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Ora più che mai la lotta in Val di Susa deve diventare vertenza nazionale.
Perché parla di una valle, ma fa domande sulla natura della nostra società.
Perché si oppone a un’opera inutile e devastante, ma sta difendendo la democrazia.
Perché parla di diritti e di futuro.
Val di Susa no es solo de Val di Susa.
(Marco Bersani Attac Italia)
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Nella notte del 6 dicembre nella Val di Susa 2000 poliziotti hanno sgombrato con la forza i presidi contro la TAV, l’azione militare ha provocato decine di feriti e colpito con la forza 500 manifestanti: la popolazione della Val di Susa è entrata in sciopero, sono bloccate le vie di comunicazione dalla ferrovia alle autostrade, la polizia continua a caricare, mobilitiamoci!!!
Appello in solidarietà alla popolazione della Val di Susa
Esprimiamo piena solidarietà alla protesta della popolazione, degli amministratori pubblici e dei movimenti della Val di Susa che da anni si battono contro la TAV Torino-Lione, una megaopera destinata a stravolgere l’equilibrio storico e naturale di quella vallata ed a minacciare la stessa salute degli abitanti e dei lavoratori.
Denunciamo l’azione di militarizzazione da parte del Governo Berlusconi con l’ingiustificata azione di forza avvenuta nella notte del 20 novembre nei confronti di pacifici cittadini e della delegazione del parlamento europeo recatasi in visita per la valutazione indipendente del progetto di tunnel e sull’impatto sulla popolazione della valle.
Denunciamo l’assurdità dell’opera in termini di devastazioni ambientali, di sprechi economici e di inefficacia per il miglioramento dei trasporti.
Siamo di fronte ad un furto di Beni Comuni: il suolo, le falde acquifere, l’aria sono sottratti ai cittadini, immessi sul mercato e privatizzati con disinvolte e truffaldine operazioni di "project financing"
Sottolineiamo l’imponente partecipazione allo sciopero generale del 16 novembre 2005, che ha dimostrato l’impossibilità di decidere interventi così pesanti per il territorio senza e contro la partecipazione delle popolazioni locali.
Siamo solidali anche con i lavoratori della Val di Susa, che hanno scioperato convinti che lo sviluppo è sostenibile soltanto se rispetta le esigenze ambientali, garantisce la salute dei cittadini, tutela i diritti del lavoro contro la precarietà e l’insicurezza.
La protesta delle popolazioni della Val di Susa è anche la nostra lotta.
In Toscana siamo impegnati in una vasta mobilitazione condotta da comitati, movimenti, partiti ed associazioni contro la filosofia e la politica delle grandi opere, che rischia di devastare molte zone della regione.
Il tratto Firenze-Bologna ed il sottoattraversamento TAV di Firenze, la terza corsia autostradale, la trasformazione dell’aurelia Livorno-Civitavecchia in autostrada, il progetto Modena-Lucca e lotto zero, il progetto di trasformazione della E 45 in autostrada Orte-Ravenna, gli impianti di rigassificazione della costa livornese e pisana, la proliferazione degli impianti di incenerimento dei rifiuti, l’aeroporto di Siena, la rottamazione degli ospedali, il porto a Marina di Pisa sono tutte risposte decise senza la partecipazione dei cittadini, funzionali agli interessi economici di pochi, e che non risolvono i problemi reali dei trasporti, dell’energia e dei rifiuti.
Vogliamo che il programma di governo dell’Unione escluda le grandi opere devastanti il territorio e che si impegni a garantire l’effettiva partecipazione dei cittadini alle scelte e alle decisioni sulle opere di trasformazione dei territori.
Le risorse sottratte alle megaopere delle spreco e della distruzione ambientale possono essere destinate a politiche dei trasporti, dell’energia e della gestione dei rifiuti basate sul rispetto della salute e dell’ambiente, sulla qualità del lavoro, sull’utilità sociale.
