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La compravendita dei voto, 150 euro a preferenza
Publie le mercoledì 4 maggio 2011 par Open-PublishingTroppi pretendenti per un posto nel Consiglio comunale di Salerno ridotto nei numeri dalla nuova legge elettorale. Già era difficile prima, figurarsi adesso. La guerra non è solo tra il sindaco uscente e gli sfidanti, è soprattutto tra gli aspiranti ad uno scranno a Palazzo di Città.
Che inevitabilmente diventa anche l’obiettivo del centrodestra di tentare di vincere almeno nella sfida delle liste, fermo restando le potenzialità dei candidati a primo cittadino. Una guerra che si sta combattendo a suon di manifesti, ormai affissi dappertutto, che durano lo spazio di un mattino, con l’apertura di sedi elettorali in più punti della città. Per ottenere un voto di preferenza si è disposti a tutto, anche a sollecitare il voto disgiunto (poi basta vedere i fac simile delle schede elettorali per rendersi conto che alcuni candidati ignorano volutamente l’indicazione al sindaco del proprio schieramento). Ed ora arriva – secondo indiscrezioni – anche la battaglia a suon di bigliettoni per garantirsi un pacchetto di voti. Probabilmente non si è ai livelli napoletani del passato e più volte denunciati ma purtroppo qualcosa del genere starebbe accadendo anche in città. Già è sospetto il mercato degli attacchini, in molti casi in mano alle solite famiglie che stanno facendo affari d’oro, con vigili e Forze dell’Ordine che stanno a guardare. Qui si parla di una vera e compravendita di voti per la preferenza a consigliere comunale, pescati in elettori tradizionalmente portati a votare lo schieramento opposto.
Così 150 voti che sarebbero stati pagati a 100 euro da un aspirante consigliere comunale del centrodestra sarebbero sfumati per il rilancio di un concorrente del centrosinistra che si sarebbe accaparrato il prezioso tesoretto portando la spesa a 150 euro.
Tanto è vero che si dice che al primo sia stato restituito anche l’anticipo già versato per bloccare i futuri elettori. Tocca ora agli investigatori accertare se esiste un sottobanco del voto, garantire elezioni libere e democratiche, perché anche un sol voto indirizzato a chicchessia per motivi tutt’altro che nobili possono infangare una battaglia politica che deve essere fatta di programmi e di idee.