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La frana di Bologna e le responsabilità della sinistra.

Publie le giovedì 28 gennaio 2010 par Open-Publishing
2 commenti

Il sindaco Delbono alla fine costretto alle dimissioni. Una vicenda indecorosa che contribuisce ad approfondire la crisi del Pd e chiama in causa quella sinistra di classe che del partito di Bersani ha deciso finora di reggere la coda. E spunta all’orizzonte il ruolo di Prodi

di Stefano Tassinari www ilmegafonoquotiano

“L’idea di dimettermi non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello e non mi dimetterò neanche se mi dovessero rinviare a giudizio.” Una dichiarazione netta e inequivocabile, rilasciata ai giornalisti dal sindaco di Bologna, il democratico Flavio Delbono, non più tardi di sabato 23 gennaio e riportata da tutta la stampa locale e nazionale il giorno successivo. Peccato che, a meno di quarantotto ore, questa dichiarazione sia stata recisamente smentita dallo stesso Delbono, il quale, dopo una riunione con i capigruppo di maggioranza (Pd, Idv, Prc/Pdci, Sinistra per Bologna) è andato a dimettersi davanti al Consiglio Comunale, ufficialmente per potersi difendere senza sottrarre tempo all’amministrazione della città. La prima domanda che tutti si stanno ponendo è molto semplice: che cosa è successo tra sabato e lunedì da sgretolare di colpo un comportamento tanto sicuro da risultare persino arrogante? (per rispondere alla domanda basta leggersi l’intervista di Prodi a Repubblica e si capisce chi si è mosso dietro la vicenda http://www.repubblica.it/politica/2010/01/26/news/giannini_prodi-2076426/) E ancora: come è possibile che quella che era apparsa ai più come una boutade elettorale del candidato civico di centrodestra Alfredo Cazzola si sia trasformata nella peggior tegola politico-giudiziaria caduta sulla testa dell’ex città del buon governo per eccellenza? I fatti sono ormai noti, ma vale la pena cercare di riassumerli. Nel giugno scorso, poco prima del voto per il rinnovo dell’amministrazione comunale, durante un faccia a faccia tenutosi negli studi di Radio Città del Capo, Cazzola si rivolse a Delbono con una frase sibillina - “le porto i saluti della sua ex fidanzata Cinzia Cracchi” - lasciando intuire (è un eufemismo) di avere in mano delle confessioni compromettenti nei confronti di Delbono ricevute, direttamente dalla signora Cracchi, da qualcuno del proprio staff. Ne seguirono un po’ di can can sulla stampa locale, una querela per diffamazione presentata da Delbono contro Cazzola (ritirata qualche mese dopo, quasi a voler chiudere l’incidente) e infine, circa un mese fa, l’inattesa apertura di un’inchiesta da parte della magistratura locale, basata su ipotesi di reato quali truffa e peculato. Al centro dell’indagine c’erano (e ci sono) la legittimità o meno di una serie infinita di viaggi in Cina, Messico, Stati Uniti ecc. compiuti da Delbono (nella sua veste, ai tempi, di vicepresidente della regione Emilia-Romagna) con al fianco la fidanzata di allora (trasferita in Regione in qualità di segretaria personale dello stesso Delbono, quindi c’è il sospetto che si sia trattato non di viaggi di lavoro ma di vere e proprie vacanze pagate dai contribuenti…), la strana vicenda di un bancomat intestato da Delbono a un imprenditore suo amico e utilizzato dalla Cracchi per prelevare cifre comprese tra i seicento e i mille euro mensili, nonché sedici “missioni” ufficiali del vicepresidente Delbono in Bulgaria (nel giro di quattro anni), Paese nel quale l’ormai ex sindaco gestisce interessi immobiliari. A tutto ciò rischia di aggiungersi un’altra accusa (lo sapremo formalmente tra qualche ora), e cioè “l’induzione a rendere dichiarazioni non vere” (in sostanza , la Cracchi – nel frattempo cacciata dalla Regione e spedita a fare la centralinista al Cup - avrebbe dichiarato che Delbono, nel corso di alcuni incontri avvenuti nella saletta di un bar bolognese, le avrebbe offerto denaro e consulenze in cambio del famoso bancomat e, per l’appunto, di dichiarazioni accomodanti). Ora, noi siamo garantisti e ci auguriamo che Delbono possa dimostrare la propria innocenza, ma è indubbio che, per un amministratore pubblico, nominare segretaria particolare la propria fidanzata non costituisce certo un bell’esempio… A questo punto, le ipotesi in campo sono due: o il commissariamento fino al giugno del 2011, o un commissariamento più breve e l’indizione di elezioni anticipate nell’ottobre del 2010 (come viene richiesto da più parti, a partire dal centrodestra, ma non solo). La speranza, invece, è che di fronte a quest’ennesimo disastro politico frutto delle scelte del Pd (non dimentichiamoci dei terribili cinque anni della giunta Cofferati…), qualcuno a sinistra faccia autocritica, a cominciare dal Prc che, pur di siglare un’alleanza con Delbono e soci, ha spinto centinaia di compagni contrari a questa alleanza ad uscire dal partito, e provocato, tra l’altro, una frana elettorale senza precedenti (alle comunali, la lista Prc-Pdci ha conquistato la bellezza dell’1,8 percento, prendendo duemila voti in meno di quelli che prendeva Democrazia Proletaria nel 1980!!!!). Non so se questa autocritica verrà fatta (temo di no), ma è chiaro che questa lezione non deve servire solo ai pasdaran Prc dell’ex sindaco, bensì anche a tutti quei compagni che, pur provando a costruire un’alternativa a Delbono, sono riusciti nell’impresa di moltiplicare le liste (alcune delle quali bloccate allo 0,4 percento) e disperdere migliaia e migliaia di voti provenienti dalla sinistra di classe. Se si andrà al voto anticipato, insomma, bisognerà sforzarsi di superare steccati e divisioni, mettendo in campo un’unica lista anticapitalista e di movimento, capace di rappresentare almeno quel poco di opposizione sociale espressa a Bologna negli ultimi anni e, soprattutto, di provare a definire un progetto politico e culturale (sottolineo culturale) di alternativa all’immobilismo, alla mancanza di idee e al moderatismo che hanno caratterizzato l’agire del partitone degli ex (o delle ex, come l’ha definito qualche buontempone). In caso contrario, dalla triste vicenda Delbono a guadagnare sarà soltanto una destra becera e impresentabile, che anche in Emilia-Romagna, purtroppo, assume sempre più le sembianze di una Lega Nord un tempo inesistente.

