Home > La gente dice "Basta Unión Fenosa"!
La popolazione si ribella contro la multinazionale spagnola
di Giorgio Trucchi
Centinaia di consumatori esasperati dal piano di razionamento dell’energia elettrica hanno manifestato di fronte agli uffici dell’ente regolatore, l’Istituto Nicaraguense di Energia (INE) ed a quelli della multinazionale spagnola Unión Fenosa, già soprannominata dai nicaraguensi "Unión Mañosa".
Nel 1999, la multinazionale acquistò il controllo totale della distribuzione elettrica in Nicaragua e tutti i suoi attivi, con la promessa di garantire un buon servizio, porre fine ai black-out ed ai tagli di energia e di investire per migliorare la situazione della distribuzione di energia ai nicaraguensi.
L’operazione venne conclusa dal Presidente di ENEL, Ing. Enrique Bolaños, in quel tempo Vicepresidente della Repubblica ed attuale Presidente del Nicaragua.
Con l’appoggio del governo di Arnoldo Alemán e di una Asamblea Nacional sottomessa ai venti neoliberisti dell’epoca, Unión Fenosa riuscì ad acquisire il monopolio della distribuzione di energia elettrica spendendo la ridicola somma di 115 milioni di dollari e programmando guadagni miliardari.
La realtà fu però molto diversa da quella che era stata promessa e garantita.
Aumenti delle tariffe, collusioni con i settori politici ed imprenditoriali nazionali, sussidi concessi dai governi di turno, piani per dissanguare l’economia familiare dei settori più poveri della popolazione nicaraguense, portarono decine di migliaia di famiglie sull’orlo della disperazione.
Allo stesso tempo, però, non si colpì mai il grande capitale nazionale e la Zona Franca (maquila), controllata da imprenditori taiwanesi, coreani e nordamericani.
Di fronte alle proteste sistematiche delle organizzazioni per la difesa dei consumatori ed agli apparenti problemi di liquidità per pagare le imprese (private e statali) che generano energia, Union Fenosa ha quindi iniziato un piano di razionamento che ha lasciato milioni di nicaraguensi senza il servizio elettrico per più di sette ore al giorno, provocando in questo modo gravi perdite soprattutto alle piccole imprese e alle attività commerciali a livello familiare.
La multinazionale spagnola si è giustificata dicendo che questo piano di razionamento è dovuto alla diminuzione di energia elettrica prodotta nel paese ed all’impossibilità di comprare energia in altri paesi centroamericani.
Non è invece un segreto per nessuno che la vera ragione dell’incubo giornaliero dei nicaraguensi è la pressione che si vuole esercitare sulla Asamblea Nacional, affinché approvi ad Unión Fenosa un sussidio di 9 milioni di dollari, per lo sconto che sta dando alle famiglie che consumano meno di 150 Kw/h al mese.
Un nuovo sussidio promosso con forza dal governo Bolaños a beneficio di un’impresa privata e pagato con le imposte di tutti i nicaraguensi.
Ai nicaraguensi tocca ora sopportare, non solo la mancanza di energia elettrica e le perdite quotidiane, ma anche vedere che con i soldi delle loro imposte si paghi un ennesimo sussidio al gigante spagnolo.
Di fronte a questa situazione ed alla totale incapacità dell’ente regolatore INE (che ha il compito di vigilare sulle tariffe e di far rispettare il contratto firmato con Unión Fenosa), la gente ha cominciato a manifestarsi per le strade, alzando barricate, bruciando copertoni, deviando il traffico della capitale, protestando contro i razionamenti di energia e di acqua (razionare l’energia elettrica ha voluto anche dire una pesante razionamento dell’acqua nei quartieri più poveri della capitale e del paese in generale).
Senza acqua e senza luce, la gente ha cominciato a ribellarsi ed a dire "Basta con Unión Fenosa"!
Varie organizzazioni di consumatori e la popolazione in generale hanno manifestato di fronte agli uffici del INE e di Union Fenosa.
