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La nascita dello stato

Publie le sabato 26 luglio 2008 par Open-Publishing
2 commenti

Sin dalle scuole elementari ci è stato insegnato che la scoperta dell’agricoltura segnò il passaggio dal nomadismo al sedentarismo, e con esso sarebbe giunta la proprietà privata, i primi abbozzi di esercito per difendere la proprietà, nascerebbe la cultura patriarcale ecc. In pratica verrebbero messe le basi per la nascita dello Stato. Quest’articolo di anarchopedia: http://ita.anarchopedia.org/Stato, prova invece a dimostrare che le cose molto probabilmente non andarono così. Vi invitiamo alla lettura dell’articolo, considerando che è in corso di elaborazione un articolo più approfondito di questo.

p.s Suggerisco la lettura direttamente dal link in modo da poter leggere anche le note…

La nascita dello Stato

Premessa

Non è particolarmente corretto ritenere, come fanno taluni storici "ufficiali", che con lo Stato nasca la società umana e la ricerca della pace da parte della stessa. Gli esseri umani hanno sempre cercato di organizzarsi socialmente (n.d.r nelle società preistoriche la collettività - tribù, clan- tutela, educa e aiuta in tutto e per tutto il singolo individuo...), creando rapporti inter-tribali e intra-tribali tendenti al mutuo appoggio. Lo Stato altro non è che una particolare forma organizzativa, o meglio, una degenerazione organizzativa che da un certo momento in poi della sua storia l’umanità si è data, o, più corretamente, che alcune minoranze hanno imposto alla maggioranza.

Dal paleolitico al neolitico

Prima della scoperta dell’agricoltura (10-12000 anni fa) gli uomini vivevano secondo i principi del modo di produzione paleolitico, ma da quel momento gli uominidonne hanno cambiato le proprie abitudini trasformandosi in sedentari.
Questo cambiamento, avvenuto attraverso tappe ben individuate dalla ricerca storica (vedasi gli studi della Gimbutas e di Riane Eisler) e per cause di ordine a volte naturale a volte sociale o dalla loro reciproca interazione, ha determinato la nascita di comunità sedentarie (per un lungo periodo i sedentari mantennero comunque le loro vecchie abitudini, integrando alla nuova dieta i prodotti derivati dalla caccia, pesca e dalla raccolta di frutta, funghi ecc.), incentrate spessissimo sul possesso comune della terra, sul culto della dea madre (culto egualitario) e sulla ricerca di una certa stabilità “economica” e sociale[1]. Queste società, chiamate gilania (unione di maschile e femminile) dalla Eisler, autrice di studi epocali come Corsivo, Il calice e la spada e Il piacere è sacro, sono durate millenni in vaste aree del mondo in collegamento tra di loro.
La cultura nomade-pastorale: gerarchia e autorità
Evidentemente per lungo tempo la cultura paleolitica e quella neolitica hanno convissuto assieme, probabilmente interagendo mutualisticamente, per un lungo periodo. E’ da rilevare però, che mentre le comunità agricole del neolitico erano sostanzialmente pacifiche, altrettanto non si può dire dei pastori, che erano sì nomadi ma tendenzialmente predatori. E’ proprio la cultura nomade-pastorale, in particolare quella dei nomadi kurgan e degli indoeuropei, ad aver distrutto la cultura neolitica: i capi-pastori diventavano tali in funzione del numero di animali che detenevano, relegando i nullatenenti a posizioni di subordinazione (guardiani delle greggi); la donna stessa, non svolgendo più nessuna funzione economica come nei modi di produzione paleolitico e neolitico, divenne una pura proprietà dei capi-pastori. Questi decidevano se e quando le donne potevano sposarsi (potevano farlo solo con possessori di bestiame), divenendo quindi una sorta di oggetto atta esclusivamente alla procreazione.
Quindi il modo di produzione nomade-pastorale non era interno alla società neolitica ma anzi del tutto esterno ad essa; il meccanismo, che inizialmente vedeva i due sistemi convivere, ad un certo punto è entrato in crisi: i pastori avrebbero preso a conquistare con la forza le terre che i neolitici coltivavano comunemente, estendendo il dominio, fondato su un sistema gerarchico, della loro società a quella neolitica. Per i nomadi pastori si trattava a questo punto di estendere le relazioni di dominio tribali su scala enormemente più vasta e a ciò non poteva che contribuire alla nascita di un sistema di controllo militare e poliziesco. (n.d.r A questo punto appare chiaro che la teoria secondo cui con l’agricoltura sarebbe nata la proprietà e di conseguenza una sorta di abbozzo di “Stato primordiale”, è tutt’altro che veritiera...[2]).
E’ la cultura nomade-pastorale che introduce i primi germi d’autorità (patriarcale e militare), dando luogo all’insorgere storico dello Stato come strumento in grado di gestire il dominio su vastissime aree su una popolazione numerosa e resa schiava da questi popoli. Tuttavia lo Stato vero e proprio ha dovuto attendere a lungo prima di potersi definitivamente insediare e farsi accettare dalle popolazioni, che spessissimo hanno contrastato, pagandone prezzi altissimi queste forme di autorità.

