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La malapolitica e i giudici coraggio (sunto)

Publie le martedì 9 ottobre 2007 par Open-Publishing

http://www.lavocedellacampania.it/detteditoriale.asp?tipo=inchiesta2&id=71

Imposimato è l’autore delle prime inchieste sui mafiosi dei Palazzi accusa i freschi emendamenti “anti intercettazioni” di ex colleghi ora parlamentari (Casson e D’Ambrosio) e la Mala Politica che cerca di delegittimare i giudici-coraggio, come Forleo e De Magistris. Ecco il suo duro j’accuse.

Il Parlamento dovrebbe decidere ad autorizzare le conversazioni telefoniche tra alcuni imputati e politici di maggioranza e opposizione ma é difficile che ciò sia fatto.
Il giudice Forleo rivela che dalle telefonate risulta la posizione di correo di politici e rei confessi - da Ricucci a Fiorani e Fazio – e che la politica non ha espresso solo opinioni e incoraggiamenti, nelle scalate ad Antonveneta, a Bnl, al Corriere della Sera, al gruppo Riffeser ma è stata protagonista attiva ed interessata. Con l’ambizione esplicita e dichiarata (parole del sen. Nicola Latorre) di «cambiare il volto del potere italiano».

Il 18 luglio 2005 i vari Consorte, Sacchetti e Cimbri formalizzavano il passaggio delle azioni di proprietà dei soci di Bnl, definiti contropattisti - Caltagirone, Ricucci, Coppola, Statuto, Lonati, Grazioli e Bonsignore - ai soggetti legati alla cordata Unipol; provocando una sensibile alterazione del prezzo dell’azione ordinaria Bnl.
Le intercettaz. tra alcuni parlamentari provano la complicità istituzionale di soggetti che sapevano che avrebbero alterato il prezzo dell’azione Bnl, con danno dei risparmiatori. A La Torre, Consorte diceva: «é ormai certo che i contropattisti venderanno le loro azioni e non sarà Unipol a comprare direttamente, ma terzi per suo conto». La Torre é d’accordo e segnala che l’on. D’Alema doveva fare una chiamata a Gaetano Caltagirone».

Nei 16 interrogatori Fiorani rivelò la sua rete precisando i pagamenti in contanti ai parlamentari di FI per creare una lobby in Parlamento a favore di Fazio, e disse che l’idea della scalata Antonveneta da parte della Popolare di Lodi nacque nell’estate 2004, col consenso dell’allora premier B e dell’ex governatore Fazio a Villa Certosa.

I parlamentari intercettati fornivano i loro supporti istituzionali in totale spregio della Costituzione (articolo 47)… Anziché tutelare il risparmio, agivano in palese violazione delle regole per difendere i piccoli azionisti e i medi e piccoli risparmiatori, traditi proprio da chi, per Costituzione, quelle regole era chiamato a presidiare. I leader politici non si sono limitati ad attendere l’esito di una contesa di mercato. Sono intervenuti, col peso del loro ruolo, a vantaggio dei protetti. B indica a Ricucci il partner industriale per l’assalto a via Solferino e scrutina i possibili mediatori. D’Alema consiglia a Consorte (Unipol) l’acquisto di pacchetti azionari ed è pronto a parlare con Vito Bonsignore, Fassino e Bersani (come riferisce Fazio) incontrano il governatore per spingere una fusione Unipol-Monte dei Paschi-Bnl.
Dunque la politica ha giocato in proprio la partita, in più proteggendo uno degli arbitri, Fazio.

Chiunque comprende che non può essere questo il primato della politica. La politica legifera. Seleziona opzioni. Sceglie regole che possano modernizzare il Paese e renderlo capace di affrontare le sfide del futuro. A dx come a sx, invece, la politica nello stesso tempo, gioca, fa l’arbitro e legifera. Ciò crea un colossale e insopportabile conflitto di interessi, confondendo controllori e controllati.

Già dalle testimonianze di Ricucci, parve che il ceto politico volesse mettersi in conflitto con l’ordine giudiziario, sollevando un polverone sulla corruzione trasversale e consociativa. Questione morale zero.

Quell’intrigo, che vede protagonisti allo stesso tavolo B e Prodi, D’Alema e G. Letta con un poco nobile corteo di banchieri, arbitri faziosi, avventurieri della finanza, astuti nuovi imprenditori, prova ancora oggi la distanza tra dichiarazioni e comportamenti.
Da 2 anni si attende invano una parola trasparente sul pasticcio, un’assunzione di responsabilità, un impegno pubblico…

Inutile ripetere che è roba vecchia.

L’intricata vicenda di cui si occupa la Forleo non riguarda solo alcuni illustri politici e palazzinari parvenu, ma milioni di cittadini ed extracomunitari in carne ed ossa, vittime delle nuove forme di corruzione, di tangenti mascherate da operazioni bancarie apparentemente lecite. Colpiti da colossali imbrogli sono gli ignari ed indifesi risparmiatori: milioni di lavoratori, pensionati, casalinghe che riversano nelle banche i pochi risparmi di una vita sperando di poterne fruire nel momento del bisogno; mentre criminali in colletti bianchi, politici e governanti, corrotti e senza pietà, provvedono a depredare i poveretti in modo apparentemente legale. La grande rapina è in modo scientifico ed occulto: i cittadini si accorgono solo quando é troppo tardi che i loro magri risparmi si sono volatilizzati, per rimpolpare i ricchi ed inaccessibili forzieri di politici senza scrupoli. Per questi crimini occorrerebbe la cacciata dei politici dal parlamento al primo indizio di colpevolezza, senza attendere la sentenza passata in giudicato.
Forleo ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a utilizzare intercettazioni telefoniche tra imputati di gravi delitti e potenti politici di dx e sxe che insieme agivano in modo illecito per scalate illegittime. I politici sostengono che queste telefonate sono penalmente irrilevanti; non solo e accusano Forleo di abusi contro i politici scrivendo cose offensive e non pertinenti. E’ una storia vecchia che si ripete.