Home > La rivolta di Cochabamba

La rivolta di Cochabamba

Publie le domenica 17 gennaio 2010 par Open-Publishing
1 commento

Cochabamba è la terza città della Bolivia, ha mezzo milione di abitanti, quasi tutti poverissimi.

Nel 1999 il dittatore Banzar decide di privatizzare l’acqua e ne vende la concessione alla multinazionale statunitense Bechtel insieme all’italiana Edison, monopolio assoluto per 30 anni.

Il prezzo dell’acqua aumenta del 300%, gente che guadagna 60 dolalri al mese paga ora 12 dollari per l’acqua, la qualità scade orrendamente e dal rubinetto esce materiale fecale, si impongono permessi obbligatori per accedere alle sorgenti, si vietano i pozzi privati e persino la raccolta dell’acqua piovana, scadono rete idrica e fognaria.

Dopo un anno di gestione il 55% degli abitanti continua a non avere accesso all’acqua. Nell’aprile del 2000 centinaia di migliaia di persone scendono in piazza e marciano a Cochabamba contro il governo e lo costringono a fare marcia indietro e a revocare la legislazione sulla privatizzazione dell’acqua. Il contratto con la multinazionale Bechtel viene interrotto e il servizio idrico ripubblicizzato.

La vicenda, conosciuta come “Guerra dell’Acqua di Cochabamba”, ha assunto un alto valore simbolico nell’ambito delle lotte per la difesa dei beni comuni, dimostrando che la partecipazione popolare può portare a una reale influenza sulle decisioni che riguardano beni pubblici.

A Cochabamba gli abitanti erano poverissimi e per lo più analfabeti ma avevano coraggio e dignità e un vivo senso dei loro diritti fondamentali.
Fecero subito un comitato chiamato "coordinadora de defensa del agua y la vida", per protestare contro la privatizzazione dell’acqua. Iniziarono subito una vera e propria battaglia, che la polizia contrastò duramente facendo 6 morti e molti feriti, ma la battaglia per l’acqua terminò il 10 aprile 2000 con la vittoria del popolo boliviano, la cancellazione della vergognosa legge della privatizzazione e l’espulsione della Bechtel dalla Bolivia.

E noi? Noi votiamo i partiti che privatizzano?

Il governo boliviano non aveva privatizzato solo l’acqua ma anche le scuole, la sanità e le tele comunicazioni, tutto in perfetto stile neoliberista e imponendo prezzi e livello statunitense.

La gente scese per le strade e fece blocchi stradali, sostenne l’urto della polizia che sparava, sfidò il carcere e la morte. Alla fine il governo dovette cedere ai ‘regantes”, i contadini che gestiscono autonomamente e secondo le millenarie tradizioni andine, le fonti di acqua dei loro territori.

Poi dovette cedere alle richieste del Coordinamento per la difesa dell’acqua e della vita, costituita da sindacati, contadini, ecologisti, operai, studenti e gente comune, che assumeva come impegno centrale quello di impedire la privatizzazione dell’acqua nella città di Cochabamba. Alle assemblee popolari partecipavano migliaia di cittadini e le proposte venivano votate con larga democrazia.

Quando videro che il governo cercava delle scappatoie, scesero in strada 600.000 persone. Tutta la Bolivia era con Cochabamba. Il primo a morire sotto la repressione fu un giovane di 17 anni. I dirigenti della Coordinadora furono arrestati e accusati dal ministro dell’interno di finanziarsi con il narcotraffico. Ma la sollevazione continuò e costrinse il governo a cedere. Oggi Cochabamba ha una struttura amministrativa composta da rappresentanti del comune, dei sindacati e delle associazioni di quartiere.

Questa è gente che la Lega chiamerebbe Baluba, ma che ama la propria terra, mentre loro la svendono vergognosamente.

E gli organismi internazionali? La banca Mondiale citò la Bolivia per aver arrecato un mancato guadagno alle compagnie ordinandole un risarcimento di 25 milioni di dollari. La Bolivia rifiutò.

Sapete cosa accade quando il debito di un paese è eccessivo? Ricorre alla Banca Mondiale. E sapete cosa fa la Banca Mondiale per sostenere il governo del paese indebitato? Lo obbliga a privatizzare beni e servizi fondamentali. Ogni volta che Tremonti ha avuto le redini dell’economia, il deficit è aumentato in modo gigantesco. Ogni azione ha le sue conseguenze. Pensateci!

Masada n° 1071. Signore, dacci l’acqua quotidiana

http://masadaweb.org

Messaggi