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La politica del DAS ai tempi della sionista Bonino

Publie le venerdì 19 febbraio 2010 par Open-Publishing
1 commento

Dice Emma Bonino che “le elezioni regionali hanno poco a che vedere con l’articolo 18”. Certo, se invece di fare Politica la Bonino esercitasse il mestiere di docente di Diritto Amministrativo avrebbe ragione. Invece, purtroppo per noi, la signora amica dello Stato sionista di Israele si candida a dare un indirizzo quinquennale alla Politica della Regione Lazio in qualità di Presidente di Giunta: ruolo (anche) di concetto che, come si capisce, non si esaurisce nel pur necessario recinto tecnico di disposizioni e norme che lo inquadrano e definiscono. E tuttavia, proprio la quadratura e la definizione dei compiti che l’Ordinamento mette a disposizione permette alla Bonino di dare una risposta del genere. Ma se è vero che siamo di fronte ad una risposta politicamente elusiva, nemmeno si può convenire che la "non-violenta" Emma dica il contrario di ciò che sostiene da sempre: lei si limita a non rispondere, con la scusa del potenziale ruolo “incompetente”, ma mica nega. Non dice: “voglio disintegrare l’articolo 18”, ma più o meno che “nella veste di candidata a Presidente della Regione Lazio non spetta a me occuparmi di queste faccende”. Facendo lo stesso ragionamento, anche la candidata Mercedes Bresso potrebbe quindi ricordarci che l’elezione a Presidente della Giunta Piemonte non ha nulla da spartire con la costruzione dell’Alta Velocità in Val di Susa. La signora della TAV potrebbe comodamente giustificarsi col fatto che portare l’ onerosissima Alta Velocità in un posto piuttosto che in un altro è una scelta politica affidata, almeno in prima battuta, al Governo.

Furbizia reale e furbizia presunta. Quella della Bonino senz’altro scaltrezza e mestiere, legati dalla necessità di non turbare i labili equilibri nella coalizione “locale” che la sostiene, nel difficile tentativo di battere la gettonatissima Renata Polverini (secondo una simpatica immagine di Marco Pannella, costruita a tavolino dal centro-sinistra e mandata a Ballarò per darsela, un giorno, in faccia). Poco coraggio nel dire sempre ciò che si pensa, forse. Tatticismo, ma non menzogna. Sarebbe invece interessante sapere cosa ne pensano quelli del PRC e del PdCI, che supportano Emma Bonino (accordo elettorale) riempendola di lodi per il suo impegno civico. Messi alle strette cosa direbberero? Anche per loro l’aggressione all’articolo 18 non è un fatto politico degno di un’elezione regionale? Forse sì. Ma forse non è nemmeno necessario chiederlo: la risposta è implicita nella decisione cosciente di stipulare l’accordo con questa persona (nel cui partito militano, ricordiamolo, due ex stragisti neri del calibro di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro): nel senso che pensare che ogni Regione abbia una storia a sé, che i “territori” siano cosa ben diversa dal “centro”, può essere un’altra chiave di lettura della schizofrenia politica locale del PdCI-PRC (Federazione della Sinistra): “le regioni in cui, se la coalizione vincerà, la Federazione avrà impegni di governo sono una minoranza: Liguria, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Puglia e Calabria. In Piemonte, Lazio e Basilicata l’accordo è solo elettorale. In Lombardia, Marche e Campania si va da soli. In Umbria la situazione è ancora incerta” (dal blog di Claudio Grassi).

Perchè in Calabria sì ed in Lombardia no? Forse perchè la politica “calabrese” di Agazio Loiero (che però l’Italia dei Valori non sostiene, ma non per motivi di eccessiva radicalità sinistrorsa) agli occhi “locali” dei Dirigenti della Federazione della Sinistra deve essere senz’altro risultata più a Sinistra di quella Lombarda? Non crediamo si siano operati confronti di sorta. Un tale prisma di scelte “regionali” così diverse tra loro è stato invece possibile proprio perchè si è data per acquisista una visione frammentata della Politica, dove i problemi locali sono problemi locali, e dove la grande architettura delle idee di fondo non può (non deve?) arrivare. Visione comoda, gestibile, manipolabile a piacimento.
E capita allora che la Segreteria Nazionale del PRC o del PdCI lavori come se fosse 20 diverse Segreterie Nazionali. In buona sostanza, mentre si dice di voler combattere il localismo della Lega, ad esso si capitola. Mentre si afferma l’Internazionalismo, si muore di periferia.

Notizia del giorno: Paolo Ferrero si candida in Campania. E’ proprio così, come abbiamo detto! Per un Ferrero Segretario Nazionale, c’è sempre - all’occorrenza - un Presidente di Giunta. E’ la Politica del DAS, la famosa plastilina con cui si giocava da piccoli. Da un panetto, mille panettini. Ma era vietato ingerirla. Ingeriremo anche quella?
Oreste Cuntò

Messaggi

  • Ci fosse un solo candidato di centrosinistra alle regionali - fatta, forse ... molto forse - eccezione per Vendola che non sia filoisraeliano e che non sia liberista sul piano economico/sociale.

    Alcuni poi sono decisamente controindicati sul piano della "questione morale", in primo luogo quelli della Campania, della Calabria e della Liguria.

    Vogliamo parlare poi della candidata alla presidenza del Piemonte, principale sostenitrice della Tav e di quello alla provincia di Milano, Penati, che è poco definire razzista ?

    Allora, o si dice che non è il caso di votare per nessuno di questi tranne forse ... molto forse, per Vendola ... che il Pd è oggettivamente "l’altra destra" e che non è possibile farci nulle insieme ... ed allora posso tranquillamente convenire ...

    Oppure, se si entra nel merito delle singole candidature, perchè tanto scandalo per quella della Bonino e non per quasi tutti gli altri ?

    Raf