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La lotta di Michele Fabiani contro la tortura tecnologica in Italia
Publie le mercoledì 12 marzo 2008 par Open-Publishing8 commenti
Nella vicenda di Michele Fabiani, il giovane compagno anarchico sequestrato a Spoleto dai ROS del criminale Ganzer e tuttora detenuto nel supercarcere di Sulmona, si dimentica spesso di ricordare il suo grande impegno nella lotta contro la tortura tecnologica in Italia.
Michele è stato tra i primi in Italia ad occuparsi seriamente di tale problema: nel settembre 2006 ha pubblicato, in vari siti, il dossier sul controllo mentale e sulla tortura tecnologica.
Nel 2007 ha collaborato alla stesura del noto libro di Romano Nobile "La tortura nel Bel Paese" e si è impegnato in diverse manifestazioni contro la tortura.
Riportiamo alcuni brani del dossier di cui sopra il cui testo integrale si può trovare sul sito http://www.anarchaos.it.
Sembra fantascienza, ma con ogni probabilità si tratta di avvenimenti reali. Il fenomeno è di quelli che dovrebbe sconvolgere chiunque, ma invece non fa affatto “notizia”: ci sono nel mondo, in migliaia di casi negli Stati Uniti, e in Italia, persone che sostengono di subire tortura tecnologica. In altre parole essi denunciano di subire degli attacchi a distanza, di sentire voci e di essere influenzati nella loro vita quotidiana. Le persone o agenti che praticano questi atti, lavorando in gruppo, sono chiamati stalker, termine utilizzato in numerosi siti negli Stati Uniti, che propagandano queste “attività” nelle quali sarebbero coinvolti anche minorenni..
Sono dei pazzi coloro che denunciano di essere vittime di questi strumenti ? Noi crediamo di no e stiamo lavorando a questo dossier per dargli, almeno, lo spazio che altrove non hanno trovato e per veicolare le loro ragioni.
I progetti CIA e le ammissioni di Clinton
Cominciamo col dire che è ormai “pubblicamente noto” (le virgolette sottolineano la ristrettezza del pubblico) che, dopo gli esperimenti particolari su esseri umani nei campi di concentramento nazisti, dagli anni ’40 la CIA e anche il Kgb hanno iniziato esperimenti di controllo mentale via radio, e dagli anni ’80 la CIA ha dato vita ad un progetto relativo ad MK-Ultra che sperimenta la possibilità di controllo celebrale, con microspie sottocutanee, su animali ed esseri umani. Per altro la CIA ha assunto numerosi nazisti subito dopo la seconda guerra mondiale. Il Congresso americano, nel 1972 e nel ’74, ha iniziato a ricevere proposte di utilizzo del controllo mentale su larga scala con sistemi sottocutanei, in particolare da Burton e José Delgado, che oggi vive in Spagna. A Milano inoltre sarebbe transitato nel 1974 il notissimo criminale di guerra Mengele, all’epoca ancora vivo. I primi detenuti a fare da cavia per questi esperimenti ufficialmente si sostiene siano stati sottoposti a queste ricerche dal 1990, in realtà parrebbe che già dall’inizio degli anni ’80 ciò fosse già attuato. Si parla di esperimenti iniziati in Svezia alla metà degli anni ’80 e negli Stati Uniti tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90. A ciò ha dato spazio anche la tv, sia pure raramente, con i programmi Stargate del 4-5-2003 su LA7 e La storia siamo noi del 14-12-2003 su RAI3; in particolare la prima trasmissione ha parlato dell’uso di questi strumenti sul nazista americano responsabile della strage di Okhlaoma, McVeigh, mentre nella seconda si è parlato anche del trattamento cui fu sottoposta Patricia Hearst, figlia di un miliardario americano, sequestrata, dai “simbionisti”. Non solo: l’ex presidente degli Stati Uniti d’America Clinton, nel 1995, dopo le proteste del Comitato dei sopravvissuti degli esperimenti di controllo mentale su esseri umani ha chiesto pubblicamente scusa al paese ed alle vittime di questi esperimenti, affermando che non se ne sarebbe più fatto uso. Ma Dorigo in un’intervista al Corriere Romagna del 14 aprile 2006 riferisce che da sue fonti ha appreso che a Torino, alcuni fisiopatologi sarebbero andati a fare questi esperimenti negli USA su detenuti sin dal 1995, riferendone agli studenti.