Per la costruzione di una rete toscana contro le grandi opere
assemblea sabato 10 dicembre ore 16,30
Firenze - dopolavoro ferroviario - Via Alamanni 32/r
Beppe Banchi, Roberto Barocci, Fabrizio Bertini, Beatrice Bardelli, Maurizio Bini, Michelangelo Bolognini, Alfredo Camozzi, Mauro Chessa, Giuliano Ciampolini, Marco della Pina, Francesco Francisci, Paolo Gangemi, Ernesto Ligutti, Mario Martelli, Adriana Pagliai, Laura Pardossi, Tommaso Panigada, Giorgio Pizziolo, Roberto Renai, Donatella Salcioli, Monica Sgherri, Vincenzo Simoni,
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COSA SUCCEDE IN VALSUSA
di maci57@infinito.it del comitato NoTAV
venerdì 11 novembre 2005
Scrivo queste poche righe con l’unica intenzione di portare a conoscenza una situazione che la maggior parte dei media cerca di tener nascosta.
Da diversi anni è in corso in ValSusa una manovra di resistenza organizzata contro la linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione(TAV).
I motivi veri (che vengono metodicamente nascosti dai media) sono:
1. La tratta Torino-Lione è completamente inutile: nella Val Susa esiste già una linea ferroviaria sottoutilizzata, in grado di reggere il traffico richiesto (considerando i tassi di crescita) almeno fino
al 2050.
2. La linea in costruzione è esclusivamente merci, non si avrebbe alcun vantaggio in termini di tempo per la percorrenza da Torino a Lione. I treni passeggeri comunque continuerebbero a transitare nella linea storica con i tempi di percorrenza attuali.
3. Nel tratto montano (e quindi da Torino alla Francia), comunque non sarebbe una tratta ad alta velocità perchè la conformazione del terreno montano non la rende possibile.
4. L’amianto sotto al Musinè c’e’ veramente (è già ampiamente dimostrato), e nei progetti non c’è il minimo accenno ad un piano di messa in sicurezza dell’amianto estratto (è previsto semplicemente uno stoccaggio in valle a cielo libero), che con i frequenti venti della ValSusa verrebbe distribuito e respirato in tutta la cintura ovest di Torino ed in Torino stessa.
Le malattie causate dalla respirazione di anche solo 1 fibra di amianto vengono diagnosticate 15 anni dopo l’inalazione. Dal momento della diagnosi la mortalità è del 100%, ed il tempo di vita medio è di 9 mesi.
5. Il corridoio 5 (tratta Lisbona-Kiev) di cui questa tratta sarebbe parte fondamentale non esiste: da Trieste verso est l’opera è bloccata in tutti i suoi aspetti.
6. Finanziariamente è un disastro annunciato: perchè vada in attivo, nella tratta dovrebbe passare un treno merci ogni 3 minuti, 24 ore al giorno.Per questo motivo, al momento nessun privato si è impegnato finanziariamente, banche e fondazioni comprese. La tratta è costosissima, ed i soldi non ci sono: è notizia recente che nella finanziaria di questi giorni sono stati tagliati quasi tutti i fondi per le grandi opere. Gli unici soldi su cui si regge l’opera sono i finanziamenti europei.
7. Se dovessi elencare tutte le implicazioni legali del ministro Lunardi (mi spiace, ma non riesco proprio a dare dell’onorevole ad una persona del genere) questo documento diverrebbe
troppo lungo. Dico solo che l’appalto per la costruzione del tunnel di 52Km (7,5 miliardi
di euro) è stato vinto da una ditta francese che l’ha subbappaltato alla francese RockSoil, di proprietà della moglie.
Forse ora è più chiaro e motivato perchè nelle proteste dei ValSusini sono presenti sempre, in prima fila, tutti i sindaci e le istituzioni di tutti i paesi della Valle, indipendentemente dal partito politico di appartenenza.
Il CIPE, incaricato di distribuire i fondi italiani, ha già eliminato la tratta Torino-Lione dalle opere da finanziare dallo stato italiano (nonostante quanto riferito dai media). L’unico obiettivo di chi il TAV lo vuole fare è quello di agganciare la pioggia di finanziamenti europei per le grandi opere; per far questo, devono entro fine anno poter dire che i lavori sono iniziati.
