Home > La liberta’ di stampa
Il Rapporto annuale di Reporters Sans Frontières (Rsf) e Freedom House (FH) sulla liberta’ di stampa e’ terribile.
Lo studio ha monitorato 167 paesi.
Oltre il 60% dei paesi nel mondo non dispone nemmeno di mezzi di comunicazione che possano vagamente definirsi liberi. Il 2005 ha segnato addirittura un peggioramento in alcune democrazie occidentali, come gli Stati Uniti, la Francia e naturalmente l’Italia.
Reporter senza frontiere non manca di sottolineare che l’anno si chiude con 124 giornalisti e 3 collaboratori dell’organizzazione in carcere per «reati a mezzo stampa»; ad essi si aggiungono i 63 giornalisti e 5 collaboratori morti sul campo nel 2005 e i 70 «cyberdissidenti» imprigionati in varie parti del mondo, soprattutto in Cina.
L’Italia risulta al 42° posto, ultimo dei paesi europei, peggio del Benin.
Citiamo, tra l’altro, la perquisizione a maggio della redazione del Corriere della Sera per un articolo sul ritrovamento delle pistole Beretta in Iraq (siamo primi per vendita di armi leggere in Europa, secondi nel mondo). Ma dovremmo parlare anche delle perquisizioni se non delle devastazioni fatte dalla polizia di varie sedi di siti internet (vedi Indymedia) o canali radio.
E nessuno ha mai pagato per la distruzione vandalica di materiale informatico di testimonianza e pc nell’irruzione della scuola Diaz a Genova.
La perquisizione delle redazioni e’ un atto di grave intimidazione nei confronti del diritto-dovere che i giornalisti hanno di non fornire le fonti delle loro informazioni. La stampa ovviamente e’ libera solo finche’ conserva questo diritto e finche’ puo’ pubblicare quello che viene a sapere.
L’Italia della destra ha manifestato una progressiva limitazione alla liberta’ di informazione, marciando verso una configurazione sempre piu’ totalitaria.
Come tutti possono constatare, B ha costituito un impero mediatico eliminando progressivamente il pluralismo dell’informazione, licenziando o tenendo lontani dalla tv pubblica gli operatori non di suo gradimento, nominando gestori di sua totale fiducia, vietando la diretta di grandi manifestazioni di piazza, escludendo interi campi e temi di informazione, omologando i tg a una pappa similare vacua, superficiale e scarsamente informativa, e imponendo, con la legge Gasparri, un rastrellamento della pubblicita’ televisiva a vantaggio delle sue imprese in palese conflitto di interessi, e ora manovra l’esclusiva dei diritti del calcio, mentre il servizio pubblico e’ indebolito e asservito alla sua volonta’ in pieno strapotere propagandistico, affaristico e manipolativo.
Il tentativo, prima di dominare interi gruppi editoriali, e poi, tramite l’uomo di paglia Ricucci, di scalare il Corriere della Sera rientra in questo progetto massonico di controllo totale dell’informazione.
La Spagna e’ al 40° posto, ma non per Zapatero bensi’ per le minacce sistematicamente rivolte ai giornalisti da parte dei militanti dell’Eta.
Anche la Francia e’ sulla china dell’autoritarismo (30° posto) per perquisizioni alle redazioni.
La Francia aveva fatto un pericoloso passo indietro con la cosidetta ’legge Perben’, che rappresenta ’una grave minaccia per la privacy delle fonti giornalistiche, eliminando la necessaria autorizzazione del giudice nelle perquisizioni di abitazioni dei giornalisti. Ora annuncia che il diritto dei giornalisti a proteggere l’identita’ delle fonti sara’ garantito dalla legge: il ministro della Giustizia francese, Pascal Clement, ha spiegato che sara’ presentato un emendamento alla legge del 1881 sulla liberta’ di stampa per provvedere alla protezione, che sara’ estesa anche agli informatori e alle altre persone che forniscono informazioni sensibili ai reporter: la nuova legislazione potra’ essere sospesa solo in casi "eccezionali".
Speriamo che questi non diventino la norma! Bush ha fatto delle sue guerre di aggressione il "caso eccezionale" che giustificava il Patrioct Act, cioe’ la sospensione dei diritti civili ai cittadini americani!
E il governo italiano ha fatto della sua "missione umanitaria" il "caso eccezionale" per ritirare dall’Irak tutti i giornalisti non embedded, minacciando col carcere chiunque mandasse notizie dal fronte, con l’imposizione di codici di guerra... e dunque....
Tra i paesi migliori al mondo per la liberta’ della stampa: Danimarca, Finlandia, Islanda e Irlanda, Olanda e Norvegia.
I peggiori sono Corea del Nord, Eritrea e Turkmenistan, qui non esiste stampa privata ed e’ impossibile dare informazioni non grate al regime, pena carcere, tortura o morte.
Molto male gli Stati Uniti, il cosiddetto ’paese della liberta’’ e’ al 44° posto (peggio di noi!) per l’incarcerazione dell’inviata del New-York Times, Judith Miller e le misure giudiziarie che mettono in pericolo la protezione del segreto delle fonti.
Bocciata ovviamente la Cina (159° su 167), male anche Cuba (161°) e ultima la Corea del Nord.
