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La marcia trionfale conquista il Duomo

Publie le lunedì 1 dicembre 2008 par Open-Publishing

La marcia trionfale conquista il Duomo

di Mariangela Maturi

Torna in piazza in tutta Italia il movimento di genitori e insegnanti contro la riforma Gelmini. Che non si ferma dopo il sì alla legge Tre cortei. Trentamila maestri, mamme, papà e bambini La manifestazione di Retescuole inonda ancora Milano

Una donna con il velo spinge il passeggino. Un gruppo di ragazzini scorrazza felice avanti e indietro. Un papà tiene sulle spalle una bambina bardata di cappello e guanti che sventola ieratica una bandiera gialla, senza battere ciglio. Trentamila persone hanno raccolto la chiamata di Retescuole per protestare contro la legge Gelmini, contro i tagli, il maestro unico, le classi ponte. Soprattutto per avvisare che una moltitudine non può essere ignorata, e che lo smantellamento della scuola pubblica proprio non s’ha da fare.

Da settimane le scuole milanesi brulicano di mobilitazioni discrete: magari passando davanti agli istituti sembra tutto regolarmente funzionante, ma uno striscione appeso ai cancelli c’è sempre, e recita: «Appuntamento il 29 novembre per il corteo». Fra le mura delle scuole, profumate di pastina in brodo e candeggina, aleggia lo spirito che ieri si è presentato in piazza: genitori, maestri, bidelli, bambini, sanno quello che sta succedendo intorno a loro, e non lo vogliono. Persino chi alle ultime elezioni ha votato An e Forza Italia non vuole permettere il massacro dell’istruzione pubblica. I genitori partecipano alle assemblee, preparano striscioni, portano i loro figli alle merendate di protesta e alle lezioni che organizzano gli universitari per i più piccoli. Impossibile raccontare un lavoro così capillare.

Ieri, tutti in piazza contro un governo che ora vola un pochino più basso per indebolire il movimento e tirare dritto senza tesioni sociali. In Duomo, alle 17, si sono incontrati ben tre cortei, partiti due ore prima da tre diversi punti della città. L’organizzazione è impeccabile, le zone di Milano sono suddivise fra i tre spezzoni, ogni scuola della città e della provincia sa già dove e quando presentarsi. Si srotolano le bandiere gialle «Io non ci sto» e si stabilisce l’ordine degli striscioni in corteo (ogni scuola porta il suo, c’è anche quella di Milano Due, il feudo del cavaliere). Il furgone mette in moto e dalle casse montate sul retro spara a tutto volume la marcia trionfale dell’Aida. Qualcuno ride, i bambini fremono. Tutto è pronto, si parte, sotto un cielo che chiama pioggia ma resiste. Qua e là, alunni e maestri travestiti da asinelli, famiglie intere di insospettabili manifestanti, passeggini e bambini che corrono e urlano all’impazzata.
Ci sono anche «i grandi», quelli delle scuole superiori, dell’università, i ricercatori e i precari. Attrezzati con carri, fumogeni e la loro icona Anna Adamolo, la ministra ombra (o Onda?) degli studenti che altri non è se non l’anagramma di «Onda anomala». Di partiti e sindacati solo poche tracce, qualche sparuta bandiera.

Sono molti di più i piccoli, i maestri e i genitori dell’istituto Narcisi, un esempio fra tanti della composizione dissacrante e frastagliata di un corteo organizzato da ReteScuole. In Duomo, le classi del Narcisi sembrano in gita. Dopo un vorticoso girotondo, una maestra impeccabile munita di fischietto e megafono avvisa: «Istituto Narcisi, seguitemi tutti che andiamo al pulmino per cantare e ballare». Viva la maestra. E via, verso una nuova avventura, i grandi portano sottobraccio striscioni, cartelli e bambini. Un po’ più in là un ragazzo di neanche vent’anni ferma un amico che passa di lì. «Bravo, ma sei qui in corteo?» fa all’altro che è lì con la fidanzatina. «No, ero a fare shopping, mica lo sapevo del corteo». Ma si lascia trascinare nella mischia con ragazza e borse di Zara a carico. Gli studenti circondano la statua in Duomo di striscioni: «Chiediamo cultura, ci date polizia: la vostra democrazia», oppure «Tagliate parlamentari, non maestri elementari».

Inizia a piovigginare. Dopo giorni di neve e vento, il cielo su Milano ha regalato un pomeriggio di tregua ai manifestanti, ma ora che il corteo è finito le nuvole plumbee fanno il loro dovere. Il corteo si scioglie lentamente fra ombrelli e impermeabili, mentre le note dell’Aida risuonano nella piazza illuminata dalle luci della Galleria addobbata per Natale. Un papà cerca di trascinare i due figli per mano, ma loro, incuranti di pioggia e mamma che li aspetta a casa, continuano a zompettare felice. Urlando: «Chi non salta, la Gelmini è».