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La missione ONU in Libano: la guerra che viene chiamata pace

Publie le martedì 29 agosto 2006 par Open-Publishing
2 commenti

In una clima di unità nazionale, centrosinistra e centrodestra hanno
deciso di inviare circa 3.000 militari in Libano in ottemperanza alla
risoluzione 1701 dell’ONU che, a dir loro, promuoverebbe una "missione
militare di pace". Dalla "riduzione del danno" del rifinanziamento della
missione militare in Afghanistan, alla "svolta di portata storica" della
politica estera italiana, come si affanna ad affermare Rifondazione
Comunista: In realtà, l’invio del contingente ONU in Libano è solo la
nefasta conclusione della criminale guerra di aggressione da lungo
pianificata e scatenata da Israele con il via libera degli USA.

Una guerra che ha già causato oltre un migliaio di vittime civili tra le
popolazioni palestinese e libanese, la distruzione delle infrastrutture,
un milione di sfollati in Libano. Questo è il prezzo pagato per il "nuovo
Medioriente" sognato da Bush dove la guerra permanente e lo "scontro di
civiltà" mirano nella sostanza ad ottenere il controllo totale delle
risorse energetiche. Ieri Afghanistan e Iraq, oggi Palestina e Libano,
domani Siria e Iran.

Ma l’esercito israeliano ha perso questa guerra, la resistenza libanese ha
per ora infranto il disegno imperialista di Bush di allargare il conflitto
anche all’Iran. E perciò, per la prima volta, il governo israeliano (che
non ha mai rispettato le decisioni dell’ONU circa il ritiro dai territori
palestinesi) accetta la risoluzione ONU 1701 confezionata da Francia e
USA.

Questa stabilisce che gli unici aggressori sono gli Hezbollah (i quali, al
di là delle loro posizioni politiche, ben lontane dalle nostre, sono stati
i soli che hanno difeso la sovranità libanese) e che pertanto vanno
disarmati, al contrario di Israele che detiene centinaia di testate
nucleari; sancisce che la forza militare multinazionale non crea una
fascia smilitarizzata tra i due stati Israele e Libano in conflitto, ma va
a dare "il cambio" alle truppe israeliane nei territori del Libano del
sud; non affronta la questione dei prigionieri palestinesi e libanesi
detenuti nelle carceri israeliane; tace completamente sulla questione
palestinese, dalla cui positiva soluzione dipende qualsiasi prospettiva di
pace in Medio Oriente. Di fatto, oltre al cessate il fuoco, già peraltro
gravemente violato dalle truppe israeliane - non c’è null’altro di
positivo.

In realtà, le truppe "pacifiste" sotto la bandiera ONU saranno chiamate a
gestire una situazione esplosiva solo per garantire la "sicurezza" di
Israele a danno della libertà e dell’indipendenza del popolo libanese. In
realtà, nessuna pace sarà possibile in Medio Oriente se non sarà garantita
una patria e la libertà al popolo palestinese e finché Israele non
restituirà i territori occupati alla Siria e al Libano.

La linea del governo Prodi-D’Alema (tra i più impegnati in quest’avventura
guerrafondaia e che avrà sicuramente una nefasta enorme ricaduta sulla
spesa pubblica e sul DPEF) della "guerra concertata e multilaterale"
dell’ONU è di fatto complementare a quella della guerra infinita e
unilaterale di Bush.

In tale contesto, la scelta di Rifondazione, Verdi, PdCI di appoggiare la
decisione di invio delle truppe in Libano, addirittura alla guida del
contingente ONU, è profondamente sbagliata. Riteniamo assai velleitaria,
se non suicida, la presa del "palazzo di vetro" dell’ONU da parte del
movimento pacifista, un palazzo storicamente asservito ai potenti della
terra.

Il movimento contro la guerra ha invece la vitale necessità di ribellarsi
contro la truffa della "missione militare di pace" in Libano e di non
farsi assolutamente irretire dalla logica ipocrita del "male minore".

