Home > La crisi dell’Iraq e la crisi neoliberista
Così scriveva Emergency nel 2002, prima che l’orrore iracheno cominciasse:
"Vogliamo un mondo basato sulla giustizia e sulla solidarietà. Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli Stati. Chiediamo che l’Italia, di fronte alla minaccia di un attacco militare all’Iraq, non partecipi ad alcun atto di guerra, nel rispetto della Costituzione. Non vogliamo essere corresponsabili di nuovi lutti né vogliamo alimentare la spirale del terrore Basta guerre, basta morti, basta vittime!"
Quando cadde il muro di Berlino, i liberali previdero l’ingresso in un periodo di libertà, di sicurezza e di pace per l’Occidente .
Grandi società internazionali come l’ONU dovevano garantire equità, progresso, tutela,
perché l’uomo vuole massimamente la pace e vuole guardare con fiducia al suo futuro e a quello dei suoi figli. Egli vuole dare il meglio di sé alla costruzione della Vita, non sprecarsi per la sua distruzione.
Dopo 17 anni di predominio del mercato neoliberista violentemente imposto, il mondo intero è degenerato e ha perso ogni sicurezza e speranza, le decisioni economiche internazionali sono nelle mani di cricche, come la BM o il WTO, che hanno rovinato interi stati e che nessuno ha democraticamente eletto e su cui nessuno può indagare. La guerra è lo strumento ordinario di risoluzione dei conflitti tra Stati e le armi atomiche proliferano ovunque, insieme a strumenti di sterminio fortemente contaminanti già vietati da tutte le Convenzioni Internazionali.
L’escalation per l’immane crisi del mondo è partita dalle scelte scellerate delle amministrazioni neocons USA.
Quanta differenza tra i liberali del 1989 e i neoliberisti degli attuali governi di Destra!
Progressivamente tutte le libertà democratiche sono state ridotte, coartate o vilipese in nome di un trionfante arbitrio dei signori del denaro e la sorte del mondo è stata messa nelle mani di sciagurati corrotti.
È questo il mondo che volevamo?
Gli USA si sono imposti arbitrariamente come l’unica superpotenza militare, economica e politica del mondo. I risultati aberranti di questa imposizione li vediamo: Stati rovinati come l’Argentina, aggrediti come il Cile, distrutti come l’Afganistan e l’Iraq, minacciati come l’Iran o la Siria, spaventosamente protetti nelle loro iniquità come Israele, o dimenticati nel loro sangue come il Darfur.
Ideologicamente, l’arroganza statunitense ha portato alla degenerazione di valori come la democrazia, la giustizia, le libertà civili, l’autodeterminazione dei popoli, la dignità religiosa, la salvaguardia della Terra, la libertà di commercio, la speranza di futuro, la protezione dei deboli, il rispetto per la pace, la Verità.
Sono morte cose come solidarietà, pietà, aiuto, umanità, partecipazione...
Che le Chiese abbiano ipocritamente permesso che questo avvenisse sotto una fraseologia religiosa è allarmante.
Mostra che anche le fedi sono state corrotte da presunzioni di potere e di supremazia.
E che il fanatismo ha sostituito la ragione.
Le Chiese, in primo luogo quelle americane e quelle islamiche, invece di essere freno agli abomini umani, li hanno benedetti e giustificati.
In luogo di diventare un modello ideale per il mondo, l’Occidente si è degenerato in mano ai peggiori, plaudendo alla prepotenza dei corrotti e inchinandosi ai poteri dei più ricchi, L’Europa ha dimenticato quello che poteva fare e si è allineata all’ipocrisia generale.
Una guerra di mercato ha potuto presentarsi come una crociata democratica, uccidendo insieme religione e democrazia, uccidendo l’uomo.
L’abominio più spaventoso è questo rovesciamento dei valori.
Ma il delitto più spaventoso è quello di chi anche adesso finge di non capire. Di chi rifiuta la responsabilità che ha avuto nell’orrore.
E finché ci sarà questo rifiuto, noi temeremo per il mondo.
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