Tuttavia nonostante si interessino ai detenuti americani, Nessuno tocchi Caino, associazione gestita dai Radicali ove lavorano terroristi neri in semilibertà, non ha mai prodotto alcuna documentazione su queste cose.
Alcuni testi di approfondimento
Tra i dossier di approfondimento segnaliamo la Controinchiesta di Paolo Dorigo (www.paolodorigo.it/index-links1.htm) e quello dell’Agenzia Ricerca Economico Sociale ( A.R.E.S. www.ares2000.net ) dell’ottobre 2005. I carceri, i manicomi e la psichiatria ne risultano il laboratorio di questi esperimenti, la società civile il punto di arrivo e servizi segreti carcerari la base operativa. Un interessante lavoro è stato pubblicato dall’“Associazione italiana, scientifica e giuridica, contro gli abusi mentali, fisici e tecnologici” (Aisjca): nel sito www.aisjca-mft.org è pubblicato e continuamente aggiornato il libro It’s Abuse NOT Science Fiction, edito dalla Libreria Editrice Cortina Torino, in cui si raccolgono storie internazionali di abusi tecnologici. Consigliamo di leggere anche la ricerca di Romano Nobile, appunto di ARES2000, La tortura nel bel paese, per le Edizioni Malatempora. Gli esperimenti della CIA e il progresso della tecnologia testimoniano la concreta possibilità del fenomeno, ovvero che nel terzo millennio ci sono scienziati che sono in grado di influenzare l’attività delle cellule nervose. Si pensi come esempio agli episodi di protesi e chip che, una volta impiantati negli arti ne ordinano il movimento a computer. Negli USA sono in fase di sperimentazione dei chip neurali su persone paralitiche, grandi circa 2mm, in grado di recepire segnali elettronici ed inviarli al computer che li traduce. Un altro esempio è rappresentato dagli esperimenti del prof. Warwick, inglese, il quale si è volontariamente sottoposto 2 volte insieme alla moglie, all’impianto di chip per comandare a distanza le cose ed effettua esperimenti che dovrebbero portare, secondo lui, alla telepatia elettronica entro il 2012, mentre quanto denunciano le vittime porta a pensare che queste forme, anche in forma passiva e non eludibile, esistano già. L’aspetto anche sessuale e di coppia di questi trattamenti è testimoniato dal libro cult della letteratura in materia, O’Brien – Phillips, Trance formation of America, Macroedizioni, in cui, come in Garage Olimpo, .la torturata va in sposa al torturatore (argentino in questo caso, della CIA in Trance …). Tra i testi da segnalare, Marco Costa, Psicologia militare, Franco Angeli; i manuali sulla PNL; Andrea Moro, I confini di Babele, Longanesi; Bottaccioli, Psiconeuroimmunologia, Edizioni Red !; i libri sulla vivisezione; alcuni titoli della Shake edizioni e la rivista cyber italiana Decoder; Hyland, I segreti perduti della tecnologia nazista, Newton & Compton editori; Offeddu, Il potere del domani, Council finance group; Nel cinema, qui vicino alla realtà più di quanto non si creda, i film da citare sono numerosi, tra questi indichiamo Matrix, Mission impossibile 2, Frequency (consigliato a Dorigo dal direttore del carcere di Spoleto !), Minority report, The Manchurian candidate, Bait-L’esca, Hypnosis, The final cult, Nirvana, Brubacker, Farenheit 451, Sorvegliato speciale, ed un terribile film di Frankenheimer sulla sostituzione di persona, Operazione diabolica; inoltre gli articoli contenuti nella Rassegna scientifica AVae-m ed in altri siti specializzati. Per quanto riguarda il teatro, vi sono alcuni spettacoli minori, mentre l’AVae-m sta mettendo in cantiere 48 ore di due torturati.