Anzi, va rilanciata con forza la mobilitazione internazionale contro la
guerra, per il ritiro delle truppe da Afghanistan, Iraq, Libano, la
chiusura delle basi militari USA e NATO, il disarmo nucleare, la libertà
dei popoli palestinese e libanese.

Su queste basi e raccogliendo l’appello lanciato dal Social Forum Europeo
di Atene del maggio scorso, costruiamo una grande manifestazione nazionale
contro la guerra per fine settembre a Roma.

CONFEDERAZIONE COBAS

Messaggi

  • Navi uomini e soldi si muovono dall’Italia verso le coste libiche, questo in virtu’ di una risoluzione ONU che trova daccordo sia la parte Israeliana che la parte Libanese, senza la concorrenza delle due nessuna risoluzione poteva essere avallata dal palazzo di vetro, chiaramente perchè sarebbe risultata vana. Fare da "garante" affinchè gli spiriti bollenti delle sabbie mediorientali non tramutino la sabbia desertica in polvere da sparo è il PRIMO PASSO per affrontare il tema della libera convivenza in un terreno così difficile. I movimenti che tanto reclamiamo in questi anni hanno lasciato a chi li ha partecipato non solo fisicamente, la contaminazione e la discussione come prassi per pote costruire il nuovo mondo possibile. Chiedo dal punto di vista pratico quali sarebbero state le alternative possibili, visto c’è chi non riconosce l’ONU come garante (va riformato... ma oggi è ancora l’organo più autorevole che sia rimasto), ad innescare il processo di pace nell’area in questione.. si badi bene che l’unilateralismo della politica Americana con questa risoluzione viene messa nell’angolo, si ridà credibilità ad un’europa che stenta a mettere i primi passi e si pone la Politica del dialogo e dell’ascolto alcentro del campo.... non è stato questo che abbiamo imparato negli anni di movimento?
    chiaramente l’organizzazione di manifestazioni per il ritiro delle truppe dagli scenari come afghanistan e iraq devono essere la spinta propulsiva che viene dal basso, li si che si continua ad ammazzare.

    • L’onu è solo la misura estrema per la continuazione della guerra. Israele e Usa non sono riusciti a raggiungere i loro obbiettivi, primo di tutti, disarmare Hezbolla. In tutti i 32 giorni di bombardamenti e di morti l’Onu è stato zitto e quando parlava lo faceva per nascondere un poco il suo immobilismo. poi quando Israele e Usa si sono accorti di non poter vincere, che non potevano mandare nemmeno la Nato, ecco arriva l’Onu.

      ci rendiamo conto che stiamo mandando altri militari,che dipendono dall’Onu, e quindi dagli stati che fanno la guerra, che hanno interessi economici in quelle zone, nel controllo delle risorse? è possibile che a tanta gente in buona fede creda che oggi la francia (che aveva "perso" il libano all’inizio degli anni 80) e l’italia stanno partecipando ad una guerra? veramnete credete che l’Italia e la francia e la spagna spendono miliardi "per la pace".
      cazzo! ma non vi fa paura il fatto che altri eserciti di altri stati entrano in scena nella guerra?!

      la sinistra dovrebbe ricordare la sua storia. la prima guerra mondiale iniziò con l’appoggio dei partiti operai. per la pace ovviamente! gli eserciti fanno gli interessi degli stati nella competizione globale, non gli interessi della pace. solo noi sfidando i nostri governi, quelli dell’esercito europeo, possiamo arrogarci il diritto di lottare per la pace. perchè ne abbiamo interesse diretto! non gli stati e i loro politici.

      e rifondazione e i suoi burocrati hanno le mani sporche di sangue come la socialdemocrazia tedesca del 1914. io che sono iscritto a questo partito che ha votato la guerra mi vergogno.

      Opposizione alla guerra senza se e senza ma. e come diceva bertinotti (pace all’anima sua, perchè oramai per me è morto) quando ancora non era parte dell’apparato dello Stato: "il capitalismo potra la guerra, come le nuvole la pioggia". non so se la frase era sua. oggi il nostro partito ha cariche istituzionali nella settima potenza capitalista....e fa la guerra! Come era bella la rifondazione....che schifo i voti parlamentari e la giustificazione della guerra.