Home > La colonizzazione ultraliberista della Polonia
di Attac Deux-Sèvres tradotto dal francese da karl&rosa
Buongiorno a tutti!
Qui di seguito, la testimonianza di un membro, polacco, di ATTAC Deux-Sèvres, sulla politica dell’Unione europea in Polonia dopo la caduta del regime comunista. Ci sembra interessante diffondere largamente questo testo, che informa sulla realtà delle politiche dell’Unione che i sostenitori del SI’ accettano di consacrare nel progetto di Trattato Costituzionale Europeo. Grazie. Attac Deux Sèvres
La colonizzazione ultraliberista della Polonia
Testimonianza di Richard DANILOWICZ
ex sindaclista polacco, ex detenuto politico nelle prigioni polacche, militante di ATTAC Deux-Sèvres
Ho vissuto in Polonia 35 anni (1947-1982). Vi ho trascorso 5 anni in prigione per aver organizzato dei gruppi di discussione sull’Europa del Trattato di Roma! Nel 1980-81 militavo nella direzione regionale del sindacato Solidarnosc. Dal 1990 vado quasi ogni anno in Polonia per dei soggiorni di un mese. Sono dunque molto ben informato sulla situazione laggiù. Potrei riassumerla in una sola frase: é il dominio assoluto dell’ultraliberismo, di un capitalismo selvaggio. Dal 1956 ho partecipato a tutti i movimenti di rivolta in Polonia. So dunque per cosa lottava il popolo polacco. Volevamo tutti un socialismo dal volto umano, o un capitalismo sociale, democratico e razionale. Cos’abbiamo adesso? Chi ha instaurato dunque quest’ultraliberismo sfrenato, a nostra insaputa? La risposta é semplice: l’FMI, la Commissione Europea e la nomenklatura ex-comunista.
Nel 1989, l’ex regime totalitario terminava il suo regno in pieno dissesto finanziario: lasciava un debito estero di 40 miliardi di dollari, un debito enorme per un paese come la Polonia. Poco prima della sua caduta, il regime tratto’ con l’FMI e la Banca Mondiale le condizioni del rimborso. La nomenklatura accetto’ le condizioni imposte, sapendo che sarebbe stato il popolo a pagare, come sempre.
Il 1° gennaio 1990, le condizioni ultraliberiste e disumane del FMI entrarono in vigore con il nome di "piano Balcerowicz", dal nome del ministro delle Finanze del nuovo governo "democratico" di T. Mazowiecki, sotto la presidenza di Lech Walesa. Balcerowicz fu sostenuto da un economista americano, Jeffrey Sachs, uscito da Harvard, un ardente difensore dell’ultraliberismo. In cosa consisteva il piano ultraliberista "Balcerowicz"?
1) Le frontiere furono interamente aperte ai prodotti occidentali.
2) Le imprese statali, per nulla preparate a questa concorrenza invadente, furono inoltre sottoposte a restrizioni draconiane: una fortissima imposizione, il pagamento allo stato di alti dividendi, crediti bancari da usura, divieto di assumere, pena il pagamento di una tassa punitiva, chiamata "popiwek".
3) La privatizzazione delle imprese statali e dei servizi pubblici divenne obbligatoria.
Fu la famosa "terapia d’urto", tanto vantata dai media in Occidente, che lodarono Balcerowicz come un genio dell’economia ultraliberista. Le università occidentali lo gratificarono di numerosi titoli di Dottore "honoris causa". Fu passato sotto silenzio il fatto che, sotto il vecchio regime, era stato segretario del partito comunista e professore di marxismo-leninismo. Adesso é presidente della Banca di Polonia.
Risultato: un disastro sociale. Secondo le statistiche, il potere d’acquisto dei Polacchi, già basso sotto il vecchio regime, diminui’ in due anni, fra il 1990 e il 1991, del 30%. I disoccupati diventarono 2.000.000. Fu il panico. Adesso i disoccupati sono 3.000.000. La vera miseria tocco’ migliaia di persone.
Secondo gli ultimi dati dell’OCSE e dell’UNICEF per il 2004, due milioni di bambini polacchi sono denutriti: arrivano a scuola senza aver fatto colazione e senza poter pagare il pasto di mezzogiorno alla mensa scolastica.
Prima, non avevo mai conosciuto situazioni simili! Secondo i dati dell’Ufficio Polacco di Statistica (GUS) del febbraio 2005, 8.000.000 di polacchi vivono sotto la soglia di povertà. La Polonia ha 38.500.000 abitanti. La soglia di povertà é di 1.226 zloty per una famiglia di 4 persone (1 euro = 4 zloty). Cinque milioni di persone vivono in miseria, dato che non disponsono di 8 zloty al giorno. Per le pensioni, i fondi pensione sono fortemente raccomandati (imposti). Dodici milioni di Polacchi li hanno sottoscritti.
