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La forza militare internazionale in Libano farà il lavoro sporco per Israele e gli USA

Publie le giovedì 10 agosto 2006 par Open-Publishing

La forza militare internazionale in Libano farà il lavoro sporco per Israele
e gli USA. L’Italia e l’Europa non siano complici di questa operazione

Lettera aperta al movimento contro la guerra e alla sinistra

Sull’escalation in corso in Libano e in Medio Oriente, si va configurando
sempre più nitidamente il rischio che anche l’Italia e l’Unione Europea si
rendano complici di un intervento internazionale destinato a fare il “lavoro
sporco” per conto di Israele e degli Stati Uniti.

La forza militare internazionale (NATO/ONU) che dovrebbe sostituire e
legittimare le forze armate israeliane che occupano nuovamente il Libano del
Sud, entrerebbe in conflitto con la sovranità politica e nazionale del
Libano (che ha detto per questo no alla Risoluzione dell’ONU) e con
l’attività di resistenza degli Hezbollah e delle altre forze patriottiche
libanesi. Non solo. Appare vergognoso e paradossale che l’unica Risoluzione
ONU sul Medio Oriente sulla quale viene costituita una forza militare
internazionale coercitiva sia la nr.1559 sul Libano e non le decine di
risoluzioni dell’ONU disattese da decenni da Israele sulla Palestina, il
Libano, il Golan siriano.

In questo modo l’ONU rivela “nei fatti” la sua natura di complice
dell’espansionismo israeliano e nelle dichiarazioni formali il suo ruolo di
istituzione superpartes.

Di fronte a questi dati di fatto nascondersi dietro l’ONU per inviare i
soldati italiani in Libano (magari spedendoci quelli che dovranno essere
ritirati dall’Iraq) è molto peggio che nascondersi dietro una foglia di fico
come avviene per la missione militare in Afganistan, la quale con il voto
favorevole di tutti i partiti della sinistra, ha aperto la porta a nuovi
interventi militari all’estero

Si impone una svolta politica, diplomatica e strategica sul Medio Oriente. I
parametri per le decisioni non possono continuare ad essere gli interessi di
Israele. E’ ormai evidente come questi siano gli interessi di uno Stato
isolato, estraneo ed ostile al resto della regione. Israele ormai esiste di
fatto ma non più di diritto. Il diritto si può datare al 1948 ma da allora
in poi l’espansionismo militare e coloniale israeliano ha radicalmente
cambiato i suoi confini, le norme e la sua legittimità internazionale.
Occorre partire da questa realtà - confermata dagli avvenimenti e dalle
conseguenze dell’aggressione al Libano - per mettere fine ad una
equidistanza tra le ragioni di Israele, quelle dei palestinesi e dei paesi
confinanti che si è rivelata una forma di complicità con l’espansionismo
militare e coloniale israeliano.

Il massacro dei palestinesi a Gaza, il mattatoio scatenato in Libano, le
minacce alla Siria, il possibile ricorso alle armi nucleari israeliane e
statunitensi contro l’Iran, l’intimidazione contro i governi e le forze
politiche democratiche nel resto del mondo vanno dunque fermati adesso prima
che inneschino una escalation che relegherà al passato la presunta
“gestibilità” delle guerre asimmetriche come è avvenuto fino ad oggi. Dopo
anni di mattanze unilaterali, Israele sta verificando sulla pelle della
propria popolazione come tale scenario non sia ripetibile all’infinito. Il
cessate il fuoco è importante ma non è più sufficiente se a questo non sarà
accompagnato un cambiamento radicale degli assetti mediorientali che diano
priorità al risarcimento israeliano ed internazionale verso i palestinesi e
i paesi arabi confinanti.

Senza giustizia non ci sarà pace in Medio Oriente

Il Forum Palestina, dopo la significativa e inaspettata riuscita della
manifestazione del 27 luglio, ha confermato l’appuntamento per una grande
assemblea nazionale da tenersi nella seconda metà di settembre per
organizzare una nuova manifestazione nazionale in solidarietà con la
resistenza dei popoli del Libano, della Palestina, dell’Iraq e di tutto il
Medio Oriente, per l’abrogazione dell’accordo di cooperazione militare fra
Italia e Israele, per l’adozione di sanzioni politiche ed economiche nei
confronti del governo di Tel Aviv fino al completo ritiro delle sue truppe
da tutti i territori occupati nel 1967.

Su questo chiamiamo sin da ora al confronto, all’iniziativa e alla
formulazione di proposte tutte le forze che hanno compreso come oggi in
Medio Oriente nulla sia più come prima e come l’Italia non può continuare a
rendersi complice di un mattatoio alimentato dagli interessi israeliani e
statunitensi.

Forum Palestina

forumpalestina@libero.it;

www.forumpalestina.org