, come invece previsto dall’articolo 80 della legge fondamentale. E in quest’area di dubbia legalità l’accordo è stato rinnovato. Naturalmente sempre senza che il Parlamento ne fosse informato. La data è quella del 2 febbraio 1995. Siamo nella delicata fase politica della transizione tra il primo governo Berlusconi e quello tecnico guidato da Lamberto Dini, insediatosi il 17 gennaio. L’accordo, conosciuto come Shell agreement (accordo conchiglia), porta la firma del sottocapo di Stato maggiore della difesa Francesco Cervoni e del vice comandante delle forze armate statunitensi in Europa, Charles Boyd.
Nel frontespizio si legge: Memorandum d’intesa tra il ministero della Difesa della Repubblica Italiana e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America relativo alle installazioni/infrastrutture concesse in uso alle forze statunitensi in Italia. In pratica, sostituiva l’accordo quadro del 1954.
Nel marzo del 1999, mentre si scatenava la tempesta di polemiche in seguito alla strage del Cermis, l’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema trasmise alle Commissioni Difesa di Montecitorio e di Palazzo Madama il memorandum del 1995. L’accordo del 1954, invece, venne consegnato alla magistratura militare.. Gli allegati tecnici sui singoli siti sono invece rimasti segreti.
Del tutto evidente che anche il protocollo tecnico del 1972 sulla Maddalena era stato modificato dal memorandum del 1995 il quale, comunque, non ci sono segreti. Nel senso che si tratta soprattutto di una cornice "politica", di regole generali di responsabilità nei siti e di convivenza reciproca tra militari dei due paesi alleati.
Altro è, evidentemente, il contenuto degli allegati tecnici dai quali si potrebbero invece desumere orientamenti strategici e magari capire meglio sistemi di armamento.
Ma nel memorandum del 1995 sono contenuti alcuni principi che aprono comunque una finestra su un livello di responsabilità delle forze armate italiane. Se non altro per la loro possibilità di conoscere tutto quello che accade all’interno della base.
Nella sezione VI dell’annesso A del memorandum, infatti, vengono fissate le responsabilità di comando: «L’installazione è posta sotto comando italiano...». E il comandante Usa «esercita il comando pieno sul personale, l’equipaggiamento e le operazioni statunitensi...», ma deve «preventivamente informare il comandante italiano in merito a tutte le attività Usa di rilievo, con particolare riferimento all’attività operativa e addestrativa, ai movimenti di materiali, armamenti, personale civile e militare, nonché agli avvenimenti o inconvenienti che dovessero verificarsi».
E nella sezione X, al punto 3, si legge: «Il comandante Usa provvederà allo smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi, generati dalle forze Usa, nel rispetto della normativa italiana vigente e degli accordi internazionali in vigore». Già, allora è legittimo pensare che i militari italiani sappiano dove e come vengono smaltite le scorie prodotte dai reattori nucleari dei sommergibili Usa. O no?
(da http://lists.peacelink.it/disarmo/msg01709.html)