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La Rossa Primavera .......

Publie le martedì 24 aprile 2007 par Open-Publishing
1 commento

Dal prossimo 25 aprile sarà in vendita, in allegato a Liberazione e L’Unità, al prezzo di € 6,90, "La Rossa Primavera"

Dalla quarta di copertina: Le valorose barricate popolari di Parma, un attentato dimostrativo contro il Vaticano, la partecipazione dei volontari internazionalisti alla guerra di Spagna, la Resistenza armata nel nord Italia. Sono alcuni degli episodi storici che ispirano La rossa primavera, una raccolta di racconti sull’antifascismo.
Il tema è quanto mai vivo e attuale.

Ideologie e pratiche autoritarie sono infatti ancora pericolosamente e subdolamente presenti, nelle istituzioni come nella società.

Lo sa bene chi fa attività militante nei quartieri, nelle scuole, nei luoghi di un lavoro sempre più precario.

La narrativa non scioglie i nodi storici ma li attraversa, consegnandoli alla riflessione e alla sensibilità critica.

In questa chiave, il libro può essere un piccolo tassello nella ricostruzione della memoria, patrimonio essenziale per comprendere le urgenze del presente.

Gli autori devolvono, tramite il Comitato Piazza Carlo Giuliani onlus, l’intero importo dei diritti loro spettanti per questo libro a progetti di solidarietà internazionale. Con i precedenti libri sono stati realizzati progetti in favore dei Guaraní-Kaiowá del Mato Grosso del sud, dei bambini Saharawi nei campi profughi dell’Algeria del sud, e la ristrutturazione di una scuola in Etiopia.

Messaggi

  • Perplessità sul libro

    Incuriosito anche da questo articolo apparso anche su altri siti di sinistra, sono immediatamente corso, la mattina del 25 Aprile, ad acquistare Liberazione col libro allegato.

    Per aprirlo ho aspettato qualche giorno ed ho avuto l’amara sorpresa di trovarci due racconti dal forte "sapore revisionista" ......

    Mi riferisco a "La spedizione" di Elena Gianini Belotti ma soprattutto a "Settimo" di Sergio Bianchi.

    Il primo narra di una "spedizione punitiva" di alcuni comunisti di borgata, subito dopo la liberazione di Roma, ai danni di membri della famiglia dell’ autrice.

    Non ho dubbi che il fatto possa essere vero, sicuramente la rabbia accumulata in 20 anni di dittatura e soprattutto nei nove mesi di occupazione nazista portò anche ad episodi del genere anche se Roma fu forse l’unico posto in Italia dove questa rabbia - sono concordi tutti gli storici - non portò all’uccisione di nessuno ( a parte l’episodio del direttore di Regina Coeli, Carretta, comunque opera di ex detenuti comuni dello stesso carcere e non di partigiani o comunque di militanti della sinistra).

    Quindi, anche se l’episodio è realistico e non ho dubbi nel riconoscerne il carattere autobiografico, mi sembra però che poco c’entri con lo spirito del libro .....

    Ma almeno la Gianini Belotti non è mai stata una "comunista", non ha mai preteso di vedere la storia da un punto di vista "di classe".

    Ben più pesante mi è quindi sembrato il racconto di Bianchi, uno che "militante" lo è stato davvero ( se non mi sbaglio anche nell’area lottarmatista) e che ancora - l’ho incontrato poco tempo fa ad Acrobax dove presentava il libro "Autonomi"- "militante" pretende di esserlo.

    E’ vero che quando descrive i personaggi della genovese Banda 22 Ottobre ( un strana aggregazione di rapinatori pasticcioni ed inutilmente assassini, con dentro anche un fascista, che solo la successiva iconografia brigatista potrà cercare di spacciare come assai improbabili precursori della "lotta armata per il comunismo") dice sostanzialmente la verità storica.

    Ma nel suo racconto c’è veramente di tutto, allude pesantemente al "pansismo" raccontando dei fascisti seppelliti vivi dall’anziano capo partigiano - episodio peraltro mai verificato e, come dice lo stesso Bianchi, sempre negato dallo stesso capo partigiano -, ridicolizza quegli ambienti (direttamente collegati, non solo idealmente, alla stessa Resistenza ) che nei primissimi settanta pensarono di armarsi per resistere in caso di golpe fascista ( in particolare i Gap di Feltrinelli con i quali la 22 Ottobre non aveva nulla a che spartire) e ne dipinge comunque i singoli militanti, compreso lo stesso Feltrinelli, come dei perfetti imbecilli.

    Come sa bene anche la mia cara amica e compagna Paola Staccioli, curatrice del libro, nel mio dilettantesco cercare di "fare memoria", ho sempre considerato certa agiografia della Resistenza ed anche dei movimenti dei settanta come deleteria, oltre che politicamente fuorviante ....

    Ma qui, soprattutto nel racconto di Bianchi, siamo all’opposto preciso !

    Che c’entra tutto questo col 25 Aprile e con la "rossa primavera" ?

    K.