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"La protezione civile sottovalutò gli allarmi, omicidio colposo"

Publie le domenica 4 aprile 2010 par Open-Publishing
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Il 31 marzo 2009 si riunì la Commissione Grandi Rischi. Ma non prese decisioni

Ignorati gli allarmi del ricercatore Giampaolo Giuliani e un dossier dell’Ingv.

Dossier della Polizia accusa: omicidio colposo

L’AQUILA - C’è un’informativa giudiziaria - riservata - redatta della Polizia dell’Aquila che accusa i vertici della Protezione Civile di omicidio colposo. Omicidio colposo per non aver dato l’allarme alla popolazione aquilana prima della scossa fatale del 6 aprile scorso. Nonostante uno sciame sismico - in corso da quattro mesi e con oltre quattrocento scosse - giustificasse quanto meno la dichiarazione di "stato d’allerta", se non l’evacuazione (come invece avvenuto in Garfagnana nel 1985). Una "negligenza fatale" secondo gli investigatori. Ora il rapporto dettagliato (con documenti scientifici, interrogatori e perizie) è stato inserito nel fascicolo di indagine della Procura dell’Aquila sul "mancato allarme" nei giorni precedenti la tragedia e si trova sul tavolo del sostituto procuratore Fabio Picuti.

Un documento "delicato", spiegano da Palazzo di Giustizia, in quanto arrivato sul tavolo del magistrato che conduce l’indagine pochi giorni prima dell’anniversario del sisma. Il timore è che iniziative giudiziarie immediate possano turbare la fiaccolata commemorativa prevista in città per la notte tra domani e martedì. Ma non è escluso che la Procura entro qualche giorno assuma iniziative. Allegati al dossier della Polizia ci sono anche gli interrogatori al vice capo della Protezione Civile Bernardo De Berardinis, al presidente vicario della "Commissione Grandi Rischi" della Protezione Civile Franco Barberi, al presidente dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia Enzo Boschi, al direttore dell’ufficio rischio sismico della Protezione Civile Mauro Dolce, al direttore del Centro Nazionale Terremoti Giulio Selvaggi e altri tre funzionari della Protezione Civile dell’ufficio gestioni emergenza e servizio comunicazione.

Furono loro a partecipare alla riunione straordinaria tenuta dalla commissione grandi rischi della Protezione Civile il 31 marzo, chiudendo la seduta senza prendere decisioni rispetto "all’emergenza terremoto in atto già prima della tragedia". Nonostante un dossier dell’Ingv sulla gravità dello sciame sismico, diversi studi scientifici (tra questi documenti uno studio del Cnr, in cui si stimava molto alto il rischio di un terremoto devastante a L’Aquila) e perizie geologiche. Quella riunione durò meno di sessanta minuti. Al termine, proprio De Berardinis tenne una conferenza stampa: "La comunità scientifica conferma che non c’è pericolo, perché c’è uno scarico continuo di energia; la situazione è favorevole". Pochi giorni dopo il disastro.

04 aprile 2010 da "Repubblica"

Messaggi

  • Io che non credo alla giustizia nell’altro Mondo, auspico che su questa Terra si possa, finalmente, mettere a nudo i tanti chiacchieroni che prendono e pretendono esose prebende senza attendere ai compiti per i quali sono prescelti; molte volte per raccomandazione.

    E’ ora che "chi sbaglia paga", a tutti i livelli, senza lodi che tengano.
    Dal Vertice in giù, perchè la base ne ha pieni i cabasisi di tante prese in giro le quali, talvolta, finiscono con morti che si potevano evitare o, quanto meno, limitare nel loro numero.

    Dimenticavo, senza prescrizioni, che sono beffe peggiori dei danni, se possibile.

    • La riunione del 31 marzo 2009 dove dissero: state tranquilli, non c’è nessun pericolo

      La riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo che inizia alle 18,30 e termina alle 19,30 è una dimostrazione di come tutte le scosse succedutesi fino a quel momento non siano state ritenute elementi validi per poter prevedere una scossa più forte nonostante molti studi scientificamente provati dicessero il contrario. E pensare che alla riunione come si legge nel verbale hanno partecipato “le massime autorità scientifiche del settore sismico in grado di fornire il quadro più aggiornato e affidabile di quanto sta accadendo” Il Professor Boschi direttore dell’Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia dice: “È improbabile che vi sia una scossa come quella del 1703 pur se non si può escludere in maniera assoluta”.

      Ma di fronte al fatto che non si potesse escludere la Protezione Civile ha preferito tranquillizzare la popolazione invece di informarla sui pericoli e sulle modalità di difesa come il dormire in prossimità della porta o allestendo tendopoli e offrendo assistenza a coloro che avevano deciso di trascorre la notte in auto. Dalla lettura del verbale si capisce bene che la preoccupazione così come chiesto da Bertolaso era smentire Giuliani demolendo il suo studio come spiega il professor Barberi. “Lo scopo della riunione è in sintesi quello di prendere in considerazione gli allarmi diffusi della popolazione e spiegare che non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento. Inoltre lo studio del Radon “quello del ricercatore Giuliani che è stato finanziato dagli Stai Uniti nel lambito di un progetto di cui fanno parte i massimi studiosi giapponesi è un problema molto vecchio e molto studiato senza arrivare a soluzioni utili dunque non ci sono strumenti per fare previsioni e qualunque previsione non ha fondamenti scientifici” . Mentre le scosse che da gennaio si erano succedute dopo 12 anni di silenzio sismico in una zona ad alto rischio come quella aquilana costituivano una prova scientifica che l’intensità sarebbe aumentata. Barberi conclude dicendo che “il compito della Protezione Civile è migliorare i livelli di preparazione a gestire un’emergenza sismica”. Come dire: dopo ci saremo noi ora ci sono solo i cialtroni. Sei giorni dopo il terremoto ha ingoiato la città e il cuore dei suoi abitanti. Lasciando intatte le poltrone delle “massime autorità scientifiche del settore sismico in grado di fornire il quadro più aggiornato e affidabile di quanto sta accadendo”.

      s.a. da Il Fatto Quotidiano del 6 aprile 2010