Lo Stato vero e proprio

Secondo Kropotkin, che molti studi dedicò a questi aspetti, lo Stato per essere definito tale deve possedere 4 caratteristiche:1)Nascita di un potere posto al di sopra della società [giacché la società umana è sempre esistita e non nasce con lo Stato, come vorrebbero far credere alcuni storici]; 2)Concentrazione del potere in poche mani (per molto tempo il "potere" è stato in mano all’intera società; 3) Delimitazione del territorio; 4)Instaurazione di nuovi rapporti sociali (rapporti di dominio dei pochi sulla moltitudine).
Lo Stato moderno si può quindi dire che nasca ufficialmente nel XVI secolo (non a caso in Europa questo coincide con la distruzione violenta del Movimento comunalista), grazie anche all’operato di filosofi quali Giovanni Bodin, Giovanni Botero e, soprattutto, come Hobbes e la teoria contrattualistica (in realtà per Kropotkin anche l’Impero romano aveva le caratteristiche di uno Stato). Questa nascita quindi ha origine nell’alleanza strategica tra monarchia e borghesia in cui l’unificazione del territorio e l’accentramento del Potere nelle mani del Re, sono gli elementi che essenzialmente lo caratterizzano. La funzione amministrativa era svolta da una moltitudine di funzionari subordinati al Re , la difesa e il servizio d’ordine sono invece affidati agli eserciti permanenti, fedelmente asserviti allo stesso Sovrano (attualmente potremmo dire che i funzionari e l’esercito sono fedeli allo Stato e alla sua organizzazione).
Nel corso del tempo lo Stato ha cambiato forma ("Monarchia assoluta, Monarchia costituzionale, Repubblica" ecc.), ma non sostanza. Per questo, nonostante l’evoluzione storica, esso può ancora essere inteso come una concentrazione di Potere strutturato in una rigida gerarchia sociale, nel cui ambito territoriale il proprio diritto è ritenuto superiore a qualsiasi altro soggetto individuale o collettivo (autoritarismo).

Lo Stato-Nazione

E’ necessario premettere che con il termine Stato si indica una entità politica e geopolitica, invece con quello di Nazione si definisce un’entità culturale e/o etnica. Il termine Stato-Nazione definisce, di conseguenza, la coincidenza tra entità politica ed entità geografica, distinguendosi dalle precedenti tipologie di Stati.
In realtà spesso i confini politici non combaciano con quelli etnici, e allora le minoranze etniche possono trovarsi a vivere al di fuori dello Stato della propria etnia (es. kurdi divisi tra Irak, Iran, Siria e Turchia oppure i baschi in Spagna ecc.), determinando in molti casi la loro repressione, più o meno cruenta, nel caso non si integrino nei modi determinati dallo “Stato padrone”. Proprio per queste ragioni la definizione di "Stato-Nazione" ha assunto più che altro il sinonimo di “Stato sovrano”.
Le origini dello Stato-Nazione risalgono al trattato di Westfalia (1648) che pose fine alla guerra dei trent’anni (dal 1618 al 1648 si svolse un lungo conflitto che impegnò soprattutto i territori dell’Europa centrale appartenenti al Sacro Romano Impero Germanico, e poi coinvolsero la maggior parte delle potenze europee, con le eccezioni di Inghilterra e Russia). Successivamente tale concetto andò sviluppandosi, giungendo alla sua “maturazione” nel 1789 con la Rivoluzione Francese.
Il concetto di Stato-Nazione comportò nel tempo la nascita delle mappe europee con confini e frontiere ben delimitate, l’ascesa della borghesia al potere, l’omogeneizzazione culturale forzata, la repressione delle minoranze etniche eventualmente presenti entro lo Stato ecc. Inoltre, secondo Michele Fabiani, la differenza tra Stato-Nazione e Stato feudale (dalle cui ceneri si è sviluppato lo Stato moderno) sta nel fatto che “[nello stato-nazione].. non si ha più il potere di un individuo su altri individui e su un territorio, ma il potere diretto dell’organizzazione su tutti gli individui, compresi i padroni stessi che secondo i principi di uno stato liberale devono rispettare la legge quanto i loro servi”[3]

