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La scissione? Sì, la scissione dell’atomo
di Mario Iatonna
Cari compagni, mi sembra che l’atteggiamento che i compagni di Rifondazione per la Sinistra stanno portando avanti dalla fine del Congresso di Chianciano abbia dello sconcertante. Infatti, dopo aver perso di misura tale Congresso (nonostante le polemiche sulle poco trasparenti esplosioni di iscritti in circoli dove la mozione Vendola ha poi ottenuto consensi plebiscitari) è cominciata una tensione scissionistica che francamente non rende onore a chi la conduce.
Ai compagni di Rifondazione per la sinistra voglio sostanzialmente dire tre cose.
La prima: il compagno Bertinotti, prima di uno degli ultimi congressi ha avuto modo di dichiarare che, se la sua mozione avesse avuto un voto in più delle altre, avrebbe governato a maggioranza. Sulla base di queste premesse, non si capisce con quale coraggio sia oggi possibile contestare la segreteria Ferrero;
la seconda: molti di voi per oltre un decennio hanno fatto parte della maggioranza. Molti di quelli che sostengono la segreteria Ferrero, invece, facendo in passato parte di una delle minoranze, hanno per anni condotto la loro battaglia politica all’interno del Partito dimostrando grande correttezza pur nel dissenso. E’ troppo facile al primo congresso perso, cominciare a contestare la leadership del segretario e a fare la fronda, tenendo sotto continua minaccia di scissione il Partito. Se non siete d’accordo con la linea del segretario ditelo, manifestatelo, cercate di lavorare per ritornare maggioranza al prossimo congresso, ma non è possibile attuare simili comportamenti.
Cosa c’è di diverso tra il vostro atteggiamento e quello di Diliberto, Cossutta e gli altri loro seguaci scissionisti del 1998?
Infine una terza cosa: siamo in un momento molto delicato, la sinistra è tragicamente minoritaria, rischia seriamente l’estinzione di fronte ad una destra populista, ad un capitalismo "incivile e totalizzante" e ad un Partito democratico che tenta in ogni modo di sottrarci consenso. Dobbiamo raccogliere tutte le nostre forze per lottare insieme per la sopravvivenza di Rifondazione innanzitutto e, comunque, della sinistra tutta. Una scissione significherebbe che qui qualcuno è diventato favorevole al nucleare, perché purtroppo saremmo tragicamente molto vicini alla scissione dell’atomo. Per tutti questi motivi penso che oggi il buon senso e la serietà impongano una scelta unitaria, che pur nel rispetto delle reciproche posizioni, ci consenta di proseguire nella ambiziosa e ineludibile battaglia della Rifondazione Comunista.