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Ci ammazzano la democrazia. I nostri diritti stanno franando rapidamente giorno per giorno. E’ una distruzione metodica e mirata di un cinismo e di un’avidità spaventosi, che sta passando rapidamente nell’ignoranza voluta e indotta della massa attraverso l’imbonimento solido e distrattivo dei media e dei maleintenzionati.
Rendiamocene conto: nel sistema liberista non esistono i diritti dei cittadini o gli scopi alti di una Nazione, troviamo solo: gli squali del mercato, le merci e gli acquirenti.
Non ci sono i cittadini, ci sono solo “i compratori”, come disse Berlusconi una volta.
Il business di pochi pretende di controllare tutto e soverchiare tutti in nome del solo guadagno di quei pochi, usurpando ogni criterio di cautela e di civiltà.
La concezione aziendalista è distruttiva dei valori che fondano uno Stato democratico e cozza con tutti i valori etici e democratici su cui dovrebbero baarsi: una scuola pubblica, un ospedale pubblico, un treno, una strada, un ponte, un servizio d’ordine, un sistema bancario…uno qualsiasi dei servizi e delle funzioni che danno allo Stato il diritto “morale” di esistere come Stato democratico. Ed è per avere quei diritti e quei servizi che noi rinunciamo a parte della nostra libertà per assoggettarci alle leggi, pagare tasse, accettare delle regole di convivenza, subire sanzioni….
Il diritto etico di uno Stato e la sua sopravvivenza si basano su un patto storico molto esplicito in cui uno Stato, inteso come Potere e Apparato, ci danno “servizi”, sicurezza e diritti in cambio di ubbidienza, partecipazione e contributi. Ove questo patto venga a rompersi, ove i diritti scompaiano e i servizi si mercatizzino , lo Stato si svuota di ogni sua ragione di essere, cade la sua ragione sociale, si passa dalla democrazia alla dittatura, e la ribellione è giusta e necessaria.
Ove questi servizi e queste funzioni “morali” siano sostituiti dal mercato, lo Stato muore, usciamo dalla democrazia ed entriamo in un sistema di schiavitù da cui è giusto liberarsi.
Quello che sta avvenendo nel sistema scolastico italiano, come i tutti i settori dell’interesse pubblico, è l’ingresso massiccio e anticostituzionale del liberismo nell’insieme dei diritti fondamentali che fondano una democrazia che oggi sono lesi profondamente. Neoliberismo e democrazia sono antitetici perché il primo distrugge il secondo. Il liberismo si basa sull’egoismo e il profitto di pochi, la democrazia persegue i diritti e il bene di molti. Le due cose insieme non possono stare. Sono opposte. Lo Stato (e la crisi finanziaria lo prova decisamente) ha pieno “diritto e dovere” di imporre leggi “morali” al mercato, perché esso è non a-morale, come pretende la teoria economica, ma contrario a ogni morale.
Nel caso opposto, ove il lucro abbia il sopravvento sui diritti della comunità, lo Stato democratico perisce ed entriamo nello sfruttamento capitalista suicida.
Pretendere di gestire una scuola come un’azienda è folle. Pretendere di gestire un paese come un’azienda al punto da sacrificare i diritti di tutti all’interesse di pochi è dittatura.
Il liberismo è fallito. E’ in piena crisi. Eppure la destra continua la sua marcia implacabile come se il fallimento non lo vedesse, come se essi non fosse davanti ai nostri occhi e per di più così grande che la politica non vi trova rimedio. Non solo un fallimento finanziario, ma di democrazia, di pace, di sopravvivenza, di libertà, di vita.
Il liberismo ha provato in ogni modo possibile la sua falsità e la sua capacità di distruzione e persino di autodistruzione, eppure la Destra italiana continua imperterrita ad applicarlo, tentando di trascinare i servizi dello Stato nella stessa rovina che ha preteso per il sistema bancario e finanziario o per lo statuto dei lavoratori o per la giustizia.
Berlusconi vuole, esige con la forza delle armi, protervamente, applicare il liberismo suicida della Comunità Europea e del Trattato di Lisbona, che ordina che tutti i servizi pubblici siano privatizzati, cioè consegnati agli interessi lucrativi dei grossi gruppi del mercato (e la Chiesa non è diversa da una multinazionale in cerca di lucro, con in più l’aggravante dell’imposizione ideologica).
Se la scuola viene considerata solo un pezzo del mercato da occupare e svendere, il suo unico scopo non sarà aiutare la crescita formativa, culturale e morale dei cittadini ma incrementare i profitti di pochi centri di potere privati e privilegiati, che saranno sempre più fuori dai controlli delle leggi nazionali, peggiorando ogni servizio e aumentando ogni costo.
Non è la teoria a dimostrarlo ma sono proprio i fatti a provare, senza il più piccolo dubbio, che, ovunque il potere del mercato ha messo le mani sui servizi pubblici, questi si sono rapidamente deteriorati al punto da non mantenere più alcuno degli effetti per cui si era costituito, al punto da peggiorare le condizioni di vita dei cittadini fino a spingerli alla rivoluzione (vd l’acqua nell’America latina, o scuola pubblica in USA o nelle periferie francesi).
