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La necessità di una lista comunista e del rilancio del PRC
Publie le mercoledì 18 marzo 2009 par Open-PublishingLa necessità di una lista comunista e del rilancio del PRC
di Mauro Cimaschi
Intervento alla Direzione nazionale
È necessario accelerare il processo di definizione della lista e del suo simbolo che, partendo da quello di Rifondazione Comunista, renda evidente la convergenza con il Pdci, Sinistra Critica, associazioni e movimenti della sinistra d’alternativa.
Deve giungere rapidamente ai nostri compagni ed elettori un messaggio di speranza: dopo tante scissioni ci si unisce fra “simili”, tra soggetti politici che resteranno uniti nel GUE e soprattutto che si uniscono non per sopravvivere e passare la soglia del 4%, ma perché oggi è forte la necessità politica e sociale di una forza comunista radicata e presente elettoralmente.
Dobbiamo essere uniti per costruire una forza che abbia una consistenza sufficiente per essere credibile, contro questo sistema che sempre più mostra la corda, contro questo Governo antipopolare, per la difesa dei ceti che vogliamo rappresentare.
Nei prossimi mesi saremo sotto il fuoco incrociato di tutta la stampa, come si evince dai primi sondaggi pilotati, e di una scissione continua e prolungata (come dimostra il caso della federazione di Brescia) il cui unico obiettivo è quello di arrecarci il maggior danno possibile di immagine.
Non possiamo più permetterci di essere titubanti o reticenti nel percorso unitario per la costruzione di una lista comunista e anticapitalista che, partendo dall’unione dei due partiti comunisti (le ragioni della cui divisione oggi non esistono più, pur permanendo differenze di cultura politica), si estenda ad altri movimenti, personalità del mondo del lavoro, della cultura e dell’associazionismo.
Dobbiamo fare in modo che il simbolo che presenteremo alle elezioni europee sia diffusamente presente anche nelle competizioni amministrative, e ciò per due motivi:
1) per l’effetto di visibilità e traino che indubbiamente eserciterebbe,
2) per accrescere la credibilità del progetto unitario.
Per quando riguarda il partito: dobbiamo andare rapidamente alla formazione dei gruppi dirigenti in quelle realtà dove il contenzioso è ancora aperto. Come gruppo dirigente abbiamo la responsabilità che ciò trovi rapida soluzione, tenendo in conto le problematiche territoriali, dobbiamo assumerci la responsabilità che si arrivi ad accordi e a farli rispettare, pena la delegittimazione e la nostra perdita di credibilità come gruppo dirigente.
Non vedo purtroppo un partito dei circoli mobilitato, con una forte tensione politica, motivato.
Ma se non abbiamo questo come pensiamo di fare la campagna elettorale? Non abbiamo che la mobilitazione dei nostri militanti ed il protagonismo dei circoli.
Per dare impulso a ciò è necessario un gruppo dirigente coeso, ciò non vuol dire nascondere le differenze di cultura politica o di analisi che sono una ricchezza, che convintamente porti avanti il progetto della lista unitaria di sinistra, comunista, anticapitalista.
Se non mandiamo questi segnali vedo difficile il superamento dello sbarramento del 4%.
Non facciamoci abbagliare dalle somme aritmetiche tra i partiti, magari guardando a ciò che è accaduto in Abruzzo e in Sardegna: ciò che conta è la credibilità del progetto politico, delle persone che lo incarnano, dell’entusiasmo e della mobilitazione che riesce a creare nei nostri militanti ed elettori.