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La risposta dell’Arci al Prefetto Romano sul CPT

Publie le giovedì 30 giugno 2005 par Open-Publishing

Massimiliano Morettini presidente Arci Liguria
Mauro Cafasso Presidente Arci Genova
Walter Massa Resp. Politiche Sociali Arci Genova

Il fatto che i CPT siano previsti dalla legge, non implica il fatto che debbano essere costruiti per forza in Liguria.

Il dibattito di queste ore sui CPT ha raggiunto un grande obiettivo. Da anni le associazioni, i movimenti, alcuni sindacati segnalavano la barbarie di quell’esperienza.

Ora è maturata nel tempo una convinzione anche tra le forze politiche dell’Unione sulla necessità di superali. Va riconosciuto coraggio al Presidente Vendola di avere aperto anche in sede istituzionale questa riflessione, che ha investito - ne siamo orgogliosi - anche Claudio Burlando e la coalizione che lo sostiene.

I CPT certo pongono problemi enormi di rispetto dei diritti umani elementari. Decine di indagini lo dimostrano. Ma il punto è un altro: è possibile limitare la libertà personale degli individui, rinchiudendoli solo a causa di irregolarità amministrative e non in seguito a reati? E’ bene infatti ricordare che si entra e si resta al CPT anche solo perché un permesso di soggiorno è scaduto, o semplicemente perché ci si è dimenticati i documenti a casa. Infine: i numeri e il funzionamento dei CPT dicono che l’esperienza non ha raggiunto il fine che si era prefissato.

Siamo di fronte all’apertura di una nuova stagione politica sull’immigrazione. Dobbiamo percorrerla accompagnando l’applicazione delle leggi che puniscono i reati (leggi che valgono per gli immigrati quanto per gli italiani) ad un’avanzata sul tema del riconoscimento dei diritti.

Meno diritti, maggiori restrizioni all’emersione della clandestinità, maggiori difficoltà alla regolamentazione del lavoro, espulsioni indiscriminate e di massa: questo teorizzava la Bossi Fini. I dati di oggi ci dicono del totale fallimento di quella legge, la quale, peraltro, prevede prassi così inapplicabili da rispedire nella clandestinità anche i regolari di ieri.

Ai signori della destra che sostengono l’equazione clandestini=criminali chiediamo due cose: lo sanno questi signori che la gran parte delle persone oggi regolari sono passate per percorsi di clandestinità? E se questi signori pensano così, possiamo chiedere loro come mai, con la Bossi Fini, hanno organizzato la più grande sanatoria mai realizzata in Italia?

Il Sig Prefetto oggi ha fornito dei numeri sui costi delle espulsioni. Gli chiediamo formalmente: visto che ha già il progetto, quanto costa costruire il nuovo CPT e quanto è previsto per i costi di mantenimento della struttura? Quanto costerà, socialmente ed economicamente, imporre questa struttura ad una comunità che evidentemente non la desidera? Lo chiediamo a Lui perché nemmeno la Corte dei Conti è riuscita a definire i tetti di spesa nazionali per queste strutture.

E’ saggio un atto di forza di questo tipo? Il fatto che i CPT siano previsti dalla legge, non implica il fatto che essi debbano essere costruiti per forza in Liguria.

Infine. Anche i gatti sanno che il problema della delinquenza è slegato dal tema Cpt: Chi compie reati infatti va in carcere e non al Cpt. Allora, destiniamo le risorse a costruire una giustizia più giusta e una società più accogliente e ancor più civile.

Saremo in prima fila - come sempre - a sostenere questo percorso.

http://www.arciliguria.it/news.php#250