Controllo mentale diretto, subliminale e primario
Marcello Panio, autore anche del sito www.disinfornazione.it, nel suo libro Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale, Macroedizioni, ha dedicato un intero capitolo al fenomeno del controllo mentale (cfr. capitolo 10) in cui divide il fenomeno in controllo mentale diretto, controllo mentale subliminale, controllo mentale primario: il diretto è il tipo di controllo “classico”, quello di cui parliamo nella gran parte di questo dossier, provocato da MK-Ultra, ma anche da farmaci come il ritalin usato nelle scuole USA per controllare i bambini troppo distratti o/e vivaci; il controllo subliminale avverrebbe tramite l’uso di elettrodomestici per uso commerciale, come la TV e il computer in particolare, dove è ormai nota la diffusione di pubblicità e siti internet con spot subliminali che illegalmente mandano messaggi particolari, invisibili dagli occhi, ma percepiti dal cervello che influenzano le operazioni dell’intelletto; il controllo mentale primario si attuerebbe tramite la contaminazione di acqua ed alimentari con sostanze tossiche che indebolirebbero le capacità di reazione dell’organismo, una di queste sostanze è il fluoro, diffusa in alimentari e dentifrici, secondo Panio era già noto ai nazisti che ripetute dosi di fluoro contribuiscono alla spersonalizzazione dell’individuo.
Marcello Panio afferma anche che la NSA, agenzia di controspionaggio USA, avrebbe delle attrezzature in grado di controllare le emissioni bio-elettriche del cervello.
Se fosse vero che chiunque può subire interferenza cerebrale con armi della NSA, allora la Corte di Norimberga dovrebbe essere riaperta subito per tutti i dirigenti responsabili negli Stati Uniti, di queste armi, la NATO sciolta, le forze multinazionali rimandate a casa. Come mai nessuno ne parla, allora, mentre tantissimi protestano contro le guerre mosse dalle stesse compagini ?
Nel presente dossier non approfondiremo particolarmente comunque il tema di forme di controllo mentale indirette, in quanto ci interessa in particolare denunciare quelle forme violente di tortura tecnologica tese a colpire un singolo individuo, sono le torture meno conosciute, genericamente giudicate come fantascientifiche, pertanto è su di esse che preferiamo porre la nostra attenzione.
In ogni caso, la provata presenza quotidiana di forme subdole e implicite di influenza e controllo mentale resta certamente una problematica degna di rilievo. Ancor di più questo vale nella nostra società moderna, post e super-industriale, dove la psichiatria, la pubblicità, la contaminazione alimentare sono elementi onnipresenti nella nostra vita.
I risultati degli esperimenti su 8 detenuti messicani in un documento segreto dell’IBM
Alfredo Lissoni nel suo libro Nuovo ordine mondiale (Edizioni Segno) cita il sito www.theendofline.org, in cui verrebbe riportato un documento dell’IBM riguardante l’impianto di sonde su prigionieri messicani. Il documento viene presentato come assolutamente riservato, di livello sicurezza 9. Il tempo impiegato per la realizzazione dell’intervento, secondo tale segretissimo documento, sarebbe di 60-90 minuti, ma le speranze dei tecnici sarebbero indirizzate nel ridurre in futuro questo tempo anche del 60%.
