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La Risoluzione 1701

Publie le mercoledì 20 settembre 2006 par Open-Publishing

di Leopoldo BRUNO

Alcune persone, in questi giorni, direttamente o via email mi hanno espresso la propria posizione in merito all’operazione militare in Libano. In due parole, dicevano di non essere d’accordo nel paragonarla con quelle in Iraq e Afghanistan.

Premetto due ovvietà. 1) Ogni evento è differente da un altro; possiede proprie particolarità. 2) Suppongo che Bush o Blair siano ben più contenti di ottenere ciò che vogliono senza l’uso della forza, il dispendio di risorse e la morte dei propri militari in guerra.

Passando ai fatti, penso che per capire cosa voglia dire andare in Libano bisogna necessariamente interpretare la Risoluzione 1701 che - al momento ­ rappresenta il documento base dell’operazione militare. L’articolo più eloquente, in merito, l’ho letto su “il manifesto” dell’8/9/6 a firma di Gilbert Achcar, docente libanese di politica e relazioni internazionali all’Università di Parigi VII. Secondo Achcar, con la Risoluzione si verifica “la ripetizione di una pratica sintomatica di questi tempi: l’utilizzo dell’Onu come foglia di fico per operazioni militari condotte da Washington con la Nato e altri alleati, come per l’Afghanistan nel 2001”.

Basterebbe pensare che ­ come sappiamo - l’Unifil si dispiega esclusivamente sul territorio occupato e non su quello degli occupanti-invasori...

Inoltre, le ultime notizie segnalano l’intenzione dei militari Unifil ­ diciamo così ­ di risolvere la questione dei campi profughi palestinesi in Libano. Insomma, si comincia dai più deboli.

A proposito di Palestina, dell’idea di fissare un piano di pace per tutta l’area mediorientale ormai i governanti di casa nostra non ne parlano più; nel silenzio, si allineano a tutti gli altri occidentali.

Io sono dell’idea che nell’ambito della politica complessiva dell’Impero c’è dentro, appieno, l’operazione Libano.