I paese repressivi vietano anche internet. Cuba frena i pc privati e vieta gli internetpoint, e anche peggio fanno Cina, Corea del Nord, Birmania e Turkmenistan.
La Cina censura con filtri i contenuti ritenuti sovversivi e legge le email.
E, vista la regressione della democrazia statunitense, non ci rassicura affatto che il controllo della liberta’ di internet sia stato dato agli USA.
Da lodare invece paesi poveri come Benin, Mali, Bolivia, Mozambico, Niger e Timor-Est, o indipendenti da poco come Slovenia (9°), Estonia (11°), Lettonia (16°), Lituania (21°) e Namibia (25°).
Noi siamo dietro tutti questi. 42° su 167 e i peggiori d’Europa, il che non e’ proprio un merito.
Persino il Papa, parlando agli ambasciatori, ha detto che gli ostacoli al diritto all’informazione, insieme alla fame, alla corsa agli armamenti e alle violazioni all’esercizio della propria fede...impediscono e feriscono la pace.
Sicuramente queste imposizioni violano gravemente la liberta’ e non costituiscono un progresso dei popoli.
Messaggi
1. > La liberta’ di stampa, 19 gennaio 2006, 12:55
Cara Viviana, quello che che tu dici è certamente vero e lo condivido. Vorrei però evidenziare un altro problema strettamente connesso a quello che tu agiti : la maggior parte della gente non legge, non legge giornali, libri, riviste, niente !! Guardano lo solo la televisione a totale controllo berlusconiano ed i suoi telegiornali. Per loro il problema della libertà di stampa semplicemente non esiste !! Per loro l’unica informazione è quella ed esiste solo quella, non sono minimamente sfiorati dal dubbio che ne possa esistere una alternativa . Noam Chomsky diceva : il 50% di quello che dicono i telegiornali è falso ed al restante 50% non credere !! Chi detiene il potere questo lo sa benissimo.
Max Vinella
1. > La liberta’ di stampa, 19 gennaio 2006, 14:23
Caro Max,
ovviamente il discorso ’informazione’ raccoglie tutti i media, massimamente le tv.
Nel mio condominio ci sono due vecchie pensionate e una operaia giovane separata, piu’ alcuna famigliole; siccome sono io in genere quella che raccoglie le lagnanze e le incanala assumendosi le litigate di rito, sono la Giovanna d’Arco del condominio, sono venuti tutti da me disperati perche’, a causa dell’antenna di un paese vicino, Rai1 si vedeva a macchioline. Io il primo canale non mi ricordo nemmeno quant’e’ che non lo vedo e in genere la tv la guardo pochissimo (Report, Ballaro’, Augias...).
Ricordo che quando la tv usci’ e io ero ragazzina c’era gente che non distingueva i film di guerra dai documentari e prendeva tutto per vero, e ancora pochi anni fa ho sentivo dice che Pippo Baudo era ’Santo’ perche’ appariva in tv. Proporrei che, al posto di ’non alfabetizzato’ si usasse il termine ’Teleabusato’.
Hai notato che nei bar c’è al massimo il giornale locale? Hai idea di quale sia il livello informativo dei giornali locali? E da che parte stiano quelli che li gestiscono? Prova a guardarti La nazione o la Sicilia o il resto del Carlino! E sai che livello abbia il quotidiano della capitale? Credi che sia comparabile al quotidiano di qualunque altra capitale europea? Lo sai nelle sedi DS quante poca gente legge abitualmente un giornale di sinistra?
Se poi passiamo ai libri, la spesa pro-capite per l’acquisto di libri in Italia è una delle più basse in Europa. Il tipico lettore italiano di libri è oggi una donna, piuttosto giovane, abitante in città e residente nel Nord. Nel Sud va anche peggio: in Calabria, a fronte di una popolazione pari al 3,57% della popolazione nazionale, le librerie calabresi vendono circa lo 0,80% del totale dei libri venduti in Italia.
È opinione diffusa che l’Italia sia arretrata, per diffusione e lettura dei libri, rispetto alla maggior parte dell’Europa e dei paesi nel mondo.
Dai dati del 2005 risulta che libri e giornali sono ben distanziati, i libri aumentano lievemente, i giornali addirittura sono in calo costante da anni (troppo cari, poche notizie, poche pagine, fatti male). Il 58% degli Italiani legge almeno un giornale almeno una volta a settimana (ma magari legge lo sport o la cronaca), la lettura di libri coinvolge il 42,3% (sembra inverosimile! ma e’ il solito imbroglio delle medie, in realta’ ci sono lettori accaniti come me che in libreria ci spendono una fortuna e poi uno zoccolo duro inamovibile che non legge proprio nulla, ne’ giornali ne’ libri, nulla!).
Quelli che attingono notizie in un solo modo (di solito la tv) sono il 53%. Poi c’e’ il pc ma qui la percentuale di quelli che lo usano per cercare informazione e’ minima.
Nel 2005 il 39,9% della popolazione di 3 anni e oltre dichiara di utilizzare il pc ma solo il 31,8% della popolazione di 6 anni e più utilizza Internet e di questi quanti usano internet solo per cercare foto porno?
viviana