Messaggi

  • Bene; che lista multibiciclettaia anticapitalista sia; che smasheramento di classe sia, di fronte agli oppressi di tutti i tipi, ma non solo del PD; anche del PRC (e arcipelago) del tutto votato al posto in giunta come parte della propria natura.

    Le cose negative vanno certamente soppresse, ma non è lo stesso che siano soppresse da destra o da sinistra.Vale per tutto. Ci si ricorderà con giusto rancore, della vecchia nuova sinistra, che ha permesso al PCI di morire quando ha voluto lui, vent’anni dopo invece che vent’anni prima, affossato sul fianco destro anziché sbranato da una contrapposizione frontale della sinistra.

    • Non ho capito. Questi fatti sono di gennaio, prima del commissariamento. Sono passati 5 mesi. Si pubblica questo articolo ora?? Ammazza che tempismo! Notizie di giornata, vedo! Per il resto niente da eccepire. Sono proprio i tempi che non vanno. Non si dice nemmeno che le elezioni anticipate non si sono potute fare per la riluttanza di Del Bono a dimettersi, dovuta chissà a quali faccende da sistemare e che è stato proprio grazie a questo traccheggiamento che la città ha dovuto subire il commissariamento. Ma Bologna è da quel dì che va male. Mettiamoci anche Vitali e Cofferati, per non parlare della sconfitta a favore di Guazzaloca! Ora la commissaria Annamaria Cancellieri sembra che faccia quanto tutti loro messi insieme. Siamo arrivati al punto che qualcuno le ha chiesto di candidarsi per il PD. Non ho parole. Se questa città doveva essere il fiore all’occhiello dell’opposizione italiana...! E’ nata una rissa solo quando la Cancellieri ha rifiutato di spendere 2 milioni e mezzo in opere previste, forse si erano già fatti due interessi a riguardo. Ma un commissario non deve limitarsi a funzioni ordinarie? Comunque, al momento, ha messo in campo per il welfare più di quanto avrebbe stanziato del Bono, crisi permettendo.
      Povera Bologna! Del Bono era stato presentato come l’uomo onesto. E andiam bene!

      viviana