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La "questione Calabria" spacca il Prc Si dividono anche i vendoliani

Publie le giovedì 7 agosto 2008 par Open-Publishing

Rifondazione rientra in giunta nonostante il parere contrario di Ferrero.

Ricorso contro il Cpr

La "questione Calabria" spacca il Prc Si dividono anche i vendoliani

Non è servito il lungo vertice tra il segretario nazionale e quello regionale a sciogliere il nodo calabrese: Rifondazione comunista rientrerà nella giunta Loiero, essendone uscita appena cinque mesi fa. Sia Paolo Ferrero che Pino Scarpelli sono rimasti sulle rispettive posizioni. Il primo ha mantenuto una netta contrarietà (già ridabita durante il congresso di Chianciano), basata - ha spiegato - sia sulla «gran quantità di inquisiti presenti in consiglio regionale», sia, soprattutto, sulle «insufficienti aperture sul piano programmatico, tutte da verificare nella loro applicazione». Come dire, in Calabria non ci sono le condizioni per un’alleanza di governo.

Scarpelli, invece, ha ribadito che in Calabria il percorso congressuale ha dato il 75% di consensi alla mozione Vendola, ma anche al rientro nella giunta calabrese, un risultato che «si coniuga con le sfide vinte su punti essenziali e che chiedo a tutto il partito di valorizzare». In ogni caso, insiste il segretario regionale, il rientro in giunta è «il frutto di un percorso coerente compiuto dal partito»; entrando in giunta «lanciamo una ulteriore sfida prima a noi stessi e poi all’intero esecutivo regionale per fare questo rush finale di legislatura e contrapporci alla cultura di destra imperante in Calabria».

Un confronto «sereno e pacato», che però segna una battuta d’arresto pesante nel confronto tra il segretario nazionale e l’area che fa capo a Nichi Vendola. Non per Agazio Loiero che, invece, può proseguire con il rimpastino. «Sono sempre i dirigenti regionali ad avere l’ultima parola», ha infatti spiegato Ferrero, il quale, a chi gli chiede cosa succederà adesso, risponde: «Nulla, ci sarà una normale dialettica». Ferrero ha telefonato a Loiero per ribadire che «Rifondazione entra in giunta ma sappi che io non sono d’accordo». Il presidente regionale ne ha preso atto: «Mi dispiace - ha dichiarato - Mi batterò perché entro questa legislatura anche Ferrero e la componente del partito che non condivide questa posizione possano cambiare idea».

Dunque, Damiano Guagliardi sarà assessore al turismo della regione Calabria. Ma è probabile che, come dice Pino Commodari (componente del comitato politico nazionale ed esponente dell’area Ferrero), la «cosa non finisce qua». La frattura è profonda anche a livello regionale se Omar Minniti (area Grassi) parla di «secessione annunciata». E restano aperte almeno due questioni. La prima ha a che fare con il Comitato politico regionale di una settimana fa, quello che ha approvato il documento che sancisce il rientro in giunta: alcuni componenti del comitato dell’area Ferrero-Grassi hanno presentato un ricorso formale (sottoscritto, però, anche da esponenti della mozione che sosteneva Vendola) al collegio nazionale di garanzia per chiedere l’annullamento della seduta e, conseguentemente, delle decisioni assunte. Motivo principale: la mancanza del numero legale. I ferreriani contestano, inoltre, la "fretta" con cui si è voluta chiudere la partita: «Sarebbe stato più giusto che a prendere una decisione così importante fossero i nuovi dirigenti, visto che è alle porte il congresso regionale».

La seconda questione riguarda il Pd e le sue "manovre" per far entrare in giunta anche l’Udc, tanto che lo stesso Scarpelli aveva espresso qualche perplessità. In effetti, l’ingresso del partito di Casini rischierebbe, di fatto, di spostare a destra il governo regionale e di neutralizzare il ruolo di Rifondazione. Ciò però non impensierisce Scarpelli: «Diciamo no all’inclusione dell’Udc in questa maggioranza, ma allo stesso tempo nulla vieta che si possa trovare un accordo con i casiniani sulla riforma della legge elettorale regionale».

Ro.Ve.