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La Sapienza, un mistificante servizio del Tg2
Nella mattinata del 28 ottobre, un giornalista ed un operatore di Rai Due sono entrati nell’edificio che ospita le facoltà di Lettere e Filosofia e Scienze Umanistiche de La Sapienza, attualmente occupate in segno di protesta contro il decreto legge 133. I due giornalisti sono poi entrati nell’aula VI, dove si stava svolgendo una lezione che ci vedeva partecipi, chiedendo di poter fare delle riprese. Ci siamo dimostrati disponibili, a patto che il materiale raccolto non fosse poi trasformato in strumento di informazione distorta. Questa condizione non è stata rispettata. Nel servizio trasmesso dal Tg2, riguardante le proteste della scuola e dell’università, tramite un montaggio ad arte, il senso del nostro intervento è stato completamente travisato. L’intervista fatta ad una nostra collega è stata in buona parte tagliata, privandola del suo nodo di senso. La ragazza, facendosi portavoce del pensiero comune, ha dichiarato che la scelta di seguire le lezioni non ci impediva di partecipare alle mobilitazioni, né voleva essere in contrasto con esse.
La nostra protesta, infatti, trova la sua ricchezza proprio nell’integrazione tra momenti di mobilitazione e discussione collettiva e prosecuzione dell’attività didattica. L’intervento della collega voleva sottolineare proprio questo aspetto, che è stato invece volutamente messo in ombra dal Tg. A differenza di quello che i media vogliono trasmettere, il movimento degli studenti è quanto mai coeso verso un obiettivo comune: difendere l’istruzione pubblica. Non esistono fantomatici "fannulloni" a cui si oppongono schiere di poveri studenti che cercano di seguire le lezioni. Di fronte ad una legge omicida, che uccide il futuro di studenti, docenti, ricercatori, non c’è ideologia né logica di partito che tenga.
Ci stiamo battendo tutti, famiglie, studenti di ogni ordine e grado, docenti, ricercatori per un diritto comune: il diritto allo studio e al lavoro. Oggi e domani. A quanto pare, però, ad essere mosso da logiche e ideologie è chi mistifica i fatti invece di informare i cittadini; compito ancora più necessario in un momento tanto delicato e importante per tutta la società italiana. Questo movimento attraversa infatti capillarmente l’intero contesto nazionale, distinguendosi proprio per il suo essere trasversale e fondamentalmente apartitico. Un movimento così eterogeneo, spontaneo, aperto, creativo merita un’informazione onesta e trasparente. Speriamo di ottenerla almeno questa volta.
Gli studenti di Letteratura Italiana di Scienze Umanistiche, La Sapienza Roma