Questi alcuni dei risultati ottenuti, sempre secondo il documento citato da Lissoni nel suo libro, su 8 cavie umane:
– monitoraggio completo dei comportamenti
– sonno in stadio di letargo per un tempo di almeno 18 ore al giorno
– i detenuti-cavie rifiutano volontariamente la ricreazione e gli esercizi ginnici
– i detenuti-cavie se provocati non reagiscono o risultano meno aggressivi (finché non se ne accorgono, poi avviene il contrario)
– nessuna cavia si è accorta di nulla di quanto gli era accaduto
Anche Lissoni, come Panio, parla di strumenti in possesso dell’NSA in grado di controllare le emissioni bio-elettriche del cervello. Queste forme di intercettazione a distanza avrebbero indotto nei soggetti vittime di questi abusi, impressioni visive che trapassano gli occhi e sensazioni di essere toccati da fantasmi.
Le ammissioni di un tenente colonnello della guardia di finanza e di un giornalista consulente dello Stato Maggiore dell’esercito
Nel libro Le nuove guerre, pubblicato nel 2001 dalle edizione Rizzoli – BUR, due illustri personaggi dello stato come Rapetto e Di Nunzio (il primo tenente colonnello della Guardia di Finanza comandante del gruppo anticrimine e tecnologico, il secondo noto giornalista, capo ufficio stampa della BNL, consulente delle strategie di comunicazione dello Stato Maggiore dell’esercito) ammettono l’esistenza del controllo mentale. Il capitolo 10 del loro testo militarista si intitola proprio il cervello nel mirino, in particolare si parla di metodi di disinformazione del nemico tramite armi indirizzate alla manipolazione delle opinioni, ma si parla anche direttamente di controllo mentale con un elenco di strategie (dall’intervento nell’ambito sociale, all’indebolimento della persona tramite farmaci, assenza di sonno e cibo, ecc) finalizzate al lavaggio del cervello dell’individuo. Vengono inoltre citate alcune presunte attività di controllo mentale dell’agenzia militare statunitense NSA tramite l’utilizzo di microspie.
Rapetto non è proprio un anonimo personaggio, come ai molti risulterà. Egli viene citato anche nel libro Beat genetation di Mario Bolognani (Editori Riuniti). L’autore fa pensare che Rapetto costituisse una cellula dei servizi segreti insediata nell’AIPA ( l’authority per l’informatica). Rapetto sembrava alla ricerca di prove contro il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Il tutto assume un sapore drammatico con la scenografica morte del consulente di Rapetto, il noto informatico Michele Landi, ufficialmente suicida, ma anche con la lunga catena di suicidi e di morti improvvise in particolare di numerosi membri dell’Arma dei carabinieri, dei servizi segreti e della polizia penitenziaria e dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, specie nel 2002-2003 ma anche dopo.
Ma che interesse avrebbero Rapetto e Di Nunzio, alti esponenti dello stato nel diffondere certe notizie? Marco Sacchi, che ci ha fornito le informazioni su questo e su altri paragrafi, ricorda che il libro di Rapetto e Dinunzio non è affatto facile da trovare, scomparso dalle librerie italiane da diversi anni ormai. L’ipotesi è che queste pubblicazioni abbiano dei fini ricattatori, un modo per ricordare allo stato o a qualche losco personaggio quanto si potrebbe, se lo si desiderasse, far emergere sul proprio conto.
Un’ipotesi affatto priva di fondamento
L’ipotesi che questi strumenti super sofisticati possano essere usati per controllare il pensiero non è dunque affatto priva di fondamento. Inoltre qualora non si creasse un’attenzione adeguata in questa fase, in cui comunque, TAC e Risonanza magnetica, e in qualche misura l’EEG, sono ancora in grado di permettere l’individuazione di questi chip, si corre il rischio di arrivare ad un punto scientifico in cui siano usati chip a DNA, strumenti invisibili a questi accertamenti, che sarebbe molto più difficile e lungo individuare con infinite e costosissime analisi genetiche. A questo aggiungiamo che nei casi di elettrodi innestati su pazienti epilettici o schizofrenici, volontari, queste persone non vengono messe in grado però di disattivare questi elettrodi qualora lo volessero, impedendo così interferenze non prevedibili di terzi.
