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La Val di Susa baluardo di democrazia (speriamo non sia l’ultimo)
Publie le mercoledì 7 dicembre 2005 par Open-Publishing– Quel che accade in Val di Susa riguarda tutti noi: Italiani,
Europei, donne e uomini del mondo. In quella remota valle si sta
consumando il sacrificio della democrazia, immolata sull’altare
neoliberista del business a vantaggio di pochissimi e a spese
della collettività.
– Dopo che una intera comunità si è ribellata ai dictat dei poteri
forti che hanno deciso di fare profitti scavando un buco
attraverso le Alpi, appare finalmente il volto di un potere ormai
lontanissimo dai cittadini.
– Dopo che una intera comunità non si è limitata a dire che non
vuole fastidi nel cortile di casa (cosa per altro legittima), ma
ha fatto concrete proposte alternative alla nuova linea TAV
assieme a tecnici e lavoratori dei trasporti, facendo vedere che
un altro modello economico e democratico è possibile, si è
scatenata la reazione di chi non ha altra prospettiva che i propri
interessi economici.
– Mentre una intera classe politica e sindacale non fa che
difendere, con arroganza e disprezzo, gli interessi di quelle
poche aziende che si dovrebbero spartire i 20 miliardi di Euro
necessari per il traforo, le forze dell’ordine si scatenano
mostrando il loro volto peggiore e facendo seriamente dubitare di
essere al servizio della collettività.
– La notte scorsa, in Val di Susa, l’ultimo velo di pudore è caduto
dalla faccia di chi straparla di democrazia. Le “forze
dell’ordine” hanno caricato con violenza inermi e pacifici
cittadini che stavano, appunto, “esercitando la democrazia”.
– Chi non ha che il manganello come risposta da contrapporre agli
argomenti dei cittadini, sta celebrando il funerale di democrazia
e libertà.
– In Val di Susa non si difende solo una valle dallo scempio
ambientale: si sta difendendo quel che resta della coscienza
democratica di un intero paese.
– Non è retorica se diciamo: “Siamo tutti Valsusini”
CUB trasporti