L’edificio del INE è stato invaso ed occupato dalla popolazione che esigeva al suo Direttore, David Castillo, un atteggiamento molto più belligerante di fronte alle politiche di Unión Fenosa, considerate illegali e violatorie dei diritti umani dei nicaraguensi.
I manifestanti esigevano inoltre che non si approvasse il sussidio ad Unión Fenosa, che la multinazionale se ne andasse dal Nicaragua e che la distribuzione di energia elettrica tornasse in mano allo Stato ed ai nicaraguensi, rifiutando l’atteggiamento accondiscendente del governo di Enrique Bolaños e dei deputati della Asamblea Nacional.
Alla fine, tra proteste e molta tensione, è intervenuta la Policia Nacional per sgomberare i manifestanti che sono rimasti di fronte al INE per quasi tutto il giorno, mentre nei vari quartieri della capitale e delle altre città del paese, la gente si preparava ad una nuova notte di protesta.
Secondo l’economista Adolfo Acevedo Vogl "Unión Fenosa è un’Impresa fortunata: non c’è miglior fortuna per un’impresa privata che avere buoni padrini governativi.
Nel 2005, il Governo annunciò che la Spesa per Riduzione della Povertà era aumentato a causa del sussidio concesso ad Union Fenosa, equivalente allo 0,6 per cento del PIL (questo equivale a 500 Milioni di cordobas - 28,5 milioni di dollari).
Questo formidabile sussidio non veniva concesso ad Unión Fenosa in cambio di non aumentare le tariffe, come è accaduto per il sussidio al settore dei Trasporti. In realtà, il FMI ha contemporaneamente imposto il conferimento di un drastico aumento delle tariffe dell’energia elettrica (il 20 per cento nel 2005 e il 6,5 per cento nel primo Semestre del 2006) e una serie di aumenti automatici di queste tariffe per il futuro.
Il sussidio ad Unión Fenosa non è stato quindi concesso affinché non aumentasse le tariffe, ma bensì per "compensarla" di non aver aumentato precedentemente le tariffe dell’energia elettrica.
Nel 2006, il Governo concederà ad Unión Fenosa un "prestito" - che equivale ad un sussidio indiretto - per un importo equivalente a 158 Milioni di cordobas (9 milioni di dollari) per "compensarla" perché... perché... perché semplicemente il Governo dovrà sempre "compensare" Unión Fenosa per qualcosa, perché tutto quello che le concede, apparentemente, non sarà mai sufficiente.
Il Governo compensa Unión Fenosa perché questa Impresa, invece di ridurre drasticamente le perdite tecniche di energia, che fu il principale impegno preso dalla multinazionale al momento di privatizzare la distribuzione di energia, le ha vistosamente aumentate, come dimostrano le relazioni della CEPAL sull’industria elettrica dell’Istmo centroamericano.
Sicuramente il Governo pensa che se Unión Fenosa non ha rispettato gli impegni presi all’interno del contratto di privatizzazione, è sicuramente perché le concessioni datele non sono state sufficienti... per questo motivo, bisognerà cercare sempre il modo per "compensare" Unión Fenosa per tutto quello che non le è stato concesso.
Bisogna soprattutto "compensare" Unión Fenosa per l’immenso favore che ci ha fatto a venire in Nicaragua, favore per il quale non potremo mai ringraziarla a sufficienza.
Per questo motivo, apparentemente, nel nostro futuro ci saranno tanti altri prestiti e sussidi ad Unión Fenosa.
È il modo che il nostro governo ha per ringraziarla e ringraziarla, e ringraziarla nuovamente... ".
La situazione diventa ogni giorno più difficile, mentre le proteste sembrano aver ottenuto un primo risultato: la Giunta Direttiva della Asamblea Nacional non è riuscita a raggiungere il quorum per convocare una sessione straordinaria della Asamblea (i deputati sono in ferie fino a metà settembre...) e questa settimana non si potrà votare il sussidio ad Unión Fenosa. Allo stesso tempo, l’INE ha dichiarato in conferenza stampa che inizierà un’azione giudiziale contro la multinazionale spagnola per inadempimento dei termini del contratto.