Messaggi
1. Questo cervello doveva smettere di funzionare!, 13 marzo 2008, 22:29
Michele era molto scomodo per il potere che a un certo punto ha deciso che "questo cervello doveva smettere di funzionare", così come fece già il fascismo con Antonio Gramsci.
Le sue denunce su temi estremamente scabrosi arrivavano al segno e il potere non le poteva piu’ sopportare.
E’ per questo che lo hanno fatto tacere.
Si tratta di una verità elementare, ma qualcuno, pur dicendo di battersi per la liberazione di Michele, cerca di tenerla nascosta, sperando così di arruffianarsi la magistratura e i potenti e di ottenerne la benevolenza.
I veri compagni di Michele non devono permettere che venga nascosta la sua stessa identità politica e le sue battaglie!
Partecipiamo numerosi al PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI SULMONA indetto per SABATO 5 APRILE!
1. Oltre il muro del silenzio, 14 marzo 2008, 14:39
Questa è la storia di uno di noi…
gridiamolo a tutti, gridiamolo forte!
prima che diventi la storia di ognuno di noi…
Questa è la storia di Michele Fabiani, sequestrato dallo Stato lo scorso 23 ottobre a Spoleto, arrestato dalla banda criminale di Ganzer e seppellito da una coltre di silenzio sulle reali motivazioni della montatura Brushwood, tempista e programmata come l’insabbiamento della morte violenta in carcere di Aldo Bianzino, una settimana prima dell’arresto dei compagni spoletini.
Questa è la storia di un compagno anarchico, che sta scontando in carcere le sue idee
Colpevole
Di amare la verità e la libertà
Colpevole
Di essersi schierato e aver lottato sempre a viso aperto per la giustizia sociale, contro la tortura e la morte da carcere e oltre il carcere
Colpevole
Di aver denunciato e documentato una scomoda realtà: l’importazione di avanzati sistemi tecnologici di tortura, già ampiamente sperimentati negli USA e in altri paesi di questa “civile” Europa, “esportatrice di democrazia”
Colpevole
Di aver dato spazio alle denunce sullo sperpero di denaro pubblico da parte dei palazzi del potere
Colpevole
Di non essersi arreso davanti al saccheggio militare e padronale delle risorse umane ed ambientali e di aver partecipato in prima persona ai movimenti popolari per difendere terra, acqua, aria, salute pubblica dalla mercificazione del profitto e dalla devastazione del capitale
Colpevole
Di non rinunciare alla propria identità, incompatibile con l’orrore dell’ingiustizia, della guerra e della repressione
Di desiderare una società giusta, un modo senza sfruttamento, senza confini e senza galere
Colpevole, per tutto questo, di essere un sovversivo
Perché desiderare un mondo migliore e lottare per esso, senza sentirsi dire: ”c’era una volta la neve” e raccontare alle future generazioni: “c’era una volta l’acqua”, è sovversivo e allora siamo tutti orgogliosamente sovversivi!
Non lasciamo da soli i compagni in galera per le loro idee! Perché le loro idee sono le nostre.
Lo denunciammo a marzo dello scorso anno e lo ripetiamo ora: Michele è un perseguitato politico. Il coraggio della verità gli è costato prima una perquisizione arbitraria con tanto di maltrattamenti, minacce ecc. da parte dell’arma dei carabinieri, poi una denuncia per calunnia da parte del maresciallo Biagioli, poi ancora l’arresto, con un incredibile spiegamento di forze militari e mediatiche.
