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La base di Vicenza e i rapporti Usa-Italia

Publie le domenica 4 febbraio 2007 par Open-Publishing
1 commento

Il leone divide così il bottino: a me tutto a te niente

di Lidia Menapace

è, ed è naturale che ci sia, sconforto rabbioso a Vicenza, Pordenone, Padova, Reggio, Milano e da molte parti dove si prepara la manifestazione del 17 febbraio. Oggi al Senato ci accingiamo a votare contro una mozione della destra
che approva la seconda base, e a favore di un ordine del giorno dell’Unione che impegna il governo a riferire su quali iniziative intende prendere per soddisfare le richieste della popolazione vicentina.

Essendo appena
tornata da una missione della commissione difesa a Vicenza, ho ben chiaro che ci troviamo di fronte a un bivio di grande
importanza. Sono convinta che i tentativi di una parte del comitato vicentino comprensibili e generosi - di portare avanti, insieme al no netto alla base, anche alcune richieste di natura urbanistica agli americani (per alleviare il danno alla città) siano tentativi che possono avere un effetto negativo.

Perché qualsiasi contropartita chiederemo agli americani ci verrà concessa.
base a Vicenza è cruciale per loro, non perché conterrà armi micidiali o chissà che altro, ma perché Vicenza è la testa di una militare, il comando su Camp Darby, Aviano,
Ghedi, Cameri e probabilmente Sigonella.
Dunque dobbiamo ragionare sul piano complessivo della servitù militare italiana nei confronti degli Stati Uniti d’America, non solo sul massacro di una città d’arte,
sebbene questo massacro sia un sacrificio
insopportabile.

Abbiamo anche appreso che Vicenza starebbe negli accordi segreti firmati dai presidenti del consiglio volta per volta. Servitù militari e segreto militare: è contro queste due eredità che dobbiamo concentrare nostri sforzi politici dentro l’Unione. Poniamo
agli alleati dell’Unione la seguente domanda:
è possibile avviare forme di trattativa con gli Usa che non ripetano il modello del famoso patto leonino di antica memoria?

Mi riferisco a quando il leone chiede agli animali della foresta di dividere il bottino, e alla prima occasione comincia a «Primo pezzo tocca a me perché son dei boschi
il re: il secondo chi lo nega al capo
lega?», e via via si prende tutto. Il segretario
del Prc Franco Giordano, ha detto che carattere
pacifista della politica estera del governo
si è appannato.

E’ proprio vero. Allora
ciò che dobbiamo fare a mio avviso è chiaro:
insistere col governo, nel rispetto programma, per una moratoria su Vicenza dove sembra abbiano già cominciato scavare i canali per le fibre ottiche della base)
e per la convocazione immediata conferenza sulle servitù militari, sul segreto
militare e di stato, e sulla condizione nostra pericolante sovranità. Il ministro
Santagata ha detto ieri alla Camera che conferenza sulle servitù militari non niente a che fare con la seconda base Vicenza.

Non posso credere che ci creda.

Siamo in un passaggio molto delicato, l’Europa
è un po’ in crisi ma qualche passettino avanti ogni tanto lo fa; India e Cina avanzano
tumultuosamente e in modo niente affatto rassicurante; il Medio Oriente è sempre in preda alle convulsioni.

Fermiamoci. Questo chiederei al governo.

Non sono solo i vicentini a chiederlo, è l’intero
paese. Lo dimostreremo in piazza Vicenza, il 17 febbraio.

Messaggi

  • Forse la signora Lidia Menapace si sente in debito verso l’elettorato pacifista ed inizia a nominare sempre più le "servitù militari". Forse la signora Lidia Menapace sempre più parla di politica internazionale, la famosa discontinuità, che il governo attuale deve intraprendere ad esempio per quanto riguarda l’Afghanistan e *passa* sempre più il concetto dei corpi civili di pace a fare da interposizione ai corpi civili di guerra, aspettando di sostituirli.
    Forse la signora Lidia Menapace ha letto con attenzione, quello che già era nelle sue mani alla fine degli anni 90. Seppellito, sommerso.
    Si dà il caso che la lettera che quì inoltro, l’abbia ricevuta anche io oltre la signora Franca Rame e la senatrice Menapace.
    E’ abbastanza chiarificatrice per chi ha orecchie da intendere.

    Doriana

    Nessun documento nascosto, tutte le documentazioni si trovano su
    diariealtro.splinder.com

    > Gentile signora Rame,
    > l’ho ascolata oggi, 2 febbraio, a Prima Pagina e convengo con lei
    > sull’inopportunità dell’atteggiamento del Presidente del Consiglio che
    > giudico, nella sua superficiale, svenevole giocosità offensivo per
    > l’intelligenza e la coerenza politica di cittadine e cittadini.
    > Forse dovrei limitarmi a dire per la mia intelligenza, coerenza
    > dignità che non possono accontentarsi di una sorridente pacca sulla
    > spalla (ma per chi voto la prossima volta?). Deridere la "pacca" di
    > cui sopra non basta nemmeno per un "comune" cittadino.
    > Però.....se é vero che sopra le decisioni nazionali stanno quelle
    > internazionali (leggi USA) é anche vero che "sotto" stanno i vari
    > livelli locali che, quando si allineano alla scelta della sudditanza,
    > possono davvero bloccare processi virtuosi senza che nessuno se ne
    > accorga.
    > Le invio i risultati della mia esperienza, vissuta all’interno del
    > Comitato Misto Paritetico Servitù Militari, un organismo trattato da
    > inutile burletta che però é un, pur modesto, livello istituzionale.
    > Perchè nessun parlamentare ha fatto un’inchiesta a quel livello?
    > Perché nessuno si é curato di sapere cosa, nelle riunioni di quel
    > Comitato, hanno detto i sindaci necessariamente interpellati, a meno
    > che la riunione -dovuta per legge- non si sia tenuta?
    > Gli inciuci e soprattutto l’accettare una situazione di sudditi USA di
    > là del mare (siamo forse in Iraq?) cominciano in basso, in basso si
    > consolidano ...fino a diventare realtà visibile nel governo.
    > Forse lei, nella sua funzione di senatrice, potrà documentarsi e
    > indagare sugli aspetti che le propongo in due miei documenti allegati
    > che ho inviato anche a Lidia Menapace.
    > Sono indignata con i miei concittadini: é troppo comodo appagarsi nel
    > deridere Prodi (molti lo fanno), un comodo alibi per non guardare
    > dentro se stessi anche se il comportamento del Presidente del
    > Consiglio merita la derisione.
    > A suo tempo mi é stato concesso di pronunciare la sintesi della mia
    > conclusa esperienza con una relazione del 1998 che é stata pronunciata
    > alla chiesa evangelica perché nessun altro mi ha dato parola (men che
    > meno il comitato contro Aviano e l’associazione locale per la pace,
    > per non parlare dei partiti -allora ancora, forse, di sinistra- che in
    > consiglio regionale mi avevano votato come componente del CoMiPar).
    > Certamente è una relazione vecchia ma contiene ancora dati e citazioni
    > che mi sembra possano essere utili.
    > Buon lavoro e .. coraggio (ne avrà bisogno).
    > Con molta solidarietà

    Augusta De Piero
    >