Messaggi

  • Ho letto il testo direttamente dal link che porta ad una pagina in cui la tesi proposta viene presentata in modo molto succinto, dando per scontate alcune affermazioni riportate. Inoltre non sono riuscito ad accedere ad alcuni link che avrebbero dovuto entrare maggiormente nel merito di quanto sostenuto, per cui, pur non potendo esprimere nessun giudizio per mancanza di dati, debbo dire che l’ipotesi sostenuta sembra si differenzi notevolmente da alcuni importanti studi di Engels e Morgan che e’ possibile trovare a questi link:

    http://www.ezeta.net/homosapiens/essenziali/originefamiglia/index.htm

    http://www.ezeta.net/homosapiens/contributi/preistoria/index.htm

    http://www.ezeta.net/homosapiens/essenziali/umanizzazione/umanizzazione.htm

    Un sincero augurio e un saluto, Cia Lii

    • Quale storico ha mai detto che con lo Stato nasca la società umana? occorrerebbe la citazione degli storici che hanno detto una cavolata del genere.

      Infatti giustamente l’articolo puntualizza che l’uomo è per sua natura un animale sociale e che tende all’organizzazione sociale; cosa del resto comune non solo agli esseri umani o ai primati o agli insetti, l’organizzazione sociale si trova in diverse specie animali: lupi, per esempio, leoni, pinguini....
      Gli Orsi, invece sono animali non organizzati socialmente.
      E’ vero la società pastorizia, la società dell’allevamento tendenzialmente è predatoria, se noi ci pensiamo bene, vediamo che molti millenni dopo nel mitico Far West, si presentano gli stessi problemi di conflitto tra allevatori ed agricoltori, per esempio.Le comunità del neolitico dovettero cedere alla cultura dei Kurgan e degli indoeuropei; i nativi di America , millenni dopo, dovettero cedere ai predatori dei bisonti prima; gli agricoltori in un primo tempo dovettero cedere agli allevatori del bestiame.
      Il conflitto fra allevatori ed agricoltori è sempre presente per finalità di uso del territorio: o pascolo o coltivazione.
      Come sempre l’evoluzione sociale è sempre basata sul conflitto legato alle finalità economiche.

      Attualmente con la presenza delle multinazionali tale conflitto, legato a forme sociali arcaiche è superato: le multinazionali, controllano coltivazioni, semi, allevamento, distribuzione delle merci.
      I conflitti sono ben altri: i conflitti ora si sono spostati su un altro piano: tra i detentori dei mezzi di produzione sia derrate alimentari o altre merci e chi presta la sua mano d’opera per la produzione, la trasformazione, il trasporto, la distribuzione per il consumo delle merci.

      Per parlare di Stato in senso proprio bisogna riferirsi a società non così arcaiche.

      Lo Stato sorge quando un gruppo sociale si organizza per controllare l’intera struttura sociale e per ottenere questo controllo sottopone al suo potere gli altri gruppi facenti parte della società.
      Cosa spinge a questo tipo di organizzazione? le necessità produttive. La produzione è la molla che fa scattare questo meccanismo.
      Nate le differenze sociali: nato lo sfruttamento e la divisione in classi.
      Sono le necessità produttive che determinano le forme di Stato, la produzione decide la forma di Stato, la forma politica, sociale e le sovrastrutture culturali che sostengono l’ossatura della forma di Stato sia Feudale che Nazionale o....Transnazionale.
      Quindi qualsiasi forma di Stato è reazionaria per sua natura o feudale o di altro tipo.
      Lo stato moderno nasce formalmente, forse nel XVI secolo, ma la storia dello Stato è ben più lunga dai Babilonesi, agli Assiri, ai Greci, ai Romani...per limitarci al mediterraneo.
      Comunque alcuni fanno nascere la struttura burocratica dello Stato moderno da Carlo Magno e il suo impero, sostanzialmente si può dire che Napoleone, ha ammodernato e reso funzionale alle nuove esigenze produttive la obsoleta organizzazione carolingia
      .Del resto il conflitto fra sacro romano impero e l’impero germanico era un conflitto che vedeva non solo la contrapposizione imperiale di questi due poli, ma come avviene sempre nei conflitti interimperialisti anche la incapacità delle forze imperiali in campo di regolare le contraddizioni che scatenano.
      In ogni caso fu l’ascesa della borghesia al potere che portò alla creazione degli Stati Nazione e non il processo inverso!
      La borghesia aveva necessità dello Stato nazione, sempre per le necessitò produttive: a necessità produttive specifiche corrisponde la forma Stato più funzionale.
      In questa fase le necessità produttive vedono superata la forma Stato Nazione a favore della forma Stato Transnazionale.

      In ogni caso abolizione dello Stato sempre
      e abolizione dello stato presente di cose sempre!

      vittoria
      L’avamposto degli incompatibili
      www.controappunto.org

      Vedi on line : alcune osservazioni