Prima l’Europa ha permesso poche esportazioni ai paesi africani purché svendessero i loro servizi pubblici alle corporation, ora impone la spada del mercato liberista al welfare europeo che costituisce un ricco campo da saccheggiare.
Prodi permise l’ingresso degli OGM così da mettere a rischio la nostra produzione agricola. Spese poi 30 miliardi di euro in armi per favorire le lobbyes della guerra. Da D’Alema in poi, e senza una reale opposizione della sinistra radicale, la guerra è entrata tra le nostre priorità, contro ogni dettato costituzionale.
Ieri Berlusconi ha ordinato la privatizzazione dell’acqua e oggi intende svendere la scuola mentre porta avanti nello smantellamento della sanità (non ha nemmeno istituito un Ministro della salute!). Tutto sarò mercatizzato. E quando l’Italia sarà diventata un mercato, sarà la fine della democrazia, per l’impero del business, ma sarà la morte del cittadino, il suo impoverimento e la sua schiavizzazione, mentre i maggiori organi dello stato saranno diventati organi democraticamente fasulli alle dipendenze dei magnati interni e internazionali.
Non è solo la scuola. E’ un massiccio piano di svendita totale del Paese.
Si è cominciato coi 5 miliardi di tagli alla sicurezza, si proseguirà con un esercito di mercenari come in USA o come nelle compagnie di ventura rinascimentali, pronte a vendersi al primo pagatore, poi con la privatizzazione delle carceri (USA) e con la mercificazione della vigilanza municipale.
Si è cominciato coi tagli alla sanità, poi la chiusura dei piccoli ospedali, finiremo con la concentrazione e privatizzazione di quelli rimasti in mani private e la scomparsa della sanità pubblica.
Si parte dai tagli di 8 miliardi alla scuola, la scomparsa di 137.000 lavoratori, la morte della ricerca e la chiusura di 4.600 piccole scuole, si arriverà all’accorpamento delle rimanenti, fino alla loro privatizzazione mercatistica. B parla già subdolamente di aziendalizzazione delle scuole e ciò prelude alla svendita del sistema scolastico al lucro dei privati.
Ci stiamo avviando a un regime in cui tutto sarà privato: scuole, ospedali, treni, strade, ponti.. con la progressiva scomparsa del welfare e un immenso immiserimento della popolazione, incapace di provvedere da sola a quei servizi che prima era lo Stato a offrire, ciò significherà la perdita di tutti quei diritti che sono solennemente sanciti dalla Costituzione e il ritorno a un feudalesimo in cui la differenza tra poche classi protette e agiate e una maggioranza misera e senza diritti sarà spaventosa.
Qui non si sta parlando di maestro unico o di 5 in condotta! Stiamo parlando di un attacco massiccio e spudorato a tutto ciò che costituisce diritto consolidato di un popolo, a tutto ciò che costituisce democrazia, per il ritorno a una concezione feudale dello Stato in cui non ha più alcun senso parlare di diritti del cittadino o di libertà umane.
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Masada n. 810. Fiamme sulla scuola
Messaggi
1. La scuola e lo stato-azienda, 23 ottobre 2008, 13:54, di viviana
Facile la demonizzazione degli studenti! Troppo facile! Ovvia e diabolica, come quella dei pacifisti o degli ex socialisti o dei primi sindacalisti o delle sufragette. Anche Nerone demonizzò i cristiani per farli divorare meglio dai leoni e levarseli dai piedi.
A parte i soliti idioti che fingono di non capire per buttare tutto in vacca,i qualunquisti del pattume... la situazione è molto più critica di quel che si può pensare.
Le strategie del potere sono sempre le stesse e porteranno agli stessi abomini.
A Genova B mandò poliziotti travestiti da black block a mischiarsi con black block veri per atti vandalici sulla città che legittimassero a priori i pestaggi, il morto, la macelleria messicana di Diaz e Bolzaneto, con la solita muta festante e latrante di falsificatori opportunisti del regime
Oggi siamo sull’orlo di un tentativo analogo di legittimazione della dittatura attraverso lo scatenamento provocatorio delle piazze per invocare poi abilmente leggi speciali e sistemi violenti per "ristabilire l’ordine". Gli studenti devono saperlo che tutto ciò che diranno o faranno potrà servire anche a legittimare atti di forza perversi di B, atti che sembrano adesso del tutto illegittimi, ma servirebbero ad accelerare la svolta piduista, trovando sempre corti compiacenti dalle assoluzioni facili o organi dello Stato aperti a premiazioni opportune o finte opposizioni consenzienti.
Questi che insistono subdolamente sul maestro unico, sul grembiulini, sui bei tempi passati, sulle sciocchezzuole minimali della Gelmini o blaterano di crisi "comunista" della scuola italiana, saranno attentissimi ad accelerare il passaggio verso lo stato poliziesco, la distruzione dei servizi pubblici, la presa di potere da parte di un autarca assoluto, la fine della democrazia.
Attenzione a non fare il gioco del potere!
viviana