La questione NoTAV non è una questione di sinistra o destra: l’opposizione è trasversale, ed ogni persona di buon senso che sia informata sul problema non ha difficoltà a capire le nostre ragioni. Il problema è che la voce dei NoTav viene puntualmente soffocata dai media, per la grande quantità dei finanziamenti europei in gioco.
Non chiedo a chi legge questo messaggio di crederci ciecamente, ovviamente può essere inteso come propaganda di parte, ma di informarsi anche dal altre fonti indipendenti.
Il mio intento non è solo di convincervi sulle nostre ragioni, ma prevalentemente di informarvi.
Se credete che le informazioni di questo messaggio siano false, vi invito a verificarle.
Penso che poi la convinzione venga da sola.
Vi prego di inoltrare questo documento al maggior numero di persone possibile
Messaggi
1. > La lotta in Valsusa, 6 dicembre 2005, 18:27
[RNM lista] Val di Susa:
IO NON STO DALLA PARTE DEI MANGANELLI E DELLE TRUPPE IDIOTE DELLO SVILUPPO
nuovo municipio
Qui sotto vi lascio il racconto dei gravissimi avvenimenti di questa notte e questa mattina che Repubblica.it (e non il giornale dell’ecoterrorista... per intenderci) sta seguendo dalla Val di Susa.
So per certo (la mia fonte è un assessore di una provincia piemontese) che ci sono anche alcuni circoli non propriamente della sinitra antagonista in Val di Susa, persino circoli della Margherita tanto per intenderci.
Io rifiuto, come ben ha detto, l’ex ministro dell’Ambiente Gianni Mattioli, di ridurre l’ambientalismo nel ghetto di una
rivendicazione di parte. Esso è un messaggio universale e, tra l’altro, per chi ci crede, profondamente evangelico.
"In Val di Susa, ci dice Marco Revelli (quello di "Oltre il novecento") si parla il linguaggio dei valori universali, perciò le barriere politiche si sono dissolte".
La caricatura localistica e macchiettistica che i media stanno facendo della protesta è pura disinformazione.
Il no all’Alta Velocità è, come ben titola CARTA di questa settimana, uno scontro di civiltà.
Solo che la civiltà non sta DALLA PARTE DEI MANGANELLI E DELLE TRUPPE IDIOTE DELLO SVILUPPO.
Sta dalla parte di una Valle, di cittadine e cittadine che stanno ritrovando collettivamente il loro essere comunità, il loro amore per il bene comune, che certo, parte dalle loro case e dai loro giardini, ma non si ferma lì.
Io non credo in un centrosinistra schiavo delle lobby e dei poteri forti.
Se il partito democratico sarà questo (con pure un bel pezzo di sindacati, CGIL compresissima) non mi riguarderà.
Francesco Lauria
http://europaplurale.org
Val di Susa, blitz della polizia, scontri coi manifestanti, feriti
All’alba le forze dell’ordine sgomberano con la forza il presidio di Venaus. E i manifestanti per protesta occupano strade e stazioni ferroviarie
Scioperi anche a Torino. Anche a Torino diverse fabbriche sono in sciopero. Sono ferme la Fergat, la Fontana e due aziende del polo di Chivasso. "E’ grave l’intervento di polizia - afferma il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo - perchè avviene in un momento in cui si stava avviando un dialogo. Sembra che ci sia una parte del governo che cerca l’incidente e la drammatizzazione in Val di Susa.
Il centrosinistra che governa il Piemonte si distingua da questa politica, imponga la tregua e censuri le inutili violenze di questa notte".
Cgil: "No alle azioni violente". "Così no. Non si possono accettare forzature che comportino il ferimento delle persone, perché questo impedisce il confronto razionale di opinioni, il dialogo e la ricerca di soluzioni condivise a cui non c’è alternativa. La Cgil condanna tutte le forzature e le azioni violente. Fermatevi". E’ il commento di Vanna Lorenzoni, segretaria generale Cgil Torino, ai fatti accaduti nella notte.
