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La bellezza di Obama

Publie le sabato 28 febbraio 2009 par Open-Publishing

Noi non torturiamo. Guantanamo sara’ chiuso

L’occupazione dell’Iraq deve finire e le truppe devono essere ritirate entro l’agosto del prossimo anno. Mostreremo le spese per la guerra in Iraq che Bush aveva nascosto, e non sara’ piu’ vietato mostrare le foto delle bare dei caduti.
Chiuderemo la questione afgana e ci ritireremo dall’Iraq riducendo le spese militari.
Se l’anno scorso la guerra e’ costata 140 milioni di dollari, il tetto sara’ di 50. Saranno rivisti tutti i programmi di armamento in un contesto di rigore finanziario.

Occorre una ricostruzione economica ma anche morale degli USA.
Agiremo su 3 fronti: energia, sanita’ e scuola.
Impegneremo 734 milioni di dollari subito per risollevare il paese.
Bisogna scongelare il mercato e dare slancio all’economia.

Taglieremo le spese superflue per 2.000 miliardi ma aumenteremo gli investimenti sull’energia pulita e aumenteremo le tasse a quelle imprese che inquinano l’ambiente.

Diminuiremo le tasse ai piu’ poveri, i tagli alle tasse aiuteranno il 95% delle famiglie, ma le aumenteremo ai piu’ ricchi (basta sgravi a grandi imprese e a magnati), tasseremo di piu’ quelli che guadagnano piu’ di 250.000 dollari l’anno (a cui Bush aveva concesso detassazioni per 10 anni, con la scusa che se i ricchi pagano meno tasse i loro benefici cadono a pioggia su tutto il paese, cosa che ovviamente non e’ stata). Tasseremo le aziende che delocalizzano il lavoro all’estero, mentre finora i profitti fatti cosi’ sfuggivano al fisco. Alzeremo del 20% l’imposizione fiscale sul capital gain e i dividendi.
Non daremo piu’ le enormi sovvenzioni agli agricoltori.

Il divario tra ricchi e poveri si e’ allargato in modo insostenibile e si sono ingigantite le fasce di disagio sociale. Cercheremo di correggere col fisco queste sperequazioni cosi’ da favorire i piu’ poveri.

La ricchezza va ridistribuita partendo dalla sanita’. L’assicurazione medica sara’ allargata a 4 milioni di bambini. Vogliamo dare a tutti un’assistenza sanitaria (oggi 48 milioni di americani ne sono privi e altri 7 milioni di americani hanno perso il lavoro e non potranno pagare l’assicurazione). Le aliquote fiscali dei piu’ ricchi passeranno dal 33% (singoli) e dal 35% (coppie) al 36% e al 39,6%.
634 miliardi saranno investiti in 10 anni nel sistema sanitario ma potrebbero servirne 1000.
Daremo un sussidio ai 7 milioni di americani che hanno perso il lavoro cosi’ che possano conservare la mutua che avevano prima del licenziamento e revisioneremo l’assicurazione Medicare abbassando le quote per i piu’ poveri.
Miglioreremo la prevenzione e introdurremo l’informatizzazione delle cartelle mediche.

Ridurremo i costi dei mutui e aumenteremo i prestiti alle piccole imprese, cosi’ che possano creare posti di lavoro. E lanceremo una forte campagna di lavori pubblici per creare nuovi posti di lavoro. Faremo ponti e strade. Ma metteremo fine agli appalti assegnati senza gara che hanno portato allo spreco di miliardi di dollari.

Ricostruiremo le scuole fatiscenti e pagheremo gli insegnanti secondo il loro rendimento.
145 mld saranno investiti in 2 anni nell’istruzione pubblica, che e’ il pilastro della rinascita della Nazione e costituisce la parte piu’ importante del programma. Occorre ristrutturare gli edifici, dare aiuti agli Stati e fare programmi per i piu’ poveri.
Miglioreremo le reti Internet.

Aumenteremo del 34% i fondi destinati all’ambiente, finanziando le energie pulite e dicendo no al carbone e al nucleare. Risaneremo la zona dei Grandi Laghi e ridurremo del 14% i gas serra. 15 miliardi l’anno saranno investiti per sviluppare energia eolica e solare e costruire auto piu’ efficienti a meno consumo.