A partire dal 1995, la Polonia si é trovata sotto la tutela della Commissione Europea, candidata a diventare membro dell’Unione Europea. Le privatizzazioni sono state accelerate in tutti i campi. Sono state realizzate in condizioni disoneste e mafiose. La nomenklatura ex comunista, che gestiva tutte le imprese, le portava scientemente alla bancarotta per ricomprarle in seguito a prezzi irrisori. In effetti, la privatizzazione si é trasformata in un vero saccheggio dei beni nazionali. Una vera spartizione della Polonia fra compari senza scrupoli, sotto l’occhio benevolo e indulgente della Commissione europea.
Le multinazionali straniere (ed europee) hanno largamente partecipato a questa caccia ai beni nazionali, pagando solo il 10% del valore delle imprese. Questo é stato scrupolosamente dimostrato da Kazimierz Poznanski, professore di economia all’Università di Seattle (USA), in due libri e numerose pubblicazioni. In cambio di questi prezzi di vendita irrisori, i venditori della nomenklatura hanno intascato provvigioni sostanziose (milioni di dollari). Cosi’ é stata venduta la Polonia.
Ricatto nelle imprese. Conformemente alle direttive di Bruxelles, i tagli di personale nelle imprese sono costanti: é un’occasione per sbarazzarsi dei sindacalisti incorruttibili e dei militanti che hanno lottato contro l’ex dittatura. Il Codice del Lavoro praticamente non é più rispettato: é il padrone che decide le condizioni. Il personale é spesso assunto in base a contratti a tempo determinato, di durata brevissima, ripetibili all’infinito. Ci sono 3.000.000 di disoccupati e solo il 15% percepisce dei sussidi... per 6 mesi. E’ il regno della paura. In quest’atmosfera di terrore economico, i lavoratori non osano iscriversi al sindacato. I sindacati esistenti vengono addomesticati. L’eroico sindacato Solidarnosc non é più che l’ombra di se stesso. I Consigli di cogestione dei lavoratori (KSR) nati dalla rivolta operaia del 1956 sono liquidati in occasione delle privatizzazioni. Il ricatto sessuale nei confronti delle donne é diventato corrente. O la sottomissione sessuale o la disoccupazione e la miseria. A scelta. L’età del pensionamento delle donne prima era 60 anni. Ora é 65 anni. Prima il lavoro notturno delle donne era proibito; ultimamente, questa proibizione é stata abolita.
Le delocalizzazioni. Le imprese occidentali che delocalizzano in Polonia dettano le loro condizioni, sottolineando che possono traslocare altrove se i lavoratori e i sindacati non saranno docili... In questo momento, TOYOTA fa questo ricatto, affermando che puo’ scegliere anche la Slovacchia e l’Ungheria. Il salario minimo in Polonia é di 849 zloty al mese (circa 210 euro). Ma da 6-7 anni i capitalisti polacchi delocalizzano in Ucraina, dove i salari sono molto più bassi. Quanto ai capitalisti ucraini, cominciano a delocalizzare verso il Kazakistan ed i paesi del Caucaso...
LE MIE CONCLUSIONI
1) Il capitalismo ultraliberista, nella sua forma più brutale, é imposto attualmente alla Polonia. Nessuno ha domandato l’opinione del popolo polacco. Lo stesso avviene negli altri paesi dell’Europa centrale. E’ chiaro che la Commissione europea é programmata per diffondere ed imporre unicamente il capitalismo ultraliberista. Il progetto di Costituzione europea é il riflesso e la conferma di questa tendenza.
2) In Polonia, l’ultraliberismo é stato imposto dall’FMI e dalla Commissione europea, in stretta collaborazione con la vecchia nomenklatura... sempre al potere! Le trattative per entrare nell’UE sono state condotter con gli ex alti dignitari del partito totalitario PZPR: Leszek Miller, Aleksander Kwasniewski, Jozef Olesky, W. Cimoszewicz, Danuta Huebner. Quest’ultima si é iscritto al PZPR all’età di 22 anni. Non ha mai protestato contro il regime totalitario ed ha sempre sostenuto il generale Jaruzelski. Ora é commissaria europea! E’ lei che, nel febbraio scorso, ha sostenuto la politica di delocalizzazioni (che ha scatenato la collera di Henri Emmanuelli).
3) Constato che la Commissione europea é sprovvista di etica: l’essenziale é di rispettare le regole dell’economia ultraliberista. E’ incompatibile con la nostra cultura europea. Il progetto di Costituzione europea non ci protegge dalle derive ultraliberiste che la Polonia ed i paesi dell’Europa centrale hanno subito: al contrario, le aggraverà e le estenderà a tutto il continente europeo.