Bertinotti: "Fatto di gravità inaudita". "Un fatto di gravità inaudita si è verificato in Val di Susa. La Repubblica italiana mostra alle popolazioni della Valle un volto che contrasta con la sua ispirazione democratica e con l’anima della Costituzione". Così Fausto Bertinotti commenta gli ultimi avvenimenti, e la reazione delle Forze dell’ordine al presidio dei manifestanti contro la Tav.
Sindaco Venaus: "E’ il fallimento della politica". Quello che è accaduto nella notte è il fallimento della politica: a sostenerlo sono i sindaco di Venaus, Nilo Durbiano e il presidente del Consiglio provinciale, Sergio Vallero. Amareggiato, il primo cittadino dichiara che "la politica ha fallito per l’enorme presunzione di chi sta a Roma e a Torino" e che "adesso, in queste condizioni, il dialogo diventa sempre più difficile". "Ha colpito - prosegue il sindaco - la violenza dell’operazione di sgombero. Hanno abbattuto le tende, usato i manganelli, ma le nostre ragioni non si abbatteranno con i manganelli".
Occupate anche strade e autostrada. Sono occupate dai manifestanti l’autostrada del Frejus a Bussoleno, e la strada statale 25 ad Avigliana. I manifestanti, sempre più numerosi, si sono concentrati a Bussoleno e hanno intenzione di allargare la manifestazione a tutti paesi della valle. C’è rabbia e sgomento tra la popolazione. Molte le scuole che spontaneamente hanno interrotto le lezioni per unirsi alla protesta.
Concluse le operazioni a Venaus. Si sono concluse poco fa le operazioni di presa di possesso degli 84 lotti di Venaus, dove si realizzerà il cunicolo esplorativo necessario per la linea Torino-Lione. Al momento sono in corso le opere di recintamento dell’area. Mentre le opere di cantierizzazione cominceranno nei prossimi giorni, e lo scavo vero e proprio non prima di marzo-aprile prossimi.
Centinaia di persone verso Bussoleno. Centinaia di persone stanno dirigendosi a Bussoleno, in Bassa Valle Susa, per manifestare contro il blitz notturno delle forze dell’ordine a Venaus. A invitare la popolazione a ritrovarsi per decidere le iniziative di protesta sono stati i sindaci della Valle. Intanto, proseguono le operazioni di presa di possesso dei lotti di terreno su cui dovrebbero avere inizio i lavori.
Bloccata anche la stazione di Susa-Blocco delle stazioni di Susa e Avigliana, scioperi spontanei tra le 4 e le 8 ore nelle fabbriche della Val di Susa. Sono queste le prime reazioni della popolazione al blitz compiuto questa notte dalle forze dell’ordine, che hanno sgomberato il sito di Venaus.
Occupata per protesta stazione di Avigliana-Per protestare contro lo sgombero del presidio a Venaus, alcune decine di manifestanti hanno occupato poco prima delle 8 i binari alla stazione di Avigliana (Torino), bloccando il traffico ferroviario lungo la linea Torino-Bardonecchia-Modane (Francia).La notizia è stata confermata da Trenitalia, che ha provveduto a organizzare autobus sostituivi fra le stazioni di Condove e Alpignano.
Sempre tesa la situazione a Venaus-La situazione a Venaus rimane comunque tesa. Forze dell’ordine e alcune centinaia di dimostranti si fronteggiano, dopo che polizia e carabinieri hanno sgomberato l’intera area destinata alla Tav.
Dopo il blitz la protesta dei sindaci-Dopo l’ operazione di polizia e carabinieri sono saliti al presidio, a piedi, anche alcuni sindaci della zona, quelli di Venaus, di Sant’Ambrogio, di San Didero e di Bruzzolo. "Ci sentiamo traditi - hanno detto - siamo indignati, qui la gente difendeva solo il proprio territorio. Questo è il fallimento della democrazia".
Il racconto di un testimone: "Presi a manganellate"- "Intorno alle 3,30 - racconta il fotografo Alessandro Contaldo, che si trovava al presidio i Venaus - sono arrivati una trentina di automezzi delle forze dell’ ordine che hanno scaricato un migliaio tra agenti e carabinieri in assetto antisommossa. E’ iniziata subito una carica ed anch’io sono stato colpito da alcune manganellate.