Il carattere persecutorio di questa montatura mediatico-militare-giudiziaria è confermato dalla campagna di criminalizzazione preventiva lanciata dalla stampa locale in agosto nei confronti di Michele, quando si cercò di legittimare la perquisizione arbitraria, le minacce e i maltrattamenti subiti e denunciati politicamente dal compagno in marzo, con un presunto interrogatorio sui fatti per cui oggi è accusato di “terrorismo”. Michele smentì prontamente gli articoli dei pennivendoli al servizio dell’Aisi (ex Sisde), di Ganzer e della Procura di Perugia, ma sta di fatto che già a marzo dello scorso anno (prima ancora dei proiettili alla Lorenzetti) avevano deciso cosa fare di lui e i media lo sapevano almeno dal mese di agosto. Questi sono i fatti e hanno la testa dura. Ognuno di noi può trarne le conclusioni che vuole, ma non può prescindere da essi, altrimenti fa il gioco del potere, come chi, ingenuamente o in malafede, si è reso complice di questa montatura, dubitando sull’innocenza del compagno con il silenzio, con le allusioni o con dichiarazioni riduttive della sua identità e la sua coerenza politica.
Michele è una persona limpida e non merita né l’uno né le altre. E’ un compagno che ha dato tanto e merita tutta la nostra solidarietà. Perché la lotta per la libertà e la giustizia sociale è patrimonio di tutti gli antifascisti, i comunisti, gli anarchici, gli antimperialisti e i proletari consapevoli della loro forza rivoluzionaria. E’ patrimonio popolare e non può essere "redento" all’obbedienza con queste operazioni terroristiche, della serie “puniscine uno per educarne 100”.
La nostra solidarietà, come Rete Antifascista Perugina, va oltre la formalità, giusta e sacrosanta, che impone un rapporto di intenti antifascisti. E’ una solidarietà che sfiora l’amicizia. E’ una solidarietà di classe, che parte dal basso, dai bisogni e dai timori dei proletari. Una solidarietà che nessuno ha pagato perché esista e nessuno ha delegato ad un’urna elettorale perché la rappresenti. E’ una solidarietà che non si vende e che non può tradire.
DISABITUIAMOCI AL SILENZIO, VOCE AI SENZA VOCE!
SOLIDARIETA’ AL COMPAGNO MICHELE!
SOLIDARIETA’ AI RIBELLI!
Rete Antifascista Perugina
2. Vicini a Michele e ai suoi compagni, 14 marzo 2008, 14:54
Ricordiamo che i giovani compagni spoletini furono arrestati per l’operazione Brushwood. Fare un memento è d’obbligo visto che le inchieste repressive dai nomi fantasiosi si susseguono a ritmo incessante e le inchieste contro i compagni che esprimo la loro intolleranza al Sistema Capitale non hanno tregua. Non ci stupiamo di cio’ è la logica della scontro di classe.
In effetti dato il clima attuale e i secoli richiesti per i processi di Genova e Cosenza la sentenza d’appello per il processo del San Paolo, tanto per citare solo alcuni episodi di ordinaria amministrazione giudiziaria, dopo le cariche a Roma contro le donne scese in piazza per difendere la loro autodeterminazione, dopo le cariche a Napoli contro chi protestava perché sommerso dai rifiuti, non ci facevamo illusioni. Non è che si "imposta" una operazione spettacolare con notevole dispiegamento di forze dell’ordine senza che qualcuno , poi, rivesta il ruolo di capro espiatorio, non fosse che per giustificare le spese di tale operazione di fronte a chi vede sprecare il denaro per una presunta sicurezza, mentre le cose vitali sono lasciate nella più totale insicurezza: dal morire sul lavoro, allo stato di abbandono negligente degli ospedali e delle scuole pubbliche, al diritto alla casa. Sappiamo anche che non è solo questo il motivo.
Sappiamo che il potere di fronte al progredire di una crisi che non trova soluzioni fattibili e praticabili: basta pensare alle sconcezze a cui siamo costretti ad assistere in questa campagna elettorale, un vero e proprio mercato delle vacche, ha la necessità di creare diversivi spettacolari per distogliere l’attenzione dai problemi reali che il proletariato vive sulla sua pelle quotidianamente.