Chiederemo al Congresso altri 750 miliardi per salvare le istituzioni finanziarie travolte dalla crisi. Ma chiediamo regole piu’ serie e un tetto agli stipendi dei manager e lo Stato nazionalizzera’ parte di essi, per es. Citygroup sara’ salvata ma lo Stato ci entrera’ al 40%.
Daremo piu’ credito alle imprese e alle famiglie, ma anche tetti ai maxi-bonus dei dirigenti di Wall Street. Gli amministratori delegati non possono prosciugare i fondi che dovrebbero andare alla ripresa (nel 2008 18,4 miliardi di dollari sono andati in bonus ai dirigenti dalle societa’ di Wall Street, nonostante la crisi). Non sara’ piu’ scusato un livello simile di arroganza e ingordigia.
I mercati finanziari dovranno presentare una trasparenza senza precedenti, una sorveglianza rigorosa e una contabilita’ chiara.
Ma il Governo stesso mettera’ su internet in modo chiaro le proprie spese nella massima trasparenza.

Vogliamo costruire una Nazione che si alimenti di energie nuove, pulite e sostenibili, che sia piu’ preparata alla competizione scientifica e culturale col resto del mondo, che non debba leggere un referto medico come una condanna alla poverta’.

La prima legge e’ sulla parita’ salariale tra uomo e donna
Renderemo aiuti statali alle associazioni che aiutano le donne. Daremo fondi alle ONG favorevoli all’interruzione di gravidanza e alla pianificazione familiari (vietati da Bush)
Lo Stato deve proteggere la salute delle donne e la liberta’ di riproduzione ma il governo non deve entrare nelle faccende private di una famiglia e nella scelta delle donne. Vogliamo prevenire maternita’ involontarie, ridurre la necessita’ di far ricorso all’aborto e sostenere le donne e le famiglie nelle loro decisioni. L’aborto sara’ legale anche se e’ una situazione sempre tragica.

Finanzieremo la ricerca, vogliamo trovare la cura per il cancro.
Si autorizzano ricerche e sperimentazioni su staminali embrionali umane. Si abroga il bando di Bush di sovvenzioni agli enti che fanno ricerche sulle staminali.

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I repubblicani hanno respinto il progetto compatti: 188 voti contro.
Eppure si deve a loro il totale fallimento della finanza del mondo, il tracollo dell’economia, la fine dell’America come prima potenza del mondo, la crisi conclamata del neoliberismo assoluto, il naufragio delle Borse, la disfatta di due guerre aggressive… Malgrado questi frutti micidiali, essi persistono nel loro errore e anzi Bush si prepara a 60 conferenze in giro per gli States, come fosse un trionfatore.

Il programma di Obama costituisce una vera rivoluzione epocale che avra’ influenze politiche positive su tutto il mondo.

Se proprio dobbiamo iniziare delle critiche, possiamo partire dal non accenno al Patrioct Act e a quella serie di restrizioni ai diritti fondamentali del cittadino che Bush si permise con l’alibi del terrorismo, ma possiamo sperare che anche questo punto sara’ toccato.

Vediamo che resta intatto l’apparato neoliberista americano (la salute per es. non e’ ancora un diritto generale ma qualcosa che si compra con una assicurazione e non c’e’ una parola sul diritto sindacale), ma gran parte dell’odioso impianto neoliberista di Bush viene smantellato. Abbiamo uno Stato che comincia a riprendere le leve del bene pubblico e non lo fa dipendere dagli interessi di multinazionali avide e assassine. E abbiamo il piu’ grande piano di interventi pubblici della storia.

Inutile dire che quello che sta avvenendo in Italia e’ l’esatto contrario, noi stiamo andando esattamente nella direzione opposta. Obama, tra l’altro, ha resistito allo Stato il suo carattere laico, senza badare alle pretese di primazia delle chiese e anche questo in Italia non sta avvenendo affatto.

Obama non e’ certo di sinistra ma la nitidezza del suo programma dovrebbe essere un monito a tutte quelle opposizioni che sinora non hanno saputo avanzare nemmeno questa chiarezza e che addirittura si sono piegate con troppa facilita’ a quelle concessioni neoliberiste che stanno producendo il disastro dell’Occidente, quelle concessioni che la Comunita’ Europea non ha rinnegato affatto e su cui continua, perversamente, ad avanzare.

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