Home > La loggia degli affari
di Peter Gomez e Marco Lillo del marzo scorso
http://www.perlacalabria.it/2007/03/30/calabria-la-loggia-degli-affari/
Parlamentari, generali, industriali. Uniti per dominare gli appalti in Calabria e pesare a Bruxelles. Per il pm è una cupola. Che minaccia le istituzioni come la P2
Global Media, la società della famiglia Cesa, potrebbe essere il polmone finanziario dell’Udc. Sono le valutazioni dei periti della Procura di Catanzaro sui flussi bancari della società di eventi e comunicazione.
Non ci sono elenchi, officine, rituali di affiliazione. Anche i cappucci e grembiulini fin qui scoperti dai carabinieri sono pochi. Dei figli delle vedove si percepisce solo l’odore, l’ombra indistinta. Si vedono bene gli appalti pilotati, le nomine di favore, i fondi pubblici distratti in Calabria con sistematica continuità. Per questo, quando il pm di Catanzaro De Magistris ha deciso di iscrivere al registro degli indagati il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, e un folto gruppo di generali, industriali e parlamentari, ha avuto pochi dubbi: per tutti il reato contestato è violazione della Legge Anselmi, che punisce la costituzione di associazioni segrete. Non conta la formale iscrizione a un’obbedienza deviata, ma la volontà delle persone ora finite nel mirino della magistratura di condizionare le istituzioni e di turbare il corretto andamento della PA. Così la cupola che per De Magistris da anni gestisce gare, soldi e nomine a Roma come a Catanzaro, grazie a coperture di massimo livello persino a Bruxelles. Mai prima d’ora, la Legge Anselmi era stata invocata contro chi non fa formalmente parte di un’organizzazione massonica.
All’orizzonte una dura battaglia. Da una parte il pm e dall’altra tutti gli altri. A partire dal deputato avvocato di FI, Giancarlo Pittelli, 1°firmatario di una celebre proposta di modifica del codice di procedura penale che avrebbe di fatto reso impossibile qualsiasi indagine nei confronti della criminalità organizzata. Con lui e Cesa sono sotto inchiesta il deput. Udc Pino Galati, il generale della GdF Walter Cretella, il consigliere di amministraz. di Finmeccanica ed ex deputato Dc, Franco Bonferroni.
Alla presunta cupola farebbero parte anche Fabio Schettini, già segretario del vicepres. della Commissione europea, Franco Frattini; l’imprenditore legato alla compagnia delle Opere, Antonio Saladino (con cui Mastella è in contatto), e l’ex consigliere Anas ed ex responsabile del Commissariato all’emergenza ambientale calabrese, Giovanbattista Papello.
Ed è proprio partendo dagli 864 milioni di euro sperperati in Calabria negli ultimi dieci anni per costruire decine di depuratori e impianti per rifiuti poco funzionati o mai collaudati che il PM è arrivato ad ipotizzare l’esistenza di questa sorta di ’superloggia segreta’ specializzata nel controllo del denaro che scende a pioggia sull’asse Bruxelles-Roma-Catanzaro.
Perché, si è chiesto De Magistris, nonostante i capitali spesi, il mare è così sporco da aver costretto la Regione a scusarsi pubblicamente con i turisti? I carabinieri indagano: le gare sono truccate. Gli investigatori puntano l’indice contro il Commissariato per l’emergenza ambientale dove siede Papello, un ricchissimo manager massone iscritto ad AN.
Un testimone, titolare di un’impresa specializzata nella costruzione di depuratori, accusa: "Non mi hanno mai invitato alle gare e ho lavorato solo in sub-appalto perché sono fuori dal giro. Tutto ruota intorno ai rapporti tra imprenditori e politici. Quando si trattava di effettuare i conti con le società che mi affidavano i lavori mi facevano capire che avevano delle ’altre spese’ ammontanti a circa il 4%". Tangenti che per il teste erano destinate ai politici.
I telefoni del Commissariato finiscono sotto controllo. Bastano poche settimane e gli investigatori mettono nel mirino una grossa impresa del nord cara a Pino Galati, Udc, in quel momento sottosegretario alle Attività Produttive nel governo B: la Pianimpianti di Milano che, assieme ad altri colossi del riciclaggio rifiuti, ha vinto un appalto da 220 milioni di €. Il vicepresidente è l’ex parlamentare Franco Bonferroni, amico di Casini e Prodi, che nel 1993 ha visto la propria carriera politica stroncata da una brutta storia di tangenti. Allora lui e Cesa ammisero di aver incassato mazzette, ma dopo una condanna in 1°grado, uscirono puliti dal processo grazie a un cavillo procedurale. Bonferroni, il cui nome figurava in un elenco di massoni è solo il numero 2. Il big boss è un giovane di Lamezia Terme, Roberto Mercuri, che per telefono parla spesso con Galati. Ma la perquisizione è nulla, le carte sono sparite. Una fuga di notizie ha compromesso il blitz. Solo per caso, i finanzieri scoprono 3,5 milioni di € in contanti in una borsa nascosta dai familiari di Mercuri sotto i sedili di un treno diretto in Lussemburgo.
Sono tangenti? La prova non c’è. Anche se Antonio Naso, un altro imprenditore escluso dalla torta calabrese, parla di un sistema che prevedeva mazzette oscillanti tra il 3 e il 7 %, mascherate con fatture inesistenti, in parte destinate ai partiti. Responsabili: Gasparri di An e Schettini, legato a Frattini di FI. Un capannone della Digitaleco, società creata da Schettini, Papello e Cesa, riceve 5 milioni di € dall’Ue senza poi assumere, come promesso, 40 dipendenti. Papello era già indagato per truffa e corruzione, quando l’Olaf gli contesta anche la frode comunitaria assieme ai soci Schettini e Cesa. …
Dalle indagini su Papello e Schettini parte un 3° troncone d’inchiesta che coinvolge la Why Not, società di lavoro interinale aderente alla Compagnia delle Opere, essa commesse milionarie dalla Regione: occupa 500 persone e ne distacca ben 146 nelle segreterie di partito e negli assessorati. È la punta di diamante dell’impero di Antonio Saladino, un veterinario che si è messo a fare l’imprenditore invitando i giovani a farsi strada con il merito. Quando l’Arma lo perquisisce però ha due sorprese. La prima è una lettera indirizzata alla moglie del leader dei Ds calabresi, Nicola Adamo, in cui si parla di una misteriosa Gran Loggia di San Marino. La seconda è un elenco di persone da assumere con accanto il cognome degli sponsor: Loiero (governatore di csx), Abramo (candidato per la dx) e tanti altri.
Massoneria, affari, tangenti, generali. L’inchiesta di De Magistris scotta.
L’onorevole Pittelli, un avvocato che assiste quasi tutti gli indagati, forte di alcune decisioni favorevoli dei giudici del riesame invoca il processo. Intanto i suoi colleghi di partito sparano raffiche di interrogazioni contro il pm: le hanno firmate 100 parlamentari, un record. Ora però anche Pittelli (pure lui vicino alla massoneria in passato) è indagato.
E dall’analisi dei suoi conti sono emersi versamenti per 100 mila euro a uno dei suoi clienti: Schettini, il segretario di Frattini. Il legale non disdegna l’attività imprenditoriale: nel 2006 ha creato un’immobiliare (in cui è socio al 25€) con il figlio della compagna del procuratore di Catanzaro: Mariano Lombardi. Il capo di De Magistris convive serenamente con il socio del nemico numero uno del suo pm. Cose che succedono, in Calabria.