Un gioco che ormai mostra la corda di fronte all’insopportabilità dell’esitente, ma questa è l’unica risposta che padroni e servi dei padroni sanno e possono dare.
A noi non resta che la riposta di sempre: anche per noi la strada è obbligata e in direzione opposta e contraria:
RIBADIRE LA NOSTRA SOLIDARIETA’ MILITANTE
SIAMO RIVOLUZIONARI
CONTRO I PADRONI E I LORO STATI.
http://www.controappunto.org
L’Avamposto degli Incompatibili
2. La lotta di Michele Fabiani contro la tortura tecnologica in Italia, 14 marzo 2008, 17:03, di VOLPEROSA
NON CAPISCO COSI CENTRA IL RITALIN CON CERTI ARGOMENTI.IL RITALIN L’UNICA CURA PER I CASI GRAVI DI ADHD.L’ADHD E’ UNA MALATTIA BENE PRECISA (TRANNE CHE PER SCIENTOLOGY E LE SUE VARIE DIRAMAZIONI ).CHI SOSTIENE IL CONTRARIO , NON CONOSCE IL PROBLEMA E SICURAMENTE NON LO MAI VISUTO IN PRIMA PERSONA.
1. Caruso visita Michele in carcere, 14 marzo 2008, 22:05
Il deputato Caruso da Michele
Il deputato di rifondazione comunista Francesco Caruso ha fatto visita, nella giornata di oggi, a Michele Fabiani nel carcere di Sulmona.
Il colloquio è durato alcuni minuti. Michele è stato trovato da Caruso in buone condizioni e ha detto di confidare in un esito positivo per il ricorso in cassazione.
2. Solidarietà anarchica, 14 marzo 2008, 22:27
Finora la solidarietà a Michele e agli altri compagni spoletini è stata monopolio del pudibondo "Comitato 23 ottobre", che ha fatto di tutto per edulcorare, se non nascondere, la militanza politica di Michele, presentato come un "ragazzo" sprovveduto e ingenuo.
Noi conosciamo bene Michele, la sua tenacia, la sua determinazione, il suo coraggio...
Conosciamo bene le sue battaglie a viso aperto contro la corruzione in Parlamento, contro la tortura tecnologica e per la difesa dell’ambiente.
Ed è questo il Michele con cui solidarizziamo e di cui chiediamo l’immediata liberazione.
I compagni anarchici di Michele hanno indetto per SABATO 5 APRILE, dalle 12 al tramonto, un presidio di solidarietà sotto il carcere di Sulmona.
3. La lotta di Michele Fabiani contro la tortura tecnologica in Italia, 21 marzo 2008, 10:13
Il dibattito sul Ritalin è più che attinente con quello delle torture tecnologiche se analizzato come mezzo per "arginare" la personalità. Può essere considerato tranquillamente l’ennesimo vergognoso mezzo di controllo sociale, doppiamente vergognoso perchè colpisce bambini in via di sviluppo e formazione.
Per quanto riguarda l’ADHD, questa sedicente malattia, è a tutt’oggi difficilmente delineabile sia per quanto riguarda la sintomatologia che le cause (genetica? chimica? biologica?). Per di più i casi che si vogliono definire affetti da ADHD dimostrano una SPONTANEA remissione dei sintomi con l’avanzare dell’età.
Io stesso, considerata la vivacità della mia infanzia, se fossi nato oggi negli USA sarei stato oggetto di somministrazione di Ritalin. Ma chi non potrebbe esserlo?!?
No al controllo. No alla psichiatria.
Libertà del corpo e della mente.
Libertà.
3. La lotta di Michele Fabiani contro la tortura tecnologica in Italia, 15 giugno 2008, 18:32
mi parlano in testa vedo immagini in testa da sveglio si inseriscono nelle trasmissioni televive e una vera tortura psicologica la cosa piu sconcertante e che sanno i miei pensieri le mie debolezze e mi colpiscono proprio su quello sono 8 anni ormai ciao